di Giorgio Mattiuzzo
C'è una triste tradizione che accompagna gli italiani dalla nascita della Repubblica ai giorni nostri: la tradizione dei misteri d'Italia. Una lunga serie di stragi, omicidi, attentati accomunati dal fatto di essere ufficialmente “irrisolti”, di non conoscerne i mandanti e di essere ognuno il tassello di un mosaico più grande che fu la “guerra dei mondi” combattuta tra il '48 e l'89.
Insieme ai misteri d'Italia, nel nostro Paese è nata anche l'informazione alternativa, non ufficiale (controinformazione, secondo il gergo dell'epoca). A distanza di tempo abbiamo visto che quello che la controinformazione allora sosteneva si è sostanziato in fatti concreti e realtà documentali che – se pur non hanno fatto giustizia – hanno certamente stabilito che le verità “ufficiali” partorite all'epoca erano menzogne. E lo si può dire grazie a sentenze e verbali di Tribunale che non lasciano molto spazio ai dubbi.
Uno degli ultimi misteri d'Italia è stato il G8 di Genova del 2001. Mentre la verità “ufficiale” veniva srotolata dai politici nei salotti buoni dell'informazione nazionale, l'enorme lavoro della controinformazione era già partito, producendo una versione “alternativa” affatto opposta alla vulgata politichese.
Finché si è trattato di opinioni diverse, poco spazio vi era per la parola definitiva. Ma – a distanza di sei anni da quei giorni – si è giunti ad alcuni punti fermi. E come è solito nella tradizione dei misteri d'Italia, ...
Se c’è una nuova legge che bisogna introdurre con urgenza non è quella dei due turni ministeriali, ma quella della “Violazione dei Principi Fondamentali della Logica e della Ragione”, senza i quali regrediremmo tutti allo stato animalesco.
Chi viola questi principi - in un qualunque scritto o discorso pubblico - deve essere immediatamente isolato dalla comunità, e incapacitato ad esprimersi con le parole per un determinato periodo di tempo. E durante la riabilitazione gli saranno permesse solo frasi molto brevi, con una sola congiunzione e al massimo due verbi transitivi. Rigorosamente proibiti gli aggettivi qualificativi e i superlativi di ogni tipo, che saranno autorizzati solo dopo aver scontato la pena per intero.
Prendiete ad esempio questo articolo, usciti ieri su TGCOm, e ditemi se riuscite a trovare un solo passaggio logico nella vertiginosa sequenza di MUTAZIONI GENETICHE da cui è costituito.
M.O.,mito bimbo-martire era falso - Dopo 7 anni: filmato costruito ad hoc
Sette anni dopo la diffusione delle immagini della sua fucilazione col padre sotto una pioggia di proiettili, il mito del bambino palestinese martire crolla. E si scopre che il filmato, mandato in onda su France 2, di Mohammed Al-Dura, fu costruito ad hoc per incolpare gli israeliani.
Benissimo, accettiamo la premessa. Il filmato fu costruito ad hoc per incolpare gli israeliani. Vediamo come:
Non sono solo i nostri ragazzini a tornare a scuola in questi giorni. Anche gli iracheni fanno vacanza d’estate, e tornano a scuola in autunno. O meglio, dovrebbero tornare.
Pare infatti che si stia registrando, in tutte le scuole del paese, un inatteso numero di defezioni, dovute in qualche modo all’escalation della violenza che nell’ultimo anno ha raggiunto picchi mai conosciuti prima.
All’inizio dell’invasione, nel 2003, leggevamo con ansia la singola notizia di un paio di soldati americani ...
[Questo è un classico caso, con pochissime informazioni disponibili, che richiede una approfondita “indagine” da parte degli utenti di LC.]
Tutto nasce dal recente “nuclear blunder”, lo scivolone nucleare in cui è incappata il 30 agosto scorso l’Aviazione Militare americana, quando si è saputo che un B-52 ha volato dalla base militare di Minot, nel Nord Dakota, a quella di Barksdale, in Louisiana, con cinque missili armati di testate nucleari appesi sotto le ali. Un pò come andare a fare la spesa con il lanciafiamme sottobraccio.
L'aereo infatti avrebbe attraversato mezza America violando le più elementari norme di sicurezza, in assetto da piena guerra atomica, mentre le procedure in tempi di pace richiedono che le testate siano trasportate separatamente dai vettori, e solo dopo una serie di verifiche e di interventi che in questo caso sono stati completamente saltati.
I militari naturalmente hanno subito comunicato che le testate “sono sempre state sotto il loro pieno controllo”, e che non sarebbero mai potute esplodere, nemmeno se l’aereo si fosse schiantato a terra. Per qualche motivo, però, dichiarazioni di questo tipo da parte dei militari trovano sempre meno gente disposta a credergli.
Ma il problema non sta tanto nel trasporto più o meno pericoloso degli armamenti, quanto nel fatto che sembrano essere già sei i militari che lavoravano a Minot ad essere morti di recente, ciascuno in un incidente separato.
L’accusa arriva dal gruppo attivista Citizens for Legitimate Government (Cittadini per un Governo Legittimo), ...
di Ashoka
Nel suo Elogio della follia, Erasmo da Rotterdam affermava che solo ai folli è concesso dire la verità ed in Shakespeare era proprio il giullare (il fool, ovvero il pazzo) a poter raccontare i fatti nella loro interezza e veridicità
Nel teatro moderno che è la televisione e nel caso dell'11 Settembre, questo ruolo non può che essere incarnato dalle migliaia di ricercatori che instancabilmente, da anni, analizzano nei minimi dettagli i fatti di quel giorno.
Sono stati necessari sei lunghi anni e le ricerche di questi nuovi giullari perché la CNN “ricordasse” di avere in archivio il video di un misterioso jet bianco che sorvolava la Casa Bianca, pochi minuti dopo l'attacco al Pentagono, e perché John King, che di quell'aereo era stato testimone in diretta, decidesse di realizzarne un servizio...
... ma soprattutto citare “i folli cospirazionisti di Internet” è necessario per poter affermare ciò che la CNN non potrebbe mai dire..
“Ho sempre pensato che questi aerei servissero proprio a quello, cioè da centro di controllo per gli attacchi dell'11 Settembre al nostro paese”
Il co-presidente della 9-11 Commission, Lee Hamilton, smentisce categoricamente questa ipotesi ...
Nel 1895 il pubblico parigino parlava estasiato di una nuova invenzione, il “cinematografo”, che permetteva loro di vedere su uno schermo gigante delle immagni in movimento. In realtà la strada per arrivare a quel risultato era stata molto lunga, e già da mezzo secolo si sperimentava, sia in Europa che negli Stati Uniti, con strani accrocchi, lanterne magiche e macchinari di ogni tipo, per riuscire a dare vita a una serie inanimata di fotografie.
Ma la proiezione dei fratelli Lumière, che mostrarono al pubblico la semplicissima scena dell’uscita degli operai da una fabbrica, passò alla storia come la prima proiezione pubblica in una sala cinematografica.
Sono passati poco più di cento anni, e il cinematografo rischia già di passare alla storia, all’interno di una rivoluzione mediatica che sta venendo alimentata sia dalla poderosa accelerazione tecnologica degli ultimi anni – prevedibile, questa, in quanto si alimenta dei suoi stessi progressi – ma anche dalla imprevediile comparsa di Internet, che rappresenta la variabile impazzita nel paradigma della comunicazione moderna.
Già l’intera industria musicale, qualche anno fa, ha dovuto rivedere daccapo i propri “parametri esistenziali”, per fronteggiare l’improvvisa esplosione del peer2peer, la copia diretta dei brani musicali fra utenti collegati in rete, ma ora tocca anche al cinema subire il contraccolpo della nuova dimensione telematica. Non stiamo però parlando delle copie pirata – problema analogo a quello delle canzoni, in Internet, poichè anche i film vengono copiati peer2peer - ma dell’intero ciclo di produzione, dalla ripresa al montaggio alla distribuzione.
Fino ad oggi, per realizzare un qualunque film da distribuire nelle sale, era necessario girarlo in pellicola, o comunque bisognava presentare il prodotto finito ...
Botta e risposta improvvisato su RSA con PAOLO BARNARD. QUI la registrazione.
[size=medium]PAOLO BARNARD HA RISPOSTO. [/size]QUI
°°°
Dopo quello firmato da Padre Benjamin, c’è un secondo documento che gira in rete in questi giorni, e che risulta particolarmente interessante per molti temi che ci riguardano da vicino.
E’ un “appello” che il giornalista Paolo Barnard ha rivolto, in forma impersonale, a tutti coloro che ancora non hanno rinunciato all’uso del cervello, e che in qualche modo si adoperano per cercare di vivere in un’Italia migliore di questa. E’ ormai evidente a chiunque, infatti, che la cosa sia non solo possibile, ma che stia diventando a questo punto indispensabile. Il problema è come riuscirci.
Quello di Barnard è un appello particolarmente lungo ed elaborato (che potete leggere QUI in versione integrale), per cui cercherò di riassumerlo, sperando di non stravolgerne il senso.
Partendo dal V-day di Grillo, che Barnard definisce semplicemente “terribile”, l’autore lancia “un grido per ostacolare la rovinosa deriva nella quale la Società Civile Organizzata italiana è franata”.
Dove per “Società Civile Organizzata si intendono – spiega Barnard - sia i pochi attivisti che i tanti simpatizzanti raccoltisi attorno ai Movimenti e ai gruppi di protesta italiani”.
Sembra quindi di capire che si riferisca al collettivo di coloro che in qualche modo in Italia “scendono in piazza“ - in maniera reale o figurata - leaders compresi.
Dopodichè Barnard afferma che questi leaders “sono riusciti a soffiarci del fumo negli occhi”, portandoci ad “autoconsegnarci all’irrilevanza”, “riducendoci a poca cosa”,
ROMA: L’avvocato Renato Gastaldi stava procedendo lentamente nel traffico cittadino, quando ha improvvisamente sentito delle urla alle sua spalle, mentre partivano delle raffiche di mitra. L’avvocato ha rapidamente fatto inversione di marcia, ma dopo pochi metri ha sentito un bruciore lacerante al petto: una pallottola gli aveva trapassato il polmone. Un secondo proiettile gli si è conficcato nell’intestino. Con uno sforzo disperato, l’avvocato ha continuato a guidare, ben cosciente del fatto che fermandosi sarebbe probabilmente morto dissanguato. Mentre si allontanava un terzo proiettile, sempre proveniente da dietro, gli ha frantumato il polso, mentre un quarto gli ha attraversato la scapola alla base del collo. Nonostante tutto l’avvocato Gastaldi è riuscito a portarsi fuori dalla zona di fuoco, ...
Ha decisamente colpito la lettera di Padre Jean-Marie Benjamin pubblicata ieri da Beppe Grillo, che qui riproponiamo. E’ un documento così lineare, così pulito e trasparente, così “cristiano” nella sua essenza invece che nella sua forma, che ci si domanda a questo punto dove sia finito il resto della cosiddetta “Chiesa di Cristo”. Che cosa potrebbe fare oggi un Ratzinger, con tutta la Chiesa unita dietro a lui, per mettere fine alla vergogna irachena, se solo applicasse con rigore la vera dottrina di cui si dice portatore? Perchè i veri cristiani non protestano, in ogni chiesa, in ogni sacrestia, o nella stessa Piazza S. Pietro, e non reclamano a gran voce che il Papa, i cardinali, e tutti i vescovi del paese facciano finalmente, una volta tanto, il loro dovere di cristiani? E perchè invece un padre Benjamin deve apparirci come un marziano, una specie di mosca bianca da studiare sotto l’ingranditore, solo perchè fa quello che il Vangelo gli impone di fare? M.M.
"Caro Beppe Grillo, sono padre Benjamin, non so se ti ricordi, nel marzo 2003 prima dell’aggressione americana contro l’Iraq, dicevo a “Porta a Porta” che non c’era in quel Paese nessuna arma di distruzione di massa, che era tutta una montatura di Washington per ingannare l’ONU e l’opinione pubblica.
Dicevo che se avessero invaso l’Iraq non avrebbero trovato nessuna arma di distruzione di massa, ma certamente un'eroica resistenza all’invasione. Mi hanno risposto con offese, ingiurie, calunnie e hanno dato ordine alle reti televisive e alle radio di non parlare dei miei libri e dei miei film sull’Iraq. Quando si dice la verità e i potenti Signori delle bugie non possono risponderti con altre menzogne, impiegano la denigrazione, l’insulto, la diffamazione.
Dio ti benedica, Grillo. Anche me hanno trattato da terrorista, perché dicevo la verità su quanto accadeva realmente in Iraq e denunciavo le menzogne dei “Signori delle Bugie” ...
Frustrati da decenni di soprusi ininterrotti, nati e cresciuti nello stesso ribollire di una spirale infinita di violenza, i palestinesi hanno iniziato a comprendere di essere in quel modo la causa involontaria dei loro stessi problemi.
Finché un palestinese lancerà un solo sasso, gli israeliani potranno sempre sostenere di mettere in atto la repressione “in difesa e a salvaguardia della propria sicurezza“.
Ma nel momento in cui i palestinesi perseguissero i loro diritti attraverso la strada della non-violenza, verrebbero a togliere agli israeliani la scusa stessa per trattarli come li stanno trattando ormai da decenni: prigionieri in casa propria.
E’ quello che è accaduto in un piccolo ma significativo episodio, l’altro giorno, sulla strada di Betlemme, ...
di Enrico Sabatino
Da più di un mese in Birmania è in corso una serie di manifestazioni di piazza contro la sciagurata decisione del 15 Agosto scorso da parte della giunta militare al potere di raddoppiare il prezzo della benzina e di quintuplicare il prezzo del gas per uso domestico, facendo così lievitare anche i prezzi delle tariffe dei trasporti pubblici e dei beni di prima necessità, medicinali compresi, e aggravando ovviamente le già disastrose condizioni economiche in cui versa la stragrande maggioranza del popolo birmano.
La giunta non ha dato alcuna motivazione per tale dissennata decisione, ma c’è chi dice che sia un pretesto per alimentare le proteste e quindi procedere a un nuovo giro di vite contro chi si batte per il ripristino della democrazia.
E’ purtroppo un fatto assodato da tempo in questa giunta il suo mix micidiale di violenza repressiva e pura idiozia. Oltre a derubare il Paese delle sue risorse naturali (gas, petrolio, legname e pietre preziose) svendendole all’estero per poi importare il prodotto raffinato a prezzi insostenibili a lungo termine, i generali al potere sono pure circondati da uno sciame di indovini ...
Leggi tutto: L’Italia dalle mille verità