(Segue: "Assimilato? No grazie" di Sergio Brundu)
Al di là delle discussioni sull'effettivo valore commerciale dei soldi, e sulla truffa a livello planetario ad opera delle banche centrali, c'è un secondo aspetto importante della moneta, ed è il suo valore simbolico. E' infatti la moneta, intesa come misura di ricchezza, la vera icona religiosa del mondo moderno. I soldi non separano solo i ricchi dai poveri, ma anche i "giusti" dagli "sbagliati", i vincitori dai vinti.
E così il sistema americano, perversamente, ha finito per replicare questo dualismo inconciliabile sulle stesse facce dei nuovi dollari che andranno al conio l'anno prossimo: la figura del conquistatore, e quella del conquistato. Nelle nuove monete avremo, da una parte, i vari presidenti americani (a turno, dal numero uno al numero trentasette - per fortuna i viventi sono esclusi), dall'altra, il volto dell'indiana Sacagawuea.
Chi era costei? Secondo la leggenda, un'indiana del Dakota che aiutò i "bianchi" … … a trovare la via per l'Oceano Pacifico. Secondo la storia invece, una delle centinaia di migliaia di indigeni massacrati e calpestati dai conquistadores, nella folle corsa per arrivare per primi non all'"Oceano Pacifico", ma ai ricchi giacimenti auriferi che si trovavano nelle vicinanze della costa: non per nulla l'abbiamo chiamata anche "The Gold Rush", la "Corsa all'Oro". Tributo alla memoria, quindi, se vogliamo, oppure ennesimo tentativo, malriuscito, di lavaggio della coscienza nazionale. Questione di punti di vista.
Il tempo passa, ma il problema della "minoranza" sembra rimanere immutato. Chi non si adegua alla legge dei più, viene immancabilmente messo da parte, schiacciato, macinato e prima o poi espulso dal sistema stesso. Questa è forse la più grande di tutte le ipocrisie dell'"American Dream": quella del "calderone multietnico". E' verissimo che sui banchi di scuola tuo figlio si troverà come minimo accanto ad un bimbo pakistano, o a una bimba vietnamita, ma è altrettanto vero che tutte le etnie di questo mondo, non appena sbarcate nella "Nuova Terra", debbano adeguarsi rigorosamente alla regola dei più.
Non a caso vedi poi nascere le Little Italy a New York, le Chinatown a San Francisco, le Koreatown a Los Angeles, e sono fra le fortezze piu difese e inespugnabili dell'intero continente. Noi stessi, abbiamo intere isole che si rifiutano a tutt'oggi di sentirsi parte integrante della nazione italiana.
Un interessante parallelo, fra "sardi" e "pellerossa", ci viene proposto da Sergio Brundu.
Massimo Mazzucco
Assimilato? No grazie
di Sergio Brundu
Sarà per il fatto che ho vissuto al centro della “selvaggia” Barbagia di Sardegna respirandone la libertà della natura , là dove neanche l’impero Romano ebbe la soddisfazione e la capacità di piantare i suoi vessilli, sarà per il fatto che per nascita i Sardi sono testardi e ribelli ed io, anche anticonformista Sarà per tutto questo o per altre questioni che ora mi sfuggono, che oggi con mia grande tormento mi sento minacciato di estinzione, come Sardo e come Europeo.
E’ anche possibile che noi tutti, poveri ingenui, idealisti e creduloni …incapaci del pragmatismo machiavellico, non siamo in grado di “rilassarci” schierandoci dalla parte delle ragion di stato, del “progresso”…..e degli obiettivi superiori e nobili della civiltà di ogni tempo e di ogni luogo. Ci ostiniamo invece a fossilizzarci, per cosi dire, in esercizi intellettualistici e dettagli astratti della storia dell’umanità.
Mai come in questo momento è infatti possibile concretamente percepire, le propaggini di una offensiva proveniente oltre atlantico, inequivocabilmente finalizzata al consolidamento mondiale della più bieca accoppiata, della dottrina capitalistico-liberista con il potere militare, quale spregiudicato tentativo di “omologazione” da parte degli Stati Uniti d’America della globale cultura del pianeta, ed in questa terra d’occidente attraverso un consolidato e subdolo processo di acculturazione che nasce fin dalle ceneri della seconda guerra mondiale.
E mentre in medio Oriente sui popoli arabi ed in nome della libertà duratura “piovono bombe democratiche e fosforo assimilante”, in tutto il mondo si infiltrano i subdoli processi “culturali” acculturanti e tecnologici Made in Usa, in nome di un “Dio” denaro capace di fagocitare i popoli più deboli, le comunità più fragili, gli individui più indifesi.
Molti dei nostri “figli” e non solo, vestono modello Blue Jeans stile Far-west, bevono coca cola dalla lattina e vanno a rimpinzarsi delle porcherie tipo mc Donald.
Essi, sono bombardati ogni giorno da una televisione informe che manda in onda standard americani stile “isola dei cretini” o affini, gli viene infine ingrippato il cervello di cinematografia americana da spazzatura maelodorante, gli viene creato l’imprinting statunitense e consumistico di modelli umani tipo bamboccio, e se poi gli vai a chiedere chi sono, da dove vengono e dove vanno , non ne hanno la più pallida idea!
Essi appaino, rincoglioniti e rintronati!
Devolution, election day, premier, welfare state, deregulation, question time, scanner, password e cosi via, …..ed io non ne posso più di questi nomignoli inquietanti che infestano il mio vocabolario e che si insinuano come tanti tarli tra le mie sinapsi neuronali, per giunta propinati nell’etere con i soldi annuali del mio canone tv!
Acculturazione, assimilazione, integrazione, marginalità.. …
<. noi non vogliamo diventare come i Cherokee, i Seminoles, i Sioux, i Kree, i Cheyenne> …
E qualcuno recentemente lo urlava con il cuore, apparentemente in modo anacronistico ma ricordando genuinamente ed in modo tragicamente attuale, che il passato è sempre subdolamente trasfigurato nel presente.
Questi indiani d’America, vittime sacrificali dei progressi del mondo “civile” e della “consacrazione” da parto della più grande “demokrazia” mondiale, esperimento vivente dall’800 ad oggi, dei processi di “fagocitazione” standard dell’ uomo bianco”
< Augh … Orso che corre… hanno sterminato i tuoi antenati e adesso uccideranno anche te! >
Ma io non ho alcuna intenzione di esser omologato, globalizzato, assimilato, non ho alcuna intenzione di essere straniero in casa mia, amorfo cittadino del mondo, americano in Europa, italo americano in terra Sarda.
Dae oije happ'a manicare pane tostu e app'a bibere binu nigheddhu de ssa terra mea, e ssa bandhela sua hat' a irbentulare, chin solennidade manna, a ss'alenu de su bentu. (“Da oggi mangerò pane duro e berrò vino nero della mia terra, e la sua bandiera sventolerà solenne al soffio del vento! ” )
Voi fate come volete, e semmai fatemi sapere !
Augh!
Sergio Brundu (Vulcan)