E' durata molto meno del previsto l'euforia post-elettorale di Silvio Berlusconi.
Da una situazione in cui sembrava aver fatto l'en-plein, sbancando tutti i tavoli da gioco, Berlusconi si ritrova a dover affrontare un futuro tutto in salita, che nella migliore delle ipotesi gli permetterà di non andare in galera, e di restare a galla in modo ben poco dignitoso.
Ma ormai, i sogni di gloria imperitura si sono dissolti per sempre.
Qualcosa deve essere andato storto, nel patto segreto che avrebbe dovuto garantirgli l'immunità da ogni sorta di disgrazia giuridica, permettendogli di continuare a guidare il suo partito e forse anche di tornare a governare.
Forse qualcuno ha tradito; forse Napolitano ha fatto il doppio gioco; forse è stato Letta a dargli una falsa sicurezza; o forse, più semplicemente, i magistrati hanno deciso di andare avanti per la loro strada, ignorando pressioni di qualunque tipo.
Sta di fatto che il "carnet da ballo" di Berlusconi sta diventando sempre più fitto ed ingombrante.
La scorsa settimana c'è stato il no della Consulta, che porterà il processo per evasione fiscale di Mediaset direttamente in Cassazione. Ieri c'è stata la condanna per la prostituzione di minore, ... ... aggravata dall'abuso di potere. Domani ci sarà la sentenza della Cassazione per la faccenda del Lodo Mondadori. Dopodomani l'udienza preliminare per l'accusa di corruzione nel caso Di Gregorio.
Sia chiaro, il sottoscritto non fa parte di quel gruppo di fessacchiotti che dicono "la giustizia ha prevalso". E' evidente che la giustizia sia uno strumento a doppio taglio, che può essere usato a favore o contro chiunque, a seconda delle necessità. Ed è altrettanto evidente che sia in corso uno scontro di potere ai massimi livelli, fra Berlusconi e i suoi avversari, del quale le sentenze contro di lui non sono che la cartina al tornasole.
Ma è altrettanto vero che Berlusconi ha fatto di tutto per offrire ai suoi avversari delle ottime opportunità per farsi impallinare dalla magistratura, e quindi non può continuare oggi a lamentarsi, fingendo di essere un San Sebastiano perseguitato dal destino.
Fanno sorridere infatti i suoi scudieri, che continuano a lamentare pubblicamente un "accanimento" della magistratura contro il loro capo, come se stessero giocando una partita in cui il regolamento va rispettato fino all'ultima virgola.
Certo che si stanno accanendo contro di lui. Anzi, stanno usando tutto quello che hanno, pur di toglierselo di mezzo una volta per tutte. Esattamente come l'FBI dovette inventarsi un'evasione fiscale assurda e implausibile - quella sui "ricavati da attività criminali" - pur di arrestare finalmente Al Capone.
Ma Al Capone non fu così stupido da fingersi innocente, a quel punto della partita. Ammise onorevolmente la sconfitta, e prese umilmente la strada di Alcatraz. E nel momento stesso in cui smise di essere un "pericolo pubblico", l'accanimento contro di lui si affievolì, e con la scusa della sifilide gli fu persino concesso di tornare a casa sua, prima di morire.
Forse a questo punto Berlusconi dovrebbe fare la stessa cosa. Farsi da parte, lasciare ad altri le redini del suo impero, e - visto che lui ad Alcatraz quasi sicuramente non ci andrà - ritirarsi in buon ordine nel suo umile bilocale di Arcore. Ci penseranno i suoi avvocati ad evitargli l'umiliazione finale.
E visto che lui - a differenza di Al Capone - non verrà consumato dalla sifilide, potrà sempre passare il tempo raccontando barzellette sporche ai suoi ospiti, che rideranno ogni volta a comando.
In fondo a lui basta poco, per continuare a sentirsi al centro dell'universo.
Massimo Mazzucco