Mentre resta da decidere se fossero davvero un milione, come dicono gli organizzatori, o solo novantamila, come dice la questura, nessuno dubita che il “No B day” sia stato un successo per più di un motivo, e la cosa suggerisce una serie di considerazioni di non poca importanza.
Prima di tutto, va notato come sia la prima manifestazione in assoluto nella storia a non avere un “capo”, un referente politico, sindacale, o di qualunque altro tipo. Il protagonosta era chiaramente “la gente”, al punto che il tentativo di di Pietro di impadronirsi a tutti i costi della manifestazione è risultato decisamente stonato e fuori luogo.
Ma soprattutto, ciò che conta è che nel momento in cui viene a mancare il soggetto della manifestazione, ovvero la leadership, tutta la luce viene a cadere sull’oggetto, ovvero sul “cosa volevano queste persone”.
L’attenzione si sposta dalle persone alle idee, e sono quelle che contano davvero.
Persino Beppe Grillo, nella sua più assoluta buona fede, ... ... era riuscito a monopolizzare il V-Day al punto da risultarne comunque il protagonista, a discapito delle idee che voleva promuovere. E così ha finito per pagare di persona, facendo affondare le idee insieme a lui.
Senza leader invece l’idea brilla di suo, e diventa la vera protagonista della giornata di protesta. Oggi volevano semplicementre dire no a Berlusconi – cosa in fondo banale e scontata - ma domani potrebbero voler dire no alla privatizzazione dell’acqua, oppure no al proseguimento dell’impegno militare in Afgahnistan. E invece di uno potrebbero essere cinque o sei milioni di persone a chiederlo.
A quel punto voglio vederli, i nostri governanti, cercare di prendersela con un leader che non esiste.
Fanno tenerezza, infatti, i personaggi come Paolo Ferrero, quando
dicono che
“il Pd ha paura di questa piazza: ''hanno una concezione vecchia, in cui i partiti hanno il monopolio della politica. Ma ormai non e' piu' cosi', e il primo compito dei partiti e' ascoltare la societa'''.
Caro Ferrero, il compito dei partiti è sempre stato quello di ascoltare la società, e mettersi a farlo adesso è troppo tardi, perchè la società ormai sta imparando a parlare da sola.
Massimo Mazzucco