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Perché il governo d’unità nazionale libico fallirà: Washington e Londra tifano per una nuova Somalia

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
19 Dicembre 2015
Visite: 9258

Nel resort marocchino di Skhirat è stato firmato il 17 dicembre l’accordo per la nascita di un governo d’unità nazionale libico: il documento, non ratificato dai parlamenti di Tobruk e di Tripoli ha il valore della carta straccia ed il nuovo esecutivo patrocinato dagli angloamericani attraverso l’ONU ha l’unico scopo di chiedere un intervento militare internazionale in Libia. Washington e Londra non hanno alcun desiderio di pacificare il Paese e lavorano per la propagazione dell’ISIS nell’intero Nord Africa: come in Siria, Ankara e Doha collaborano introducendo i miliziani e contrabbandando petrolio. Solo l’Egitto e la Russia hanno l’interesse ad evitare l’implosione dell’ex-colonia italiana, mentre una coalizione internazionale a guida ONU la trasformerebbe in una nuova Somalia.

Un accordo di facciata, per coprire le vere intenzioni di Londra e Washington

Ha il sapore di una stanca riproposizione di un film già visto e rivisto, della messa in onda di un programma trito e ritrito, lo spettacolo proiettato il 17 dicembre nelle sale del resort di Skhirat, località balneare della Marocco bene: dopo mesi di estenuanti trattative è firmato l’accordo per la nascita di un governo d’unità nazionale libico, presieduto dal premier Faiez Al-Serraj.

Uomo d’affari originario di Tripoli, già membro della Camera dei Rappresentati esiliata a Tobruk, Faiez Al-Serraj è designato premier non su pressione dei suoi colleghi parlamentari1, bensì è scelto dal precedente rappresentante dell’ONU per la Libia, lo spagnolo Bernardino Leon (a suo tempo cooptato dalla britannica Catherine Ashton per gestire la “Primavera Araba” in qualità di rappresentante dell’Unione Europea per gli affari mediterranei) per i suoi trascorsi negli Stati Uniti2.

Nonostante siano adottate tutte le raffinatezze del caso (Consiglio Presidenziale composto tre rappresentanti per la Cirenaica, tre per la Tripolitania e tre per il Fezzan) l’accordo non è ratificato dai due Parlamenti che attualmente si contendono la Libia (quello laico di Tobruk sostenuto da Egitto e Russia e quello islamista di Tripoli sostenuto da Turchia, Qatar ed angloamericani) ma da singoli deputati dei due organi legislativi, più qualche rappresentante di Misurata e signorotti vari3. Il valore dell’accordo è, dal punto di vista formale e soprattutto sostanziale, nullo.

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Ray McGovern: Restiamo umani

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
07 Dicembre 2015
Visite: 12114

Intervento di Ray McGovern al Parlamento Europeo il 1° dicembre 2015, all'interno del IX Forum Russo-Europeo.

Fonte Pandora TV

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41 comments

A cosa servono le guerre

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
05 Dicembre 2015
Visite: 23268

Se c'è qualcuno che si è dimenticato a che cosa servono veramente le guerre, questo articolo potrà rinfrescargli la memoria. Le guerre - certamente - servono a conquistare territori. Le guerre servono ad appropriarsi di beni e di ricchezze che appartengono ad altre nazioni. Le guerre servono ad aumentare il proprio controllo geostrategico su una certa regione. Ma le guerre - e gli attacchi terroristici che le "giustificano" - servono soprattutto ad una cosa: ad arricchire i produttori di armi. "It's just business, baby".

E' di oggi la notizia che "i maggiori produttori americani di armi stanno faticando per soddisfare le crescenti richieste di missili di precisione e di altre armi che vengono usate nella lotta contro lo Stato islamico, guidata dagli Stati Uniti, e in altri conflitti in medio oriente".

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50 comments

Caccia russo abbattuto dai turchi

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
24 Novembre 2015
Visite: 27398

Più passano le ore dall'abbattimento del jet russo da parte dei turchi, più diventa evidente che si sia trattato di una plateale provocazione da parte occidentale (la Turchia fa parte della NATO), per cercare di coinvolgere Putin in una reazione sconsiderata, che lo metta in qualche modo dalla parte del torto.

Le ipotesi infatti sono due: o è vero quello che dicono i turchi, ovvero che l'aereo russo ha invaso il territorio turco, ed è stato ripetutamente avvisato prima di essere abbattuto, oppure l'aereo russo è rimasto sempre in territorio siriano, ma è stato abbattuto intenzionalmente, per creare appunto una crisi internazionale.

La prima ipotesi ovviamente sembra molto debole dal punto di vista logico: i piloti russi infatti, se fossero stati davvero avvisati di aver violato lo spazio aereo turco, non avrebbero avuto alcun motivo di insistere su quella rotta, rischiando un potenziale scontro a fuoco. I russi non hanno certo bisogno di crearsi altri nemici, in questo momento.

La seconda ipotesi invece comporta una lettura molto più plausibile, e purtroppo molto più pericolosa: ...

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Ken O'Keefe: "ISIS = Israeli Secret Intelligence Service"

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
22 Novembre 2015
Visite: 13044
Ken O'Keefe è un ex-Marine degli Stati Uniti, di origine irlandese-palestinese, che ha rinunciato alla cittadinanza americana nel 2001. Come scrive nella propria biografia, "Quando ero un Marine denunciavo apertamente l'abuso di potere da parte dei miei superiori, e per questo motivo ho pagato un caro prezzo. Mi sono reso conto che l'onore e l'integrità morale sono virtù che vengono più spesso punite che non premiate, ed è stato proprio presso i Marines che ho assaggiato per la prima volta il sapore dell'ingiustizia. Quest'esperienza mi ha insegnato una lezione fondamentale, di quanto preziosa sia la libertà. Dopo essere uscito dai Marines ho giurato di non rinunciare mai più alla mia libertà, e di difendere sempre la libertà, senza paura".
Fonte video.
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Vladimir Putin - conferenza stampa al summit del G20

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
18 Novembre 2015
Visite: 9197

Prima parte:

La seconda parte all'interno.

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Dopo Parigi

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
17 Novembre 2015
Visite: 15170

Dal suo blog, Mario Galli mi ha rivolto alcune domande. Ripubblico qui l'intervista:

Parliamo di Parigi e degli ultimi attentati che stanno scuotendo il mondo. Mentre la stampa italiana si concentra sul "chi" e sul "come", è lecito porsi la domanda "perché Parigi?" Puoi delineare il quadro geopolitico in cui ci stiamo muovendo?

L'intero quadro geopolitico sta ruotando intorno alla situazione siriana. Non è possibile comprendere gli avvenimenti odierni se non si fa prima questa premessa.

La Siria di Assad rappresenta un problema per le potenze occidentali ormai da molti anni. I motivi sono diversi. Il primo è che la Siria rappresenta l'anello di congiunzione dell'asse sciita che va dall'Iran fino agli Hezbollah nel Libano. Spezzando questo anello, si verrebbe ad indebolire fortemente una potenziale fonte di pericolo per Israele. (Se si cerca una dimostrazione che la deposizione di Assad fosse già nell'agenda del blocco occidentale fin dall'11 settembre, basta ascoltare questa intervista al generale Wesley Clark).

Il secondo motivo riguarda l'approvvigionamento energetico. Se guardiamo una cartina della regione, vediamo che lungo la costa del Mediterraneo, a nord di Israele c'è il Libano, e più a nord c'è appunto la Siria, che taglia la strada verso la Turchia. Da tempo è in progettazione un importante gasdotto che unisca la Turchia ad Israele, ma naturalmente senza il consenso di Assad questo gasdotto non si può realizzare. [...]

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À la guerre comme à la guerre

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
14 Novembre 2015
Visite: 27808
Figaro oggi titola a 9 colonne: "La guerre en plein Paris". L'Est titola: "Etat de guerre". Le Parisien: "Cette fois c'est la guerre". Lo storico francese Marc Lazar dichiara : "Siamo in guerra". E naturalmente il Corriere della Sera si adegua, e apre col titolo "Guerra a Parigi". Vi ricorda qualcosa? A poche ore dagli attentati dell'11 settembre, dagli schermi di tutti i networks americani rimbalzavano nel mondo le scritte "War against America", "America under attack", "America at war". Questo servì a preparare l'opinione pubblica mondiale a quello che poi sarebbe conseguito, ovvero l'invasione militare dell'Afghanistan. Ed oggi questo tam-tam mediatico, che ci parla così ossessivamente di "guerra", servirà probabilmente a preparare l'opinione pubblica mondiale ad una violenta escalation della guerra in Siria, e forse anche ad una possibile invasione del loro territorio da parte della solita "coalizione" delle Forze del Bene. È chiaro infatti che l'entrata in scena della Russia sullo scacchiere mediorientale ...

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2 comments

Atleti russi dopati, brutti e cattivi

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
11 Novembre 2015
Visite: 11930
Molti si sono chiesti che cosa ci sia dietro alla clamorosa accusa di doping contro gli atleti russi da parte della World Anti-Doping Agency [WADA]. In un momento di palese ritorno alla guerra fredda, dove l'Occidente sta cercando di incolpare Putin per ogni singolo male che affligge il pianeta, un'accusa del genere può apparire come minimo sospetta. Di solito, per riuscire a capire quali siano i mandanti oscuri che mettono in moto certe operazioni, è sufficiente guardare dove cercano di andare a parare quelli che operano in chiaro, per conto loro. Nel recente scandalo della FIFA, ad esempio, la finalità palese era quella di far annullare l'assegnazione alla Russia dei mondiali di calcio del 2016, con conseguente perdita di prestigio e crollo di immagine a livello internazionale per l'intera nazione. In questo caso, quindi, il mandante era abbastanza evidente: il governo americano - anche perché per mettere in piedi le accuse era stata utilizzata addirittura l'FBI, che il calcio non sa nemmeno cosa sia. Nel caso del doping invece la questione è leggermente più sottile, perché sappiamo tutti che moltissimi atleti di ogni parte del mondo facciano uso di sostanze illecite, nelle più svariate discipline sportive. Ma è proprio per questo motivo che colpisce il fatto che la WADA abbia deciso - in questo delicatissimo momento politico - di puntare il dito solo ed esclusivamente contro gli atleti russi. C'è poi un altro modo di capire se un certo "scandalo" sia stato montato ad arte oppure no, ...

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Attorno a Obama, significative dimissioni

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Scritto da Redazione
Categoria: News Internazionali
06 Ottobre 2015
Visite: 10328
di Maurizio Blondet Dal Pentagono si è dimessa Evelyn Farkas, vice-assistente segretaria del Ministero Difesa con una carica interessante: era quella che gestiva le relazioni militari con Ucraina e Russia, ossia armava la giunta di Kiev e la spingeva alla guerra contro i secessionisti del Donbass. Era praticamente il clone, al Pentagono, di quel che è alla segreteria di Stato (ministero degli Esteri) Victoria Nuland, la grande istigatrice dei golpisti di Kiev, che per staccare l’Ucraina da Mosca ha ammesso di aver speso 5 miliardi di dollari. Come la Nuland (Nudelman, sposata Robert Kagan, uno fra i più virulenti neocon) la Farkas è ebrea. Di origine ungherese, come la Nuland e suo marito sono ebrei originari dell’Est, figli o nipoti di esponenti trotzkisti. La Farkas nel consiglio della “Harold Rosenthal Fellowship on International Relatyions” (una centrale sionista), immancabilmente anche membro del Council on Foreign Relations e dell’Aspen Club, dove presiede un “Socrates Scholar Program”. Soprattutto, la donna – ha scritto il blog washingtoniano Politico – è stata “consigliera di tre segretari alla difesa sulla politica russa, fornendo una continua expertise su come gli Usa devono rispondere alle azioni aggressive della Russia”. Ed è stata anche “profondamente implicata nello stanziamento di 244 milioni di dollari a sostegno dell’Ucraina”, in armamenti. Ragion per cui un altro blog di Washington la definisce la “top cabalist”, ossia la primaria complottatrice al Pentagono. Complottatrice per la “cabala neocon” che la Nuland tanto efficacemente rappresenta alla Segreteria di Stato, spesso dando l’impressione di guidare il povero Kerry su posizioni più fanatiche e dure di quanto lui volesse…

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