di Marco Cedolin
L'Italia di Prandelli vola in finale ai campionati europei di calcio, contro tutte le previsioni della vigilia, dopo avere battuto con merito la Germania, mentre l'Italia di Monti (che purtroppo é anche la nostra), continua ad inabissarsi ogni giorno di più, come ampiamente previsto, nelle sabbie mobili della povertà e della disgregazione sociale.
Il parallelismo potrebbe anche starci, se proposto con la consapevolezza che il calcio é un gioco, mentre la devastante situazione economica e sociale rappresenta la cruda realtà, del tutto priva di qualsiasi sfumatura ludica.
Quella consapevolezza che al contrario in questi giorni di canicola soffocante, sospesi a metà fra Scipione e Caronte, sembra essere venuta meno troppo spesso ed un po' a tutti i livelli, tanto nel mainstream quanto fra coloro che costruiscono, leggono e commentano l'informazione genuina su internet.
La pletora di mestieranti d'accatto che compongono le redazioni di giornali e TV.....
(Pubblicazione originale 28 giugno 2012)
Intervista a Webster Tarpley sulle recenti elezioni presidenziali in Egitto, vinte dal rappresentante della "Fratellanza Musulmana" Muhammad Morsi. Breve storia di questa organizzazione, dello scopo per cui fu creata, e dei suoi legami con i poteri occidentali (20 min.).
di Eugenio Benetazzo
Ho avuto modo di parlarne recentemente anche in televisione, l'argomento è chiaramente antipopolare, ma una volta spiegati i benefici che verrebbero generati il consenso è stato veramente notevole con elevato apprezzamento. La Health Tax (volgarmente la tassa sulla salute) rappresenta uno dei sette pilastri sui quali poggia il piano di rilancio dell'economia italiana che ho proposto nella speranza che qualche forza politica se ne faccia portavoce (il primo pilastro è costituito dagli OTIF). La Tassa sulla Salute nasce con lo scopo principe di eliminare la tanto odiata IRAP che contribuisce con i suoi 40 miliardi di gettito alla copertura della spesa sanitaria (112 miliardi stimati per il 2012). Chi fa impresa sa che cosa significa pagare l'IRAP, un'imposta che grava sulle aziende a prescindere dalla effettiva redditività conseguita (vi rimando al calcolo del relativo imponibile per comprenderla fino in fondo). L'IRAP non esiste negli altri paesi occidentali, se provi a spiegarla ad un giornalista straniero, ti guarda come se gli stessi facendo una candid camera. Si parla tanto di rilanciare il lavoro in Italia, ma con la presenza di una questa tassa è impossibile raggiungere questo fine.
Proprio l'IRAP è inoltre ad essere maggiormente responsabile di un Total Tax Rate in Italia di oltre il 60%. Non è possibile pertanto eliminare l'IRAP se non si individua una copertura finanziaria residua di oltre 40 miliardi di euro di gettito annuo. L'IRAP può essere pertanto solo sostituita da un'altra imposta per adesso. La mia proposta prevede l'istituzione della Health Tax appunto, ovvero una tassa che non colpisce chi crea lavoro, occupazione e gettito fiscale, ma casomai che colpisce tutti i contribuenti fisici ...
Ieri la Turchia ha invocato l'articolo 4 dell'accordo NATO, secondo il quale una nazione che si ritenga in pericolo ha diritto di chiedere una consultazione con gli alleati per decidere sul da farsi.
Il "pericolo" per la Turchia sarebbe rappresentato dall'abbattimento di un loro caccia da parte dei siriani, che sostengono che avesse violato lo spazio aereo nazionale, a dodici miglia al largo della costa siriana.
I turchi invece dicono che l'aereo si trovava nello spazio aereo internazionale, dove svolgeva una pacifica esercitazione di volo, e lamentano quindi il suo abbattimento - che sarebbe costato la vita ai due piloti - come un gesto ostile da parte dei siriani.
Nataralmente, si litiga sul solito mezzo miglio in più o in meno, che farebbe la differenza. Ma nessuno va "a fare le proprie esercitazioni pacifiche" a ridosso del confine nemico, in una zona particolarmente calda come quella, a meno che non cerchi intenzionalmente l'incidente militare.
A sua volta, nessuna nazione sentirebbe il bisogno di "consultarsi con i suoi alleati" per il semplice abbattimento di un proprio caccia, specialmente in un caso dove i sospetti che il loro caccia abbia violato intenzionalmente lo spazio aereo altrui sono molto forti. Ci si incontra a quattr'occhi, si chiarisce la faccenda, e di solito la cosa finisce lì.
Qui invece siamo di fronte alla classica provocazione, da parte dei turchi, ...
di Marco Cedolin
Non era mai accaduto dalla fine della guerra fredda, che alla campagna elettorale per il voto all'interno di uno stato sovrano, partecipassero con tanta enfasi tutti i grandi poteri che gestiscono la politica e la finanza globale. Dai leader dei paesi europei ai vertici della BCE e del FMI, passando attraverso le grancasse dei media di tutta Europa.
La nuova tornata elettorale, che a distanza di un solo mese dalla precedente ha riportato quasi 10 milioni di greci alle urne, dal momento che l'esito della votazione di maggio non aveva consentito la formazione di un governo che avallasse i diktat della BCE, è stata dipinta nell'immaginario collettivo come una sorta di referendum sull'euro, dal cui esito sarebbe dipeso il futuro della sciagurata moneta che ci accompagna da ormai dieci anni.
Capi di stato (con in testa Angela Merkel), mestieranti politici, banchieri, economisti d'accatto, giornalisti mainstream ed esperti da cortile di ogni risma e colore si sono prodigati senza sosta, nell'appellarsi al senso di responsabilità del popolo greco, affinchè si recasse in massa a votare il sostegno alla UE, all'euro e al piano di austerità che di tale sudditanza é parte integrante.
Per l'occasione sono state messe in campo pressioni di ogni genere, nell'ambito di un vero e proprio terrorismo psicologico ...
Il mondo dei libertarian americani è in tempesta. Dopo che Rand Paul, figlio di Ron, ha annunciato il suo appoggio ufficiale alla candidatura di Mitt Romney, molti hanno gridato al tradimento. Provate a fare una ricerca su Google con i termini "Ron Paul" e "traitor", ed vedrete oltre mezzo milione di hits.
Fino ad oggi, la linea strategica di Ron Paul era stata molto chiara: pur sapendo che non avrebbe mai ottenuto la nomination repubblicana, ha condotto una coraggiosa campagna elettorale, riuscendo a portare il messaggio libertarian nelle case di milioni di americani grazie ai dibattiti televisivi fra i vari candidati. L'idea era che Ron Paul si sarebbe poi ritirato, "lanciando" il figlio Rand - che già è senatore, e che da tempo promuove le stesse idee del padre - per riprendere fra 4 anni la battaglia libertarian contro l'establishment.
Invece l'altro giorno, con grande sorpresa di tutti, Ron Paul ha annunciato che la campagna elettorale per lui è finita (Romney ha già superato da tempo il quorom dei delegati per vincere la nomination), mentre Rand Paul annunciava, a poche ore di distanza, il suo appoggio ufficiale a Mitt Romney per la presidenza ["endorsement"]. Questo significa praticamente una inversione di marcia di 180 gradi, visto che Romney rappresenta proprio il peggio della cricca di banchieri, politici e industriali che ha sempre criticato.
E' curioso notare come Rand Paul sia stato invitato alla riunione dei Bilderberg, la scorsa settimana, uscendone con una grossa donazione da parte della Goldman Sachs - la stessa società che fino a ieri voleva portare in tribunale per illeciti finanziari di ogni tipo e dimensione.
Alex Jones - libertarian a tutto tondo - era chiaramente turbato nel dare la notizia ai suoi radio ascoltatori. Aveva il groppo in gola, mentre cercava di farsi una ragione per questa svolta imprevedibile, mentre diversi sostenitori di Ron Paul descrivevano la propria delusione al telefono con lui.
Lew Rockwell, rappresentante del Von Mises Institute (scuola economica austriaca), ha cercato di difendere Ron Paul, ...
Il secolo scorso il file sharing era un hobby marginale, solo per i geek abbastanza fortunati da possedere un computer che potesse connettersi al World Wide Web. Oggi è completamente differente, in quanto il file sharing è diventato una abitudine giornaliera per centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. In pochi anni scambiarsi i files è diventato mainstream. È il momento di sederci e vedere come accadde.
Il file sharing digitale ha fatto una lunga strada dai primi giorni dei floppy disk, che avevano una capacità di 79.7 kb agli inizi degli anni '70.
Due decadi fa i dischi da 3.5'' erano il mezzo più utilizzato per distribuire i file. In quel tempo, la loro incredibile memoria di 1.4 MB era fin troppa per poter distribuire i file. Ma le cose sono diventate veramente interessanti quando le persone hanno iniziato a scambiarsi i file via internet.
In appena un paio d'anni, il file sharing si è evoluto fino a diventare un processo incredibilmente efficiente che ha migliorato la vita dappertutto. Ha portato l'attenzione verso media poco conosciuti, e l'accesso alla distribuzione ha permesso agli individui di scambiare file con il resto del mondo senza praticamente nessun costo.
Esaminiamo brevemente come il file sharing è diventato cio che è in una panoramica non esaustiva.
di Marco Cedolin
Il "grande usuraio", parafrasando Stefano Benni un poco più sboccato nei suoi Celestini, sembra ormai essere in procinto di pensare alle cose serie. Dopo la valanga di nuove tasse (che con l'acuirsi della recessione non renderanno granché), dopo l'eliminazione delle pensioni per le generazioni future, che comunque saranno costrette a pagare sempre più Inps, dopo avere posto le basi per un mercato del lavoro dove esisterà solo più la parola "uscita", inizia il periodo delle grandi svendite. Saldi fuori stagione che costituivano il motivo primo dell'insediamento a Palazzo Chigi di un banchiere di Goldman Sachs che nessuno aveva votato, ma Napolitano si era premurato di nominare senatore a vita, per una serie di meriti che si perdono nell'imponderabile.
Ma quali saranno i beni pubblici oggetto della "svendita per cessazione di attività" che presto andranno sul mercato, per la felicità di banchieri e faccendieri senza scrupoli? Sostanzialmente, stando alle parole di Mario Monti, tutti i beni pubblici in attivo (gli unici appetibili), mentre le passività continueranno a rimanere appannaggio della contabilità dello stato, per contribuire all'incremento del debito pubblico, con lo spauracchio del quale da tempo immemorabile si menano per il naso i cittadini.
Nei vetrine dei saldi andranno perciò le ultime grandi imprese statali, ...
di Eugenio Benetazzo
Ancora pochi giorni di attesa per conoscere il verdetto degli ellenici, euro si o euro no, che per noi significherà euro salvezza o euro disastro. A quel punto infatti se la Grecia esigerà per pretesa politica di voler abbandonare la moneta unica, accollandosi tutti i rischi che questo comporterà per la propria economia, si produrrà un pericoloso precedente, a cui nel breve futuro altri paesi vorranno fare riferimento.
La maggior parte degli italiani, complice forse i campionati di calcio europei e gli scandali del campionato italiano, non ha minimamente idea dei rischi che potrebbe vivere se le autorità sovranazionali (BCE, FMI ed Eurogruppo) non si inventeranno velocemente una exit strategy credibile. Perchè è di questo che il mondo si interroga: l'immobilismo politico europeo, quasi a voler aspettare di vedere il crash per poi intervenire all'ultimo minuto.
Questo inizio settimana si è parlato di un Big Plan per salvare l'Europa: Draghi & Company ci stanno lavorando. Dovremmo essere ottimisti per una volta tanto, tuttavia siamo arrivati a questo punto perchè sino ad oggi di decisioni forti e autoritarie non se ne sono mai viste.
Solo nella giornata di ieri ho ricevuto qualche centinaia di email di risparmiatori in preda ad una crisi di nervi ...
Leggi tutto: Il doppio Supermario