Fra coloro che rifiutano la versione ufficiale dell’undici settembre, esiste anche una posizione intermedia, detta LIHOP (let it happen on purpose – lasciarlo succedere apposta), che è contrapposta alla più diffusa teoria MIHOP (make it happen on purpose - farlo succedere apposta).
La teoria LIHOP appare a moltissimi “indecisi” – cioè quelle persone che guardano all’11 settembre con onestà intellettuale, riconoscono la marea di indizi contari al governo USA, ma non riescono a concepire “una cosa così grossa” da parte degli americani - come un insperato “salvagente intermedio”, a cui aggrapparsi per non dover umiliare la propria intelligenza da un lato, ma in qualche modo salvaguardare il proprio equilibrio psicologico dall’altro. In realtà la LIHOP è una teoria inesistente, e fa ancora più acqua della versione ufficiale, per almeno tre motivi: a) è assolutamente inconsistente da un punto di vista logico; b) denota una totale ignoranza dei fatti accertati (questo senza farne una colpa a nessuno, sia chiaro); e c) rappresenta una follia totale da un punto di vista governativo.
Punto a): La mancanza di logica sta nel presupporre che il tuo peggiore nemico, per farti del male, ti faccia il miglior regalo del mondo. Ormai tutti conoscono i retroscena che hanno portato alla guerra in Afghanistan (gasdotto Unocal e “guerra dell’oppio”, principalmente, posizionamento geostrategico in secondo luogo), ma bin Laden di certo li conosceva molto da vicino. Quindi, una volta riconosciuto che l’attacco alle Torri Gemelle ha permesso di scatenare l’invasione dell’Afghanistan, e una volta riconosciuto che questo era l’obiettivo primario dei neocons già da oltre un anno, non si può in alcun modo sostenere che bin Laden abbia potuto organizzare quegli attacchi “per odio contro l’America”, come vorrebbe la versione ufficiale. O quindi il suo “nome” è stato usato a sua insaputa, ... oppure si è prestato intenzionalmente a recitare il ruolo dell’orco cattivo. Ma in ogni caso, chiunque abbia organizzato quegli attentati, non poteva non sapere che stava facendo ai neocons il più grande regalo del mondo, e soprattutto non poteva non sapere che stava nel frattempo condannando l’Islam ad anni e anni di sofferenza inutile.
Come infatti è avvenuto, e continua ad avvenire ogni giorno.
Punto b): Il coinvolgimento di certi livelli governativi USA nella formazione, crescita e protezione dei futuri “terroristi” è ormai ampiamente dimostrato. Il Pentagono, ad esempio, ha bloccato informazioni che avrebbero permesso di arrestare Atta addirittura un anno prima degli attentati (caso Able Danger), mentre l’FBI ha, nella migliore delle ipotesi, permesso l’attentato al WTC del ’93, e nella peggiore - e più probabile - lo ha addirittura organizzato. Di fatto, sono stati loro a fornire a Ramzy Youssef la bomba che fu utilizzata nella Torre Nord, facendo sei vittime e duecento feriti. Sta sul New York Times, e sta sul Chicago Tribune, ma i nostri giornalisti quei quotidiani evitano di leggerli (vedasi caso Bellasio, il vicedirettore del Foglio che a Matrix cascò dalle nuvole sull’argomento).
Diventa quindi un pò lunghetta, questa ipotetica “attesa consenziente” che presume la teoria LIHOP, mentre i fatti dimostrano che non è stata affatto una attesa “passiva”, ma una collaborazione vera e propria. In lingua italiana si chiama quindi complicità.
Anzi, a questo punto bisogna cercare di capire quanta volontà effettiva ci sia stata da parte dei famosi “dirottatiori”, in quanto altettante indicazioni suggeriscono che siano stati loro i ”burattinati” di turno.
Basti pensare che alcuni di loro hanno addirittura preso lezioni di volo presso gli stessi centri della CIA (chissà cosa gli hanno raccontato, per convincerli a farlo):
Oppure che il consolato USA in Arabia Saudita ha facilitato in tutti modi i visti di ingresso a buona parte dei dirottatori, ignorando spesso i normali criteri di sicurezza.
Oppure ancora che Mohammed Attà ha ricevuto centomila dollari dal capo dei servizi segreti pakistani (quindi dalla CIA) solo una settimana prima degli attentati.
Che razza di “nemici” sarebbero, questi?
Punto C): C’è infine un aspetto che riguarda la sicurezza nazionale, e che rende la teoria LIHOP del tutto insostenibile. Lo spiega molto bene David Shyler, ex-agente dei servizi segreti inglesi, e noto whistleblower sul 9/11:
David Shyler: C'è gente che pensa che il governo americano semplicemente "l'abbia lasciato succedere". Questa è conosciuta come la posizione LIHOP. Ma io ritengo che sia una stupidaggine. Se vieni a sapere in anticipo, ad esempio, che dei terroristi intendono abbattere degli aerei contro degli edifici, non puoi permettergli di portare a termine l'operazione per i tuoi fini, perchè potrebbero non portare affatto a termine quell'operazione, ma ad esempio abbattere gli aerei su un impianto nucleare, come quello che c'è vicino a New York, provocando un disastro di dimensioni che non sei assolutamente in grado di prevedere. Se quindi intendi permettere a degli islamici di fare quegli attentati, se intendi aiutarli, devi per forza avere quell'operazione in qualche modo sotto controllo. E l'unico modo di averla sotto controllo è quello di avere elementi del governo americano che prendono parte alla cospirazione. E questa è la versione del 9/11 che noi chiamiamo MIHOP. (Lo hanno fatto succedere apposta).
La fatica a comprendere il 9/11, per molti di noi, non sta affatto nella “enormità“ del gesto, ma nella nostra ristrettezza di visione nell’inquadrarlo all’interno di logiche che sono più grandi di noi: è proprio su questa incapacità di visione che gli stessi autori degli attentati contavano nel pianificarli in maniera così cinica, e persino spudorata.
Come scrisse qualcuno, “i segreti piccoli sono i più difficili da mantenere. Per quelli grandi basterà sempre l’incredulità della gente”.
Massimo Mazzucco
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