Un recente articolo di Marco Ventura su La Stampa, intitolato “Alt ai negazionisti”, sta scatenando un piccolo temporale estivo attorno al caso Moffa e alla querelle sul negazionismo in genere.
Forse impaziente di andare in ferie, Ventura ha pensato bene di fare di ogni erba un fascio, collegando molto disinvoltamente chi critica la versione ufficiale dell’undici settembre ad un generico “negazionismo,” che egli collega altrettanto disinvoltamente al cosiddetto “antisemitismo”. Che Aristotele lo perdoni.
Il pezzo di Ventura, come ogni altro esempio di giornalismo dozzinale, andrebbe elegantemente ignorato, non fosse per le leggi vigenti, che trasformano le sue affermazioni in accuse di reato vero e proprio, e rendono quindi a loro volta ipotizzabile un reato di calunnia da parte sua.
E’ il caso del sottoscritto, che viene citato con nome e cognome nell’articolo, insieme a questo sito e agli amici di Faremondo:
“La galassia negazionista spazia dal marxismo filopalestinese antimperialista dell'africanista Moffa al marxismo bordighista di Cesare Saletta, dal leninismo dei seguaci del generale Pasti ai «giuristi democratici» castristi di Carbonelli, dal radicalismo pacifista della rivista Giano di Luigi Cortesi ai siti filo-iraniani come www.vho.org e al revisionismo dell'11 Settembre che lo attribuisce a una congiura di sionisti e Cia. È il caso del fotografo e regista Massimo Mazzucco animatore da Los Angeles di luogocomune.net, ma anche del gruppo Faremondo di Bologna e della piemontese non profit Scholè futuro per l'educazione alla «sostenibilità sociale e ambientale», ...
Con questa intuizione folgorante, “il mezzo è il messaggio”, Marshall McLuhan aveva catturato, più di 40 anni fa, la quintessenza del nascente mondo della comunicazione globale.
Un mondo, che noi ben conosciamo, nel quale una realtà parallela ci osserva e si fa osservare dallo schermo televisivo, con una tale persistenza e capacità di penetrazione da apparirci spesso più reale del mondo reale.
Naturalmente, la macchina televisiva ha continuamente bisogno di inventare storie da gettare nel grande tritacarne del telegiornale permanente. E così ieri a Phoenix, nell’ennesimo tentativo di costruire una notizia che di per sè non esisteva, due elicotteri della televisione si sono scontrati in aria, diventando notizia loro stessi.
Quella di seguire in diretta, dall’elicottero, una qualunque fuga da un qualunque negozio di un qualunqre rapinatore di caramelle, è diventata una moda sin dal giorno in cui O.J. Simpson fuggì sulla sua Bronco bianca, per non essere arrestato dopo l’omicidio della ex-moglie, di cui si scoprì poi essere il colpevole. Fu soprannominato lo “slow-motion chase”, “l’inseguimento al rallentatore”, perchè i poliziotti avevano l’ordine assoluto di non sparare, ...
In una sconosciuta cittadina del Massachussets si sono riuniti 80 teologi, laici e preti di almeno 5 diverse denominazioni evangeliche, per trovare una risposta alla più antica domanda che ogni credente si pone di fronte alle umane tragedie: se Dio esiste, perchè il Male?
La loro ricerca è dettata dalla necessità di trovare a loro volta un rimedio al progressivo spopolarsi delle chiese, dovuto alla assoluta incapacità di queste ultime di offrire un conforto spirituale a chi si rivolge a loro sconcertato dai più recenti accadimenti mondiali.
Tragedie come quelle dell’undici settembre, o i massacri nelle scuole come Columbine e Virginia Tech, rappresentano per l’americano medio dei veri e propri traumi emotivi, per i quali non trova parametri di riferimento, e di cui fatica quindi a capacitarsi anche dopo lunghissimi mesi di tormento.
Non a caso la sera dell’undici settembre Bush disse – o meglio, qualcuno gli mise in bocca – “from tonight we are a nation awaken to danger”, da stasera siamo una nazione risvegliata al pericolo.
In quel “risvegliata” sta il cuore del problema. Il vero dilemma degli americani sta infatti nel doversi rendere conto ...
Che cosa possono avere in comune un oscuro medico palestinese, una elegante signora francese, un colonnello arabo un po’ incartapecorito, cinque anonime infermiere bulgare, e un ex-ministro degli esteri austriaco che dal cognome sembra un incrocio fra un cioccolatino e una merenda per bambini?
Sembrano i personaggi di una dozzinale novella di spionaggio, scelti apposta per non c’entrare nulla l’uno con l’altro, e dare così quell’aria di “intrigo internazionale” a storie che solitamente si reggono in piedi, appunto, solo nei libri di spionaggio.
Invece le persone sono tutte vere, e il palcoscenico è quello delle prime pagine europee di ieri.
Già l’antefatto era poco chiaro: otto anni fa, il medico palestinese e le infermiere bulgare vengono accusati della Libia di avere iniettato sangue infetto da virus HIV a oltre 400 bambini. I sei, che si trovano in Libia, vengono arrestati, processati, e condannati a morte, pena che verrà poi commutata nell’ergastolo. Si fa un po’ di baccano in tutta Europa, qualcuno si domanda perché mai delle infermiere bulgare ...
di Claudio Negrioli
Nei giorni scorsi Hillary Clinton si è sentita accusare dal sottosegretario alla difesa, Eric Edelmann, di “favorire la propaganda nemica", solo per aver osato chiedere lumi al Pentagono riguardo all'esistenza o meno di un piano organizzato per il ritiro dall'Iraq.
Non è una accusa da poco, e può portare direttamente al carcere qualunque cittadino, specialmente se vista sotto la luce del "Patriot Act" o del "Defense Autorization Act" del 30 settembre 2006, promulgato dallo stesso Bush, che in caso di “generico grave pericolo” avoca a sè tutti i poteri, rendendolo di fatto un dittatore con potere illimitato sulla nazione e sui suoi abitanti.
Autorevoli voci, come quella del repubblicano ex vice-ministro al tesoro nell'amministrazione Reagan, Paul Craig Roberts, si levano per denunciare all'opinione pubblica USA, indifferente e mezzo addormentata, il pericolo concreto che nel giro di un anno la grande democrazia si possa sbarazzare dell'ingombrante fiaccola della libertà, sostituendola con uno scudiscio per percuotere i sudditi nel nuovo stato di polizia in mano al plenipotenziario dittatore Bush.
Lo stesso P.C. Roberts ha inoltre avvertito - e non è il solo a dire queste cose - che per ottenere una accelerazione che porti allo stato dittatoriale sono più che probabili una o più "false flag" (operazioni terroristiche sotto falso nome, ovvero “per conto terzi”), intese a terrorizzare la popolazione ...
Questa breve notizia (ANSA) fa da ottima introduzione all’articolo che segue: ieri i soliti terroristi marocchini (questi senza le virgolette, in quanto realmente di quella nazionalità), sono stati pizzicati a giocare al Piccolo Chimico nel retrobottega della solita moschea, dove ormai si arruolano regolarmente le truppe di una Al-Queda che esiste soltanto – per chi ha ancora la forza di informarsi personalmente - sulle copertine dell’Espresso e di Panorama. Siamo alla banalità più nauseante, nel tentativo ormai fin troppo palese di celare in qualche modo quella che è chiaramente una guerra di religione – più ideologica che spirituale - sponsorizzata volentieri da istituzioni che non vedevano l’ora di trovare scuse supplementari per abusare di un potere del quale già dispongono in grande abbondanza. (M.M.)
La temperatura é alta di Giorgio Codazzi
Nel misurare la febbre della "cività moderna", sembra che ultimamente la colonnina del mercurio stia salendo con incedere quotidiano.
Dice Padre Zanotelli, commentando la situazione generata dalla crescente pressione sociale: "La temperatura é alta". Gli fa eco da altri palchi un altro prete in prima linea contro i poteri forti malavitosi: Don Luigi Ciotti, che ripete: "La temperatura é alta".
Ma di che temperatura stiamo parlando? Non di quella del pianeta, certamente, anche se forse quello rimarrà l'argomento più discusso dell’estate, assieme al “terribile” estremismo islamico che ormai ci perseguita ovunque andiamo.
E' una temperatura che ha iniziato a salire molto prima, diciamo attorno alla fine degli anni ottanta, con la sensazione piuttosto generalizzata che "qualcosa stava per cambiare", con le stragi di via d'Amelio e di Capaci, che incernierano i rapporti nuovi fra la politica e la malavita, la nascita di Forza Italia e le prime timide prove di sistema bipolare all'italiana - in un sistema in cui la polverizzazione dei partiti garantiva la distribuzione del potere e delle ricchezze statali un pò a tutti - e che segna la nascita di quella casta insofferente al rispetto delle leggi, preoccupata più che al bene del cittadino al portafoglio dei pochi e rispettabili privati collusi con la malavita organizzata.
Stiamo parlando della temperatura dell'intolleranza, della xenofobia, e della sensazione generale che vi sia un nemico strisciante tra noi, ...
di Murray N. Rothbard (traduzione di Paxtibi)
Nel tentare di descrivere come una "società senza stato" – quindi, una società anarchica – potrebbe funzionare con successo, vorrei in primo luogo disinnescare due critiche comuni ma erronee di questo approccio. La prima è l'argomento per cui, nel provvedere a servizi per la protezione e la difesa come i tribunali, la polizia, o persino la legge in sé, starei semplicemente contrabbandando di nuovo lo stato all'interno della società in un'altra forma e che quindi il sistema che sto analizzando e sostenendo non è "realmente" l'anarchismo. Questo tipo di critica può farci soltanto scivolare in una infinita ed arida disputa sulla semantica. Lasciatemi dire fin dall'inizio che definisco lo stato come quell'istituzione che possiede una o entrambe (quasi sempre entrambe) le seguenti proprietà: (1) ottiene il suo reddito dalla coercizione fisica conosciuta come "tassazione"; e (2) afferma e solitamente ottiene un monopolio imposto dei servizi della difesa (polizia e tribunali) in un data zona territoriale. Un'istituzione che non possiede neanche una di queste proprietà non è e non può essere, conformemente alla mia definizione, uno stato. D'altra parte, definisco la società anarchica come una società dove non c'è possibilità legale per l'aggressione coercitiva contro la persona o la proprietà di un individuo. Gli anarchici oppongono lo stato perché ha la sua vera essenza in tale aggressione, vale a dire, l'espropriazione della proprietà privata per mezzo della tassazione, l'esclusione coercitiva di altri fornitori di servizi di difesa dal suo territorio e tutti le altre depredazioni e coercizioni costruite su questi fuochi gemelli dell'invasione dei diritti individuali.
Né è la nostra definizione dello stato arbitraria, dato che queste due caratteristiche sono state possedute da quelli che sono stati riconosciuti generalmente come stati nel corso della storia. Lo stato, tramite l'uso della coercizione fisica, ha arrogato a sé un monopolio ...