Fra coloro che rifiutano la versione ufficiale dell’undici settembre, esiste anche una posizione intermedia, detta LIHOP (let it happen on purpose – lasciarlo succedere apposta), che è contrapposta alla più diffusa teoria MIHOP (make it happen on purpose - farlo succedere apposta).
La teoria LIHOP appare a moltissimi “indecisi” – cioè quelle persone che guardano all’11 settembre con onestà intellettuale, riconoscono la marea di indizi contari al governo USA, ma non riescono a concepire “una cosa così grossa” da parte degli americani - come un insperato “salvagente intermedio”, a cui aggrapparsi per non dover umiliare la propria intelligenza da un lato, ma in qualche modo salvaguardare il proprio equilibrio psicologico dall’altro. In realtà la LIHOP è una teoria inesistente, e fa ancora più acqua della versione ufficiale, per almeno tre motivi: a) è assolutamente inconsistente da un punto di vista logico; b) denota una totale ignoranza dei fatti accertati (questo senza farne una colpa a nessuno, sia chiaro); e c) rappresenta una follia totale da un punto di vista governativo.
Punto a): La mancanza di logica sta nel presupporre che il tuo peggiore nemico, per farti del male, ti faccia il miglior regalo del mondo. Ormai tutti conoscono i retroscena che hanno portato alla guerra in Afghanistan (gasdotto Unocal e “guerra dell’oppio”, principalmente, posizionamento geostrategico in secondo luogo), ma bin Laden di certo li conosceva molto da vicino. Quindi, una volta riconosciuto che l’attacco alle Torri Gemelle ha permesso di scatenare l’invasione dell’Afghanistan, e una volta riconosciuto che questo era l’obiettivo primario dei neocons già da oltre un anno, non si può in alcun modo sostenere che bin Laden abbia potuto organizzare quegli attacchi “per odio contro l’America”, come vorrebbe la versione ufficiale. O quindi il suo “nome” è stato usato a sua insaputa,
Nei primissimi filmati, sei anni fa, Osama bin Laden ci appariva come un canuto saggio della montagna, se non vicino all’ora dell’Illuminazione Finale, certamente più di là che di qua.
Man mano che passava il tempo, però, il suo volto ha ripreso colore, la pelle si è fatta più liscia, e nel famoso video “della barba parlante” le sue gote sembravano addirittura più paffute.
“Và che bel che l’è - avrebbe detto mia zia - el par gnianca lù!”
Era come se i successi di Al-Queda, che la CIA continuava a decantare nel mondo in sua vece, lo avessero in qualche modo rinvigorito. Lui infatti, uomo profondamente timido nonostante le apparenze, non ha mai osato rivendicare nulla in maniera diretta. Ha sempre contato sull’aiuto dei suoi ex-amici della CIA, che lo conoscono talmente bene che appena scoppia un petardo ai giardinetti si guardano e dicono: “Mmmmmh, questo mi sa che è lui di nuovo”.
Ogni tanto però anche Osama si incattivisce, e in quei casi diventa davvero terribile: solo nel gennaio 2005 io smisi di tremare, per la paura che mi aveva messo addosso il suo messaggio del novembre precedente, quando approfittò proprio delle elezioni presidenziali per annunciare al mondo nuovi sfracelli da capogiro. Poi probabilmente si deve essere accorto ...
di Giorgio Venzo
Il recente fermo di tre persone in Germania ed otto in Danimarca dietro l'accusa di progettare attentati terroristici ha scosso il dormiveglia della pigra Europa nella lotta al terrorismo. Il tam tam delle agenzie di stampa in queste ore è una staffetta d'aggiornamenti e commenti da parte di vari esponenti politici e portavoce d'intelligence tedeschi: grazie a loro alcuni particolari ormai sembrano assodati, altri invece restano ambigui.
Tra i primi svetta l'entità del pericolo scampato in Germania: il danno sarebbe stato maggiore di quelli a Londra e Madrid; l'attacco imminente era previsto verso l'11 settembre prossimo contro obiettivi quali l'aeroporto di Francoforte o la base militare USA di Ramstein. Anche il movente è stato svelato: l'odio profondo verso l'America. Inoltre, un'accurata indagine di controterrorismo ha reso possibile riconoscere negli arrestati non dei fanatici alle prime armi, ma addirittura dei professionisti molto pericolosi e ben addestrati: i Servizi Segreti tedeschi infatti li stavano spiando da sei mesi, in collaborazione con quelli americani, dopo il fermo d'uno di essi nel dicembre 2006.
A margine di queste certezze restano alcuni piccoli dettagli ancora poco chiari: i tre sono descritti dalla stampa come "sospetti terroristi", i loro obiettivi "possibili", l'affiliazione ad organizzazioni terroristiche è "presunta" in riferimento ad uno sfuggente "network internazionale" che li avrebbe manovrati. Lo stesso Ministro della Difesa tedesco parla ambiguamente ...
Era iniziata così, quasi per sbaglio, in un lontano giorno del 2007. Un gruppo di ministri era sceso in piazza per protestare contro alcune scelte del governo, e questo aveva messo in moto una lunga reazione a catena che ci ha portato fino alla situazione in cui viviamo oggi.
Normalmente, a quei tempi, le manifestazioni di piazza avevano uno scarso effetto, ed erano considerate più che altro un simpatico retaggio del passato (c’erano ancora molti cittadini che “avevano fatto il sessantotto“, e ricordavano con un sorriso nel cuore il cosiddetto “autunno caldo”). Ma, che scendessero in piazza pacifisti, macellai o farmacisti, di solito non cambiava mai nulla: un paio di minuti al TG, un paio di colonne sulla prima del Corriere - tanto per far finta che la gente contasse qualcosa - e poi tutti sotto a lavorare, esattamente come prima, per il bene di nonsiemaicapitochi.
Ma quella volta fu diversa: nel 2007, a manifestare in piazza erano scesi dei ministri, e questo aveva posto i cittadini di fronte ad una situazione a dir poco sconcertante: nemmeno Bertrand Russel, l’inventore dei più noti paradossi al mondo, ...
E’ in uscita (Piemme Editrice) il libro “Zero. Perchè la versione ufficiale sull'11 settembre è un falso”, lavoro collettivo sull’undici settembre ideato e curato da Giulietto Chiesa e Roberto Vignoli. A quel che ci risulta, è il primo libro che raccoglie voci diverse – tutte di massimo livello - da paesi diversi del mondo, dando finalmente peso e consistenza a un movimento collettivo nel quale il denominatore comune è, prima ancora della ricerca della verità sui fatti di quel giorno, il rifiuto categorico della menzogna come strumento di potere e di manipolazione della realtà, e quindi della società.
Quello che è stato messo in gioco, con l’undici settembre, non è soltanto un delicato equilibrio di forze a livello geopolitico, ma la nostra stessa possibilità di vivere in un mondo nel quale ciò in cui crediamo, ciò per cui lottiamo, ciò di cui discutiamo, corrisponda effettivamente a ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi. Una volta persa la correlazione fra conoscenza e realtà, rimarremmo solo dei fantasmi che si aggirano come folli alla ricerca di una via d’uscita in un universo del tutto sconosciuto. (M.M.)
Quella che segue è l’introduzione del libro, firmata dallo stesso Chiesa.
INTRODUZIONE
di Giulietto Chiesa
La ragione principale che mi ha spinto a promuovere questo lavoro collettivo risiede nella mia profonda convinzione, che so essere condivisa da tutti coloro che vi hanno preso parte, che l’11 settembre è stato non solo un colossale inganno, perpetrato ai danni dell’intera umanità, ma che esso è stato ed è un’arma di tremenda potenza puntata contro la pace mondiale e i cui effetti – se non impediti – potrebbero mettere in causa la stessa sopravvivenza di milioni e perfino di miliardi di individui.
Come è stato detto autorevolmente, la verità sull’11 settembre non la conosceremo mai: non nei prossimi cento anni almeno. E questa realistica affermazione già implicitamente contiene l’ipotesi ...
L’AVVISO di KENNEBUNKPORT
(Segue il testo originale)
Al popolo americano, e a tutti gli individui amanti della pace nel mondo:
Siamo a conoscenza di pesanti indizi che suggeriscono come i sostenitori, i controllori, e gli alleati del Vice-Presidente Dick Cheney abbiano intenzione di imbastire e mettere in atto un nuovo evento terroristico come l’11 settembre, e/o una nuova provocazione bellica, simile al Golfo del Tonchino, nelle prossime settimane o nei mesi a venire.
Tali eventi verrebbero usati dall’amministrazione Bush come pretesto per scatenare una guerra di aggressione contro l’Iran, molto probabilmente con armi nucleari, e per imporre un regime di legge marziale qui negli Stati Uniti.
Ci appelliamo alla Camera dei Deputati perchè proceda al più presto con la incapacitazione (impeachment) di Dick Cheney, come misura urgente per evitare una guerra ancora più ampia e catastrofica. Una volte che il processo di impeachment fosse iniziato, sarebbe più facile per gli ufficiali leali e fedeli alla nazione rifiutarsi di eseguire ordini illegali da parte della squadra di Cheney.
Avvisiamo in maniera perentoria la gente di tutto il mondo che qualunque attacco terroristico con armi di distruzione di massa che avesse luogo, ...
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