Ci voleva la morte di un nostro bersagliere per ricordarci che il nostro esercito è ancora presente in Afghanistan, come parte delle forze NATO di invasione.
Ufficialmente eravamo andati a "difendere" il nostro alleato americano da coloro che lo avevano "attaccato" l'11 di settembre 2001, ovvero l'organizzazione terroristica di Al-Queda, capitanata da Osama bin Laden. (Come è noto l'articolo 5 della NATO permette di intervenire a fianco di un alleato solo se questo sia stato precedentemente attaccato da forze ostili).
Non dimentichiamo quindi che - nonostante la bugia dell'11 settembre - ufficialmente il nostro nemico non sono mai stati i Talebani (il gruppo etnico-religioso che governava in Afghanistan nel 2001, e che si era addirittura offerto di consegnare bin Laden agli americani, se questi gli avessero mostrato le prove della sua colpevolezza per l'11 settembre), ma appunto l'organizzazione terroristica guidata dello sceicco saudita.
Ora, noi sappiamo bene che il vero Osama bin Laden è morto nel dicembre 2001, e che quella di Al-Queda fosse una scusa patetica, preconfezionata, per invadere una nazione di enorme importanza geostrategica come l'Afghanistan. Ma ora che è morto anche il finto bin Laden, e che Al-Queda è stata ufficialmente decimata, nemmeno la scusa di facciata regge più. Che cosa ci facciamo, quindi, ancora in Afghanistan? Perché nessuno ce lo spiega?
Se andiamo a leggere il sito della
ISAF, la International Security Assistance Force della NATO ... ... ci dicono che i militari italiani "collaborano con le forze di sicurezza nazionali afghane e con importanti organizzazioni, e conducono continue operazioni per dare supporto alla sicurezza, aumentare la stabilità e aiutare nelle opere di costruzione, mentre si focalizzano sullo sviluppo e sulla governabilità, in modo da garantire un ambiente sicuro per una pace sostenibile".
Ma allora non stiamo più combattendo Al-Queda! Lo dice il sito stesso della NATO.
Quello che stiamo facendo adesso si chiama, in termini molto più semplici, "consolidamento del controllo militare su un territorio conquistato". Lo stiamo facendo - evidentemente - per mantenere al potere un governo installato da noi occidentali, e per impedire il ritorno al potere dei Talebani (che nel frattempo abbiamo gentilmente provveduto a rovesciare).
Quindi, in parole ancora più semplici, tutto questo si chiama "imperialismo".
Se quindi oggi sono i Talebani a tirarci le bombe, hanno perfettamente ragione a farlo. Quella è casa loro, e siccome loro (sempre ufficialmente, si intende) agli americani non hanno mai fatto niente, come NATO non abbiamo più nessun diritto di restare in Afghanistan, nè tantomeno quello di intrometterci nelle faccende di casa loro.
In conclusione: inizialmente, la nazione italiana ha partecipato all'invasione di una nazione straniera e sovrana, violando sfacciatamente la nostra Costituzione, e ora che non esiste più nemmeno la bugia di facciata che aveva permesso di aggirare questa violazione, il governo deve rendere conto della nostra presenza militare in un paese straniero.
Mi auguro quindi che fra le tante cose positive che i neoeletti del Cinque Stelle stanno cercando di fare in Parlamento - nonostante la cappa di silenzio mediatico che grava sulle loro azioni - trovino anche il tempo per fare una seria interrogazione parlamentare al capo del governo e al ministro della difesa sul ruolo effettivo del nostro esercito in Afghanistan.
Se poi il governo non risponderà - come probabilmente eviterà di fare - tanto meglio: sarà un elemento in più da aggiungere alla lista della spesa, al momento di fare i conti con questa legislatura.
Durante lo Tsunami Tour Beppe Grillo aveva detto chiaramente di non essere d'accordo con la nostre partecipazioni a imprese militari di conquista. È stato questo uno dei motivi principali per cui ho scelto di dare il voto al Cinque Stelle, e mi auguro sinceramente di avere altrettanti buoni motivi per tornare a darglielo, alla prossima tornata elettorale.
Massimo Mazzucco
PS: Mi è stato segnalato, ad articolo pubblicato, che i 5 Stelle hanno fatto oggi questo intervento al riguardo:
"Nessuno intende strumentalizzare l'ennesima tragedia in Afghanistan. Un abbraccio alla famiglia del capitano La Rosa (e una preghiera per chi ci crede) ma noi del 5 stelle da quando siamo entrati in Parlamento ci stiamo occupando di Afghanistan, di una sporca guerra ormai persa che spinge bimbi di 11 anni a diventare assassini e causa morti tra italiani e civili e ci fa buttare soldi che potremmo utilizzare per sostenere le nostre piccole e medie imprese. Questa guerra (come tutte del resto) e' una vergogna cosi' come e' vergognoso il pianto ipocrita di un'intera classe dirigente coinvolta nel conflitto piu' lungo del 900'. Vergognatevi e dimettetevi! Siete coinvolti, chi ha avallato e' responsabile. Facciamo tornare immediatamente i nostri soldati dall'Afghanistan, facciamolo per la pace, per il rispetto della costituzione e per iniziare ad occuparci da subito ad una exit strategy che consenta, finalmente, con la diplomazia e non con i droni di costruire la convivenza pacifica. Vogliamo la pace!!!!!Il 5 stelle vuole la Pace. Pace per tutti a cominciare dall'anima di giuseppe e di quel bambino costretto a scegliere l'orribile strada della violenza. Ora basta, basta, basta. Ministro Bonino batti un colpo e scegli la strada giusta, quella della vita, non quella degli interessi economici." ALESSANDRO DI BATTISTA.
Non è sul semplice ritiro delle truppe che bisogna insistere, oggi. Quello è implicito che debba avvenire al più presto.
La cosa più grave è che ci fu raccontata una bugia (che andavamo in Afghanistan con la NATO a combattere bin Laden e Al Queda), e ora che questa bugia è crollata il governo DEVE SPIEGARE perchè siamo ancora là.
Non possiamo permettere ai nostri governanti di mentirci, ogni volta che gli fa comodo, per poi non chiedergli conto delle loro bugie quando queste si rivelano tali.
Altrimenti continueranno a mentirci in eterno, come hanno sempre fatto fino ad oggi.
M.M.