LA PUNTATA è disponibile QUI.. Appena possibile Mediaset ripristinerà la puntata integrale, compreso il mio filmato iniziale, che ora manca.
Anche Gianni Riotta ha scelto di scagliarsi a testa bassa contro il cosiddetto “complottismo”, nella puntata che Matrix ha dedicato oggi all’assassinio del presidente Kennedy. Lo ha fatto in modo simile a quello di Piero Angela, cercando di ridurre ogni erba a un fascio, in modo maldestro e grossolano.
Con una grande differenza, però: mentre Angela si mantiene saggiamente lontano da affermazioni categoriche, e si limita a cercare di far passare i “complottisti” per una sorta di malati sociali, Riotta nel corso della trasmissione ha finito per affermare tutto e il contrario di tutto, contraddicendosi più volte di fronte a un pubblico allibito, nel tentativo di tenere in piedi un’ipotesi insostenibile come quella della colpevolezza di Lee Harvey Oswald.
Spavaldo e saccente, Riotta ha esordito sposando la versione ufficiale, “poichè – ha spiegato in seguito - l’America è un paese dove è impossibile falsificare le foto dell’autopsia del presidente”. (Che le foto siano state falsificate, per chi non lo sapesse, è una delle cose più facili da dimostrare di tutto il caso Kennedy). Dopo questa funambolica affermazione, Riotta ha concluso l’intervento con uno sdegnoso “io detesto il complottismo”.
Mal gliene incolse.
Quando ha capito che gli sarebbe toccato spiegare certe incongruenze della versione ufficiale, ...
Diversi siti specializzati in materia finanziaria hanno riportato una notizia che mette in dubbio persino l’ultima delle certezze mai esistite al mondo: l’oro.
Il più antico dei simboli di ricchezza, la più classica metafora dello splendore, il parametro universale più diffuso per gli scambi commerciali, sembra aver perduto di colpo la sua capacità di garantire nel tempo il proprio valore, superando indenne le intemperie della storia.
Chiunque ne possieda un solo lingotto oggi rischia infatti di avere in casa del “comunissimo” tungsteno, che vale ovviamente molto di meno.
Non è solo dai “Rolex” taroccati che bisogna guardarsi, a quanto pare.
Grazie al suo peso specifico identico a quello dell’oro, è impossibile distinguere visivamente un lingotto di tungsteno laminato in oro da uno in oro puro, e diventa necessario praticare un piccolo “carotaggio” per accertarsi della sua reale composizione.
Questa curiosa caratteristica deve aver scatenato la fantasia di alcuni “operatori del settore”, visto che sembrano esserci oggi in circolazione tonnellate di lingotti d’oro che valgono poco più del semplice tungsteno.
L’idea di falsificare l’oro non è nata certo ieri, ma è anche grazie alla difficoltà di imitarlo che l’oro ha sempre conservato il posto d’onore fra i metalli pregiati.
Il modo più semplice per falsificare un lingotto d’oro ...
Un link nei commenti all’articolo su Beppe Grillo mi ha portato a conoscere il mitologico “Casaleggio”, l’uomo che secondo alcuni “manovra” il comico genovese dietro le quinte, per conto naturalmente dell’onnipresente loggia “ebreo-massonica” di matrice satanica. Costui avrebbe pure un antenato che ha partecipato alla guerra dell’Oppio, per cui è evidente che di tratti della maledizione in persona.
Non avevo mai approfondito questa "vox populi", per il semplice motivo che amo indagare partendo da fatti concreti, e non da tesi preconcette, ma la visione del filmato di Casaleggio sugli “influencer” merita sicuramente un’eccezione. Eccolo:
Secondo Casaleggio “il 90% dei contenuti in rete è pubblicato da un 10% degli utenti” che lui definisce “influencer”, cioè coloro che influenzano il pensiero altrui.
Già sarebbe interessante sapere da dove tragga Casaleggio queste percentuali, che presenta come statistiche assodate, visto che quella dell’ “influencer” è una definizione arbitraria, chiaramente personale: chi può stabilire se una persona influenzi o meno gli altri? E quanto bisogna influenzarli, per avere la patente di “influencer”? E se l’influencer fosse influenzato dalle idee altrui, resta un influencer o diventa influenced?
Fra due persone che discutono c’è sempre uno scambio di pensieri, ...
Pare che anche Beppe Grillo avrà il suo Termidoro.
Dopo anni di fatiche per organizzare una reale politica dal basso, quintessenza della travolgente campagna condotta da Beppe Grillo in questi anni, i suoi seguaci si ribellano ad imposizioni che lo stesso Grillo sta facendo ora piovere dall’alto.
Da Bologna Valerio D’Alessio, consigliere della lista civica Beppe Grillo, protesta per l’imposizione del candidato alle prossime regionali da parte di Beppe Grillo. Secondo D’Alessio “si sono fatte primarie chiuse pur di eleggere il candidato indicato da Beppe Grillo, col risultato di tenere fuori molte persone”.
Gli fa eco la Liguria, dove la stragrande maggioranza dei grillini aveva individuato il candidato ideale nel Dr. Paolo Franceschi, solo per vederlo bocciato da Beppe Grillo, il quale ha sostenuto che "non ci sono nella regione le condizioni per scendere nell’agone elettorale".
Anche in Piemonte si registrano diversi malumori da parte della base, che di colpo si trova impossibilitata ad esercitare quel tipo di democrazia a cui aveva dedicato fino ad oggi tutte le sue energie.
A garanzia che il movimento non si sarebbe mai trasformato in una forza politica vera e propria, ...
di Marco Cedolin
Centoventi capi di stato, diretta emanazione di banche e multinazionali, rinchiusi in un fortino a disquisire dei disastri ambientali prossimi venturi, determinati dal modello di sviluppo che loro stessi hanno creato, al fine di garantire sempre maggiori profitti ai propri padroni.
Disastri che la maggior parte di loro non vedrà mai, dal momento che per evidenti ragioni di età si sarà accomiatata da questo mondo prima che la barca affondi.
Molte migliaia di giovani fuori al gelo, decisi a contestarne l’operato presente e futuro. Giovani che con i disastri ambientali e le loro conseguenze dovranno fare i conti, consapevoli del fatto che si tratterà di conti “salati” perché qualcuno ha rubato loro la prospettiva di godere di un avvenire sereno.
A frapporsi fra i due contendenti qualche migliaio di poliziotti, ...
di Marco Cedolin
Per molti versi la vicenda della statuetta scagliata in faccia al Presidente del Consiglio Berlusconi da parte dello sconosciuto Massimo Tartaglia sembra molto più simile ad un punto di partenza, piuttosto che non ad uno di arrivo, come invece sarebbe stato logico augurarsi.
La partenza di una stagione di odio che rischia di travalicare l’ambito del confronto civile, sia pur condotto con toni alti, per sfociare nella violenza, quella vera, anziché il terminale di tutta una serie di tensioni che da molti mesi ammorbavano il confronto fra governo ed opposizione, con pesanti responsabilità di entrambe le parti.
Senza dubbio fin dai primi momenti dopo il ferimento, la maggioranza nell’analizzare l’episodio ha tentato di sfruttarlo a proprio uso e consumo. Presentandolo come un tentativo di assassinio, mentre forse non era proprio così. Stigmatizzando l’opposizione urlata che avrebbe “armato” la mano di Tartaglia, che invece avrebbe potuto essere semplicemente uno psicopatico armato dalla propria malattia. Esaltando le virtù e lo spirito stoico del Cavaliere che viene odiato nonostante si prodighi per il bene del paese. Enfatizzando l’affetto della gente accorsa al capezzale, quasi si trattasse di un martire. Criminalizzando e creando un caso intorno ai deficienti che sul web inneggiavano a Tartaglia e auspicavano l’uccisione di Berlusconi, ...
Nell’articolo “La madonna del canino”, relativo all’aggressione a Berlusconi, avevo scritto che “la vera ironia rimane sempre la medesima: gli stessi bovini che lo hanno votato sono ora ridotti a “tirar Madonne” – in senso metaforico e non – per vendicarsi dei danni che loro stessi hanno scelto di procurarsi”.
Naturalmente, molti hanno interpretato quella frase come se fosse riferita agli elettori del PDL, e chi è di sinistra si è subito sentito meglio, chiamandosi fuori dalla massa dei bovini.
In realtà chi ha votato Berlusconi è stata proprio la sinistra.
Non lo ha fatto nelle ultime elezioni, ovviamente, lo ha fatto nelle precedenti. Lo ha fatto gestendo la delega popolare, ricevuta dal governo Prodi, in modo talmente incoerente, imbelle ed inefficace da risultare addirittura scandaloso.
A quel punto - se si accetta la logica del bipolarismo - a destra non c’era più bisogno di fare nulla: persino una mummia egizia avrebbe vinto, alla guida del PDL.
Il problema è che troppe persone sono portate ad osservare i vari momenti della storia come fotografie, e non come un film. Si soffermano su “questa elezione”, piuttosto che su “quella”, su un fatto piuttosto che su un altro, ...
di Marco Cedolin
Se è vero che al peggio non c’è mai fine, basta volgere gli occhi alla cronaca di questa ultima settimana, per cogliere in pieno lo stato di progressiva degenerazione che sta coinvolgendo un po’ tutto il tessuto della società, a prescindere dal fatto che alcune sue parti non perdano occasione per autoproclamarsi la parte “civile” della stessa.
Barack Obama, il presidente americano osannato come il nuovo messia da parte di tutta la stampa nazionale ed internazionale al momento della sua elezione, è andato ad Oslo a ritirare il Nobel per la Pace, nonostante per “guadagnarselo” abbia provveduto ad inviare in Afghanistan oltre 30.000 nuovi soldati con il compito precipuo di fare la guerra. Conscio dell’evidente cortocircuito logico esistente alla base della sua premiazione, non ha trovato di meglio che avventurarsi in una improbabile dissertazione sulle guerre “utili”, necessarie proprio per costruire la pace, dimostrando di avere una visione molto originale di cosa siano in realtà la guerra e la pace. Ma in tutta evidenza anche ad Oslo sono degli originali, se hanno deciso di premiare il responsabile delle future carneficine, senza neppure premurarsi di addurre qualche ragione plausibile che sostentasse la loro decisione.
A Copenaghen si è aperto il vertice sul clima, ...
Non poteva che finire così. Nel pieno rispetto delle regole narrative, anche l’operetta di Berlusconi si conclude nel modo in cui era iniziata: salito al potere con l’evidente beneplacito del Vaticano, è stata una Madonna, scagliatagli fisicamente in faccia, a siglare simbolicamente l’uscita di scena di questo triste saltimbanco della politica italiana.
Nell’episodio di oggi si racchiudono anche tutta la tristezza, la piccolezza e la provincialità dell’italietta nostrana: mentre in America si lanciano i Boeing contro le Torri Gemelle, noi al massimo tiriamo un Cessna contro il grattacielo Pirelli; mentre in America gli Obama si inventano travolgenti slogan come “Yes we can”, i nostri Veltroni gli fanno tristemente eco con un miserando “Sì, possiamo”; mentre in America i presidenti vengono eliminati con pallottole nel cranio, noi al massimo gli tiriamo Madonne in faccia.
Copiamo tutto, in piccolo, aggiungendo la tristezza della provincia alla tristezza dell’evento in sè.
In queste ore Internet è febbricitante di “entusiasmo” per il gesto compiuto, ...
Sullo schermo TV passano le immagini di una manifestazione popolare, che si snoda lungo i viali di una grande città: migliaia e migliaia di persone che sfilano in corteo, portando vari cartelli che accusano i politici di menzogne, di cecità e di corruzione, mentre intonano slogan che chiedono le dimissioni del governo.
L’alieno spense la TV, e si voltò con aria sconcertata verso la sua compagna, che stava lavorando a maglia sul divano accanto a lui.
- Io questi terrestri davvero non li capisco.
- Perchè amore?
- Ma scusa, questi popoli non vivono in democrazia?
- Mi sembra di si. Ma perchè me lo chiedi?
- Ma scusa, hai mai visto della gente protestare contro dei politici che hanno scelto loro?
- E’ vero - disse l’aliena con un alzatina di spalle – non ci avevo mai pensato.
L’alieno scosse la testa in silenzio, poi prese il giornale e iniziò a leggere.
Sulla prima pagina del “Corriere della Galassia” si leggeva: “Le Pleiadi annunciano un ravvicinamento con il Sistema Unito”. Altri titoli recitavano “Andromeda paradiso perduto”, ...
Fra qualche settimana toccherà a Tony Blair salire sul banco degli imputati, nell’ambito dell’inchiesta sull’intervento militare in Iraq attualmente in corso in Gran Bretagna.
Tutto era iniziato con la famosa dichiarazione di Blair che “l’Iraq disponesse di armi di distruzione di massa (ADM) che avrebbero potuto raggiungere l’Europa entro 45 minuti da un ordine di Saddam”.
In una nazione che ricorda ancora l’incubo delle V-2 - i razzi tedeschi che piovevano all’improvviso dal cielo, distruggendo interi quartieri della città – l’idea che Saddam potesse svegliarsi ubriaco una notte e lanciare l’ordine fatale contro di loro fu sufficiente a convincere la popolazione a supportare compatta l’intervento militare in Iraq.
E quando un certo David Kelly - ex-ispettore dell’ONU per la Gran Bretagna in Iraq - fece sapere al mondo che Saddam non aveva nessuna ADM, fu ritrovato suicida qualche giorno dopo nella boscaglia vicino a casa sua.
Tony Blair, che al momento del suicidio si trovava convenientemente in Giappone, ...
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