di Ferdinando Imposimato
Gli attentati dell'11/9 sono stati un'operazione globale di terrorismo di Stato consentita dall'amministrazione degli USA, che sapeva già dell’azione ma è rimasta intenzionalmente non reattiva al fine di fare la guerra contro l'Afghanistan e l'Iraq. Per dirla in breve, gli eventi dell'11/9 erano un caso di Strategia della Tensione messa in atto dai poteri politici ed economici negli Stati Uniti per perseguire vantaggi in capo all'industria petrolifera e delle armi.
Anche l'Italia è stata una vittima della "Strategia della Tensione" della CIA, attuata in Italia dai tempi della strage di Portella della Ginestra, in Sicilia, nel 1947, fino al 1993.
Ci sono molte prove di una tale strategia, sia circostanziali che scientifiche. Le relazioni del National Institute of Standards and Technology (NIST), del 20 novembre 2005, hanno sancito le conclusioni di seguito esposte.
Gli aerei che hanno colpito ciascuna delle torri gemelle hanno causato tanto una breccia quanto un'esplosione evidenziata da una gigantesca palla di fuoco. Il carburante rimanente fluiva verso i piani inferiori, alimentando gli incendi. [...]
Pubblicata la 2a parte
Questa è la prima parte del capitolo sulla difesa aerea, dove vengono illustrate le false scuse da parte dei difensori della versione ufficiale per il mancato intervento dei caccia durante i dirottamenti.
Mazzucco offre 600 dollari ad Attivissimo.
Continua imperterrito nella sua carriera di saltimbanco della bugia l'uomo che qualche anno fa si presentò in rete come "cacciatore di bufale", e che invece si è rivelato essere lui stesso la più grande bufala mai esistita nel mondo dell'informazione.
Prima di parlare dell'episodio che ci interessa, facciamo un breve ripasso delle fallacie logiche più importanti, in modo che il lettore possa divertirsi nel cercare di individuare quante sia riuscito ad infilarne in un solo articolo il nostro fenomeno da baraccone.
Attacco Ad Personam: Non riuscendo a controbattere alle sue argomentazioni, si cerca di gettare discredito personale sull'avversario. "Non date retta a quel cretino, è uno che picchia sua madre dal mattino alla sera". Una variante dell'attacco ad personam è l'attacco "Ad Fontem" (la definizione è mia, in realtà non esiste): Non riuscendo a controbattere alle argomentazioni, si cerca di sminuire la credibilità della fonte su cui sono state pubblicate. "La notizia è uscita su un giornaletto di provincia che nessuno ha mai sentito nominare, figuriamoci quanto può valere". (In realtà, caro amico, anche se la notizia fosse stata pubblicata su un rotolo di carta igienica, tu devi comunque dimostrare di saperla smontare. Poi casomai te la prendi con la carta igienica).
Uomo di Paglia: Si cerca una argomentazione apparentemente debole, fatta in passato dall'avversario, e si attacca quella argomentazione con il sottinteso che tutte le sue argomentazioni siano senza valore. E quando non si riesce a trovare una argomentazione abbastanza debole da attaccare, piuttosto che rinunciare la si inventa di sana pianta. "State attenti a quello che vi racconta Mazzucco, quest'uomo sostiene addirittura che la terra sia cava al suo interno". Poi vai a cercare, e scopri che il buon Mazzucco quella affermazione non l'ha nemmeno mai fatta.
Fallacia Ad Autoritatem: Si citano "esperti" più o meno identificati,...
di Marco Cedolin
E' di questo pomeriggio la notizia dell'ennesimo incidente in una delle vetuste centrali nucleari francesi. In questo caso si tratta dell'impianto di Fessenheim in Alsazia, a pochi passi dal confine con la Germania, il reattore in assoluto più vecchio (fu inaugurato nel 1977) fra i 58 del paese che il presidente Hollande aveva inserito fra gli argomenti della propria campagna elettorale, promettendone la chiusura entro il 2017, sempre che la centrale riesca ad arrivare integra fino a quella data.
Come sempre accade qualora si tratti di disastri nucleari le notizie sono poche e frammentarie e dopo che in un primo tempo i giornali avevano parlato di un incidente serio, con morti e feriti, citando come fonte i vigili del fuoco dell'Alto Reno, l'accaduto è stato prontamente ridimensionato non appena la fonte è diventata Edf (che controlla l'impianto) ed ha riferito di una semplice fuga di vapore di acqua ossigenata, prodotta dopo che in un serbatoio era stato iniettato perossido che ha reagito con l'acqua. Fuga che non avrebbe provocato gravi conseguenze, tranni lievi bruciature alle mani di due operai....
Questo è il capitolo del film in lavorazione che riguarda la catena di comando. Non solo infatti è stato necessario programmare molteplici esercitazioni militari, per garantire il successo dell'operazione 11 settembre, ma anche la catena di comando è stata perforata come un groviera, per essere sicuri che la difesa non riuscisse in ogni caso ad intercettare i 4 aerei dirottati.
Quello della mancata difesa aerea è sicuramente il capitolo più complesso ed importante di tutto l'11 settembre, ...
di Andrea Scaglia (Libero)
C’è uno scoglio normativo che rischia d’invalidare le notifiche delle cartelle esattoriali inviate da Equitalia via posta, in genere per raccomandata con ricevuta di ritorno. E attenzione, che se da una parte questo giornale ha sempre rimarcato la necessità che la società incaricata della riscossione dei tributi inevasi tenga in maggior considerazione le specifiche situazioni - e ci si riferisce ai casi in cui i mancati pagamenti son dovuti a disavventure personali o accertate crisi aziendali e via dicendo - d’altra parte non si vuol certo indicare ai furbetti della tassa non pagata la strada per sfangarla. Resta il fatto che il problema esiste. Ed è peraltro già noto alle commissioni tributarie di tutta Italia.
Il fatto è che, in sostanza, la notifica della cartella esattoriale effettuata da Equitalia per posta rischia di non esser valida. Lo dice la legge. O meglio, lo si evince. Nel senso: è vero che la norma 890/82, quella che si applica al’Amministrazione finanziaria dello Stato, all’art. 14 prevede gli avvisi possano esser notificati al contribuente anche a mezzo della posta. E però questa disposizione è riservata agli uffici che esercitano la potestà impositiva, non agli agenti di riscossione. [...]
Mi ha scritto una persona che non conosco, descrivendomi la sua situazione lavorativa, non certo esaltante. Vivendo all'estero da molti anni non conosco da vicino le problematiche di cui parla, ma ho deciso di pubblicare comunque la sua lettera, perchè mi sembra un argomento che possa riguardare anche molte altre persone. M.M.
Mi chiamo Pietro, sono originario della zona vesuviana, ho 31 anni e, come tanti miei coetanei e conterranei, ho voluto (per non dire dovuto) cercare la mia fortuna altrove.
A 25 anni, nel 2006, dopo mille lavori in nero, sempre senza alcua garanzia e senza alcuna tutela, ho trovato la prima opportunità della mia vita per un contratto vero (beh, almeno per le leggi in vigore).
Sono partito per Roma, dove una ditta di Napoli che si occupava di Body Rental per il settore informatico spediva presso una grande azienda operante per il settore aerospaziale tecnici da adibire al servizio di help desk al cliente.
Nei fatti, non solo dovevo risolvere i problemi di natura tecnica degli utenti (dipendenti dell'azienda parastatale per la quale prestavo servizio) che si trovavano col PC in panne, ma spesso facevamo anche organizzazione logistica, facchinaggio, assemblaggio e disassemblaggio componenti informatici, persino messa in sicurezza di magazzini e uffici... sempre con paga al minimo sindacale (e neanche ne sono tanto sicuro), ci mancherebbe.
Avevo iniziato da co.co.pro, ho continuato con un contratto a termine, sono passato ad una nuova dtta di servizi nel 2010 (mantenendo la mia posizione da esterno in outsourcing presso lo stesso cliente), ancora altri due anni a tempo determinato e poi, che bello (sigh), tempo indeterminato!
Da allora in poi, un vero e proprio inferno.
Eh, si, perchè la ditta di servizi della quale sono dipendente è entrata in crisi ...
La montagna di fesserie raccontate da Barak Obama e Hillary Clinton sull'esecuzione di Osama Bin Laden rivelate in un libro scritto da uno dei membri del Team Navy Seals che l'hanno assassinato.
di Piero Cammerinesi
Non bastava Julian Assange con la sua malridotta ma pur sempre attiva Wikileaks a provocare ai governanti americani - che lo aspettano al varco non appena mette il naso fuori dall'ambasciata londinese dell'Ecuador - qualche feroce mal di testa.
Ora ci si è messo anche un ex-membro dell'eroico team del Navy Seals - quelli che hanno liberato l'amministrazione Obama dal suo peggiore nemico, Osama Bin Laden - a spifferare delle verità scomode per il Pentagono.
Arriverà infatti l'11 settembre - guarda tu le coincidenze - sugli scaffali delle librerie USA, "No easy day: the firsthand account of the mission that killed Osama Bin Laden" (Un giorno non facile: testimonianza di prima mano della missione che ha ucciso Osama Bin Laden).
Si tratta proprio – avete capito bene - del racconto del controverso blitz contro Osama Bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan, scritto da un ex Navy Seal che, dietro lo pseudonimo di Mark Owen, avrebbe dovuto restare anonimo - ma si sa, mantenere l'anonimato non sempre è facile...o conveniente – ma che è stato presto individuato in Matt Bissonnette, trentaseienne dell'Alaska. [...]
Visto che i debunkers hanno risposto all'appello, presentandosi numerosi, abbiamo voluto dedicargli un altro breve montaggio sui favolosi "viaggi lunari" delle missioni Apollo.
Laddove la gravità è ridotta di 1/6.... ma solo se la fune è bene in tiro.
In morte di Neil Armstrong, il primo falso "moonwalker" della storia, dedichiamo un ricordo sentito ai veri eroi dello spazio: quelli che hanno avuto il coraggio di opporsi alla messinscena dei viaggi Apollo, ed hanno pagato con la vita per il loro coraggio.
Che si facciano avanti adesso, i debunker da osteria, ...
Leggi tutto: Imposimato denuncia: l'11 settembre fu terrorismo di Stato