di Kerb
Era una bellissima sera d'estate di tanti anni fa...verso le 23, io e tre amici miei eravamo in motorino a goderci il fresco e a gironzolare per la città...
Anche se può suonare strano (per la città in cui vivo), ci fermammo ad un semaforo rosso in attesa del verde e, allegri e spensierati, ci sfottevamo a vicenda sull'aspetto malandato dei motorini...
Non udimmo nemmeno lo stridio dei freni, una grossa "stescion uegon" piombò ad una velocità, poi valutata intorno ai 70-75kmh, sul motorino dei miei amici...
Vidi (lo chiamerò) Gennaro schizzare 20 metri più avanti e (la chiamerò) Assunta volare direttamente sul palo del semaforo al lato opposto dell'incrocio...
La macchina proseguì la sua corsa e si schiantò in un muro a circa 50 mt. dall'incrocio...
Feci scendere la mia amica dal motorino, buttai a terra il mezzo …
Qualcuno ricorda il massacro di Hadita, in Iraq? Dopo essere state attaccati lungo la strada dai "ribelli" iracheni, un gruppo di marines decise di vendicarsi secondo l'antico stile di guerra che già aveva reso noti i romani nel mondo: la rappresaglia su civili innocenti. Fu così che nel novembre dell'anno scorso 24 iracheni "qualunque", fra cui un ultrasettantenne e un bambino di tre anni, furono massacrati a colpi di mitra nelle loro abitazioni del villaggio di Hadita.
L'episodio, probabilmente come tantissimi altri, era inizialmente passato sotto silenzio. Ma dopo tre mesi emerse un filmato, girato da uno degli stessi militari, che mostrava nel dettaglio i segni del massacro, e che riuscì in qualche modo ad arrivare fino a Time Magazine, sollevando un'ondata di reazioni negative.
A quel punto i militari furono obbligati a fingere di fare un'inchiesta, nella quale i marines si difesero dicendo che i morti erano dovuti allo scambio di fuoco incrociato fra loro e i "ribelli" che li stavano attaccando. Ma furono platealmente smentiti da numerose testimonianze degli abitanti locali, che confermarono che non si fosse affatto trattato di uno scontro a fuoco, ma di una semplice operazione di rappresaglia, gelida e premeditata.
Finchè c'era Rumsfeld, però, il caso sembrava essere rimasto nel limbo, ma da quando l'anima nera dei neocons ha dovuto fare le valigie, …
Nell'istante stesso in cui ho letto che il Vaticano progetta di avere una propria nazionale di calcio, ho sentito che finivano i miei anni di tormento nel cercare di comprendere a fondo l'Apocalisse di Giovanni. Ora so, con certezza, come avverrà lo scontro finale fra il Bene e il Male. La nazionale vaticana, dopo aver sconfitto tutte le altre squadre al mondo, si ritroverà a giocarsi il titolo di campione Escatologico dell'Universo con la storica avversaria di sempre, la nazionale pan-islamica di calcio.
Lo scontro finale avverrà in uno stadio enorme, fatto costruire apposta dal Vaticano su disegni originali mai realizzati di Albert Speer, e sarà riempito all'inverosimile di credenti invasati ed urlanti. Le mura saranno di diaspro, adornate di ogni specie di pietre preziose, che saranno interrotte solo dai dodici Portali di ingresso: il primo di diaspro, il secondo di zaffìro, e il terzo di calcedònio, daranno accesso alle tribune d'onore. Il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, porteranno direttamente alle gradinate centrali. L'ottavo Portale sarà di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, e porteranno ai popolari, mentre l'accesso alla Curva del Bucintoro (ex-Fossa dei Leoni) sarà garantito dall'undecimo Portale di giacinto, e dal dodicesimo di ametista.
Ho anche compreso chi sarà il misterioso "Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente": sarà Ronaldo Junior, il figlio dell'intramontabile campione dal ginocchio di cristallo, che il Vaticano avrà acquistato, insieme a tutta la famiglia, per sette generazioni a venire. Il resto dei giocatori, in stretta tradizione ecumenica, …
Con la rabbia tipica di chi non si rassegna a qualcosa di più grande di lui, Attivissimo e company stano portando avanti la loro velenosa "smear campaign" contro la verità sull'undici settembre anche sulle pagine delle recensioni del libro/DVD "Inganno Globale" di Macroedizioni.
Questa è la risposta che ho mandato oggi, e che su Macroedizioni comparirà più tardi per motivi di impaginazione. Sono concetti generali, naturalmente (non sono certo sceso a rispondere nel dettaglio), per cui mi sembrava giusto riproporli anche qui, per chi è interessato all'argomento. M.M.
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Sono Massimo Mazzucco, autore del libro e del film in questione, e responsabile del sito luogocomune.net, dove per tre anni sono stati elaborati e discussi i materiali sull'undici settembre che vi trovate presentati.
Devo dire che non sono affatto stupito dalla "caterva" di commenti negativi che compaiono in questa colonna, poichè in realtà si tratta, in tutta probabilità, delle solite tre o quattro persone che ci combattono da anni, e che hanno scoperto che basta ogni volta firmarsi con un nome diverso, per sembrare di essere una moltitudine.
Sia chiaro, c'è anche chi ha portato critiche serie e costruttive, ma nella maggioranza dei casi riconosciamo con grande facilità lo stile di chi da sempre ci combatte, velenoso e meschino insieme, …
Di N.P.
Sul retro di questo quadro di Mario Sironi, intitolato "L'architetto", compare la seguente citazione di Walter Gropius, il fondatore della Bauhaus:
Qualsiasi professione abbiate scelto, il vostro senso del dovere riguardo al compito che vi siete proposti, deve essere così profondo da non distogliervi mai più dalla linea di condotta iniziale. Ciò nonostante può accadere che l’incarico che vi è stato dato vi sia tolto. In tal caso dovrete dimostrare abbastanza pazienza da poter aspettare a svilupparlo di nuovo. Agite come se la vita umana non avesse fine e fate piani che guardino al futuro. Soltanto così vi sentirete responsabili senza limiti di tempo ed il fatto che voi possiate o no vederne i risultati non dovrà mai sfiorare il vostro pensiero. Se la vostra contribuzione è stata vitale ci sarà sempre qualcuno che potrà continuare quello che voi avete realizzato e questo sarà la vostra partecipazione all’immortalità. - Walter Gropius.
Il progresso sociale si è arrestato, stiamo assistendo ad un regresso della civiltà e della cultura del lavoro.
Negli anni ’80 e ’90 le aziende rischiavano, oggi riducono i costi e snelliscono il personale, i ragazzi non riescono a crearsi un curriculum vitae e ad essere attori del loro futuro; chi invece un curriculum ce l’ha già ...
C'è una differenza abissale - forse incolmabile - fra quello che noi pensiamo che accada in Iraq, o in Afghanistan, e quello che davvero succede, giorno dopo giorno, su un teatro di guerra come quelli.
La nostra percezione della guerra subisce almeno tre filtri, prima di cristallizzarsi in qualche maniera nella nostra mente: il primo filtro è quello di colui che ci racconta le cose, il reporter "embedded" che probabilmente sceglie già in partenza in maniera da escludere tutto ciò che sarebbe inaccettabile ai nostri occhi. Poi c'è il filtro di chi le immagini le riceve, in America, e le rimette in onda per il mondo intero: direttori di telegiornale strapagati proprio perchè sanno a loro volta modulare, smussare, e confezionare per il proprio pubblico il messaggio comunque "crudo" che arriva dal fronte. Infine c'è il filtro dei nostri occhi e della nostra mente, che di fronte al televisore vogliono vedere e sapere soltanto quello va bene a ciascuno di noi di vedere e di sapere. Quasi sempre molto poco, se non nulla del tutto.
Solo in questo modo è possibile spiegare lo spiazzamento totale che ci coglie nell'osservare il breve filmato che segue (non ci sono immagini cruente). Anzi, questo filmato ci informa che c'è sicuramente un quarto filtro da tenere assolutamente in conto: quello che devono aver raccontato gli uomini di Rumsfeld a questi poveri soldati americani, per averli ridotti ad agire come agiscono. Si, ho scritto "poveri soldati americani", …
Quante volte avremo sentito dire "chissà quante persone bisogna coinvolgere per riuscire a tenere a terra un intero sistema di difesa come quello americano?"
La risposta pare essere sorprendente: una sola persona, in realtà.
Facciamo un piccolo passo indietro: nel giugno del 2001, nonostante da dieci anni non si fosse verificato un solo caso di dirottamento nei cieli americani, il nuovo Ministro della Difesa Donald Rumsfeld decide di cambiare certe procedure che riguardano proprio i dirottamenti nei cieli di casa propria.
(articolo riportato in testa - aggiunto video, segnalato da Massimo Gariano)
di Ashoka
Ad ascoltare le parole del nostro premier, Romano Prodi, sembra che ci sia piena sintonia tra governo italiano e quello israeliano.
Alla conferenza stampa congiunta con Olmert, nella cornice di Villa Madama, il leader dell'Unione ha tracciato il percorso per riprendere il processo di pace tra Israele e Palestina:
“Italia e Israele – ha detto Prodi, sono fortemente impegnati per la stabilità e la pace in tutta l'area, in conformità di alcuni principi essenziali, che sono i principi della Road Map, da cui né l'Italia né Israele si possono e si vogliono staccare”.
Un progressivo avvicinamento tra le parti ci potrà essere, sempre secondo Prodi, soltanto “attraverso la rinuncia alla violenza e secondo il principio del riconoscimento dello stato di Israele, del suo riconoscimento come stato ebraico”.
Riconoscimento di Israele come stato ebraico e rispetto dei principi espressi dal “Quartetto di Madrid” (Usa, Ue, Russia e Onu) ...
Un interessante sondaggio di Gallup ha voluto mettere a confronto il presidente Bush con i cinque presidenti che lo hanno preceduto - Bill Clinton, George H. Bush (il padre), Ronald Reagan, Jimmy Carter, e Jerry Ford - sotto l'interrogativo "come parlerà di loro la storia?" Evidentemente Gallup non se l'è sentita di porre la domanda rispetto al solo presidente in carica.
Per la palma d'oro assoluta - di quale dei cinque la storia parlerà meglio - Ronald Reagan l'ha spuntata di poco su Bill Clinton, 46% contro 44%. Sono sempre stati, d'altronde, le due star indiscusse del mausoleo repubblicano e democratico. Agli altri quattro presidenti sono rimaste solo le briciole: Jimmy Carter ha riportato comunque un elegante terzo posto (5%). Bush figlio (3%) ha sorprendentemente battuto il padre (1%), che condivide l'ultimo posto con il poco amato Gerry Ford (1%). Di lui dicevano, tanto per capirci, che non riuscisse a camminare e a masticare la gomma americana nello stesso momento (però l'assoluzione immediata per il detronizzato Nixon è riuscito a firmarla correttamente).
Il peggiore giudizio della storia pare invece riservato proprio al nostro "Dubia", che si porta a casa un bel 66% di voti negativi, …
La storia ogni tanto ci regala dei paradossi davvero sorprendenti. Chi avrebbe mai pensato che la Germania di Norimberga si sarebbe ritrovata, solo una sessantina di anni dopo, a difendere a spada tratta una "verità storica" che fino quel momento avrebbe tanto volentieri evitato di riconoscere?
Eppure ieri quella di Angela Merkel è stata una delle voci che maggiormente si è fatta sentire nell'esprimere la propria "indignazione" per le affermazioni sull'olocausto fatte dal presidente iraniano Ahmadinejad. Ma anche Blair non si è fatto pregare, definendo l'episodio "incredibilmente scioccante", mentre il nostro Massimo D'Alema ha preferito il grigio neutro di "una cosa inqualificabile". Grandiosa poi la Santa Sede, che ci ha fatto sapere che l'olocausto "è stata una immane tragedia, dinanzi la quale non si può restare indifferenti".
Ma in realtà questa ridicola sceneggiata che si sta svolgendo sul palcoscenico internazionale è costituita da tre grandi menzogne, che stanno perfettamente incastrate una nell'altra.
La prima menzogna sta nel modo in cui i media occidentali hanno riportato la notizia, mettendo l'accento soltanto sull'aspetto estremista e provocatorio del discorso di Ahmadinejad. Rileggendo le sue parole notiamo infatti …
di Marco Cedolin
E’ passato un anno da quando l’8 dicembre 2005 i valsusini e gli amici accorsi loro in aiuto da ogni angolo d’Italia, invasero a decine di migliaia, i prati di Venaus, travolgendo come un fiume in piena il cantiere dell’alta velocità e le forze dell’ordine che lo presidiavano. Quell’esercito di gente comune, di operai e impiegati, di studenti e anziani, di ragazzi dei centri sociali e di mamme con la carrozzina, non spazzò solo l’arroganza dei gruppi di potere del cemento e del tondino e la prevaricazione dei partiti politici che attraverso la militarizzazione della Valle e le manganellate intendevano imporre con la forza un progetto senza senso.
Le decine di migliaia di persone che l’8 dicembre scesero a Venaus per dire “Basta” dimostrarono che anche quando un futuro fatto di morte e devastazione viene imposto con la violenza da chi detiene il potere è possibile ribellarsi ...
Leggi tutto: Il Potere e la Giustizia