Se mai ci siamo domandati come sia possibile che un presidente come Obama, dichiaratamente anti-guerra, sia finito per mandare altri 30 mila soldati in Afghanistan, una risposta forse l’abbiamo avuta oggi: i presidenti – e i politici in generale - sanno solo quello che i militari decidono di raccontargli.
A conferma di questo, è esploso ieri a Washington un nuovo scandalo, sempre ad opera del giornale Rolling Stone, che riguarda sempre i generali americani in Afghanistan.
Questa volta a finire nel mirino del giornalista Michael Hastings è stato il generale William Caldwell, responsabile, a quanto sostiene l’articolo, di avere utilizzato il proprio reparto di “psy-ops” contro gli stessi senatori americani.
Ufficialmente il reparto del generale Caldwell dispone di un budget annuale di 6 milioni di dollari per mettere in atto campagne di disinformazione nella popolazione afghana, Talebani soprattutto. Mentire al nemico non solo è lecito, ma è anche, a quanto pare, un gesto onorevole, tanto da meritarsi appunto un budget tutt’altro che insignificante come questo. Ritorcere invece questo tipo di operazioni contro gli stessi cittadini americani - specialmente se senatori – diventa un peccato mortale, ed è infatti notoriamente vietato dalle leggi americane, civili e militari.
Ma è proprio quello che sembra essere successo negli ultimi mesi, ...
E’ disponibile nelle librerie di tutta Italia “Warology, operazione l'altra guerra”, un film di Morgan Menegazzo che punta il dito sul fatto che il concetto di “guerra” è talmente cambiato da essere ormai completamente diverso dalla “percezione” che la maggior parte della gente continua ad avere della guerra stessa.
Percezione che ci arriva dai libri di storia, dalle notizie che vediamo in tv e dai film che hanno contribuito a costruire la nostra cultura in materia ma che non corrisponde più alla realtà che stiamo vivendo.
La terza guerra mondiale è già cominciata, …
Abbiamo intervistato Paolo Franceschetti su massoneria e poteri occulti.
Ecco in sintesi i temi trattati:
- Mappa mondiale del potere occulto.
- Templari, Rosacroce e Massoneria.
- Tradizione spirituale e Fratellanza Bianca.
- La prevalenza dei ”neri”.
- Delitti mediatici e regie occulte.
- Simbologia nascosta del delitto di Cogne.
- Il vero significato del delitto Moro.
- Brigate Rosse e servizi segreti.
- Imprenditori e politici importanti tutti esoteristi.
- Grandi banchieri e società segrete.
- Simbologia esoterica nelle banche.
- Le “banche” dei Templari.
…
E’ uscita una interessante ricerca scientifica, di cui pubblichiamo una traduzione parziale, intitolata:
“L’uso del paracadute per la prevenzione della morte e di gravi traumi causati da problemi di tipo gravitazionale: una analisi sistematica dei test di controllo randomizzati”.
ABSTRACT
Obiettivi: Lo scopo è di determinare se il paracadute sia uno strumento efficace nell’evitare gravi traumi causati da rischi di tipo gravitazionale.
Criterio per la selezione degli studi: tutti gli studi che mostrano gli effetti dell’uso del paracadute durante la caduta libera.
Unità principale di riferimento: morte o trauma grave, definito su una scala di gravità delle ferite >15.
INTRODUZIONE
il paracadute viene usato intenzionalmente a scopo ricreativo, oppure in ambienti militari per ridurre il rischio di danni di tipo ortopedico, alla testa e ai tessuti molli, dopo un rischio di tipo gravitazionale come quello che si verifica normalmente saltando nel vuoto da un aeroplano. L’impressione che il paracadute offra una protezione valida è basata largamente su documentazione di tipo anedottico.
Dati osservativi hanno mostrato anzi che l’uso del paracadute è spesso associato a danni fisici o mortalità, dovuti sia al mancato funzionamento dello strumento sia a complicazioni di tipo fisiologico.
Inoltre, studi naturalistici sulla caduta libera indicano che il mancato utilizzo di un paracadute non porta necessariamente ad un risultato avverso. Abbiamo quindi intrapreso uno studio sistematico per analizzare tutti i trial di controllo randomizzati con il paracadute.
Abbiamo svolto la nostra analisi seguendo le linee guida del QUORUM (Quality of reporting of meta-analyses). Abbiamo cercato trials di controllo randomizzati …
di Marco Cedolin
Sta diventando un'impresa sempre più improba quella di riuscire a ghermire qualche coordinata che permetta di orientarsi nel cacofonico e tarantolato mondo dell'informazione urlata , etrodiretta, spettacolarizzata, decorata di spot, dove il cortocircuito logico ed il gossip sono ormai assurti a valori assoluti, attraverso i quali inebriarsi, senza alcuna reminescenza di malcelato pudore.
Una giostra impazzita che gira e gira in maniera vorticosa, senza offrire punti di riferimento, analisi, riflessioni. Solamente brandelli di notizie e scampoli di verità annegati in un mare di fiction, aneliti di realtà che galleggiano per qualche secondo, prima di scomparire senza lasciare traccia, fagocitati dalla forza cenrifuga e sostituiti da altre notizie che troppo spesso notizie non sono.
Conosco ormai perfino i più piccoli dettagli della telenovela fra Berlusconi e Ruby rubacuori, la cronistoria dettagliata delle feste di Arcore, ogni parola pronunciata durante le poco edificanti ed assai sgrammaticate conversazioni telefoniche intercorse fra Nicole Minetti e le sue amiche del cuore. Ma fatico, come un rocciatore sorpreso dalla tormenta, nel trovare appigli che mi consentano di documentarmi in merito al processo concernente la strage di Viareggio, nel corso della quale morirono bruciate 32 persone, ormai dimenticate in qualche recondito andito della coscienza collettiva.......
di Solange Manfredi
Oltre un milione di donne ieri sono scese in piazza, e non solo donne, mobilitate per difendere i loro diritti e la loro dignità.
Che tristezza!
Sono bastate tre veline dei servizi e tre settimane di propaganda sui giornali per muovere la massa.
Mai vista una tale mobilitazione, anche per altri e ben più gravi problemi.
Non per la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che si possono violare i diritti umani di cittadini o gruppi di cittadini e poi coprirli con il segreto di stato; non per la depenalizzazione del colpo di stato; non per aver ceduto la sovranità del popolo ad un organo sovranazionale ed autoreferenziale, ecc..
“Se non ora quando”. A questo grido le donne sono scese in piazza chiedendo le dimissioni di Berlusconi. “Offende l'Italia” si grida nelle piazze. Eh si, offende l'Italia il fatto che il Presidente del Consiglio possa essere indagato per favoreggiamento della prostituzione minorile.
L'Italia invece non si è sentita minimamente offesa …
Nelle scorse settimane abbiamo seguito da vicino il caso Wakefield, e avevamo avanzato dei dubbi sulla correttezza del metodo adoperato dal giornalista Brian Deer (e da chi c'è sicuramente alle sue spalle) per distrugere la sua credibilità. Ora ne abbiamo la conferma, grazie a questo documentario in cui sono gli stessi genitori dei bambini che comparivano nella ricerca originale di Wakefield a smentire platealmente le affermazioni di Deer.
(E' possibile scaricare una versione ad alta risoluzione del video all'indirizzo urlin.it/1bf80)
Per chi non fosse pienamente al corrente dei fatti, "Il Portico Dipinto" ha ricostruito i passaggi essenziali di questa clamorosa vicenda.
(Pubblicazione originale del 11/02/11)
Passato alla storia come il “profeta dormiente”, Edgar Cayce (pronuncia: “chèisi”) è molto conosciuto negli ambienti che si occupano di spiritualità e di argomenti metafisici, ma è praticamente ignoto al resto del mondo.
Il motivo è molto semplice: poichè Cayce sosteneva di “saper vedere nelle vite passate” delle persone, e poichè questo non è verificabile in maniera scientifica, per la cultura mainstream il fatto semplicemente “non sussiste”. Altrettanto dicasi per le predizioni del futuro, che Cayce ha fatto più volte, ma che restano difficili da confermare o da smentire, poichè raramente legate ad una data precisa. L’esempio più famoso è certamente quello in cui Cayce indicò l’esistenza di una stanza sigillata sotto la zampa della Sfinge, nella quale sarebbero racchiusi i segreti lasciatici in eredità dagli Atlantidei, la razza umana che – secondo alcune teorie - avrebbe preceduto la nostra su questa terra. Per ora la stanza non è stata trovata (anche se un team di ricercatori sostiene di aver individuato una cavità vuota, con il sonar, proprio sotto la Sfinge), ma Cayce disse anche che la stanza sarebbe stata aperta “solo quando l’umanità fosse stata pronta a comprendere il significato di ciò che contiene”. Insomma, chi vuole ovviamente ci può credere, ma queste cose sembrano a prima vista destinate a restare relegate al mondo della “superstizione”.
In realtà la documentazione sulla vita di Edgard Cayce è abbondantissima, e da questa si possono trarre molte conclusioni valide ed accertabili. [1]
Nato nel 1877 nelle campagne del cristianissimo Kentucky, Edgar Cayce si accorse fin da piccolo di avere dei particolari poteri psichici: poteva parlare a piacimento con lo spirito del nonno defunto – sosteneva - e spesso si ritrovava a giocare con piccoli “amici immaginari” che lui diceva essere spiriti dell’aldilà.
Quando Cayce aveva 14 anni fu colpito alla spina dorsale da una pallina da baseball, e rimase svenuto per diverse ore. Fu chiamato un dottore, ma il piccolo Edgar non rinveniva. Continuava a straparlare, come se fosse in trance, e ad un certo punto dettò una strana ricetta per un impacco che doveva venirgli applicato sulla schiena. La ricetta era talmente bizzarra ...
Nel dibattito sulle scie chimiche capita ogni tanto di leggere affermazioni come questa: “Non esiste alcuna dichiarazione ufficiale sulle scie chimiche. I debunkers, i militari e i meteorologi hanno sempre detto che sono normali scie di condensa”. Questo tipo di “negazionismo” è molto simile a quello di coloro che sostengono che “non esistono prove scientifiche sulla correlazione fra autismo e vaccini”.
Per i secondi abbiamo mostrato il “memo di Simpsonwood”, dal quale risultava invece chiaramente la correlazione di cui sopra. Ai primi potremmo suggerire che una dichiarazione ufficiale sulle scie chimiche esiste almeno dal 2002, quando il parlamento inglese riconobbe che negli anni 60 i militari inglesi avevano condotto esperimenti segreti sulla popolazione, irrorando i cieli con sostanze chimiche di ogni tipo.
Riportiamo alcuni passaggi di un articolo dell’epoca, intitolato “Milioni di persone coinvolte in esperimenti di guerra batteriologica – Buona parte dell’Inghilterra fu esposta a batteri disseminati in test segreti”, ...
Gran parte delle conclusioni alle quali arrivano i ricercatori nei loro studi sono spesso esagerate, fuorvianti, o addirittura completamente false. Perchè allora i dottori, in buona parte, determinano le loro pratiche terapeutiche da questa disinformazione? Il dr. John Ioannidis si è impegnato nel dimostrare i ragionamenti errati o non scientifici di molti dei suoi colleghi.Lies, Damned Lies, and Medical Science"
di David H. Freedman
Nel 2001 in Grecia si sparsero voci secondo le quali venivano diagnosticate finte appendiciti ai poveri immigrati albanesi per poter aumentare il numero di interventi effettuati negli ospedali. Una neolaureata, Athina Tatsioni, stava discutendo di queste voci con dei dei colleghi nel policlinico dell'università di Ioannina, ed un professore, sentendo la conversazione, le chiese se fosse disposta a provare la loro veridicità, e la sfidò nell'impresa. Lei accettò la sfida e, con l'aiuto del professore ed altri colleghi colleghi, realizzò uno studio formale che dimostrò che, per qualche motivo, il numero di pazienti con nomi albanesi operati di appendicite in sei ospedali grechi era più di tre volte maggiore rispetto ai pazienti con nomi greci. "Fu difficile trovare una rivista disposta a pubblicare l'articolo, ma ci riuscimmo", ricorda Tatsioni. "Ho anche scoperto di avere una passione per la ricerca". La cosa fu per lei doppiamente importante perchè si scoprì che il professore che l'aveva ingaggiata stava cercando di mettere insieme una squadra di giovani medici e ricercatori per un compito piuttosto insolito, e lei aveva passato con successo la prova d'ammissione.
La scorsa primavera partecipai ad uno dei meeting settimanali del gruppo nel campus dell'università, tenuto lungo una strana serie di ripide colline. L'edificio in cui ci incontrammo, così come gli altri della scuola, assomiglia ad una caserma ed i suoi muri sono cosparsi di scritte a sfondo politico. Ma la stanza dell'incontro era una sala conferenze così spaziosa che sarebbe stata degna di una startup della Silicon Valley. Tatsioni ed altri otto giovani ricercatori siedevano attorno ad un grande tavolo ed a differenza di molti loro colleghi statunitensi, somigliavano al cast di una serie medica televisiva. Il professore, una persona elegante e dalla voce cordiale, presiedeva la seduta senza troppe formalità.
Una delle ricercatrici, una biostatistica di nome Georgia Salanti, accese un laptop ed un proiettore...
Chi l’avrebbe mai detto che una delle peggiori pugnalate alla schiena per George W. Bush sarebbe arrivata proprio dal suo prediletto Ministro della Difesa Donald Rumsfeld? Eppure sembra che sia così.
Sta infatti per uscire l’autobiografia di Donald Rumsfeld, intitolata “Known and Unknown” (“Cose note e cose sconosciute”), della quale il Washington Post ha pubblicato in anticipo qualche stralcio.
Fra questi, c’è l’affermazione secondo cui Bush avrebbe chiesto a Rumsfeld “di verificare i piani di invasione dell’Iraq dopo soli 15 giorni dagli attentati dell’11 settembre”. Nella propria autobiografia invece, l’ex-presidente Bush scrive di aver fatto quella richiesta a Rumsfeld solo sei settimane dopo.
Sembra una differenza da poco, ma due settimane dopo l’11 di settembre l’Afghanistan non era ancora stato nemmeno invaso, e la notizia che già si stesse preparando la guerra all’Iraq rafforza decisamente l’ipotesi – per molti già una certezza - che gli attentati alle Torri Gemelle avessero come finalità ultima i pozzi di petrolio di Saddam Hussein.
Di notizie su questa inspiegabile fretta di aggredire l’Iraq – che in realtà risale almeno al febbraio del 2001 - ne avevamo già trovate in abbondanza, come documentato dallo spezzone che segue,
ma finora erano giunte da personaggi, come Richard Clarke o Paul O’Neil, che si erano dichiarati contrari alla strategia di aggressione americana in Iraq. Ora invece abbiamo la conferma diretta …
Leggi tutto: Tutte le bugie dei generali