E' possibile che Beppe Grillo abbia commesso un grave errore, di tipo tattico, che potrebbe vedersi riflesso nella prossima tornata elettorale.
Prima di tutto, diciamo con chiarezza che a Grillo bisogna riconoscere due meriti non da poco: il primo è quello di aver saputo mantenere una posizione assolutamente coerente rispetto alla campagna elettorale. Durante lo tsunami-tour infatti non faceva che ripetere che il Movimento Cinque Stelle non avrebbe supportato nessun partito del vecchio sistema, e la posizione è stata mantenuta.
Il secondo merito, non meno importante, è quello di aver saputo tenere unita la famosa "armata Brancaleone" del Movimento Cinque Stelle. Molti temevano - forse anche legittimamente - che la scarsa esperienza dei neoeletti, incapaci di resistere a tensioni e pressioni di ogni tipo, si sarebbe tradotta nello sfascio prematuro del collettivo Cinque Stelle. Invece, almeno fino ad oggi, il gruppo sembra aver tenuto, e questo è certamente merito di Grillo.
C'è però un aspetto che forse è stato meno considerato, da parte degli strateghi del Cinque Stelle: è la percezione popolare, sempre più diffusa, che alla fine quello di Grillo sia solo un movimento di ostruzione ... ... totalmente incapace di diventare propositivo all'interno del Parlamento.
Noi naturalmente sappiamo che non è così, ma questo è il modo in cui i vecchi partiti, pienamente supportati dai media a loro asserviti, lo hanno voluto dipingere, e questa percezione sembra diffondersi ogni giorno di più fra una parte di coloro che hanno votato Cinque Stelle.
In altre parole, il Movimento rischia di perdere una buona fetta di voti, alla prossima tornata elettorale, da parte di coloro che sono "cascati" nella trappola politico-mediatica tesagli nelle scorse settimane dal vecchio sistema.
Certamente, Grillo ha già detto che "se ci avevate votato per fare l'inciucio avete sbagliato a votare", e questo non solo gli fa onore, ma gli salva la faccia di fronte ai suoi elettori più intelligenti e più lungimiranti.
Ma alla fine le elezioni si vincono con i numeri, e i numeri si fanno con i voti delle singole persone, non con l'onore.
Se invece di sbattere in faccia a Bersani un "no" tanto rumoroso quanto giustificato, Grillo avesse detto sornionamente "Certo che lo facciamo, il governo con Bersani. Che ci faccia avere le sue proposte."
Dopodiché, come ben sappiamo, queste proposte non sarebbero mai arrivate - o almeno non sarebbero arrivate nella forma e con la chiarezza che il Movimento pretende - per cui Grillo avrebbe semplicemente potuto dire "Spiacenti, ma le vostre proposte non ci convincono. Sanno di minestra riscaldata, e noi a queste condizioni il governo non lo facciamo".
Da un punto di vista pratico non sarebbe cambiato assolutamente nulla, perchè Bersani si sarebbe ritrovato comunque con il culo per terra. Ma da un punto di vista psicologico Grillo ne sarebbe uscito come vincitore assoluto, poichè poteva continuare a dirsi coerente con i propri programmi, da un lato, senza venire etichettato come ostruzionista perditempo dall'altro.
Forse Grillo, travolto da un successo così improvviso e inaspettato, si è dimenticato che il nemico vero non sono i politici del vecchio sistema, ma i media e giornalisti che lo difendono, perché sanno che difendendo quel sistema continueranno a mantenere i propri privilegi. E questa gente ormai è disposta a tutto, pur di non dover tornare a casa con la coda fra le gambe. Sarebbe quindi saggio evitare di fornire loro occasioni che possano facilmente venir ritorte contro te stesso.
In altre parole, la lungimiranza strategica - per quanto nobile ed ammirevole - non dovrebbe mai arrivare a sacrificare eventuali scelte tattiche che possano dare un buon risultato a breve termine.
Massimo Mazzucco
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