L’avevamo definito il “Pietro Micca” della libera espressione, anche per l’assonanza con il nome: Piero Ricca sta diventando un piccolo eroe popolare grazie alla sua coerenza, alla sua lucidità mentale, alla sua totale mancanza di timore verso i potenti, che esibisce fiero del suo ruolo di “cittadino”, armato di diritti quanto di doveri.
Dopo Emilio Fede, è toccato a Clemente Mastella cadere vittima dell’imboscata di Ricca, il quale, telecamera alla mano, gli ha posto alcune questioni imbarazzanti che lo hanno costretto a mostrare che tipo di gentiluomo fosse: in pochi secondi un ministro della repubblica italiana è riuscito a dare a un suo concittadino del coglione e del deficiente in una pubblica via.
Se è solo per quello, Fede gli aveva sputato addosso, ma lui ministro non lo è ancora diventato. Ci si raffina col tempo.
Ora però viene da domandarsi questo: a che serve dare del mafioso a un mafioso? A che serve dare del venduto a un venduto, dello schiavo a uno schiavo, ... ... del colluso a un colluso? A che serve, più in generale, aggredire pubblicamente un pubblico personaggio, per sbattergli in faccia quello che molto probabilmente è, ma che non ha nessuna voglia di sentirsi dire? Chi è già convinto che sia quella cosa, applaudirà certamente la bravata, ma chi ancora non ne è convinto, cambierà idea solo grazie all’ennesima aggressione di Piero Ricca?
O ne resterà invece magari infastidito, associando così le critiche che già aveva sentito ad un personaggio certamente poco piacevole – da incontrare in quel modo se non altro – e scartandole così definitivamente?
Sappiamo tutti bene che se si “violentano” le persone con la verità sull’undici settembre, o con qualunque altra verità scomoda, la reazione è quasi sempre quella di chiusura, e non di apertura.
Intendiamoci, Ricca ha il sacrosanto diritto di fare quello che fa, e qui non si pone di certo una questione di tipo “estetico”: non è con lo “stile armani” che manderemo a casa questa gente, se mai ci riusciremo.
Ma non è nemeno a calci e sputi, che siano dati piuttosto che ricevuti poco importa: finchè un certo numero di cittadini non avrà “capito” certe cose - e non le avrà solo “sentite” da lontano – quelli che già le hanno capite continueranno ad applaudirsi fra di loro, ma nel nostro mondo quotidiano cambierà ben poco.
Anzi, se non si sta attenti si rischia pure l’ “effetto gatekeeper”, nel quale la soddisfazione momentanea per il pubblico sfogo rimpiazza in qualche modo il giusto anelito ad un cambiamento profondo.
Cosa dovrebbe fare allora Ricca? - viene da chiedersi.
Nessuno qui è “maestro di vita”, e stiamo tutti imparando mentre ciascuno vive la propria. Possiamo però porci una domanda, in tutta onestà e senza presunzione da parte di nessuno: che cosa sarebbe successo se Ricca, invece di chiedere a Mastella “Lei vuole imbavagliare la stampa?”, gli avesse chiesto, ad esempio, “Lei trova giusto che dei pregiudicati siedano nel nostro Parlamento?”
Ho fatto un esempio qualunque, il più banale che mi è venuto in mente, ma poteva essere qualunque altra cosa: togliendo però l’elemento di accusa diretta, e ponendo la domanda in forma impersonale, si toglie anche all’intervistato la possibilità di fingersi offeso e di svicolare così indisturbato fra le spalle dei suoi body-guards. Lo si pone comunque di fronte alla contraddizione, ma si lascia che sia lui ad autoaffondarsi, con una risposta che ben difficilmente, a quel punto, gli salverebbe la faccia.
Cosa rispondi, a uno che ti fa quella domanda? “Ohibò ma cosa mi dice, non ne sapevo nulla”? Oppure “E’ un problema su cui da tempo sono impegnato a combattere”?
Internet è un mezzo poderoso, approfittiamone al meglio: oggi abbiamo la possibilità di intervistare con la videocamera un qualunque mastella per strada, e mettere in rete la sua risposta prima ancora che abbia finito di riprendersi dalla sorpresa. Quello rischia addirittura di arrivare a casa e sentirsi aggredire dalla moglie che gli urla in faccia: “Ma cosa vai in giro a dire, imbecille che non sei altro?”
Cosi, appunto, dell’imbecille se lo piglia lui, e non Piero Ricca. Prima dalla moglie, e poi si spera da tutti gli altri.
Massimo Mazzucco
E' necessario essere iscritti e loggati per postare commenti.