Avatar: requiem per la settima arte
Aveva perfettamente ragione Wim Wenders quando disse, oltre 30 anni fa, che “gli americani ci stanno colonizzando il subconscio”.
Con il successo mondiale di un film come Avatar possiamo affermare che ci sono riusciti in pieno. Questo film infatti decreta la completa, definitiva ed irreversibile morte di quello che una volta era chiamato “cinema”.
Purtroppo non è facile parlare di cinema, poichè non esistono dei canoni assoluti per giudicare i film. L’unico strumento oggettivo a cui possiamo fare ricorso è il cosiddetto "successo di botteghino", che ci permette almeno di stabilire una graduatoria di gradimento universale, che superi il giudizio individuale.
Negli anni ’50 “Via col vento” fu un grande successo commerciale, per cui possiamo dire che ”Via col vento” fosse un film “bello” per la sua epoca. Negli anni 80 “Bladerunner” fu un grande successo commerciale, per cui possiamo definirlo “bello” per i gusti di quegli anni.
Nel caso di Avatar siamo nuovamente di fronte a record assoluti di incasso, per cui possiamo dichiarare che questo film sia certamente "bello", rispetto agli attuali canoni di gradimento.
Tutto questo non significa che non si possano giudicare questi canoni, traendo eventuali conclusioni sul cinema in generale, ...
di Marco Cedolin
Sono andati per bastonare e sono finiti bastonati, verrebbe da dire metaforicamente parlando, tirando le somme della grande offensiva portata in Valsusa dai fautori del TAV nel corso di questo mese di gennaio. Offensiva studiata a tavolino negli ultimi 4 anni con cura certosina da Mario Virano e dalla classe politica che gli fa da contorno, ma valutata evidentemente con troppo ottimismo, sulla base d’informazioni e “sensazioni” assai disancorate dalla realtà.
Tutto è iniziato all’alba di martedì 12 gennaio, quando una delegazione delle forze dell’ordine si è presentata dinanzi al presidio dell’autoporto di Susa per prendere possesso dei terreni oggetto dei carotaggi. In quell’occasione circa 300 presidianti che avevano passato l’intera notte al gelo si sono rifiutati di lasciare il passo, ricevendo in cambio minacce di future denunce.
L’offensiva, scientemente calcolata, ha allora preso forma per mezzo di una massiccia campagna mediatica, veicolata attraverso giornali e TV, attraverso la quale si alternava l’ironia nei confronti dei 300 NO TAV, definiti a più riprese 4 gatti, ad alcune considerazioni in merito ad un movimento in aperta crisi che avrebbe perso non solo ogni appoggio politico, ...
E’ da molti anni ormai che le scienze noetiche denunciano i limiti della visione meccanicistica del mondo, di origine newtoniana-cartesiana, e ne suggeriscono il superamento attraverso la reintegrazione del concetto di mente-energia, ma solo ora cominciano a delinearsi i principi di un nuovo paradigma scientifico che ci permetta di comprendere meglio le interazioni fra l’uomo e l’universo che lo circonda.
Tutto ciò è molto ben illustrato in un documentario intitolato “The Living Matrix”, che suggeriamo a chiunque di vedere. (Esiste già su Youtube la versione in italiano – Link in coda).
Sono argomenti non facili, poichè prevedono la comprensione di termini come “campo energetico”, “iscrizione dell’informazione” o “ologramma quantico”, che non appartengono certo alla conversazione di tutti i giorni. Ma sono illustrati con sufficiente chiarezza da permetterne una comprensione intuitiva anche a chi – come il sottoscritto – non abbia alcuna preparazione scientifica.
Già la fisica quantistica, nata circa un secolo fa, aveva rimesso in discussione molti dei principi della fisica classica, che vedeva un universo tri-dimensionale regolato con precisione millimetrica dalle leggi di gravità di Newton.
A queste tre dimensioni Einstein aveva aggiunto la quarta ...
Riportiamo in testa l’articolo per segnalare questo breve video a supporto della tesi di Richard Gage.
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L’articolo “Non vi crediamo”, pubblicato sul n.2/2010 di Focus-Money (Burda – Germania), è stato tradotto in italiano da due nostri utenti, che ringraziamo vivamente. Nel pubblicarlo, lo facciamo precedere da una lettera inviata oggi dal sottoscritto a Gianni Riotta, e da un nostro video trasmesso da Matrix nel settembre 2007, che supporta parte dei contenuti dell’articolo stesso. (M.M.)
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Lettera spedita a Gianni Riotta c/o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. il 24/1/2010
Egr. Sig. Riotta, mi pregio di segnalarle un articolo comparso sul n. 2/2010 di Focus Money, la rivista economica tedesca di Burda Verlag che lei certamente conosce.
L’articolo si intitola “Non vi crediamo!”, e riassume tutte le più vistose contraddizioni e i punti deboli della versione ufficiale sull’undici settembre, corredati da notizie e informazioni sulle centinaia di personaggi del mondo dell’ingegneria, architettura e aeronautica che da tempo la contestano.
Pensavo che l’articolo, che trova tradotto integralmente su luogocomune.net, potesse essere un ottimo viatico sull’argomento, per chi fino ad oggi si è limitato ad informarsi su Wikipedia.
Un cordiale saluto anche da parte dei nostri lettori.
Massimo Mazzucco
PS.: Colgo l’occasione per ricordarle che non ha ancora risposto al mio invito al confronto sull’undici settembre, come da mia lettera a lei indirizzata il 31/12 scorso.
In occasione dei nuovi corsi 2010 del CICAP, ci sembra giusto dare il nostro contributo a questa preziosa ed insostituibile organizzazione fatta di persone oneste e disinteressate.
(Tutti i filmati sono riuniti in playlist)
Bisogna fare sempre più fatica per non pensare che il terremoto di Haiti sia soltanto una cinica e crudele ripetizione di Katrina.
Anche qui, come già era successo a New Orleans 5 anni fa, stanno succedendo cose apparentemente inspiegabili, che purtroppo una spiegazione l'avrebbero: la mancata volontà, intenzionale e programmata, di portare i soccorsi alle decine di migliaia di disperati che stanno letteralmente morendo di fame, di sete, di infezione e di malattie nelle strade della città.
Dopo che generosamente gli Stati Uniti si sono assunti il compito di gestire e coordinare i soccorsi internazionali, appare sempre più evidente che il loro intento nell'isola dei Caraibi sia di tutto meno che umanitario.
Una volta preso il controllo dello spazio aereo, ...
"La base del movimento Ustasha è la religione. Per le minoranze come i serbi, gli ebrei e gli zingari abbiamo tre milioni di pallottole. La nuova Croazia arriverà entro 10 anni ad essere cattolica al 100%." - Mile Budak, Ministro dell'Educazione e Cultura della Repubblica Croata (1941).
Con la visita di Ratzinger alla Sinagoga romana, avvenuta ieri, torna al centro del frullatore mediatico la questione del cosiddetto “silenzio” di Pio XII durante la Shoah.
Ratzinger da tempo spinge per la sua beatificazione, mentre gli ebrei non sembrano disposti a perdonargli un passato decisamente poco favorevole nei loro confronti. Non a caso fu proprio Ratzinger, quando era alla Sacra Congrega, a negare l’apertura degli archivi vaticani riguardanti le azioni di Papa Pacelli.
E così oggi i giornalisti fanno a gara per trovare il modo più elegante di accontentare gli ebrei senza dover necessariamente condannare Pio XII. L’Ansa parla di “visita storica” di Ratzinger, ma accenna ad un “nodo irrisolto” sulla Shoah, mentre La Stampa si limita a dirci che “la visita di Ratzinger alla Sinagoga accende ancora qualche mal di pancia all’interno del mondo ebraico”.
Lo stesso Ratzinger cerca di cavalcare le due tigri, augurandosi che "le piaghe dell'antisemitismo e dell'antigiudaismo siano sanate per sempre", ma ricordando subito dopo che rispetto alla deportazione degli ebrei di Roma "la Sede Apostolica svolse un'azione di soccorso, spesso nascosta e discreta".
Ma “gli ebrei italiani e quelli capitolini – ci dice sempre La Stampa - assicurano di non poter dimenticare «le deportazioni degli ebrei dall’Italia ed in particolare il treno di 1021 deportati del 16 ottobre 1943 che partì verso Auschwitz alla stazione Tiburtina di Roma nel silenzio di Pio XII».”
Ma è tutta una messinscena, fatta di bugie plateali da una parte e di sorrisi forzati dall’altra, ...
di Pino Cabras
La rivista economica tedesca «Focus Money» (N. 2 / 2010), affronta una narrazione dettagliata sull’11/9 e mette radicalmente in discussione la versione ufficiale. Stiamo parlando del secondo settimanale economico della nazione economicamente più forte dell’Europa, un magazine edito da un colosso dell’editoria tedesca, il gruppo di Hubert Burda.
Il signor Burda è un insigne esponente della superclasse globale, un editore-intellettuale di primissimo piano nell’establishment germanico: è leader della VDZ, la “confindustria degli editori”, nonché cofondatore dell’analogo sindacato su scala europea, ma è anche membro del Consiglio del World Economic Forum e ha partecipato perfino a riunioni dell’esclusivo Club Bilderberg.
L’uscita di questo articolo è dunque degna di attenzione: è la prima volta che un giornale così ben inserito nel mainstream occidentale si cimenta nel raccontare in modo talmente critico i lati più scomodi dell’evento che ha dato l’impronta al secolo, l’11 settembre.
«Focus Money», espone la maggior parte degli argomenti …
di Eugenio Benetazzo
Adesso mi è tutto più chiaro. Al momento in cui sto scrivendo mi trovo allo Space Needle di Seattle, ormai saranno più di trenta giorni che sto girovagando per gli States con l'intento di realizzare un videodocumetario sulla crisi finanziaria e quella immobiliare: Boston, New York, Miami, Atlanta, Phoenix, Las Vegas, Los Angeles, Seattle e Chicago. L'economia americana è collassata per motivazioni razziali: il suo destino sembra ormai segnato da un lento ed inesorabile declino economico e sociale. Chi confidava in un miglioramento con l'avvento di Obama, mitizzandolo come il nuovo Kennedy, ha iniziato a ripensarci.
L'America di Obama non è l'America di Kennedy: alla metà degli anni sessanta, la popolazione americana era costituita per circa l'80% da bianchi caucasici (europei ed anglosassoni) e per il il 20% da svariate minoranze etniche (afroamericani, ispanici, orientali). Oggi è tutto cambiato: il 30% sono bianchi caucasici, il 30% sono ispanici, il 30% sono afroamericani ed infine il 10 % sono orientali. L'America come vista nei serial televisivi con i quali siamo cresciuti, da Happy Days a Melrose Place, non esiste più.
Questa trasformazione del tessuto sociale ha comportato un lento e progressivo cambiamento negli stili di vita, ...
Nell’articolo “TAV reale e TAV virtuale” Cedolin ha proposto un concetto molti interessante - lo sdoppiamento fra la realtà e la sua rappresentazione - che si potrebbe estendere a molte altre situazioni di grande interesse per tutti.
Esiste un mondo “virtuale”, suggerisce l’articolo, nel quale davvero vengono investiti i soldi per opere intelligenti e utili, con un sincero intento di rendere un servizio alle generazioni presenti e future. Ed è in funzione di questo mondo che vengono invece compiute, nel mondo reale, ruberie di ogni tipo a spese dei cittadini.
Questo è solo uno dei mille aspetti di un mondo virtuale, idealizzato, nel quale davvero si portano nel mondo missioni di pace, nel quale davvero si dà la caccia ai terroristi che ci minacciano, nel quale davvero il sistema medico si adopera per liberare l’uomo dalle malattie, nel quale davvero si aiutano i paesi sottosviluppati a crescere economicamente, nel quale davvero si cercano soluzioni energetiche ecologiche e convenienti, nel quale davvero si vuole dare ai nostri figli la migliore educazione possibile.
Questo mondo virtuale ci viene presentato quotidianamente come reale dai media di tutto l’Occidente, ...
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