di Sergio Di Cori Modigliani
La necessità primaria (da parte dell’oligarchia finanziaria) di eliminare quanto prima Beppe Grillo dall’orizzonte elettorale.
Sul numero on line de “Il Fatto Quotidiano” di oggi, compare un articolo dal titolo “Grillo e il patto segreto di Francia e Germania” a firma di Michele Boldrin, economista liberista italiano, che è tra i fondatori del sito/gruppo/movimento (partito?) “fermare il declino”, il cui capo riconosciuto è l’altro economista liberista Oscar Giannino. L’articolo di Boldrin inaugura una nuova tappa nell’attuale campagna elettorale, ed è utile parlarne perchè riguarda tutti noi. Ed è anche un interessante termometro della sicumera della destra neo-liberista conservatrice italiana, ormai rassicurata dal fatto di aver preso possesso dell’intero territorio mediatico nazionale. Non a caso, i grandi difensori dello status quo sono ospiti di rigore in talk show televisivi “apparentemente di opposizione” come Piazza Pulita, oppure scrivono anche su Il Fatto Quotidiano.
L’esistenza di un Vuoto Culturale Perenne comporta ormai la totale latitanza di necessari distinguo, per cui i codici si sono mescolati e tutto è diventato lecito. [...]
Un bel giorno un famoso regista di Hollywood andò a trovare un produttore, per parlargli del nuovo film che voleva girare. Il produttore si mise volentieri ad ascoltarlo, e il regista iniziò a descrivere il film.
- Per la scena d'apertura immagina una cascata enorme, tipo cascate del Niagara. Proprio sull'orlo delle cascate si vede un uomo, che sta contemplando il baratro sottostante. In cielo c'è un UFO che galleggia immobile. L'uomo si toglie il mantello, e scopri che è pieno di muscoli dalla testa ai piedi. Proprio una bestia umana. Immagina Hulk, però pelato.
- Che schifo.
- No no, tranquillo, non è lui il protagonista. Allora, questo tizio sul baratro apre un vasetto, beve quello che c'è dentro, e di colpo comincia a scoppiare da tutte le parti. Gli scoppiano le vene, gli scoppia il cervello, insomma il tizio cade nel baratro e si vede che finisce sott'acqua, dove si rompe a pezzettini. Musica, e titoli di testa. Poi inizia la storia, con un'astronave che sta viaggiando nello spazio. Sullo schermo leggiamo "anno 2089". Questa astronave enorme passa proprio vicino all'obiettivo - vuuuush! - e si dirige verso il buio infinito.
- Un po' tipo Odissea nello Spazio?
- Sì, immagina una cosa del genere.
- Ma non sembra un pò deja-vù? Non diranno che è tutta roba già vista?
- Ma no, figurati. Anzi, quello ormai è un archetipo. L'astronave nello spazio puoi farla soltanto così ormai. Altrimenti la gente non la riconosce. E poi comunque la nostra è un pò diversa, ...
Immaginate una grande stanza buia. In quella stanza c'è un regista che sta sonnecchiando, disteso su un divano. Improvvisamente il regista si risveglia: gli è venuta un'idea per un nuovo film.
Il regista si mette al lavoro e inizia a scrivere la sceneggiatura. Inventa personaggi, crea situazioni, immagina ambienti, poi cambia e ricambia la storia per renderla sempre più interessante, finché non è completamente soddisfatto del risultato.
A quel punto il regista inizia a mettere in piedi la produzione del film. Fa i provini a diversi attori, sceglie quelli più adatti, e discute con loro tutti gli aspetti più reconditi della personalità dei protagonisti.
A loro volta, ciascuno degli attori valuta il ruolo che gli stato è offerto, e decide se partecipare o meno al film, anche tenendo conto della propria carriera. Ad esempio, un attore che nel film precedente ha interpretato il ruolo del cattivo, accetta volentieri il ruolo dell'eroe nel nuovo film, perché vuole evitare di venire percepito dal pubblico come una persona realmente cattiva. Oppure, un'attrice decide di partecipare al film perché la storia d'amore che dovrà vivere sul set le permetterà di esplorare una zona della sua personalità che ancora non conosce bene. Un terzo attore, che nel film precedente ha interpretato il ruolo di un industriale miliardario, accetta volentieri di interpretare il ruolo di un operaio sfruttato dal padrone, per conoscere meglio ambedue gli aspetti di questa dinamica sociale.
Nel frattempo il regista fa costruire i set, organizza la troupe, pianifica la produzione, e finalmente, un bel mattino, viene dato il primo ciak. [...]
di Marco Cedolin
La giornata di sciopero del trasporto pubblico locale che ieri ha paralizzato le principali città italiane sembra avere provocato di tutto e di più.
Orde di cittadini in preda al panico in fuga nelle gallerie del metrò milanese come fossero inseguiti dagli zombies di Resident Evil, ressa in ogni dove, malori, tensioni e perfino manipoli di "eroi" disposti ad immolare il proprio corpo strisciamdo sotto le saracinesche in chiusura, pur di riuscire a prendere l'ultimo treno prima dello stop alla circolazione. Orde di pennivendoli pronti a sbavare rabbia dichiarando che "uno sciopero così non è da paese civile" e addirittura il garante sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali Roberto Alesse che con un tempismo da orologio svizzero si è affrettato ad aprire un'inchiesta sull'astensione dal lavoro in oggetto.
Comprendiamo bene come nell'Italia governata dai banchieri lo sciopero somigli sempre più ad una creatura mitologica alla cui vista inorridire e darsi alla fuga pervasi dal panico....
Per chi non lo sapesse, il NIST è l'organizzazione incaricata ufficialmente dal governo americano di indagare sui crolli del World Trade Center. Architechts&Engineers è invece l'associazione di professionisti dell'industria edilizia americana che ha contestato le conclusioni raggiunte dal NIST nel loro rapporto ufficiale.
Quello della caduta libera è forse l'argomento più importante in assoluto nell'intero dibattito sui crolli delle Torri Gemelle. Una volta stabilito infatti che gli edifici non disponevano dell'energia sufficiente per distruggere la parte sana della struttura sottostante ...
Uno degli argomenti favoriti dei debunkers è che "sarebbe stato impossibile piazzare gli esplosivi sotto gli occhi di tutti" alle Torri Gemelle.
Noi da anni abbiamo spiegato come sarebbe stato possibile farlo, ma loro, per qualche motivo, continuano a dimenticarsene, e vanno avanti a ripetere all'infinito il loro mantra, facendo pure gli spiritosi (come nel caso di Attivissimo).
Patrick Clawson è un esponente del think-tank neocons chiamato WINEP, Washington Institute for Near East Policy. In un suo discorso di ieri, ha apertamente invocato il ricorso ad una operazione "false flag" per dare inizio alla guerra con l'Iran. (E poi dicono che quella delle "false flags" è tutta un'invenzione dei complottisti).
Ecco il testo dell'intervento:
Francamente, penso che sia molto difficile dare inizio ad una crisi. E faccio molta fatica a vedere come il presidente degli Stati Uniti possa davvero portarci in guerra contro l'Iran.
Questo mi porta a concludere che se non si troverà un compromesso, il modo tradizionale con cui l'America entra in guerra sarebbe nel miglior interesse degli Stati Uniti. [...]
In un precedente articolo abbiamo visto come le velocità fatte registrare dagli aerei vicino al livello del mare fossero definite "impossibili" da diversi piloti e dagli stessi esperti della Boeing.
Che non fossero normali 767, ma probabilmente dei droni telecomandati e appositamente rinforzati, ormai dovrebbe essere chiaro per tutti. Ma perchè fosse necessario raggiungere quelle velocità non è ancora stato spiegato da nessuno.
Propongo qui una possibile ipotesi, che nel caso fosse ritenuta valida darebbe anche finalmente una spiegazione alle note ossessioni dei "no-planers".
Leggi tutto: L'oligarchia finanziaria attacca Beppe Grillo e lo definisce "pericoloso per il sistema".