Il miracolo che tutti noi attendiamo, senza capire bene da dove possa arrivare, lo stanno facendo loro stessi. Le amministrazioni di destra al governo oggi - i repubblicani in America, il Polo in Italia, i finti laburisti in Inghilterra - si stanno scavando da sole quella fossa che noi tutti, forse, non saremmo mai riusciti a scavare senza il loro aiuto.
Il miracolo è quello di essere diventati ormai talmente ciechi di fronte ai propri errori, talmente sordi agli appelli che vengono da ogni sede di comune buonsenso, da stare mettendo insieme persino "fascisti" e "comunisti".
Sul senso di quelle virgolette abbiamo già discusso altre volte, e non ci torneremo (lasciatemi solo dire, per chiarezza, che fascismo e comunismo sono esistiti, come periodi storici, fallendo ambedue, senza che nessuno si accorgesse che la parte buona di ciascuno fosse in realtà la stessa).
Ma diciamo pure che esistano, fra i comuni mortali come noi, quelle differenze così profonde...
Se c'è un quotidiano alla portata di tutti, in rete, è il New York Times (lo cita persino Gentiloni), e non starebbe certo a noi segnalare i suoi articoli.
Ma l'editoriale di ieri ci è parso particolarmente significativo, specialmente per coloro che amano leggere fra le righe del famoso "paper" newyorchese i cambiamenti di "umore" al vertice del potere politico americano. Per quel che riguarda certe sottigliezze, segnaliamo soltanto che quando il testo parla di "President Bush", si riferisce alla carica pubblica che gli è stata assegnata, mentre il "Signor Bush" è l'individuo che cerca, con maggiore o minore successo, di vestirne quotidianamente i panni.
President Bush's Walkabout - New York Times Editorial - November 8, 2005
Le deambulazioni del Presidente Bush (*)
[quote]After President Bush's disastrous visit to Latin America, it's unnerving to realize that his presidency still has more than three years to run. An administration with no agenda and no competence would be hard enough to live with on the domestic front. But the rest of the world simply can't afford an American government this bad for that long.[/quote]
Dopo la disastrosa visita del Presidente Bush in America Latina, è inquietante pensare che la sua presidenza abbia ancora tre anni di vita davanti. Con un'amministrazione incompetente e senza programma sarebbe già difficile convivere sul fronte interno, ma il resto del mondo ...
Soltanto i giornalisti più innocenti si sono ritrovati a cascare dal pero, "venendo a sapere" dell'uso di armi improprie da parte degli americani in Iraq.
Ma anche fra i quotidiani che si atteggiano a "maturi", a "quelli che loro le cose le sapevano da sempre" (ma chissà perchè si dimenticano regolarmente di dirle), si nota l'assenza di una seria analisi sui probabili motivi che hanno permesso - di colpo - la trasmissione RAI di un documento così apertamente incriminante nei confronti degli americani. In serata infatti, casualmente, in Ministro Martino parla in Tv di un "possibile, graduale ritiro entro il 2006".
Manco avessimo fatto la firma per cento anni ininterrotti, oppure avessimo mandato 300.000 soldati. Sono solo 3000, che messi accanto ai 120.000 americani, o ai 25,000 inglesi, non si vedono neanche. Ma si sentono, evidentemente, perchè grazie a quelli …
Curioso. I nostri alleati usano armi improprie in guerra? Maddài, questa è buona davvero! E chi l'avrebbe mai immaginato?
E pensare che noi ci eravamo alleati a loro convinti che fosse una missione di pace. Ma forse si sono sbagliati, loro non fanno quelle cosacce. Quella brutta storia di Dresda, ad esempio, nella seconda guerra mondiale, era chiaramente una bufala. Non è possibile ammazzare centomila civili in una notte, scaricando su di loro tonnellate di esplosivo dal comfort dei quindicimila piedi di un B-29. E che dire di quel Robert McNamara, che alla bella età di 85 anni si mette a piangere davanti alle telecamere, raccontando che nella stessa guerra bruciarono vivi, in una notte, centomila abitanti di Tokio, con le bombe incendiarie proibite da tutte le convenzioni del mondo? E poi Nagoya, Toyana, Osaka, Nishonomiya, Shimnonodseki, Kure, Kobe, Omuta, Kawasaki, intere città bruciate in una notte, cancellate dalla mappa dell'umanità, ....
"Sì all'eguaglianza delle opportunità, all'impegno rafforzato dello stato nelle periferie, all'ascolto e al rispetto di tutti; prima, però, deve essere ripristinato l'ordine" ha detto il presidente Chirac, al termine della decima giornata di rivolta nella banlieu parigina.
Ma se ci fossero stati già prima "eguaglianza delle opportunità, all'impegno rafforzato dello stato nelle periferie, all'ascolto e al rispetto di tutti" - verrebbe da rispondere - sicuramente la sollevazione popolare non ci sarebbe stata. Come pensare allora che questo verrà davvero implementato in poche ore, quando fino a ieri nulla di simile si era mai nemmeno profilato all'orizzonte della nostra società?
Fin troppo facile, in questo caso, mettere a nudo la contraddizione scappata di bocca al presidente francese. Ma dietro a quell'ossimoro sociale si nasconde una verità assolutamente impronunciabile: non ci sarà mai "uguaglianza delle opportunità" finchè non esisterà una cultura dell'eguaglianza, e i maggiori nemici di questa cultura, paradossalmente, sono proprio coloro che lottano, …
di Marta Caruso
Nella tradizione letteraria romantica, al contrario della precedente corrente illuministica, che propugnava un futuro illuminato dalla ragione, ritroviamo i misteriosi principi universali, quali lo “spirito” e la “provvidenza”. Con una certa dose d’audacia si potrebbero paragonare i fatti di questi ultimi giorni a Bologna ad un classico della letteratura romantica, nel quale si modificano gli eventi, grazie appunto al sopraggiungere della provvidenza.
La provvidenza non riguarda, come forse qualcuno si era atteso, la figura del sindaco, che a parer mio risulta un “Don Abbondio” qualunque (paragone che andrò a spiegare minuziosamente) né tanto meno una figura retorica come quella dell’Innominato: ben vengano i cattivi capaci di redenzione! No, la provvidenza, nei fatti di Bologna, è rappresentata tutta dalle cariche della polizia. Un atto estremo e violento ma chiarificatore. Come la peste, appunto. Così come le ruspe …
(La formula è un indovinello*) Con la rapida crescita degli iscritti, rischiamo di perdere il senso dell'identità del sito, e quindi anche una buona parte del piacere di frequentarlo. Al proposito, nell'autunno 2004 facemmo un sondaggio fra gli iscritti, che oggi vorremmo riproporre, negli stessi identici termini. (Alla fine pubblicheremo anche il vecchio sondaggio, per un confronto. Naturalmente chi partecipò l'anno scorso è doppiamente invitato a rifarlo).
Non chiediamo però che interessi hai, dove vivi, cosa faceva tuo nonno da piccolo, o cosa vuoi fare tu da grande. Poniamo una semplice domanda, dalla quale molti di noi ritengono che verranno a dipendere - anche - tutte le risposte di cui sopra: rispetto alle responsabilità dell'11 Settembre, tu come ti definisci?
A) Credente. B) Agnostico. C) Scismatico. D) Eretico. E) Satanico. F) Altro… . (All'interno le spiegazioni).
Non sono mai stato "antisemita" - ammesso e non concesso che il termine significhi qualcosa - ma a questo punto rischio di diventarlo.
Per una pura questione di fastidio, fra l'altro, che non ha nulla a che vedere con le religioni o con la storia della Palestina. E' il fastidio che si prova di fronte allo strabordare dell'arroganza del più forte, che non si accontenta di aver schiacciato e umiliato il più debole, ma vuole stravincere su tutti i piatti della partita.
E se da una parte c'è questa profonda irritazione, dall'altra non è minore il disgusto che provo per tutti quei politici nostrani - di che partito siano nemmeno mi interessa più, a questo punto, poichè sotto un certo livello …
Riportiamo in testa questo articolo, poichè in mattinata Dottor Fico è stato ospite di Radio Spazio Aperto. QUI l'intervista appena conclusasi, nella quale il Dottor Fico ha ricevuto dalla Dottoressa Brandi una conferma sulla validità della sua intuizione.
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Sono centocinquanta milioni al mondo i malati di diabete mellito (tipo 2), e si prevede che la cifrà sarà raddoppiata entro qualche anno. Grossi affari in vista, quindi, per chi produce insulina. Ma c'è un fantasma che si aggira per l'Italia: è un medico di Napoli, che da trent'anni va proponendo una soluzione di tipo meccanico - un semplicissimo, e sensatissimo, bypass chirurgico - che secondo lui permetterebbe di guarire completamente dalla malattia.
Se funziona o meno, però, non lo sapremo forse mai, perchè il muro di gomma con cui si è scontrato il Dott. Domenico Fico in tutti questi anni è semplicemente inimmaginabile. La lista dei nomi ai quali si è rivolto,
"E’ come se un terremoto avesse messo a soqquadro il corpo - scrive un malato di CFS (sindrome da affaticamento cronico) in un accorato appello - e ci si ritrova, da soli, con la propria vita cambiata in un attimo, con i medici che con sanno dirti cosa hai, con gli amici che si allontanano (pensando anche che hai qualcosa di contagioso o che sei impazzito improvvisamente) . E poi si perde il lavoro, il partner, si smette di sognare un futuro, come se una futuro non ci fosse più. Si resta da soli, come farfalle cui hanno spezzato le ali, con la malattia che non ha cure, con la propria disperazione, con la miseria che incombe e peggiora ogni cosa. E le Istituzioni cosa fanno? Niente…per lo Stato italiano noi non esistiamo, neppure la nostra malattia esiste."
Di fronte a casi come questo, o quello citato nel recente articolo sulla MCS, ci si ritrova a perdere il senso dell'orientamento, poichè ci vengono a mancare i parametri a cui da sempre siamo abituati a fare riferimento, nel nostro agire quotidiano: come sarebbe a dire "i medici non ci curano"? E allora, cosa sono lì a fare? E perchè mai lo Stato ...
Questo non è un articolo. Le parole che seguono, pronunciate da Silvio Berlusconi, e riportate dall'ANSA di oggi, vengono pubblicate semplicemente a futura memoria. Nel caso i nostri figli, raccontandogliele un giorno, non volessero crederci. M.M.
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"Io non sono mai stato convinto che la guerra fosse il sistema migliore per arrivare a rendere democratico un Paese - ribadisce il premier - e a farlo uscire da una dittatura anche sanguinosa. Io ho tentato a più riprese di convincere il presidente americano a non fare la guerra. Ho tentato di trovare altre vie e altre soluzioni. Non ci siamo riusciti e c'é stata l'operazione militare. Io ritengo che si sarebbe dovuta evitare un'azione militare". Silvio Berlusconi - Primo Ministro in carica - 3 Novembre 2005.
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Leggi tutto: Cosa ci divide, cosa ci unisce