ARNOLD HA VINTO. O MEGLIO, DAVIS HA PERSO. Ma una consolazione forse c'è.
di Massimo Mazzucco
8.10.03 - In Italia sono le 9 del mattino, in California è mezzanotte (di mercoledì), e l'ultimo seggio ha chiuso soltanto quattro ore fa, ma gli exit poll hanno già dato il verdetto irreversibile: circa il 55% dei votanti ha detto no al goverantore Davis, circa il 70% di questi ha poi scelto Schwartznegger come suo sostituto (si votava su due schede diverse, la prima "si o no a Davis", la seconda "chi vuoi, nel caso lui perda?"). Sull'esito del secondo voto non c'erano dubbi, Arnold era di gran lunga in vantaggio sui due rimpiazzi alternativi, il democratico Bustamente, attualmente già vice-governatore della California, e il repubblicano di destra McClintock, che era rimasto in gara più che altro per orgoglio di categoria.
E Davis avrebbe potuto anche sopravvivere al primo voto, se solo negli ultimi giorni non avesse commesso - lui che è in politica da quando è nato - un errore da principiante: proprio mentre il Los Angeles Times tirava fuori una numero sempre crescente di donne che testimoniavano di essere state molestate da Arnold (e i numeri di Arnold cominciavano a traballare), Davis non trovava di meglio che...
LA SETTIMANA DELLA TIGRE FEROCE. Un ennesimo esempio di distorsione del messaggio, a livello subliminale.
di Massimo Mazzucco
11.10.03 - La tigre è un animale feroce, la tigre è cattiva, la tigre mangia gli uomini. Questo lo sanno anche i bambini. E nessuno lo ha dubitato, quando la settimana scorsa il popolarissimo Roy Horn (foto), del noto duo di Las Vegas "Siegfried and Roy", è stato azzannato in diretta sul palcoscenico del Mirage, in una scena che il pubblico ha creduto parte dello spettacolo finchè non ha visto il sangue schizzare dall'aorta tranciata dello showman inanimato. Mentre a New York, due giorni fa, un tizio si è presentato all'ospedale, per farsi medicare delle ferite che ha dichiarato essere da pittbull, mentre si è poi appurato che gliele avesse inferte la tigre di due anni che si stava tranquillamente allevando... nel salotto di casa sua (foto sotto). Questi due episodi hanno subito generato una serie di servizi, in TV e sui giornali USA, tutti basati sullo scontatissimo tema del temibile animale predatore, della bestialità fuori controllo, della natura imprevedibile ed assassina. Ovvero, a livello subliminale, dell'impossibilità di convivenza pacifica tra uomo=civiltà=occidente e animale=tribalità=terzo mondo.
Siegfried e Roy sono la celeberrima coppia di illusionisti che...
VIZI PRIVATI E PUBBLICHE VIRTU DEI "BOYS" DELLA ENRON. Dalle stripper di Las Vegas ai rally nel deserto, tutto sul conto dell'investitore fiducioso.
di Massimo Mazzucco
Tra le tante piccole cose che torneranno a perseguitare George Bush, al momento cruciale della rielezione, vi sarà anche quella famosa pacca sulla spalla data ad un party a Kenneth Lay (foto all'interno), l'allora presidente della Enron, mentre lo chiamava "Kenny Boy" con tono decisamente paternalistico. Come dire, ti abbiamo creato noi, ragazzo. Per chi non avesse seguito, Enron è stato lo scandalo più grosso dell'era post-capitalistica, nel quale la società-gioiello - lume e nume di tutte le corporations - esplodeva in una bolla di sapone con la scoperta di buchi in bilancio grossi come il traforo del Monte Bianco. Con la consolazione finale di vedere tutti i superboss autoliquidarsi in gran fretta - con assegni milionari - mentre i normali investitori vedevano sfumare il loro sogno di ricchezza insieme ai fondi pensionistici pazientemente accumulati in tanti anni.
Mentre ora sono in corso mille azioni legali, ciò che è emerso di recente rischia di avere l'effetto di un fiammifero in una cisterna di benzina: per gli investitori rimasti sul lastrico infatti, una cosa è vedere i propri soldi scomparire in un astratto gioco di scatole cinesi, un'altra è vederli ricomparire tondi tondi a saldo delle prestazioni, molto più tangibili....
QUANDO SI FANNO LE PENTOLE MA NON I COPERCHI. Un errore psicologico punta l'indice verso il vero responsabile?
di Massimo Mazzucco
15.10.03 - E' passata circa un'ora, e la notizia dell'attentato alla jeep americana di Gaza ha già fatto il giro del mondo. E per chi sospetta, ormai da tempo, che gli attentati in Palestina caschino sempre un pò troppo a favore di Sharon, questo è solo un ennesimo episodio da aggiungere alla collezione già ricca di eventi significativi, anche se resteranno probabilmente per sempre da dimostrare.
In questo caso infatti si trattava di ispettori americani (3 morti e 1 ferito grave), giunti a Gaza dopo lunga insistenza dei palestinesi, a fare da osservatori "neutrali" (nel paese dei ciechi...) sullo sviluppo degli eventi in quella zona. I palestinesi avevano quindi tutto l'interesse a proteggerli, casomai, mentre ne avrebbe avuto altrettanto Sharon a vederseli sparire di mezzo al più presto, per non vederli tornare mai più. E' dal tempo di Jenin infatti che ormai Sharon rifiuta apertamente qualunque supervisore estero, USA, ONU o europeo che sia, e i motivi non dobbiamo certo farceli spiegare da lui. Ma mentre lui ha recitato perfettamente la sua parte ...
IL MAL DI SPAZIO HA CONTAGIATO ANCHE L'UOMO DI PECHINO. Con sorpresina in serbo per un miliardo di connazionali
di Massimo Mazzucco
15.10.03 - Sarà un caso, ma dall'inizio della presidenza Bush il mondo sembra tornato improvvisamente indietro di quarant'anni. E' ripartita la corsa agli armamenti nucleari, la logica dei blocchi (con le dovute variazioni) ha ripreso il posto della distensione internazionale, e adesso pure i cinesi si sono messi in testa di andare sulla Luna. Loro, dicono, per restarci.
Partiti per la corsa allo spazio con una ventina di minuti di ritardo, i cinesi sono riusciti a prendere da ciascuna delle superpotenze il peggio che avessero da offrire: dagli Stati Uniti, l'orgoglio nazionale; dalla ex- Unione Sovietica, i disegni per la caspsula spaziale.
Quella specie di caffettiera che vedete nella foto...
Le bare che escono dalla pancia del C-130, avvolte dal tricolore, sono quelle di un surreale parto all’incontario, reso ancor più agghiacciante dai vapori silenziosi dei vivi che galleggiano nella fredda notte di Ciampino.
Nella fredda notte della nostra civiltà.
Partiti per aiutare coloro che sono più disperati e bisognosi di noi, sono morti dilaniati, dissanguati e soprattutto soli, in un posto lontano da casa che tre mesi fa nemmeno conoscevano. Mentre la vista ti si annebbia, il dolore ti trafigge da ogni parte, il caldo sale a vampate da tutto il corpo, ti resta solo qualche attimo confuso per domandarti, per cercare almeno di capire, per riuscire forse soltanto a capire di non avere capito.
Sputi sabbia e sangue insieme, e mentre ti tieni in mano le budella calde ti domandi: ma perchè? Chi sono coloro che mi hanno mandato qui? Cosa volevano da me? Non stavo forse facendo il mio dovere? Non stavo aiutando questa gente...
di Massimo Mazzucco
di Massimo Mazzucco
Ma lo sapevate, voi, di essere seduti su una vera e propria bomba a orologeria? Io quando ho saputo che ci sono cellule terroristiche in tutta Italia, all'inizio non ci volevo credere. Ma quando mi hanno detto che proprio da Milano partono i kamikaze che vanno a immolarsi in Iraq, ho fatto direttamente le valigie, ho preso moglie e figli, e sono scappato in una remota località del Cuneese (lì ci sono intere vallate di protestanti, isolate dal mondo, e i mussulmani non ci mettono piede. Alla peggio ci convertiremo.)
Una volta sistemata la famiglia, sono andato all’ edicola locale, per cercare di capire meglio. Lì però ho scoperto che ricevono solo due giornali: l’Unità, che mi hanno detto, "copre tutta la sinistra", e il Corriere, che copre tutto il resto. Li ho presi tutti e due, li ho messi uno accanto all’altro, e man mano che leggevo ci ho messo qualche appunto. Ecco quello che è venuto fuori: ...
[size=small]Dall’Honduras a New York,
in nome degli sfruttati di tutto il Centroamerica.[/size]
di Massimo Mazzucco
Si chiama Lydda Gonzales, ha dicciannove anni, e pesa meno di cinquanta chili scarsi, ma la rabbia dentro deve essere enorme, per riuscire a fare quello che ha fatto.
Da tredici mesi impiegata in uno “sweatshop” – i laboratori tessili, di cui il centroamerica è pieno, che producono tonnellate di capi per i colossi commerciali americani – all’ennesima umiliazione da parte del proprio capo non ce l’ha più fatta, ha protestato, ed è stata naturalmente licenziata in tronco.
Ma invece di tornare a casa a piangere la propria disperazione, come tanti, Lydda ha fatto la valigia...
UN ANNO IN SETTE FOTOGRAFIE
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