Se nel 2003 ci avessero detto che entro 10 anni avremmo visto l'esercito egiziano che rovescia un governo islamico democraticamente eletto, "perché non ha mantenuto le sue promesse", ci saremmo messi a ridere.
E persino oggi, che questi fatti stanno sotto i nostri occhi, fatichiamo a crederci.
Ci sono infatti troppi paradossi in questa situazione, perchè la realtà possa essere ciò che appare.
Il primo paradosso è che due anni fa abbia veramente vinto "in modo democratico" il partito islamico di Morsi. Per un popolo assetato di riforme e libertà, infatti, la scelta di essere governati da un partito di stampo religioso non sembrava certo la più saggia.
Ed infatti si può dire che le accuse di broglio, lanciate allora dagli altri partiti, avevano certamente una dose di legittimità.
Ma chi può essere in grado di far andare le elezioni a favore di un partito ... ... che fino a quel momento aveva dovuto vivere nella clandestinità, perché perseguitato dal regime di Mubarak? Non certo la stessa Fratellanza Islamica. Qualcun altro, che aveva la capacità effettiva di manipolare le elezioni, può averle fatte andare in quella direzione.
Noi però sappiamo che gli unici ad avere il controllo della nazione, da sempre, sono stati i militari. E sappiamo anche che i militari, da sempre, sono il braccio armato degli Stati Uniti. La loro alleanza risale all'omicidio di Sadat, nel 1981, e da allora i generali del Cairo e i loro amici del Pentagono sono sempre andati a braccetto.
Se quindi furono loro ad aiutare gli islamici a vincere le elezioni, possiamo dedurre che ciò che sta accadendo in questi giorni fosse già stato previsto due anni fa: mettiamoli al potere - dissero gli americani - tanto quelli non combineranno niente di buono, e quindi li potremo tirare giù in qualunque momento.
Gli islamici evidentemente sono caduti nella trappola, e si sono messi a fare di testa loro, credendo di essere davvero giunti al potere. A questo punto qualcuno a Washington ha tirato la leva, ed ora i cari islamici sono finiti nel cesso per sempre.
Ora sì che si potranno tenere elezioni veramente "democratiche" - pensano gli americani - perché senza gli islamici fra i piedi potremo finalmente mettere al potere qualcuno che fa quello che diciamo noi.
In altre parole, secondo questa teoria, l'elezione e il rovesciamento degli islamici sono due momenti di un'unica strategia, concertata in anticipo per potersi togliere finalmente di mezzo l'unico vero pericolo per Israele.
Facendolo accadere, naturalmente, "nel nome del popolo sovrano".
Massimo Mazzucco
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