TORTURE: ORDINI SUPERIORI? UNA LETTERA ACCUSA I GENERALI
HAMILL RIESCE AD "EVADERE"
HAMILL: L’ostaggio americano Thomas Hamill (foto), un autista che lavorava in Iraq per una sussidiaria della Halliburton, e che era stato rapito più di tre settimane fa dai miliziani iracheni, si trova ora sano e salvo in una sede del comando USA, dopo una fuga apparentemente rocambolesca. Hamill ha raccontato ai giornalisti americani – che ne faranno come minimo l’eroe della settimana – di aver sentito il lontano (?) rombo di un convoglio militare, di aver forzato (?) la porta della sua cella, e di aver corso quasi un miglio (??? – Hamill pesa almeno cento chili, e le ultime settimane non le ha certo passate facendo jogging) per raggiungere il convoglio. Sarebbe poi pure tornato, coi militari, ad arrestare i suoi secondini. (I quali invece non sentono passare i convogli, e continuano a dormire della grossa anche quando uno riesce a scardinarti la porta della cella sotto il naso?)
TORTURE: Mentre tutti si affrettavano a sottolineare che il caso dei marines torturatori era “un caso isolato”, noi ci chiedevamo cosa mai avessero messo in testa a quei soldati, perchè arrivassero a fare quello che hanno fatto ai loro prigionieri. E oggi la prima risposta l’abbiamo avuta. La moglie di un soldato qualunque, indignata sia dalle torture che dalla copertura generalizzata che stava montando a favore degli alti comandi USA, ha convocato una conferenza stampa e ha mostrato ai giornalisti una lettera ...
I sacramenti prima della battaglia, come ai tempi delle Crociate.
di Fabio de Nardis
30.4.04 - Da quando le cose si sono messe male per le truppe di occupazione, i principali media americani sono impegnati in una sforzo congiunto di propaganda militare. O almeno, nel migliore dei casi, di copertura totale e sistematica della verità. In un modo o nell’altro, non una parola è spesa per descrivere le condizioni di sofferenza del popolo iracheno, a Najaf come a Baghdad, assediato da mesi, ridotto allo stremo, senza acqua, luce, cibo. Non un’immagine è dedicata ai bambini mutilati, alle famiglie distrutte, ai luoghi sacri bombardati senza alcun rispetto per la cultura e i sentimenti di un popolo antico come il mondo.
Tutte le attenzioni sono invece rivolte ai soldati americani, costretti a lottare contro un nemico feroce ed imprevedibile, guidato dalla mano assassina di Satana. I quotidiani mostrano la vita di tutti i giorni negli accampamenti, la fratellanza e la solidarietà tra i soldati, le loro paure, le loro debolezze, il loro orgoglio. Il focus si sposta regolarmente, così, dalla dimensione politica, economica e militare, a quella personale ed intimistica. Abbondano foto di soldati che piangono di fronte ai corpi dei compagni caduti, o che – soprattutto - pregano tenendosi per mano, prima di andare in combattimento. Oggi, il Los Angeles Times apre ...
VERGOGNA A STELLE E STRISCE - Il video che inchioda i Marines torturatori
Si chiamano tutti Aziz, Ahmed o Abdul, e di cognome fanno tutti Al-Zarraya, Al-Surami, o Al-Bayati, al punto che ti vengono legittimi due sospetti: uno, che le altre lettere dell’alfabeto siano proibite dal Corano all’inizio di un nome arabico, e due, che Al-queda sia non una organizzazione vera e propria, ma il minimo comun denominatore dei cognomi dei vari terroristi. Questo spiegherebbe, se non altro, perchè di Al-queda non si era mai sentito parlare prima dell’11 Settembre: solo quando si sono accorti di fare tutti lo stesso mestiere, e di chiamarsi tutti in quel modo, hanno deciso di darsi un nome ufficiale.
Pare che anche i discendenti di Al Capone abbiano fatto richiesta retroattiva di iscrizione per il bisnonno, mentre l'Italia avrebbe presentato ufficialmente i nostri Al-Beroni, Al-Tobelli e Al-Bertazzi. E mentre da New York Al Pacino fa sapere di essere totalmente contrario alla violenza, pare che giri la proposta di riaprire il più famoso carcere del mondo (per metterci bin Laden, se mai lo arresteranno) ridenominandolo, naturalmente, Al-Katraz. Se poi calcoli che tutti questi stramaledetti arabi hanno come minimo due o tre alias, la lista definitiva del terrorismo islamico ...
Alla faccia dei “beduini”. La mossa recente dei sequestratori degli italiani ha tutto il sapore di un geniale ribaltamento scacchistico. Mentre hanno lasciato crogiolare chi voleva farlo nell’illusione di un “tutto risolto”, alla tarallucci e vino, hanno scavato una fossa da cui ormai, del nostro governo, emerge a malapena la testa per respirare: o manifestate contro voi stessi, dice l’ultimatum, o uccideremo i vostri compatrioti.
Un paio di commenti sono d’obbligo: 1) Non per nulla esiste un proverbio, ...
(Facendo finta di essere un giornale importante), pubblichiamo la “lettera aperta” di una nostra collaboratrice a Gad Lerner, in occasione della sua ultima puntata della trasmissione televisiva “L’Infedele”:
Egregio Signor Lerner,
da tempo rispetto la sua serietà professionale e la sua coerenza di pensiero, ma l’altra sera, seguendo la puntata de l’ Infedele "Gli italiani e il mestiere delle armi", ho purtroppo dovuto sospendere questo giudizio, in attesa almeno di un suo chiarimento.
Il suo collage di frasi e personaggi storici infatti, costruito sia sfruttando la presenza di Ermanno Olmi (che ingenuamente ha concesso le splendide immagini del proprio film), sia saccheggiando a piene mani la miglior tradizione eroico- risorgimentale, strideva in maniera grottesca ...
di Massimo Mazzucco
Oggi non è più come una volta, quando i bianchi sbarcavano con le loro navi in un qualche punto della costa centafricana, accalappiavano un centinaio di abitanti del luogo, e li sbattevano sottocoperta per trasportarli in America e venderli come schiavi. No, oggi a diventare schiavo ti convincono. Con educazione.
Un rapporto appena uscito dell’UNICEF sull’ “human trading” – letteralmente, “traffico di umani” - presenta dei dati da far rizzare i capelli: su 51 nazioni africane ben 45 praticano ancora regolarmente lo “schiavismo legalizzato”. E fra i vari paesi committenti – udite udite - l’Italia spicca fra i primi in assoluto.
Il meccanismo è collaudato, riguarda soprattutto bambini e ragazze giovani, e pare che nessuno abbia troppo interesse a metter in guardia i cittadini delle varie nazioni “fornitrici”. Questa è la storia di una normalissima ragazza nigeriana, che un giorno torna a casa e trova, seduto in salotto con mamma e papà....
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