Qando un gruppo di persone si unisce in protesta, e alza al cielo la voce che chiede giustizia, spera con tutte le forze che il resto del mondo lo ascolti, e faccia in qualche modo sentire il peso della propria partecipazione. Non ha infatti altra speranza che quella, visto che sicuramente non detiene abbastanza potere per cambiare da solo la propria sorte. E' gente che chiede aiuto al mondo, con tutta la voce che ha in gola.
Quasi sempre proteste del genere - almeno quelle legittime e genuine - sono accompagnate da un senso di indignazione talmente denso, che spesso ti arriva sotto la pelle, ti contagia, per un bel pò di tempo non ti abbandona più.
E' sicuramente il caso di questo documento, messo in rete dal "gruppo NO TAV di Roma", che pare avere la sua bella dose di lamentele per lo stesso progetto che sta mettendo sottosopra mezzo Piemonte. C'è anche un "però", però, che presenteremo alla fine.
INIZIO DOCUMENTO
Il gruppo NO TAV di Roma si è unito nella piena civiltà e nel pieno diritto di protesta ... … con il gruppo NO TAV della Val di Susa.
Finalmente dopo 10 anni di silenzi qualcosa si muove! Sono 10 anni che noi romani protestiamo e contestiamo la TAV! 10 anni di incubi, vita poco salubre e poche ore di sonno. 10 anni di vita dentro ad un cantiere. La linea passa a 3 metri dai condomini di Roma est per ben oltre 12 km! Un muro di Berlino che divite la città, un quartiere dall'altro! Un muro alto oltre 12 metri lungo oltre 12 km dentro al centro urbano di Roma. Le case dei frontisti ufficialmente inagibili e incompatibili. E siamo costretti a vivere qui.
Ci avevano promesso espropri lungo la linea, con relativo abbattimento degli edifici e il pagamento del valore dell'intero immobile. Cosi non è stato. I soldi non c'erano e non ci sono. I più fortunati hanno avuto meno della metà del valore dell'immobile. Perciò dobbiamo vivere a soli 3 metri da 4 gallerie alte oltre 12 metri (ogni appartamento trasformato in loculo).
Con infiltrazioni d'acqua nelle cantine causate dai lavori, crepe e crolli degli edifici per le notevoli vibrazioni e rumori molesti, interi edifici dichiarati incompatibili e inagibili. Cariche della polizia e delle forze dell'ordine contro i cittadini mentre le scavatrici entravano con prepotenza dentro ai giradini condominiali... Sono 10 anni che non viviamo! E chiediamo giustizia!
È contro la natura, contro l'ambiente, contro il normale vivere civile costruire un eco-mostro del genere all'interno del centro urbano della Città Eterna! Un muro alto 12,50 metri e lungo oltre 12 km e largo quanto (e forse più) un autostrada a 3 corsie (a doppio senso... perciò 6 corsie nel cuore del centro urbano di Roma). Questo eco-mostro penetra da est a ovest (dalla periferia verso Stazione Termini) dividendo completamente a metà interi quartieri e borgate.
E più protestiamo e più le forze dell'ordine ci "caricano". Sono 10 anni che nessuno ci ascolta. Ecco perchè, portati alla esasperazione, molti cittadini di Roma si sono dati fuoco nel momento in cui le ruspe e le scavatrici sono entrate in azione buttando giù interi palazzi, giardini condominiali, garage... insomma il lavoro onesto di una vita.
FINE DOCUMENTO
Il "però" di cui parlavo ormai dovrebbe essere ovvio: se queste persone si trovassero oggi dietro a un muro lungo non dodici, ma 120 chilometri, non che gli sbarra la strada ma che li rinchiude del tutto, e gli impedisce non da 10 ma da 50 anni non solo di dormire, ma di vedere i propri cari, se per andare a lavorare - pur essendo a casa tua - dovessi passare ogni mattina un check-point più estenuante e umiliante dell'altro, e se al posto di quelli che offrono di acquistare la casa a metà prezzo, ci fossero dei bulldozer che avanzano imperterriti per radertela al suolo, e se non ti levi di mezzo schiacciano pure te, tanto sanno che a loro non fa niente nessuno…
Massimo Mazzucco
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