Nel microcosmo della Val Susa si ripropongono tutti i problemi dell’Italia – menzogne del governo, ruberie istituzionalizzate, devastazione del territorio, corruzione permanente, collusione dei media – e viene mostrato che cosa potrebbe diventare il nostro paese se tutti i cittadini prendessero a cuore le sorti della nazione, e si ribellassero a inganni e corruzione come stanno facendo i valsusini. “Perchè il male trionfi – scrisse qualcuno – è sufficiente che le persone perbene rimangano in silenzio”.
TAV reale e TAV virtuale - di Marco Cedolin
Poco più di 4 anni fa, l’8 dicembre 2005, decine di migliaia di valsusini ai quali si erano uniti altre migliaia di cittadini provenienti da tutta Italia, invasero pacificamente il cantiere di Venaus, mettendo di fatto fine allo scellerato progetto del TAV Torino - Lione, nonché a 40 giorni di militarizzazione dell’intera Val di Susa, ridotta alla stregua di un paese occupato, con tanto di check-point presidiati da guardie armate, da oltrepassare per andare a comprare il pane o in farmacia.
Durante questi 4 anni d’inciucio politico, meschine manovre portate avanti sottobanco, cancelli rigorosamente chiusi e rifiuto di qualsiasi forma di dialogo con i cittadini, il TAV reale e quello virtuale hanno compiuto entrambi la propria strada.
Il primo è defunto di fronte all’evidenza dei numeri e dell’osservazione oggettiva che lo hanno connotato come un’opera assolutamente inutile, inadeguata a rispondere alle esigenze dei viaggiatori e del territorio, priva di qualsiasi possibilità di conseguire un ritorno economico dell’enorme investimento. Fra Torino e Lione non esistono volumi apprezzabili di traffico passeggeri, i treni tradizionali che garantivano il collegamento diretto sono stati da tempo soppressi e perfino le poche corse dell’alta velocità francese Milano – Parigi che transitano dal capoluogo piemontese e dalla Valle di Susa continuano a ridursi e presto ne resterà una sola al giorno.
Alla stessa stregua non esistono volumi di traffico merci ...
Questo discorso di Robert Kennedy è dedicato al Ministro Maroni:
Il ritorno di Spartaco
Nel 73 a.C. esplose lungo le coste sud del Tirreno la rivolta popolare scatenata da Spartaco, che era iniziata con la fuga da Roma di un manipolo di gladiatori che si erano ribellati al loro destino di carne da spettacolo.
Costretti a lottare uno contro l’altro per la sopravvivenza, tenuti in vita solo per servire i privilegi dei benestanti, gli schiavi-gladiatori avevano scalato le mura della loro prigione ed avevano iniziato la loro rincorsa verso la libertà.
L’armata di Spartaco, che cresceva lungo il percorso, devastava sistematicamente campagne e villaggi, mentre massacrava intere armate di militi romani mandati a combatterla.
Quando a Roma giunse voce che l’armata di Spartaco aveva superato i 100.000 uomini, …
di Marco Cedolin
I saldi anticipati, sponsorizzati più volte dai TG negli ultimi giorni, con il loro corollario di aspiranti acquirenti in coda, preda della sindrome d’acquisto compulsivo, non riguarderanno solo i capi di abbigliamento rimasti invenduti nei magazzini, ma anche prodotti di ben altro genere la cui “percentuale d’invenduto” è risultata di molto superiore rispetto a quella dei piumini difettosi, delle giacche che non vestono e dei pantaloni con il cavallo riuscito male.
Si tratta delle dosi dell’ormai famoso vaccino contro l'influenza H1N1 che a milioni un po’ tutti i paesi si sono affrettati ad acquistare ad altissimo prezzo con i soldi dei contribuenti, per la gioia delle multinazionali farmaceutiche che hanno visto salire alle stelle il valore delle proprie azioni.
Dopo un lungo semestre di “terrorismo” mediatico, durante il quale l’OMS ed il circo dell’informazione hanno attribuito ad un normale virus influenzale (oltretutto fra i meno attivi) la potenzialità di provocare una ferale pandemia, il castello di carte è ormai miseramente crollato al suolo e con esso anche l’intero ologramma della mistificazione. Oggi perfino quei giornalisti che per mesi hanno lanciato e coccolato l’allarme pandemia, ...
Approfitto della pubblicazione su Youtube del film sul cancro per rispondere alle calunnie sul mio conto, relative al caso Simoncini, che un certo personaggio continua a diffondere spudoratamente in Internet. Lo faccio sia per proteggere la mia reputazione, sia per dovere di chiarezza verso chi segue da vicino il mio lavoro.
Diciamo prima di tutto che questo accusatore non ha un nome. Da noi era noto come Weewe, sul suo sito attuale si firma “Medbunker”. Evidentemente non ha il coraggio di sostenere di persona le accuse che va disseminando in rete.
Riporto qui un suo recente articolo, che sta facendo circolare ovunque, con lo scopo di screditarmi. Sembra che questa per lui sia ormai diventata un’ossessione, capace di obnubilare anche la più lucida delle menti umane. (Non è certo il primo a cui succede, ...
Secondo la gloriosa Wikipedia, il SITE Intelligence Group è una organizzazione che si occupa di monitorare le attività del terrorismo islamico nel mondo. Inizialmente nato come SITE Institute (Search for International Terrorist Entities), era una organizzazione “non a fini di lucro” che si è disciolta, ricomponendosi nel SITE Intel Group, che svolge la stessa attività, ma “a fini di lucro”. [1]
Già che tocca immolarsi per fare la guardia al mondo, tanto vale farsi pagare.
Fondatrice e direttrice del SITE è Rita Katz, una ebrea nata in Iraq che vive negli Stati Uniti. Dopo che suo padre fu pubblicamente giustiziato in Iraq, la madre fuggì con i figli in Israele. Rita – che parla l’arabo come l’ebraico - entrò nell’esercito (IDF), si laureò in Studi Mediorientali a Tel Aviv, e poi si trasferì in America.
Qui riuscì ad infiltrare “diversi gruppi terroristici negli Stati Uniti, sulle cui attività raccolse preziose informazioni”. Nel 2004 ha ricevuto dall’FBI di Mueller ...
di Marco Cedolin
“Immaginate un mondo senza attentati terroristici”
Entrando in perfetta sintonia con lo spirito del celebre film Minority Report, il premio Nobel per la pace Barack Obama ha annunciato al mondo che porterà la guerra nello Yemen, al fine di scovare i responsabili di Al Quaeda che hanno “armato” le mutande del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab, intenzionato a far saltare l’aereo diretto a Detroit sul quale viaggiava. Attentato che, se portato a compimento, avrebbe provocato una strage, di fronte alla quale l’America deve reagire con forza, colpendo i responsabili e costringendoli a rispondere dei loro crimini.
Rispetto alla strategia del terrorismo olografico dell’ex presidente Bush è impossibile non percepire un notevole affinamento nella tecnica di utilizzazione dello spauracchio terrorista al fine di giustificare le guerre di occupazione statunitensi e renderle condivisibili agli occhi dell’opinione pubblica occidentale.
Se infatti l’amministrazione Bush fu “costretta” ad orchestrare una tragedia come l’11 settembre, costata la vita a migliaia di persone, per garantirsi il viatico all’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, ...
(Vedi/scarica il film in versione integrale. Acquista il DVD e supporta il sito.)
Twenty-ten, venti-dieci, come dicono in America, oppure duemiladieci, come diciamo noi. In qualunque modo la si pronunci, questa data fa una certa impressione, non solo perchè ci avvicina sensibilmente al fatidico 2012 – è inutile negarlo, persino il più razionale dei materialisti un pensierino alla “catastrofe universale” deve averlo fatto - ma perchè lo scatto delle decine rappresenta in qualche modo la fine di un ingresso incerto e temporaneo nel terzo millennio, e l’inizio di una cadenza precisa, più ufficiale ed ineluttabile del corso della Storia.
Il tempo avanza inarrestabile, e noi non possiamo che seguire gli eventi che ci porta, in parte affascinati dal continuo evolversi delle cose, in parte preoccupati per la nostra evidente impotenza a mutare il corso della storia.
Ci sentiamo tutti a bordo della stessa nave, ma nessuno sa bene chi sia al comando, che intenzioni abbia, e cosa davvero ci riservi il destino; di fatto viviamo in un mondo dove ormai tutto è possibile e nulla appare più certo, e bisogna essere dotati di un notevole ”senso dell’avventura” per non vivere questa situazione in maniera negativa, frustrante e destabilizzante.
Eppure, l’anno che è trascorso non è passato invano, e ci ha offerto molti segnali interessanti, ...
di Marco Cedolin
Nel volgere indietro lo sguardo al 2009 che sta terminando è forte la sensazione di esserci soffermati troppo spesso a guardare la pagliuzza che allignava nell’occhio altrui, senza fare più di tanto caso alla trave conficcata nel nostro.
E’ stato l’anno della crisi economica, con il PIL di tutto l’Occidente in caduta libera come non accadeva da molto tempo. Una crisi rappresentata però dal circo mediatico con lo sguardo rivolto al paese immaginario del Mibtel e del Nasdaq e ben poca attenzione nei confronti del paese reale fatto di fabbriche che chiudono, disoccupati, famiglie ridotte sul lastrico. Una crisi, quella del paese immaginario, che nelle parole di politici ed economisti starebbe già volgendo al termine, simile ad una sfuriata temporalesca primaverile. Una crisi, quella del paese reale, che sta acuendosi sempre più, senza che si vedano i prodromi di un’inversione di tendenza, semplicemente perché nessuno si è sentito in dovere di analizzarne le vere cause (globalizzazione e modello di sviluppo) e adottare le opportune contromisure (mutamento radicale del modello di sviluppo) che sarebbero risultate politicamente scorrette e scarsamente gradite ai grandi poteri finanziari che attraverso la globalizzazione ed i licenziamenti stanno costruendo sempre nuovi profitti.
E’ stato l’anno del drammatico terremoto in Abruzzo, “usato” dal governo (che tutto sommato ha gestito discretamente la situazione) come vetrina all’interno della quale specchiarsi. E della tragica strage di Viareggio, ...
(c/c: Gianni Riotta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Egr. Sig. Riotta, desidero fare alcune precisazioni in merito a quanto accaduto nella puntata di Matrix del 29 dicembre 2009.
Nel corso della trasmissione lei ha affermato che “è assai probabile che ci fosse un altro cecchino” a Dallas, e che “è certo che Jack Ruby spara a Oswald per chiudergli la bocca”. Poichè il Rapporto Warren esclude categoricamente il coinvolgimento nell’attentato di altre persone oltre ad Oswald, lei ha dichiarato di respingere la versione ufficiale dei fatti, storicamente accettata nel mondo da oltre 40 anni. (Che il Rapporto Warren non costituisca la versione ufficiale è una sua tesi a dir poco bizzarra: provi a raccontarlo a chi scrive i libri di scuola che non è quella la versione ufficiale dell’omicidio Kennedy. Ma soprattutto, lo racconti a centinaia di autori e ricercatori indipendenti, che per 40 anni avrebbero combattuto un fantasma inesistente).
Le ricordo inoltre che la partecipazione di due o più individui ad un attentato lo fa ricadere automaticamente nella categoria di “complotto”, come sottolineato nel capitolo conclusivo dello stesso rapporto dell’House Select Committee for the Assassinations, o HSCA, che lei ha più volte citato nel corso della trasmissione.
Non si comprende quindi tutto l’astio che ha voluto esprimere contro il cosiddetto “complottismo”, quando lei stesso ha dimostrato di condividerne le tesi di fondo, almeno per quel che riguarda il caso Kennedy.
Forse che i famosi metodi che critica nei “complottisti” – ovvero l’analisi dei fatti anteposta alle conclusioni – siano anche i suoi?
In secondo luogo, vorrei esprimere tutta la tristezza che ha provocato in me vedere un personaggio come lei - che dirige un quotidiano di importanza nazionale, e che in passato ha diretto addirittura il più prestigioso TG della RAI - citare Wikipedia come repositorio di informazioni valide e storicamente obiettive.
Per sua informazione, Sig. Riotta, Wikipedia è una organizzazione talmente “democratica” ...
Notizie apparentemente insensate si accumulano in questi ultimi giorni dell’anno.
Secondo le agenzie di stampa, Al-Queda avrebbe rivendicato il rapimento dei coniugi Cicala, i due italiani sequestrati in Mauritania una decina di giorni fa. Motivazione ufficiale: rappresaglia per la partecipazione italiana alle guerre di Afhghanistan e Iraq.
Contemporaneamente, Al-Queda avrebbe anche rivendicato il fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit di qualche giorno fa, quando un passeggero ha cercato di dare fuoco ad un ordigno esplosivo legato alla sua gamba, finendo per riportare delle ustioni di terzo grado. Al giudice americano che lo ha interrogato, dopo l’atterraggio senza danni dell’aereo, l’uomo avrebbe detto che “ci sono molti di noi pronti a colpire in tutto il mondo”.
Nessun giornalista si domanda perchè mai la ferocissima Al-Queda rapisca dei cittadini italiani per lamentare una occupazione militare di cui noi siamo responsabili in misura irrilevante, e che lo faccia addirittura in un paese che si trova a 20.000 km. di distanza dal beneamato Afghanistan.
Nessun giornalista si domanda perchè mai la ferocissima Al-Queda mandi a fare gli attentati un imbecille che non è nemmeno capace a dare fuoco ad una miccia, ...
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