Nel mondo post-2001 accade un fatto strano: certe notizie fanno clamore, ma la loro smentita passa regolarmente nel più totale silenzio mediatico.
Se il Corriere aprisse un giorno a nove colonne, titolando: “Scalatore italiano conquista l’Everest in mutande”, e poi la cosa risultasse non vera, la sua smentita, e le conseguenze che essa comporta, avrebbero come minimo la stessa eco della notizia originale.
Invece ogni volta che qualcuno “collegato ad Al-Queda” viene arrestato, perchè magari progettava di buttare giù il Duomo di Milano con un tubetto di fondotinta mescolato alla Coca-Cola, il tam tam mediatico esplode assordante, ma se poi si scopre che in realtà era solo suo cugino ad aver incontrato in tram il cognato del portinaio del sosia di Al-Zawahiri – e che lui di colpe non ne aveva proprio - la cosa non interessa più a nessuno.
Ieri
ad esempio l’Australia ha dovuto liberare il dottore indiano accusato di complicità nei falliti attacchi terroristici di Londra e Glasgow, perchè non aveva uno straccio di prova per sostenere l’accusa. Ma il fatto dei dottori “musulmani” implicati nei falliti attentati di Londra se lo ricordano tutti, mentre questa notizia oggi riesce a trovarla soltanto chi la cerca col lanternino.
E così Al-Queda continua a vivere, nell’immaginario collettivo, nonostante in realtà sia una bufala dalla trasparenza ormai plateale.
I nostri giornalisti diventano in questo modo doppiamente complici di questo “terrorismo sintetico” che cerca in tutti i modi di tenere in scacco il mondo: prima nel passare notizie che non stanno nè in cielo nè in terra, senza porsi il minimo dubbio, e poi nel dimenticarsi di sottolineare la loro smentita – dicendo magari “Eh, cacchio, mi pareva strano!” - ogni volta che questa avvenga.
E allora facciamolo noi, il loro lavoro: vogliamo provare, collettivamente, a buttare giù una lista di “arresti clamorosi”, ... ... tutti “collegati ad Al-Queda” naturalmente, per vedere alla fine quanti ne sono stati confermati, e quanti invece si sono rivelati banali "errori giudiziari"?
Massimo Mazzucco