Sembra che il Mossad si sia fatto prendere col sorcio in bocca.
I professionisti per eccellenza delle “covert operations”, i maestri a cui guardano con deferenza tutti gli altri servizi del mondo, si sono fatti prendere come dilettanti allo sbaraglio dal controspionaggio di uno staterello “qualunque” come l’Emirato del Dubai.
Lo racconta Bob Baer, l’ex-analista della CIA e accusatore del proprio governo per l’inside job del 9/11, in un articolo comparso ieri su Time.com.
Secondo la sua ricostruzione, ben 26 agenti del Mossad hanno partecipato all’operazione per eliminare un dirigente di Hamas nella sua stanza d’albergo di Dubai, lo scorso 19 gennaio. L’uomo era sospettato di vendere armi iraniane ai palestinesi di Gaza.
Come si vede nelle immagini delle telecamere di sicurezza due insospettabili turisti, travestiti da giocatori di tennis, seguono in ascensore la vittima che viene accompagnata nella sua stanza da una hostess dell’albergo. Più tardi gli uomini del Mossad si introducono nella stanza e lo uccidono lasciando il corpo nel letto, in posizione naturale, con i vestiti ben ripiegati sulla poltrona, in modo da far apparire il tutto come un normale attacco di cuore. Come tocco finale gli assassini, giustamente, escono lasciando la porta chiusa a chiave dall’interno.
Impeccabile, almeno all’apparenza.
Peccato che l’autopsia abbia rivelato nel sangue della vittima …
Il problema fondamentale che sta alla radice dell’errato uso che noi facciamo della democrazia è la scarsa capacità delle persone di vedere il gioco nel suo intero.
Di quel gioco noi normalmente vediamo solo il lembo inferiore - cioè la lotta quotidiana fra i politici del momento - che è quello che ci riguarda da vicino ogni volta che stiamo per votare.
Ma tutto quello che sta dietro, tutto quello che avviene prima e dopo le elezioni - cioè tutto quello che conta veramente - sfugge normalmente alla nostra attenzione.
Ciò non accade perchè siamo stupidi, ma perchè veniamo intenzionalmente distratti dai giochi di facciata, proprio per evitare che lo vediamo.
Ieri era lo scandalo delle veline, oggi è il “caos delle liste”, domani sarà un’altra stupidaggine qualunque.
Si chiama specchietto per le allodole, ha sempre funzionato, e purtroppo in questo caso le allodole siamo noi. Siamo tutti i popoli d’Europa, anzi dell’occidente cosiddetto democratico, dove orde intere di persone vengono convogliate periodicamente alle urne, nell’illusione di poter decidere del proprio destino.
Purtroppo avviene che al momento di entrare nell’urna il nostro destino è già stato deciso. Ci viene infatti offerta solo una alternativa apparente, le cui variabili non sono in alcun modo in grado di determinare reali cambiamenti nel percorso della nostra nazione.
Ciò che impedisce questo cambiamento di percorso è la replicazione di un sistema marcio alla radice, caratterizzato dalla corruzione e dal furto legalizzato di miliardi di miliardi di denaro che il contribuente ha versato, nella forma di tasse, illudendosi che venisse utilizzato per le giuste ragioni.
Piace a tutti trovare ospedali che funzionano, nel momento del bisogno, …
di Marco Cedolin
I siparietti comici in grado strappare almeno qualche sorriso in salsa agrodolce non sono certo mancati negli ultimi mesi. Come dimenticare infatti l’invito dell’ad delle Ferrovie Moretti, l’iper tecnologico mentore dell’alta velocità, a portarsi da casa coperte e panini, per meglio fronteggiare i lentissimi viaggi sui convogli in panne nella neonata steppa padana lo scorso dicembre? La consegna del premio Nobel per la Pace al Presidente americano Obama, impegnato proprio in quei giorni nel rafforzamento del contingente militare in Afghanistan? Il ministro Rotondi che consigliava agli italiani di abolire il pranzo? La psicosi terrorismo costruita intorno alle mutande del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab? Il blocco del traffico domenicale presentato alla stampa con tronfi proclami da Chiamparino e dalla Moratti e poi rivelatosi un flop totale sotto ogni punto di vista?
Renata Polverini e Roberto Formigoni, candidati a “governatori” per le regioni Lazio e Lombardia con il PDL, sono però riusciti a superare i loro pur illustri epigoni, dando vita ad una vicenda degna di Zelig Circus ed estremamente indicativa della professionalità con cui si muovono i faccendieri della politica nel Belpaese.
La lista a sostegno della Polverini è stata infatti esclusa dalla competizione elettorale nella provincia di Roma, …
Fra una settimana il sito compie 6 anni. Inaugurato l’8 di marzo 2004, in onore di tutte le donne che hanno lottato in passato per il rispetto dei loro diritti, il sito è arrivato a raccogliere fino ad oggi la ragguardevole cifra di 9.687 iscritti.
Ovviamente, sarebbe molto bello riuscire ad arrivare a 10.000 entro il prossimo 8 di marzo.
In tempi normali questa cifra non verrebbe mai raggiunta, poichè viaggiamo con una media "storica" di circa 5 iscritti al giorno. Potremmo però chiedere di iscriversi a molti di quelli che ci leggono quotidianamente, ma che fino ad oggi non hanno mai scelto di farlo, poichè non intendono comunque postare commenti (il motivo principale per iscriversi è quello, anche se non è l’unico). L’iscrizione è rapida e gratuita, basta avere un indirizzo e-mail, e la privacy dei vostri dati personali rimane garantita.
Oppure ciascuno di noi potrebbe “spargere la voce”, con la sua lista di contatti e-mail, facendo anche promozione al sito presso chi ancora non lo conosce. Anche Facebook può tornare molto utile, lasciando a ciascuno la libertà di utilizzare i propri contatti come meglio crede. (Nel caso, segnalo che esiste già un “gruppo” luogocomune, che presto inizierò ad usare per diffondere direttamente su Facebook le novità più importanti del sito. Se siete già su Facebook iscrivetevi!) Abbiamo anche aggiunto il comando "condividi" (la striscia blu sotto ogni articolo). Il funzionamento è ancora da mettere a punto, ma già si può utilizzare.
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno provare ad aiutarci, anche a nome degli altri utenti già iscritti al sito.
Non siamo una famiglia omogenea, e questo lo sappiamo tutti. Ma condividiamo tutti certi principi, ...
Purtroppo non siamo in grado di preparare in poco tempo un articolo adeguato a supporto di questo video, ma la testimonianza di questo padre-infermiere (Gabriele Milani) contiene già una quantità di spunti da far girare la testa, soprattutto se applicati a quello che già sappiamo su Big Pharma.
In un mondo diverso i cittadini più responsabili offrirebbero il proprio voto, ad esempio, solo a chi si impegnasse ad affrontare seriamente ed in modo trasparente un problema come questo.
Invece correranno tutti di nuovo a votare come pecore, senza pretendere nulla in cambio, ben felici di continuare ad apporre la firma alla propria condanna a morte, e a quella dei propri figli.
(La seconda parte del video è all’interno)
1 - Caso Telecom/Fastweb – Intercettazioni.
Non sembra ci sia da preoccuparsi, è sicuramente – come dice il nostro Premier – tutto fango. Il problema casomai sono i “pm talebani”. E’ infatti indegno che in un paese onesto e pulito come il nostro, dove la collusione fra mafia e politica non è mai esistita, la gente non possa farsi gli affari propri al telefono senza essere spiata. Ormai viviamo in uno stato di polizia.
2 - Cile, tsunami. Evacuata isola di Pasqua.
Mentre noi non siamo nemmeno in grado di evacuare una città come l’Aquila, che è collegata al resto del mondo con strade, ponti e ferrovie, sarebbe interessante capire come abbiano fatto i cileni ad “evacuare” un’isola, tenendo conto che quella di Pasqua è notoriamente l’isola più lontana dalla terraferma di tutto il globo. Dove li hanno messi gli abitanti? A galleggiare in mezzo al mare, in attessa del passaggio dello tsunami?
3 - Google condannata per video bambino “down”.
Giustizia è fatta. Non si può mettere in rete la scena del pestaggio di un bambino down, senza accorgersi che si sta violando la sua privacy. Gli handycappati vanno maltrattati lontano dagli occhi della gente, questo lo sanno tutti. Al massimo in TV facciamo vedere i negri pestati dalla polizia, tanto quelli che privacy vuoi che abbiano?
(Articolo originale del 8/3/2010)
Immaginiamo una scenetta inventata, con Aldo Giovanni e Giacomo come protagonisti.
ATTO PRIMO
Si apre il sipario. L’ ambiente è scuro, tenebroso. Una sola luce centrale, bassa, illumina un tavolo rotondo attorno al quale sono seduti tre uomini. Il cono di luce permette di vedere le loro mani, ma il corpo e i volti restano parzialmente in ombra.
Aldo porta una divisa da generale, con la giacca coperta di decorazioni e la visiera del cappello calata sugli occhi. Giovanni indossa un abito scuro con il classico gilet e la camicia bianca. Porta gli occhiali da sole, e si vede il filo di un auricolare che gli esce dall’orecchio. Giacomo si presenta con una spavalda giacca viola a quadrettoni bianchi, camicia celeste elettroshock e cravatta arancione sgargiante. Inguardabile. E’ chiaramente lui il pesce fuor d’acqua.
Giovanni si rivolge ad Aldo, con tono serio e confidenziale.
GIOVANNI: Allora, mi è stato detto che la cosa si può fare.
ALDO (tira un sospiro di sollievo): Oohhhhh, finalmente, era ora! E quando?
GIOVANNI: Presto, presto. Entro settembre.
ALDO: Si potrebbe fare per l’11, già che ci siamo?
GIOVANNI: Si può provare. Ma perché proprio l’11?
Lo hanno chiamato “digital doomsday”, ovvero il giorno dell’Apocalisse digitale.
Riunito dietro alla minacciosa scritta “Cyber shockwave” (shock cibernetico), un curioso think-tank composto da persone – ci dice la CNN - che hanno occupato posti di alta responsabilità nelle passate amministrazioni, ha simulato un attacco all’infrastruttura americana di comunicazione per valutarne le potenziali conseguenze.
Partita con un attacco alla rete di cellulari, la simulazione arrivava presto a aggredire il cosiddetto “mainframe” di Internet, ovvero le arterie principali che tengono costantemente collegati milioni di computer in America.
Pare infatti che la nuova frontiera dell’hacking si stia spostando sugli smart-phones, i telefonini intelligenti – come I-Phone - che moltissimi posseggono, e che sono praticamente diventati dei computer tascabili. Ora che i nostri laptop e desktop dispongono di mezzi relativamente sofisticati per difendersi (spy-ware, antivirus, ecc.), sarebbero i telefonini dell’ultima generazione a rappresentare il tallone d’Achille del sistema informatico.
“Da dove potrebbe arrivare un attacco del genere?” si domandano preoccupati i reporters della CNN. Naturalmente – rispondono gli esperti del think-tank – “Russia e Cina sono fra le nazioni con le maggiori capacità di aggredire un intero sistema informatico come quello americano”.
Ohibò, sempre loro. Cascano le braccia nel vedere i filmati di repertorio dei soldati russi che marciano sulla Piazza Rossa, classico memento mediatico di ere ormai lontane sul “pericolo comunista”.
Una volta digerita la prima ondata di allarmismo, infatti, si scopre …
di Marco Cedolin
Ha un senso chiudere le città alla circolazione automobilistica la domenica, quando il traffico è già di per sé scarso, con l’ambizione di ripulire l’aria e le coscienze per qualche ora, in attesa che arrivi il lunedì con il classico corollario di tangenziali intasate, ingorghi e volumi di traffico schizofrenici?
Ha un senso decidere i blocchi della circolazione domenicali senza curarsi minimamente delle condizioni meteorlogiche, quando sabato è appena arrivato il vento di favonio a ripulire l’aria o lunedì sono previste precipitazioni che abbatteranno una parte degli inquinanti presenti in atmosfera?
Ha senso affrontare un problema serissimo, come quello dell’inquinamento atmosferico nella pianura padana, testimoniato dalla "nube bruna" avvoltolata per quasi tutto l’anno sopra di essa, e delle pesantissime conseguenze che tale inquinamento determina sulla salute degli abitanti, attraverso una serie di provvedimenti “patinati” che non sono in grado d’incidere sul fenomeno e suonano vuoti di contenuti come la litania degli slogan elettorali?
Ha senso focalizzare l’attenzione solo ed esclusivamente sul traffico automobilistico (sicuramente un fattore importante del problema), fingendo che gli impianti industriali, le acciaierie, i cementifici, le centrali a combustibili fossili, gli inceneritori e molti altri dispensatori di sostanze velenose semplicemente non esistano?
Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, …
Questa notte ho avuto un incubo. È stato un incubo orribile.
Vivevo in un paese strano, circondato da gente che non aveva la faccia. Avevano solo il cappotto, oppure la giacca, e spesso anche il cappello, ma la faccia non riuscivo mai a vederla. Era sempre offuscata, poco nitida, non definita. Andavano tutti in giro pigiati in auto piccolissime, anche otto-dieci per ogni auto, e c’erano auto dappertutto. Ma anche quando i passeggeri avevano il volto appiccicato al finestrino, la loro faccia non si vedeva. Si vedeva solo una superficie chiara, una specie di palloncino tondeggiante, amorfo, del colore della pelle, con due macchie scure asimmetriche che potevano forse essere gli occhi, ma non erano mai al posto giusto. Magari uno più in alto e uno più in basso, oppure uno più vicino al centro e l’altro su di un lato, ma comunque quelle macchie scure non fissavano mai nulla di preciso, non cercavano nulla, e non ti guardavano mai.
C’erano, e basta.
Poi ogni tanto vedevo in mezzo alla gente una specie di dittatore, che rideva sempre, e urlava dalle piazze. Ma non era un vero dittatore, sembrava più un impiegato, un pensionato, o un collega d’ufficio. Si arrampicava su una cancellata, restava appeso a cavalcioni, e gridava alla folla qualcosa che non capivo. Urlava tenendo un dito teso, puntato lontano. Sembrava un maestro di scuola arrabbiato, ...
di Marco Cedolin
In Val di Susa dall’inizio dell’anno si dorme poco, spesso si mangia in piedi e ancor più spesso si vive all’aria aperta, anche la notte quando nevica. Il motivo di uno stile di vita tanto bizzarro, al quale ormai stanno facendo l’abitudine molti cittadini valsusini è costituito dai sondaggi truffa fortemente voluti da Mario Virano e lautamente pagati da tutti i contribuenti italiani.
Dall’inizio dell’anno quasi ogni notte, con il favore delle tenebre, una trivella si mette in moto, con il suo corollario di centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa che militarizzano il territorio. La trivella viene sistematicamente posizionata in un sito adiacente all’autostrada A32, quasi sempre accanto al pilone di un viadotto, laddove la natura del terreno non presenta alcun segreto, dal momento che è stata già studiata in profondità quando negli anni 90 autostrada e viadotti furono costruiti. Il sondaggio farsa prosegue per alcune ore e generalmente prima che scenda nuovamente la notte il cantiere viene smantellato in gran fretta insieme all’occupazione militare, destinata a riproporsi molto presto, magari già la notte successiva, accanto ad un altro pilone della stessa autostrada.
I cittadini della Valle contrari all'alta velocità quasi ogni notte si tirano giù dal letto...
Leggi tutto: Mossad: dilettanti allo sbaraglio?