"Non mi convinceranno a restare. Mia elezione non è soluzione e sarebbe al limite del ridicolo" - Giorgio Napolitano 14/04/2013
A botta calda, dopo la rielezione di Napolitano, viene in mente il concetto di "cambiare tutto perché non cambi nulla". Ma in realtà le cose non stanno così.
Per quanto ci ritroviamo oggi nella stessa identica situazione di un mese fa, le cose sono completamente cambiate, perché nel frattempo il sistema è stato costretto a gettare la maschera.
Quando hai un Napolitano che dice "Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta", il vecchio-nuovo presidente ci sta praticamente dicendo: "visto che sono stati rifiutati nomi come Prodi o Marini, è chiaro che ora tocca me". Come se, appunto, oltre a lui non ci fosse nessun altro.
Ed è questa la grande verità: oltre a Napolitano non c'era nessun altro che a) mettesse d'accordo PD e Pdl, e b) facesse il gioco del vecchio sistema.
Non dimentichiamo che mentre noi guardiamo l'elezione del presidente "dal basso", ...
La mente degli americani è nuovamente paralizzata. È bastato un botto, relativamente innocuo, per risvegliare nella popolazione quella sensazione di totale disorientamento che avevano provato dopo l'11 settembre, e che evidentemente aveva continuato a dormire nel loro subconscio per tutti questi anni.
Chi? Come? Dove? Perché?
Le domande si rincorrono da un canale televisivo all'altro, e rimbalzano fra la gente che si aggira stordita per le strade di Boston, incapace di dare una lettura razionale a quanto è successo.
Anche i giornalisti televisivi sembrano a disagio, perché non hanno nessun appiglio particolare su cui ricamare, mentre alle loro spalle ripassa all'infinito la sequenza dell'esplosione.
"Domestic, or international?" è l'unica cosa che continuano a chiedersi, guardandosi esterrefatti l'un l'altro. È roba nostra, oppure viene da fuori? Ma oltre a questo punto non riescono ad andare, perché questa volta i dati a disposizione sono davvero pochi, e per giunta confusi: da una parte hai almeno tre bombe diverse piazzate lungo il percorso, il che implica qualcosa di più del bombarolo solitario, ...
La buffonata messa in piedi da Napolitano si è rivelata nel suo più squallido splendore con la consegna del documento ufficiale dei 10 saggi al nostro presidente della Repubblica.
Basta dare una scorsa veloce alla "sintesi" pubblicata dall' Ansa, per capire che passano più idee nuove in 10 minuti di Ballarò o Porta a Porta di quante ne contenga il loro documento.
"RISCHIO LAVORO - La mancanza di lavoro è la priorità numero uno. Per combattere la conseguente crescita di povertà, la via maestra è lo "sviluppo economico equo e sostenibile"."
Maddài, diggiùro! E io che credevo che la priorità in Italia fosse la protezione dei parchi naturali. Comunque, sono molto contento che abbiano trovato la soluzione: basterà perseguire uno "sviluppo economico equo e sostenibile" e tutti i problemi scompariranno.
"FISCO - La redistribuzione del carico fiscale è una questione politica, dicono i saggi che quindi scelgono di non occuparsene con l'eccezione del mondo del lavoro."
Quindi i saggi, chiamati a risolvere un problema politico, scelgono di non occuparsene perchè quella del carico fiscale è una questione politica.
Sarebbe come chiamare a Maranello un esperto di motori, per sentirsi dire che "bisognerebbe aumentare un po' la potenza ai bassi regimi, ma io scelgo di non occuparmene perché questa è una faccenda che riguarda i motori."
"Nell'agenda comunque c'é l'invito a rendere il fisco più amico e a procedere sulla strada di alcune riforme rimaste a metà, da quella federalista a quella del catasto."
L'idea di rendere il fisco più amico mi piace molto. L'unica domanda che rimane è: amico di chi, esattamente? Degli italiani, o dei banchieri di Bruxelles? [...]
di Marco Cedolin
Nonostante la novella presidente della Camera Laura Boldrini, impegnata con migranti e migrazioni di altro genere, abbia dichiarato di non esserne al corrente e mostri tutto il proprio stupore per la povertà in cui versano i suoi connazionali privi di uno stipendio dell'ONU, una larga parte degli italiani vive in condizioni sempre più drammatiche, senza che esista alcun ammortizzatore sociale in grado di mitigare gli effetti della catastrofe economica che si è riversata sulle loro teste.
L'ondata di persone che al culmine della propria disperazione decidono di sublimare il proprio dramma emigrando nell'aldilà, continua a farsi sempre più impetuosa ed inizia a tracimare dagli argini di silenzio attraverso i quali Monti e Napolitano hanno deciso di nasconderla alla vista, intimando ai media la più completa omertà.
Qualche caso più eclatante degli altri, come la strage di Perugia o il triplice suicidio di Civitanova Marche, finisce per forza di cose per trovare spazio sui quotidiani a tiratura nazionale, ma nonostante perfino la Boldrini e qualche opinionista chic dei salottini TV inizino a prendere atto del fatto che una sempre più ampia fascia della popolazione italiana sia in procinto di migrare con mezzi assai più drammatici dei barconi, continua a mancare totalmente una reale percezione del fenomeno. [...]
Da Istanbul, il ministro degli esteri americano Kerry ha duramente condannato gli "attacchi terroristici" che sono costati la vita a cinque americani in Afghanistan l'altro ieri. Fra loro c'era anche una giovane diplomatica che lavorava per John Kerry, Anne Smedinghoff.
Kerry ha descritto la Smedinghoff come una "generosa donna idealistica, che si era svegliata ieri mattina con l'intento di portare dei libri di scuola ai bambini, per portare a loro un'educazione. Anna e quelli che erano con lei sono stati attaccati dai terroristi talebani, che si sono svegliati invece non con la missione di educare e di aiutare, ma con la missione di distruggere."
Il ministro degli esteri americano ha concluso dicendo che "gli attacchi terroristici hanno non hanno fatto altro che rafforzare la volontà della nostra nazione, del corpo diplomatico e dei militari di continuare nel duro lavoro di aiutare la gente che ne ha bisogno".
Peccato che nel suo vomitevole discorso, pieno di falsità e di ipocrisia, il buon Kerry si sia dimenticato di citare anche gli 11 bambini afghani che sono stati uccisi nello stesso giorno da un attacco aereo della Nato, nella provincia di Shigal.
Naturalmente anche loro quel mattino si erano svegliati con l'intenzione di fare del male e di distruggere ...
Leggi tutto: L'FBI conosceva già gli "attentatori" di Boston