IL MAL DI SPAZIO HA CONTAGIATO ANCHE L'UOMO DI PECHINO. Con sorpresina in serbo per un miliardo di connazionali
di Massimo Mazzucco
15.10.03 - Sarà un caso, ma dall'inizio della presidenza Bush il mondo sembra tornato improvvisamente indietro di quarant'anni. E' ripartita la corsa agli armamenti nucleari, la logica dei blocchi (con le dovute variazioni) ha ripreso il posto della distensione internazionale, e adesso pure i cinesi si sono messi in testa di andare sulla Luna. Loro, dicono, per restarci.
Partiti per la corsa allo spazio con una ventina di minuti di ritardo, i cinesi sono riusciti a prendere da ciascuna delle superpotenze il peggio che avessero da offrire: dagli Stati Uniti, l'orgoglio nazionale; dalla ex- Unione Sovietica, i disegni per la caspsula spaziale.
Quella specie di caffettiera che vedete nella foto... ... non è che il predecessore della capsula spaziale, costruita sulla falsariga delle Soyuz, in cui in questo momento un eroico cinese sta girando intorno alla terra, convinto che tutto il mondo si stia preoccupando esclusivamente del suo ossigeno e di cosa ha mangiato per colazione. Per quel che riguarda l'orgoglio invece, siamo giusto nel 2003, e la notizia per il mondo è che entro la decade sulla Luna vedremo gli occhi a mandorla. Quando fu proprio nel 1963, che Kennedy lanciò la sfida a Kruschev, con la storica frase "by the end of the decade we will put a man on the Moon".
Peccato che quello di Kennedy fosse un enorme bluff, fatto talmente bene, ed in maniera così plateale, da aver tagliato ai Russi ogni possibilità di dire "Non è vero, non è possibile andarci", perchè ormai - per quanto verità incontrovertibile - avrebbe suonato solo come la volpe con l'uva. Geniale la mossa spiazzante, e ben riuscita, almeno per quei tempi, la messinscena di cartapesta. (Oggi davanti a quelle foto non ci casca più nemmeno mio figlio di 10 anni, ma nel frattempo il muro di Berlino è diventato una enorme macchinetta della Coca-Cola).
Ma i cinesi, lo sapranno che non si può? Certo, devono saperlo: chiunque abbia completato un corso per corrispondenza della Radioelettra sa benissimo che alle fasce di Van Allen - la micidiale cintura di radiazioni che avvolge la terra da polo a polo - non ci si può nemmeno avvicinare da lontano. La fascia si trova a circa 25 chilometri di altezza da terra, e quando una volta lo shuttle, che gira a circa metà della distanza, ha provato ad avvicinarsi solo di un paio di chilometri, gli astronauti hanno raccontato di aver visto l'intera struttura diventare luminosissima, rosso-fosforescente, e di aver continuato a emettere una strana luminosità anche per molte ore dopo essere precipitosamente ridiscesi a quota di crociera.
Immaginatevi quindi nel '68, i tre allegroni Armstrong, Aldrin e Collins, che attraversano le fasce per intero, andata e ritorno, cantando cori di montagna in quel ridicolo tappo di latta che era la capsula Apollo. (Nessuno si è mai chiesto perchè gli americani, prima di mettere il piede fuori dall'atmosfera, ci avessero mandato Laika e Koko - la cagna e la scimmia - mentre prima di attraversare le micidiali fasce non ci abbiano mandato nemmeno un lombrico imbalsamato?)
Il problema adesso sarà dirlo al miliardo di cinesi gasatissimi, che stanno già facendo a gara per poter essere i primi a sovrappopolare anche il nostro satellite tumefatto.
Verrà mai un giorno in cui l'umanità smetterà di farsi menare per il naso da quattro deficienti alla volta, e comincerà ad usare di ciascuno il proprio cervello?
Massimo Mazzucco
* Per un'immagine chiaramente falsa di Armstrong sulla Luna, vedi i commenti all'articolo:
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