Il cerchio nel grano comparso di recente in provincia di Asti ripropone una questione di cui non sentivamo parlare da un certo tempo.
In realtà, è da quando ci fu l'epico scontro con gli uomini del Cicap che non ci siamo più occupati di questo fenomeno. (Per chi non l'avesse visto, questo è il pezzo dedicato al debunking del CICAP sui cerchi di grano - dal min. 4.30, dopo Armanetti):
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa la "nuova generazione" di lettori del sito (ma anche i vecchi, naturalmente). Quanti hanno studiato questa faccenda con un minimo di approfondimento? Quanti ritengono che i cerchi nel grano siano opera di buontemponi, e quanti che siano invece opera di extraterrestri, o comunque di "entità sconosciute"? (Non che queste siano le uniche due possibilità, sia chiaro).
Se nel 2003 ci avessero detto che entro 10 anni avremmo visto l'esercito egiziano che rovescia un governo islamico democraticamente eletto, "perché non ha mantenuto le sue promesse", ci saremmo messi a ridere.
E persino oggi, che questi fatti stanno sotto i nostri occhi, fatichiamo a crederci.
Ci sono infatti troppi paradossi in questa situazione, perchè la realtà possa essere ciò che appare.
Il primo paradosso è che due anni fa abbia veramente vinto "in modo democratico" il partito islamico di Morsi. Per un popolo assetato di riforme e libertà, infatti, la scelta di essere governati da un partito di stampo religioso non sembrava certo la più saggia.
Ed infatti si può dire che le accuse di broglio, lanciate allora dagli altri partiti, avevano certamente una dose di legittimità.
Ma chi può essere in grado di far andare le elezioni a favore di un partito ...
Se c'è mai stata un'occasione in cui l'Europa possa finalmente trovare una forma di unità, è sicuramente il recente scandalo del Datagate.
Secondo le più recenti dichiarazioni di Snowden, infatti, vittima dello spionaggio cibernetico sarebbero state anche moltissime istituzioni europee, fra cui stesso Europarlamento di Bruxelles.
Con toni più o meno moderati, quasi tutti i leader europei hanno fatto sapere che si aspettano chiarimenti dagli americani rispetto a questo spionaggio spudorato verso i loro stessi alleati.
O presunti tali.
Perché qui sta il cuore della faccenda: chi conosce bene gli americani sa benissimo che per loro non esistono "alleati" nel senso letterale della parola. Esistono soltanto nazioni che si possono utilizzare al proprio fianco, fino a quando questo possa tornare utile a loro. Ma nel momento stesso in cui in cui questa utilità venisse a cessare, gli americani non avrebbero il minimo problema a scaricare quello che fino a ieri definivano "alleato", abbandonandolo al suo destino.
Esiste una battuta in America, che dovrebbe aiutare a capire meglio quale sia la mentalità degli americani ...
[Testo del video]
Dopo una lunga esitazione, due settimane fa Barak Obama ha annunciato che gli Stati Uniti armeranno direttamente i ribelli siriani che stanno cercando di rovesciare il regime di Assad.
La motivazione utilizzata da Obama non è certo una novità: Assad avrebbe usato il gas contro i propri connazionali, e questo, secondo Obama, rappresenta la famosa "linea rossa" che non andava oltrepassata, e che ora ha fatto scattare la necessità di intervenire.
Nel frattempo, il suo ministro degli esteri Kerry si sta dando da fare per ottenere il massimo supporto possibile dalle nazioni alleate per un intervento militare in Siria.
Dal canto suo, la propaganda televisiva continua a cercare di convincere gli americani ...
Come abbiamo visto in precedenza, il fatto che le telefonate con i cellulari non possano essere state fatte dagli aerei in volo sembra confermare che la famosa "rivolta" dei passeggeri, sul volo 93, fosse soltanto una leggenda costruita a tavolino, che aveva due scopi principali: uno, diffondere immediatamente nel mondo l'idea che a bordo degli aerei ci fossero dei terroristi islamici, e due, creare un evento eroico attorno al quale far convergere le emozioni di milioni di americani sin dalla sera dell'11 settembre.
A supporto di questa ipotesi c'è anche un altro fatto interessante: il commento che Dick Cheney fece nel PEOC - il bunker di comando della Casa Bianca - dopo aver appreso che il volo 93 si era schiantato a Shanksville.
Secondo la commissione 11 settembre, infatti, nessuno nel Peoc sapeva nulla del volo dirottato, fino a quando non si è schiantato a terra. [...]
In un thread recente si è parlato di Wilhelm Reich. Alcuni sostenevano che fosse un genio, altri che fosse un ciarlatano.
Purtroppo non abbiamo elementi a sufficienza per poter affermare con certezza nè l'una nè l'altra cosa. Ma forse è proprio dalla mancanza di questi elementi che possiamo trarre comunque delle conclusioni.
(Questo è il capitolo su Wilhelm Reich che compariva nella prima versione del film "Cancro le cure proibite". Fu poi rimosso per motivi di lunghezza).
E' durata molto meno del previsto l'euforia post-elettorale di Silvio Berlusconi.
Da una situazione in cui sembrava aver fatto l'en-plein, sbancando tutti i tavoli da gioco, Berlusconi si ritrova a dover affrontare un futuro tutto in salita, che nella migliore delle ipotesi gli permetterà di non andare in galera, e di restare a galla in modo ben poco dignitoso.
Ma ormai, i sogni di gloria imperitura si sono dissolti per sempre.
Qualcosa deve essere andato storto, nel patto segreto che avrebbe dovuto garantirgli l'immunità da ogni sorta di disgrazia giuridica, permettendogli di continuare a guidare il suo partito e forse anche di tornare a governare.
Forse qualcuno ha tradito; forse Napolitano ha fatto il doppio gioco; forse è stato Letta a dargli una falsa sicurezza; o forse, più semplicemente, i magistrati hanno deciso di andare avanti per la loro strada, ignorando pressioni di qualunque tipo.
Sta di fatto che il "carnet da ballo" di Berlusconi sta diventando sempre più fitto ed ingombrante.
La scorsa settimana c'è stato il no della Consulta, che porterà il processo per evasione fiscale di Mediaset direttamente in Cassazione. Ieri c'è stata la condanna per la prostituzione di minore, ...
Il regista Antonio Belluco è un padovano di 56 anni che ha lavorato in Rai dal 1983 come programmista e regista per Radio 2 e Rai 3, prima a Venezia e poi a Roma. E oggi ha un progetto cinematografico che, qualcuno - a suo dire - tenta di osteggiare: “Ho pronto un film - ‘Il Segreto’ - sull’eccidio di Codevigo, la più sanguinosa strage mai commessa nel dopoguerra dai partigiani. Un lavoro rigoroso, assemblato dopo un’accuratissima ricerca storiografica, ma dopo i primi ciak, all’improvviso tutti - dagli sponsor al produttore - si sono tirati indietro. Un dietrofront inatteso e sospetto, che mi fa pensare ad un ‘complotto’, come se qualcuno cercasse di sabotare un’opera che, forse, racconta verità storiche troppo scomode”. Le verità abrasive di una delle pagine più nere della storia italiana, una pagina ancora avvolta da tanti misteri.
Nessuno, ad esempio, ancora oggi è in grado di dire, con esattezza, quante persone morirono realmente in quella mattanza: c’è chi parla di 136 vittime, chi di 168 e chi di 365, come i giorni di quell’atroce 1945. Un documento dell’arcidiocesi di Ravenna-Cervia ipotizza addirittura 900 morti.
Don Umberto Zavattiero, a quel tempo prevosto di Codevigo, annota nel chronicon parrocchiale: “30 aprile. Previo giudizio sommario fu uccisa la maestra Corinna Doardo. Nella prima quindicina di maggio vi fu nelle ore notturne una strage di fascisti importati da fuori, particolarmente da Ravenna. Vi furono circa 130 morti”.
Ebbene, de “Il Segreto”, Belluco gira un quarto d’ora dei 105 minuti previsti dal copione, ...
Questa telefonata mi era scappata. Me ne sono accorto riguardando la documentazione dell'FBI, e ho notato che gli orari non tornavano. Per fortuna ho fatto in tempo a imserirla nella versione inglese del film (che sto completando in questi giorni). La inserirò anche nella versione italiana, quando faccio una riedizione, e la metterò nella versione on-line.
Purtroppo nel film non posso permettermi di fare lo spiritoso, ma ve li vedete questi terroristi che ci mettono più di sette minuti per prepararsi a dirottare l'aereo? Manco dovessero andare alla prima della Scala.