Il capitolo di "11 Settembre Ultimo Appello" dedicato alla scomparsa del volo caduto in Pennsylvania
IL FILMATO E' DISPONIBILE
Anche chi sa poco di 11 Settembre, ha probabilmente sentito dire che ci sono grossi sospetti sul fatto che sia stato davvero un Boeing 757 a colpire il Pentagono.
Quello che quasi nessuno sa, è che all'appello manca anche un'altro aereo per intero: del volo United 93 (il "quarto aereo"), che sarebbe stato fatto schiantare dai passeggeri in rivolta in un campo della Pennsylvania, non si è mai trovato nulla. Non un motore, non un pezzo d'ala, non un troncone di coda, nulla. Solo una buca fumante, piena di ferraglia qualunque, che non fa che moltiplicare all'infinito i sospetti sulla versione ufficiale dei fatti fornita al mondo dall'amministrazione americana.
Con questo articolo cerchiamo di fare il punto della situazione, dopo la recente delusione per la mancata uscita in edicola del nostro DVD sull'11 Settembre. (La cosa comunque è soltanto rimandata di qualche settimana, poi spieghiamo il perchè).
Intanto diciamo che domani, venerdì, metteremo in rete il capitolo del film intitolato "Il mistero di United 93". Mentre l'argomento è stato finora sottovalutato da quasi tutti i ricercatori sull' 11 settembre, risulta che questo episodio possa addirittura contenere l'intera chiave del giallo di quel giorno.
Per quel che riguarda la mancata uscita, diciamo che in realtà non abbiamo "perso", ma è come se avessimo mancato per un soffio l'opportunità di vincere il mondiale alla prima stagione. Se il DVD fosse uscito in allegato al settimanale di tiratura nazionale, infatti, avrebbe certamente messo in moto quel meccanismo di risonanza ...
di Enrico Galoppini
Sono sempre più rare le volte in cui ho il coraggio di guardare un telegiornale, eppure ogni volta, anziché ‘prenderla con filosofia’, mi succede che quasi mi metto ad urlare come un pazzo furioso per quel che sento e vedo. Ma non sono impazzito. Tutt’altro, l’«urlo» è ben meditato…
Molti, infatti, si sciroppano quaranta telegiornali al giorno (e sono, nel loro ebetismo, i più felici), altri fanno il tifo (e si sfogano), pochi altri verificano la «versione ufficiale»; ma chi ha metabolizzato queste ‘fasi’ s’incazza e basta, perché si pone la domanda fondamentale: perché dobbiamo sopportare tutto ciò?
Non sarebbe allora meglio non «sapere» più nulla? Pensate un po’: sono giunto alla conclusione che anche questo esito …
Evo Morales, il presidente campesino, ha vinto le elezioni boliviane, "en el nombre del pueblo". Non ha superato, di pochissimo, il 50% necessario a garantirsi un mandato assoluto, ma con la legge boliviana, che incarica il parlamento di decidere in caso di maggioranza relativa, lo stesso presidente uscente, Quiroga, ha riconosciuto la propria sconfitta.
E adesso? Gas naturale, petrolio e coca sono le tre grandi variabili in un paese che, stando alle risorse, doverebbe essere fra i più ricchi al mondo, e che invece è il penultimo della fila in Sudamerica, preceduto, in povertà, dal solo Ecuador. Il 66 per cento dei boliviani vive sotto la cosiddetta "linea di povertà".
Il 95 percento dei boliviani è cattolico, il restante 5 percento protestante. Da questo punto di vista, i Conquistadores ...
A chi ha a cuore la verità sull'11 Settembre, dobbiamo purtroppo dare una triste notizia. A chi è "di sinistra", un'altra ancora peggiore.
Il nostro nuovo film, intitolato "11 Settembre Ultimo Appello", era pronto per uscire in formato DVD, allegato ad un noto settimanale italiano. Questo era stato il motivo del nostro tergiversare nel dare informazioni più precise riguardo all'uscita: non volevamo creare nessun alone di mistero, ma semplicemente farvi una piacevole sorpresa. Invece la sorpresa l'abbiamo avuta noi, nel venire a sapere che all'ultimo momento il periodico se l'è fatta sotto, e che non se ne fa più nulla. Non è importante a questo punto stabilire di quale pubblicazione si tratti, quello che è importante è che questa si colloca chiaramente nella cosiddetta "area di sinistra".
Nello specifico, è avvenuto quanto segue: il direttore di questa pubblicazione (con la quale c'erano stati accordi preliminari, ma non impegnativi), ha visto il film finito, ed ha scelto di dichiarare, come motivazione del proprio rifiuto, che il suo giornale "appoggia la tesi ufficiale".
Ora, chiunque abbia visto "11 Settembre 4 anni dopo", il film "parziale" messo da noi in rete lo scorso Settembre, sa benissimo ...
di Stefano Serafini
Mi pare sia passato piuttosto in sottotono, almeno presso i media italiani, lo scandaloso discorso di Harold Pinter pronunciato in occasione del ricevimento del Premio Nobel 2005 per la letteratura, lo scorso 7 dicembre.
Presumibilmente perché egli ha voluto cogliere l'occasione di una platea mondiale per dire quello che milioni di persone desidererebbero urlare senza poterlo fare, e che le televisioni, obbedienti, tacciono. Con un monologo intitolato "Arte, verità e politica", l'intellettuale coraggioso si è esposto in vece del Segretario dell'ONU, o delle cancellerie internazionali, o dei partiti, o dei leader popolari, o persino delle agenzie di stampa; l'arte ha supplito alla coscienza perduta di chi governa, ed è così tornata finalmente a parlare, per bocca di Harold Pinter, di verità, assumendosene la responsabilità.
Ma quale verità? Non è la verità nell'arte, e nella fattispecie della specialità di Pinter, la drammaturgia, come egli stesso sostiene, "sempre elusiva"? In effetti, proprio ad apertura di discorso, citando se stesso, Pinter conferma di credere che non esistano distinzioni assolute fra reale e irreale, tra vero e falso, e che una cosa può essere sia vera che falsa allo stesso tempo. E' questo infatti il modo di procedere dell'arte nell'esplorazione del mondo. Ma al di fuori dell'ambito artistico la responsabilità civile ...
di Andrea Franzoni
Sono molte, specie nell'ultimo periodo, le storie di sfruttamento e di maltrattamenti ai danni degli operai cinesi. La Cina, paese che ci fa enormemente paura e che sembra sempre in procinto di schiacciarci, viene infatti dipinta come un regno di campi di lavoro pieni di forzati che vengono spremuti fino alla morte, lavorando decine di ore al giorno senza la minima protezione, e che vengono poi sbattuti tranquillamente per strada una volta inutili.
Questa situazione terribile, per la verità per nulla dissimile a quella nella quale versano milioni di lavoratori in Sud America, in Asia, in est Europa o in Africa, è al centro di una feroce strumentalizzazione mossa da interessi meramente economici, ovviamente, ma che prova a far leva sulla difesa dei diritti dei lavoratori rivendicando dazi, barriere e altre limitazioni sulle merci cinesi (andando contro agli stessi principi di libero mercato professati da decenni). Mentre il cinese viene sempre più stereotipato, e mentre gli industriali nostrani invocano uno sbarramento delle frontiere …
Questo è l'articolo originale sul possibile fallito attentato al presidente Bush, all'alba dell'undici settembre, di cui si è parlato ieri sera a Matrix
Proviamo ad immaginare la sera dell'11 Settembre 2001, come tutti la ricordiamo, con una piccola variante: il mondo osserva allibito gli schermi del televisore, sui quali non solo scorrono le immagini dell'attacco a Torri Gemelle e Pentagono, ma anche quelle relative all'assassinio del presidente Bush. E' stato ucciso quel mattino all'alba, nell'albergo della Florida in cui si trovava, e poche ore dopo Dick Cheney, che già aveva avuto in mano la situazione per l'intera giornata, a causa della sua assenza, ha giurato ed ha preso il suo posto. Le immagini di Laura Bush piangente, accanto alla bara del marito, uniscono una nazione che ancora non ha dimenticato i terribili giorni di Dallas. L'indignazione per le torri abbattute si moltiplica ...
Qualcuno, guardando distrattamente la televisione, crede di aver notato qualcosa di strano sullo schermo. Si concentra, guarda meglio, e si accorge che all'interno del flusso normale di immagini vengono messi in onda anche dei brevi fotogrammi, che con quelle imnmagini non c'entrano nulla.
Sembrerebbero dei classici messaggi subliminali, da tempo noti a tutti, e da tempo proibiti in tutto il mondo cosiddetto civile.
La persona si butta allora in rete, comunica la cosa su un forum, e scopre di non essere affatto un visionario. Altri avevano notato la stessa cosa. La notizia si spande veloce, e in qualche modo arriva persino su Striscia la Notizia.
In realtà, i messaggi subliminali si chiamano così …
(Segue: "Assimilato? No grazie" di Sergio Brundu)
Al di là delle discussioni sull'effettivo valore commerciale dei soldi, e sulla truffa a livello planetario ad opera delle banche centrali, c'è un secondo aspetto importante della moneta, ed è il suo valore simbolico. E' infatti la moneta, intesa come misura di ricchezza, la vera icona religiosa del mondo moderno. I soldi non separano solo i ricchi dai poveri, ma anche i "giusti" dagli "sbagliati", i vincitori dai vinti.
E così il sistema americano, perversamente, ha finito per replicare questo dualismo inconciliabile sulle stesse facce dei nuovi dollari che andranno al conio l'anno prossimo: la figura del conquistatore, e quella del conquistato. Nelle nuove monete avremo, da una parte, i vari presidenti americani (a turno, dal numero uno al numero trentasette - per fortuna i viventi sono esclusi), dall'altra, il volto dell'indiana Sacagawuea.
Chi era costei? Secondo la leggenda, un'indiana del Dakota che aiutò i "bianchi" …
Giungono segnali sempre più forti, dalle "stanze del potere", riguardo all'11 Settembre. Dopo le sortite esplorative di Panorama & soci (dalle parti di casa nostra), dopo il terrorismo preventivo alla Gentiloni ("infame" ci chi prova), dopo la "calata agli inferi" di Vittorio Zucconi (che ha dovuto ricorrere ad un Attivissimo qualunque, per difendersi dalla sete di verità dei suoi lettori), dopo il "garantismo" capovolto alla Teodori (la Commissione 9/11 ha confermato tutto, quindi è vero), dopo... beh, su Minoli stendiamo un p.v., è toccato ieri al Giornale sparare una bordata preventiva su Maurizio Blondet, da tempo in prima linea per la verità sull'11 Settembre.
Il quotidiano lo ha fatto ricorrendo a tutti i veleni conosciuti nel mondo dei pennaioli, ma soprattutto nell'ambito rigoroso della più grandiosa fallacia mai insegnata da Aristotele in poi: l'argomento ad personam. Screditare l'individuo, nel tentativo di screditare anche tutto ciò che dice.
Il titolo non si preoccupa certo di essere ambiguo: "Da Cuccia a bin Laden, le dietrologie dello specialista in complotti planetari". E già dal sottotitolo vieni a sapere che "Blondet fu licenziato in tronco da Avvenire", e che "al Corriere della Sera scriveva una rubrica intitolata realtà romanzata". Nella didascalia della foto ...