Un recente thread ha messo in evidenza un fenomeno che già da tempo si manifestava su luogocomune, e che io ritengo meriti una seria riflessione da parte di tutti coloro che partecipano ai commenti. Chiamiamolo, per comodità di termini, “cristallizzazione delle idee”.
Altri lo chiamano dogmatismo.
Sempre più spesso si manifesta, specialmente negli utenti più anziani (per data di iscrizione, intendo), una forma di insofferenza verso gli argomenti “di grande respiro” che tornano, ciclicamente, nelle nostre discussioni. Non si può nominare Dio, senza che arrivi il “solito ateo” a stampigliare il thread in grassetto con le parole “Dio non esiste”. Non si può parlare di ciclo produzione-consumo, senza che arrivi il solito “economista” a spiegarci che è lo stato l’origine di tutti i mali. Non si può parlare di Satana, inteso come simbolo allegorico, senza che arrivi la solita orda di castigatori che vede la Massoneria nascosta persino fra le lenzuola del proprio letto. Non si può parlare di elezioni, senza che arrivi il solito “anarchico” a dire “coglioni tutti voi che avete votato”. Non si può parlare di “noi italiani”, senza che arrivi il solito “apolide” a ricordarci che lui non c’entra, che lui è più furbo degli altri, che lui vive in un eremo e non “nella comunità”, anche se alla fine prende il tram come tutti noi. Non si può nominare la medicina alternativa, senza che arrivi il solito “scientifico” a dirci che “l’omeopatia non funziona e basta”.
Ma il vero problema, in tutto questo, è che il riferimento a Dio non stava affatto in un articolo che parlava dell’esistenza di Dio, ma dello status mentale degli americani di oggi. Il riferimento al ciclo produzione-consumo non stava affatto in un articolo... ... che parlava della genesi del capitalismo, ma nel medesimo articolo sullo status mentale degli americani di oggi. Il riferimento a Satana non stava in un articolo sulla storia della Massoneria, ma magari era una battuta sulla forma del fumo che esce dalle Torri Gemelle. Il riferimento alle elezioni non stava in un articolo sull’opportunità di votare o meno, ma magari si parlava dell’ultimo turno elettorale in Uzbekistan. Il riferimento all’italianità non stava in un articolo dove si discutesse del tragitto culturale del nostro paese, ma magari era una battuta del tipo “a noi italiani piace mangiare e bere”. E il riferimento alla medicina alternativa non stava in un articolo dedicato, appunto, alle cure alternative, ma magari in un semplice parallelo con l’informazione alternativa, che dovrebbe invece essere definita “ufficiale”.
Ovvero, molto spesso, “basta la parola”. Basta la parola, per veder scattare una sequenza automatica di pensieri e frasi fatte che lascia letteralmente inorriditi.
In un articolo di qualche tempo fa avevamo parlato di scivoli mentali: “Fritz Springmeier, una delle menti pensanti del Tavistock Institute, sostiene che un certo condizionamento di massa può produrre nei nostri cervelli delle specie di passaggi obbligati, fissi, localizzati in punti cruciali del percorso mentale, che scattano in presenza di un certo stimolo, invariabilmente e sempre nello stesso modo. Il termine d'uso per questi meccanismi è "slides" (non nel senso di "diapositive", ma di scivoli, di imbuti, di condotte forzate) e sarebbe stato coniato dai ricercatori di scienze comportamentali della CIA. La funzione di questi "slides" sarebbe di mandare in cortocircuito le capacità analitiche del soggetto, una volta giunte in prossimità di certi argomenti specifici. Ad esempio - sostiene Springmeier - di fronte alla parola "cospirazione", nel soggetto scatta automaticamente una valenza negativa, di rifiuto incondizionato, che si associa all'oggetto del ragionamento, e che lo porta ad essere respinto senza ulteriori elaborazioni."
A questo, sarebbe servito Luogocomune? Una palestra delle idee, senza se e senza ma, che diventa addirittura una fucina di preconcetti non solo indelebili ma imposti con sempre maggiore arroganza e presunzione da chi (fra l’altro) se ne ritiene unico detentore?
Perchè è vero che a furia di dibattere un argomento si arriva a certe conclusioni ben difficili da rimuovere – e per fortuna è così, altrimenti saremmo qui a sprecare il nostro tempo - ma è anche vero che da chi è arrivato a queste conclusoni, grazie alle lunghe discussioni sul sito, ci si aspetta che voglia concedere ai nuovi arrivati lo stesso spazio e la stessa possibilità di maturare che ha avuto lui. E non invece di imporgli le proprie idee, in una forma che rasenta molto spesso il terrorismo ideologico vero e proprio.
Questo spazio deve essere di tutti anche il quel senso. Qui chiunque deve sentirsi libero di poter dire la propria senza rischiare di essere crocefisso ogni volta da qualche “anziano” che salta a piè pari ogni più semplice concatenazione logica, pur di arrivare alla conclusione che tanto gli preme sottolineare.
Molte volte inoltre si ha a che fare con nuovi iscritti che hanno si e no vent’anni, e non si può pretendere da loro una preparazione specifica su argomenti che richiedono venti anni solo per essere capiti.
L’umiltà è un pregio che non ha mai infastidito nessuno per la sua abbondanza, ma qui la sua mancanza comincia a farsi sentire in maniera preoccupante.
Non si sentano accusati in maniera “esclusiva” coloro che magari si sono riconosciuti negli esempi che ho fatto: sono solo i più recenti, o a volte i più eclatanti, ma sono sempre di più quelli che tendono ad esprimere opinioni “cristallizzate”, preconfezionate, e quindi contrarie allo spirito stesso del sito.
Il danno, ovviamente, non è quello che ne subisce il sito stesso, ma è la nostra perdita di capacità di argomentare ciò di cui siamo convinti, con tolleranza e rispetto per le idee altrui, all’interno della società.
In quel caso davvero Luogocomune sarebbe stato un fallimento, e mi permetti quindi di invitare tutti ad un sano periodo di riflessione in questo senso.
Massimo Mazzucco
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