Silvio Berlusconi deve stare divertendosi come un pazzo, in questo periodo. Provate solo a pensare: nell'arco di meno di un anno è passato da "uomo politicamente finito" a vera e propria Fenice, che risorge all'infinito dalla proprie ceneri. E' passato da una bruciante sconfitta sul filo di lana, alle ultime elezioni, ad avere in mano il controllo effettivo del governo. E' passato dal rischio di venire riconosciuto "ineleggibile", e quindi cacciato dal parlamento con ignominia, alla tranquilla consapevolezza di poterci restare finchè ne avrà voglia.
E il futuro - almeno quello prossimo - gli sorride benevolmente. Se decidesse di tirare la corda in qualunque momento, alla guida della nazione si ritroverebbe quasi certamente lui.
Non deve stupire quindi che in questo periodo si diverta a fare dispetti di ogni tipo a Enrico Letta, il quale invece si è preso sulle spalle un carico di cui ormai non si potrà più liberare.
Dall'ANSA di ieri leggiamo: "E' "inaccettabile" che non si trovino gli otto mld che servono per l'Imu ed evitare l'aumento dell'Iva, secondo Silvio Berlusconi, intervenuto oggi all'inaugurazione della casa di cura Villa San Mauro a Pontida."Il governo sta affannosamente cercando otto mld, ma quale azienda non riesce a tagliare i costi dell'1%..".
Dopo aver creato lui l'IMU, Berlusconi mette Letta con le spalle al muro, dandogli praticamente dell'incapace per non riuscire a trovare i soldi che servono per abolirla. Geniale. [...]
Dopo aver abbaiato come un chihuahua nel deserto, il leader nordcoreano ha abbassato la cresta e ha chiesto di poter avere al più presto "incontri ad alto livello" con i rappresentanti degli Stati Uniti.
A quanto pare, il vero problema dei nordcoreani non sono gli americani, ma i sudcoreani. Avere di fronte la metà speculare della propria nazione che gode di ogni ben di Dio e ti fa pernacchie dall'altra parte del confine non deve essere molto piacevole per i leader di Pyongyang.
Sembra inoltre che siano gli stessi sudcoreani a rendere difficile la coesistenza con i cugini del Nord: a pochi giorni da un importante incontro fra le delegazioni di Nord e Sud Corea, il governo di Seoul ha improvvisamente cambiato la formazione della propria squadra, e questo sembra non essere piaciuto ai nordcoreani. Questi ultimi hanno fatto saltare l'incontro, accusando Seoul di "destabilizzazione", ed hanno chiesto di incontrare direttamente gli americani. Pur di riuscirci, i nordcoreani hanno detto che Washington può scegliere liberamente sia il luogo che la data dell'incontro, e che loro si presenteranno, in ogni caso, senza precondizioni.
Con la coda fra le gambe, insomma.
Il motivo che ha fatto cambiare radicalmente atteggiamento a Kim Jong-un è stato certamente la firma che i cinesi hanno finalmente apposto ...
di Riccardo Pizzirani
Caro Massimo,
di nuovo complimenti per il lavoro che ti sei sobbarcato, il cui valore si vede nella stima di tutte le persone che stanno commentando, così come nell'assordante silenzio di chi fino a ieri difendeva una versione ufficiale francamente insostenibile, e che hai riportato anche nel film.
Immagino che dopo due anni e mezzo passati su questo progetto adesso ti vorrai prendere un meritato riposo, o magari prepararti all'evento 9/11 previsto questo undici settembre 2013, ma è ovvio che si guarda sempre avanti e adesso siamo in tanti a chiederci che cosa farai dopo.
Io, come tanti altri, sono approdato su internet e su LC come 9/11 truther, e adesso il movimento (quello vero) è evoluto fino ad essere un movimento mondiale per la verità e basta, non legata a questo o a quell'argomento, ma su tutte le menzogne che ci propinano quotidianamente. In questo i tuoi sei film-documentario così diversi hanno fatto scuola. (Dico sei perchè l'ultimo è l'unico in cui sei tornato in argomento: "La nuova Pearl Harbor" è praticamente Inganno Globale in versione estesa).
Allora stai pur certo che alle future interviste, quando presenterai questo nuovo film, la gente ti chiederà: che farai adesso?
Mi permetto di muovere la mia personalissima richiesta ...
Se ci si ferma un attimo a riflettere sulla questione delle intercettazioni, ci si ritrova di fronte ad un grosso interrogativo: visto che il terrorismo in realtà non esiste, e che sono gli stessi stati a crearlo, per i vantaggi che ne possono trarre di volta in volta, a che cosa serve sviluppare un sistema di intercettazioni così complesso e sofisticato come quello che è venuto alla luce di recente negli Stati Uniti?
Com'è noto, è dai tempi del dopoguerra che l'FBI, la CIA, la NSA ed altre agenzie meno note controllano e registrano segretamente chi vogliono, fottendosene allegramente della legalità, mentre tengono sotto controllo e ricattano i politici stessi che dovrebbero garantire ai cittadini la protezione della loro privacy.
Se quindi i veri nemici potenziali li tengono già in pugno, che bisogno hanno i "poteri oscuri" di estendere questo meccanismo di sorveglianza a centinaia di milioni di persone che chiaramente non sono coinvolte in nessuna attività antigovernativa? Vista in questa luce, la scelta di mettere in piedi sistemi di sorveglianza così complessi e ridondanti, come Echelon o Prism, sembra assolutamente folle e insensata.
Lo è, in realtà, per la grande maggioranza delle persone normali. Ma coloro che hanno voluto creare a tutti i costi questi mastodontici apparati di controllo non sono affatto persone normali.
Sono persone che hanno paura.
Sembrerà un paradosso, visto che stiamo parlano dei cosiddetti "poteri forti" ...
Non è necessario essere esperti di spionaggio per capire chi stia mentendo clamorosamente nello scandalo delle intercettazioni della NSA: basta usare la logica.
Ad esempio, per giustificare il programma segreto di intercettazioni, il capo della NSA, generale Alexander, ha dichiarato che "questo massiccio utilizzo delle intercettazioni è servito a sventare dozzine di attacchi terroristici" pianificati contro gli Stati Uniti.
Come mai allora, signor Alexander, non avete mai eseguito un solo arresto fra coloro che progettavano questi attentati? Volete dirci che siete così bravi da individuare, fra miliardi e miliardi di comunicazioni inutili, quelle che riguardano la pianificazione di un attentato, ma poi non siete capaci di arrestare nemmeno uno di questi "pianificatori"?
Ma poi, signor Alexander, come sarebbe possibile "sventare" un attentato se non si arresta chi lo ha progettato? Cosa fai? Lo spaventi per e-mail, dicendogli "stai attento che se ci provi ti faccio un mazzo così"?
Secondo esempio: sempre per giustificare la segretezza del programma di intercettazioni, ...
Non si può pretendere di entrare a far parte dei big del mondo se non si va nello spazio.
E così la Cina, negli ultimi 10 anni, ha iniziato una trafelata rincorsa per mettersi alla pari con Stati Uniti e Russia nelle missioni spaziali. A partire dal 2003 sono state lanciate ben 6 missioni Shenzhou (dalla 5 alla 10, quella partita ieri dalla base di Jiuquan) con umani a bordo.
Noi non sappiamo con certezza se le missioni le facciano nello spazio oppure nella piscina dietro casa, ma auguriamo in ogni caso ai cinesi che questa gli venga meglio della missione Shenzhou 7 (il video "Signora maestra, il cinese fa le bolle!" è del 2008).
In Italia arrivano notizie confuse sugli scandali esplosi ultimamente negli Stati Uniti riguardo alle intercettazioni telefoniche e alla violazione della privacy dei cittadini.
Uno dei motivi della confusione è dovuto al fatto che si tratta in realtà di diversi scandali separati, che sono venuti alla luce nell'arco di poco tempo, sovrapponendosi uno all'altro.
Il primo è stato quello denunciato dalla Associated Press qualche settimana fa, quando si venne a sapere che il ministero di giustizia (FBI) aveva acquisito di nascosto i tabulati di migliaia di telefonate fatte dai giornalisti della nota agenzia di stampa, nella primavera di quest'anno.
I giornalisti di tutta America protestarono compatti, gridando che la loro libertà professionale - e quindi la libertà di espressione in senso lato - venivano minacciate. La Casa Bianca sia giustificò dicendo che stavano cercando di scoprire la "gola profonda" che aveva fatto trapelare alla stampa alcune informazioni riservate sui fatti di Bengasi. E così, con la scusa nella "sicurezza nazionale", se la cavarono in qualche modo.
Poi ci fu la rivelazione che il governo americano raccoglieva indiscriminatamente dati sulle comunicazioni telefoniche di tutti cittadini americani che utilizzavano Verizon, una delle 3 più grandi società di telefonia degli Stati Uniti.
In questo caso la giustificazione del governo fu che "si tratta di un'azione resa legale nel 2012 ed approvata da ambedue i maggiori partiti del Parlamento". [...]
Ci voleva la morte di un nostro bersagliere per ricordarci che il nostro esercito è ancora presente in Afghanistan, come parte delle forze NATO di invasione.
Ufficialmente eravamo andati a "difendere" il nostro alleato americano da coloro che lo avevano "attaccato" l'11 di settembre 2001, ovvero l'organizzazione terroristica di Al-Queda, capitanata da Osama bin Laden. (Come è noto l'articolo 5 della NATO permette di intervenire a fianco di un alleato solo se questo sia stato precedentemente attaccato da forze ostili).
Non dimentichiamo quindi che - nonostante la bugia dell'11 settembre - ufficialmente il nostro nemico non sono mai stati i Talebani (il gruppo etnico-religioso che governava in Afghanistan nel 2001, e che si era addirittura offerto di consegnare bin Laden agli americani, se questi gli avessero mostrato le prove della sua colpevolezza per l'11 settembre), ma appunto l'organizzazione terroristica guidata dello sceicco saudita.
Ora, noi sappiamo bene che il vero Osama bin Laden è morto nel dicembre 2001, e che quella di Al-Queda fosse una scusa patetica, preconfezionata, per invadere una nazione di enorme importanza geostrategica come l'Afghanistan. Ma ora che è morto anche il finto bin Laden, e che Al-Queda è stata ufficialmente decimata, nemmeno la scusa di facciata regge più. Che cosa ci facciamo, quindi, ancora in Afghanistan? Perché nessuno ce lo spiega?
Se andiamo a leggere il sito della ISAF, la International Security Assistance Force della NATO ...
Il prezzo del cambiamento (lettera aperta a David Gramiccioli)
di Paolo Franceschetti
Caro David, la tua mancata elezione a consigliere comunale mi ha colpito molto e alcune cose in particolare non me le aspettavo neanche io. Mi ha colpito molto la storia della signora a cui hai fatto riavere suo figlio che non ti ha votato, e il mancato voto dei dipendenti dell’Idi che per un anno hai sostenuto in tutti i modi possibili.
So anche che tu non hai aiutato queste persone per avere il voto, anche perché solo negli ultimi mesi avevi deciso di candidarti, quindi il tuo aiuto è stato disinteressato, senza cercare ritorni. Però capisco la tua delusione.
Volevi organizzare da assessore la prima grande settimana della controinformazione, un grande evento in cui per una settimana parlavano tutti quelli che si occupano di informazione non di regime. Dei 150.000 ascoltatori della tua radio, non sei riuscito a prendere se non poche centinaia di voti.
A favore della tua mancata elezione vanno due fattori entrambi molto importanti. Il primo fattore è che molti dei tuoi potenziali elettori non sarebbero mai stati disposti a votare anche Alemanno; se concorrevi da solo indubbiamente avresti avuto molti più voti. Molte delle persone che conosco non sono state disposte a dare un voto ad Alemanno, nonostante si trattasse di votare anche te. Lo stesso Gioele Magaldi, leader di Grande Oriente Democrativo, consigliava voto disgiunto per te e per il sindaco, segno inquivocabile che molte persone apprezzavano te ma non lo schieramento con cui eri entrato.
La prima cosa che ho imparato. Il prezzo del cambiamento.
Ma c’è un secondo fattore molto più importante. Ed è il prezzo che ogni persona è disposta a pagare per il cambiamento, sia della società sia di se stesso. Come si fa per i prezzi di un supermercato, lascia che ti dica un po’ di prezzi che la gente paga per il cambiamento. Iniziamo dalle elezioni politiche nazionali.
La gente si lamenta, l’IMU, le tasse, Equitalia, la giustizia non funziona, gli ospedali non funzionano, ma al momento del voto la gente ha votato sempre gli stessi partiti, ...
TRASCRIZIONE DEL VIDEO:
Il cosiddetto "umanoide di Atacama" è un reperto trovato nel 2003 a Noria, nel deserto cileno dell'Atacama, da un abitante della zona, Oscar Muñoz.
Si tratta di uno scheletro di tipo umanoide mummificato, della lunghezza di soli 15 cm.
Come racconta Muñoz, il reperto si trovava sotto terra, avvolto in un panno bianco.
MUÑOZ: L'ho trovato a metà agosto, in questo posto. Stavo rovistando nella terra, quando mi è comparso questo involucro.
Non è stato possibile stabilire l'età esatta del reperto, ma in base alla zona archeologica in cui è stato trovato si ritiene che debba essere stato sepolto da almeno un centinaio di anni. [...]
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