In questa scena, tratta da “Una Giornata Particolare”, Ettore Scola descrive quello che accadde in un qualunque caseggiato della capitale, nel giorno in cui Hitler venne a Roma per sfilare accanto a Mussolini:Liberati da noi stessi
Nel suo discorso di celebrazione del 25 aprile, il presidente Napolitano ha detto che: “Il 25 aprile è non solo la festa della liberazione, è la festa della riunificazione dell’Italia. Dopo essere stata tagliata per 20 mesi in due, l’Italia si riunifica, nella libertà e nell’indipendenza. Se ciò non fosse accaduto, la nostra nazione sarebbe scomparsa dalla scena della storia, e se oggi siamo un paese democratico profondamente trasformato, fra i più avanzati in quell’Europa integrata che abbiamo concorso a fondare, è perché superammo i traumi del fascismo e delle guerra, recuperando libertà e indipendenza, ritrovando la nostra unità”.
Diciamo che non c’è un solo concetto, fra quelli espressi da Napolitano, che non possa essere legittimamente contestato.
Prima di tutto è l’idea stessa di “liberazione” che andrebbe ridiscussa alla radice, ...
di Tiberio Graziani - Eurasia
Il nuovo sistema multipolare è in fase di consolidamento. I principali attori sono gli USA, la Cina, l’India e la Russia. Mentre l’Unione Europea è completamente assente ed appiattita nel quadro delle indicazioni-diktat provenienti da Washington e Londra, alcuni paesi dell’America meridionale, in particolare il Venezuela, il Brasile, la Bolivia, l’Argentina e l’Uruguay manifestano la loro ferma volontà di partecipazione attiva alla costruzione del nuovo ordine mondiale. La Russia, per la sua posizione centrale nella massa eurasiatica, per la sua vasta estensione e per l’attuale orientamento impresso alla politica estera dal tandem Putin-Medvedev, sarà, verosimilmente, la chiave di volta della nuova struttura planetaria. Ma, per adempiere a questa funzione epocale, essa dovrà superare alcuni problemi interni: primi fra tutti, quelli riguardanti la questione demografica e la modernizzazione del Paese, mentre, sul piano internazionale, dovrà consolidare i rapporti con la Cina e l’India, instaurare al più presto una intesa strategica con la Turchia e il Giappone. Soprattutto, dovrà chiarire la propria posizione nel Vicino e Medio Oriente.
Considerazioni sullo scenario attuale
Ai fini di una veloce disamina dell’attuale scenario mondiale e per meglio comprendere le dinamiche in essere che lo configurano, ...
di Marco Cedolin
I vapori cenerini del vulcano Eyjafjallajokull, partiti dall’Islanda, hanno ormai conquistato quasi tutta l’Europa, mettendo impietosamente in evidenza l’estrema vulnerabilità di una società tecnologicamente evoluta, qualora costretta a confrontarsi con gli elementi di una natura troppo spesso sottovalutata.
La nube eruttata dal vulcano islandese sta andando beffardamente a spasso per migliaia di km (stando alle parole degli esperti dovrebbe aver raggiunto in queste ore l’Italia centrale), senza curarsi di distanze e confini, paralizzando di fatto larga parte del traffico aereo europeo. La concentrazione delle ceneri in atmosfera che secondo l’OMS non dovrebbe determinare gravi rischi per la salute umana, mette invece a repentaglio il buon funzionamento dei reattori dei jet, rendendone pericoloso e sconsigliabile l’uso.
Si apre così lo spaccato su un’umanità ormai votata all’ipercinetismo ...
Ricorre oggi il 15° anniversario dell’attentato terroristico di Oklahoma City, nel quale fu distrutto un edificio federale di 9 piani, l'Alfred Murrah Building, causando la morte di 168 persone, fra cui 19 bambini.
Ai tempi in Italia se ne parlò poco, ma dopo l’undici settembre l’importanza di questo episodio ha assunto dimensioni completamente diverse, proprio in luce dei più recenti attentati a Pentagono e Torri Gemelle.
Visto in retrospettiva, infatti, l’attentato di Oklahoma City presenta con l’11 settembre - e per certi aspetti con l'assassinio di JFK - una specularità a dir poco impressionante. Stessa fragilità di motivazioni nel presunto colpevole, stesso comportamento autolesionista da parte sua, stesso tipo di fortunose coincidenze che portarono ad identificarlo, stesse improbabilità fisiche nel crollo dell’edificio, stessa serie di testimonianze in pieno contrasto con la versione ufficiale, stessa asportazione frettolosa delle macerie, stesso atteggiamento distratto e superficiale dei media, stesse pressioni sui testimoni per cambiare la versione dei fatti. Ed in più, un epilogo assolutamente unico nella storia della giustizia americana: il colpevole che chiede insistentemente, ed infine ottiene, di essere messo a morte al più presto, alle condizioni dettate da lui.
Vista nel suo insieme, la versione ufficiale di Oklahoma City fa apparire quella dell’undici settembre come un ineccepibile trattato di logica aristotelica.
I PERSONAGGI
TIMOTHY MCVEIGH - Il presunto colpevole, che avrebbe distrutto l'edificio federale con una rudimentale bomba al letame, ...
Bisognava essere particolarmente attenti per non farsi sfuggire un paio di frasi dette con nonchalance dal metereologo Kevin Lollis della KTVL-News 10, durante il suo normale servizio di previsioni del tempo dello scorso 9 aprile.
Dopo aver parlato di piogge, venti e bufere un pò dappertutto, Lollis ha fatto il punto sulla West Coast, dicendo che “Nel sud dell'Oregon e nel nord della California abbiamo una situazione un pò strana. La prima parte del ciclo radar è abbastanza piatta, com'è di solito, poi però compaiono queste strisce di copertura nuvolosa, molto nette, che avanzano nella zona. Quella non è pioggia, e non è neve. Sembra incredibile, ma sono aerei militari che attraversano la zona scaricando "fuffa". Piccoli pezzetti di alluminio, a volte c'è dentro della plastica, persino prodotti di carta metallizzata, …
In seguito alla mia richiesta di aiuto, per la difesa nel caso Intersos, sono stati raccolti in pochi giorni oltre 4000 euro (qui l'ultimo aggiornamento). Al di là di quello che ciò ha rappresentato per me personalmente – e vi garantisco che non è poco - ritengo il fatto eccezionale e profondamente significativo per tutti.
Mi sembra infatti che sia la prima volta che gli utenti di un sito si mobilitano in modo concreto per difendere il proprio spazio, e per far valere certi principi su cui è basata la sua stessa esistenza.
La cosa è ancora più significativa se si considera che hanno versato soldi anche persone che normalmente non si trovano d’accordo con il sottoscritto, e lo hanno fatto con lo stesso entusiasmo e la stessa partecipazione di tutti gli altri.
Sarà retorico e scontato, ma voglio anche dire che non c’è nessuna differenza fra chi ha versato 5 euro e chi ne ha versato 50, o anche di più: l’idea di “volerci essere”, di poter dire la propria in una situazione che potenzialmente tocca tutti noi, è stato il collante fondamentale che ha unito tutti nella loro risposta.
Lo stesso vale per tutti coloro che non hanno potuto permettersi di versare soldi, …
Con chi bisogna stare - Generale Fabio Mini
Per il pedigree dell’organizzazione e per tutta la brava gente che crede nella sua missione oggi bisogna stare con Emergency.
Bisogna essere pacifisti incalliti e un po’ ottusi per non lasciarsi prendere dal sospetto che qualcuno di Emergency sia veramente colpevole del complotto ai danni del governatore di Helmand. Bisogna rifiutare la realtà per non immaginare che dei medici possano fare causa comune con quelli che curano.
Bisogna essere sordi e ciechi di fronte ai problemi del mondo per non ammettere che una organizzazione umanitaria come Emergency potrebbe ospitare dei violenti repressi mal mimetizzati dal buonismo e dal sorriso scimunito dello pseudo-buddista che crede di aver trovato la felicità interiore.
Siccome non sono pacifista, siccome cerco di stare con i piedi per terra ...
NOTA: Riproponiamo oggi questa intervista a Ed Griffin, che risale a quasi due anni fa, perchè affronta diversi argomenti di cui ci stiamo occupando in questo periodo.
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G. Edward Griffin è uno scrittore e giornalista che nel corso degli anni si è occupato di alcuni eventi storici di grande importanza che hanno finito per condizionare enormemente il mondo in cui viviamo oggi.
Il suo libro più famoso, che ha venduto quasi un milione di copie, è “The Creature from Jekyll Island”, nel quale Griffin rivelò e descrisse per la prima volta i retroscena che portarono alla creazione della Federal Reserve da parte di un ristretto gruppo di banchieri, nel 1913.
Dopo aver svolto una indagine simile sulla nascita dell’industria farmaceutica – che non a caso vide impegnati gli stessi protagonisti del "colpo di stato" bancario - Griffin ha combattuto una lunga battaglia per far conoscere al mondo la cura contro il cancro a base di vitamina B-17, o “amigdalina”, scoperta dal Dott. Krebs nel secolo scorso, e praticata (per brevissimo tempo) con grande successo dal Dott. Richardson di S. Francisco.
Nella prima parte dell’intervista Griffin parla della nascita della Federal Reserve, e delle potenti famiglie di banchieri che sono alle sue spalle. Si cerca anche di capire meglio quali siano le vere relazioni fra i Rothschild e i Rockefeller. Nella seconda parte Griffin (un libertarian come Ron Paul) parla nel dettaglio della scuola economica austriaca, nella terza parla della Cina, del progetto Amero e della lotta contro il "Nuovo Ordine Mondiale".
[color=CC0000]NUOVO AGGIORNAMENTO - 21 APRILE - [/color]QUI. SUPERATI 4200 EURO.
Attenzione: Manca la cifra di TCCOM e DANILO
In qualità di responsabile di luogocomune sono stato citato in giudizio da Intersos per la nota vicenda del video del Guardian sul loro ospedale in Afghanistan.
Mi sono stati richiesti 800.000 di Euro di indennizzo per “diffamazione via internet”. A parte la classica “sparata”, tanto vistosa quanto ingiustificata, dovrò comunque comparire presto in tribunale. Non avendo i mezzi per pagarmi un avvocato chiedo gentilmente aiuto a tutti quelli che saranno disposti a darmelo.
Trovandomi obbligato a combattere questa squallida battaglia, spero almeno di riuscire a trasformarla in una battaglia per la difesa al diritto di informazione.
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Cronologia e riassunto dei fatti
1 - ONG ITALIANE SOTTO ACCUSA- 21/2/2009
Il 21 febbraio 2009 luogocomune ha ripubblicato su Youtube il video del Guardian intitolato “Afghan missing millions” (I milioni scomparsi dell’Afghanistan), da noi sottotitolato in italiano.
Il video, basato sulle dichiarazioni – poi ritrattate – di una dipendente di Intersos, Monica Matarazzo, ...
Capita spesso, nelle questioni di portata internazionale, che esistano molteplici livelli di “verità”. C’è quella “alla luce del sole”, ovvero la verità apparente, che viene riportata dai media ed è destinata a diventare la versione ufficiale dei fatti. C’è poi quasi sempre un secondo strato, che nasconde una verità molto meno piacevole, ma anche molto più logica e più realistica. E’ un tipo di verità che di solito si arriva solo ad intuire, senza poterla dimostrare, ma è sempre molto sensata. Ci sono però anche casi in cui questa “verità nascosta” viene lasciata trapelare intenzionalmente, per dare l’illusione di aver scoperto un grande segreto, mentre in realtà si vuole coprire un terzo livello di verità, molto più imbarazzante ed inammissibile dei precedenti.
Un buon indizio per capire che siamo in presenza di questo terzo livello è la improvvisa disponibilità dei diretti interessati ad ammettere errori che normalmente non ammetterebbero nemmeno sotto tortura. Se FBI e CIA diventano improvvisamente disponibili ad ammettere che sull’11 settembre “non siamo stati in grado di connettere le informazioni”, vuol dire che questo gli serve per coprire qualcosa di molto più grave, come ad esempio un loro diretto coinvolgimento negli attentati di quel giorno. (Un indizio aggiuntivo sull’esistenza di questo terzo livello è il fatto che, mentre si cospargono il capo di cenere, queste organizzazioni si dimenticano regolarmente di punire i responsabili dei presunti errori).
Veniamo ora al caso in questione: il bombardamento, o mancato affondamento, della USS Liberty in acque internazionali, avvenuto nel Mediterraneo nel 1967, durante la Guerra dei Sei Giorni. Si tratta di un caso già poco conosciuto in sè, che sembra nascondere a sua volta molteplici livelli di verità.
Nel mese di maggio del 1967 la tensione in Medio Oriente era arrivata a toccare livelli estremi, …
(Il video del dibattito è all’interno).
Una televisione del Qatar ha ospitato un dibattito fra due dirigenti di Fatah, Nabil Shaat e Abdullah Abdullah, e due di Hamas, Mohammad Nazzal e Osama Hamdan. Fatah (che rappresenta i moderati, e controlla la Cisgiordania) e Hamas (che rappresenta gli estremisti, e controlla quel che resta di Gaza) sono le due fazioni palestinesi che da tre anni si combattono per la guida di una nazione che nel frattempo non è mai nata.
Nel sentirli parlare sembra quasi di assistere ad una pièce di teatro dell’assurdo, dove ciascuno recita il proprio ruolo senza curarsi di ciò che accade intorno, e alla fine diventa impossibile allontanare il sospetto che la colpa della falita unità sia prima di tutto la loro, o comunque di chi li manovra dall’oscurità.
Inizialmente, sia Fatah che Hamas promettono buone intenzioni verso “i fratelli” della fazione opposta, ma poi si incolpano a vicenda per lo stallo ormai cronico della situazione. In particolare, Fatah accusa Hamas di aver ritirato la parola su un accordo interno, detto “Egyptian Agreement”, che avrebbe portato alla creazione di un fronte unito, finalmente in grado di fronteggiare Israele in modo efficace. Hamas ha risposto che loro erano pronti a firmarlo, ma che la versione finale dell’accordo fu improvvisamente modificata a loro insaputa, sotto pressione di USA e Israele, rendendolo di fatto inaccettabile. (Qualcuno ricorda Camp David?)
A sua volta Hamas ha accusato Fatah di trattare con Israele senza pre-condizioni, …
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