Il Darfur non è - come pensa qualche nostro rappresentante in parlamento - "uno stile di vita particolarmente affrettato", è una tragedia umana che riguarda quasi 3 milioni di persone, di cui evidentemente nessuno si vuole occupare.
Il Darfur è la zona occidentale del Sudan che confina con il Chad, ed è abitata prevalentemente da neri africani, ovvero non-arabi, in una nazione a forte maggioranza araba. Zona depressa e apparentemente "inutile" (inizialmente gli americani ci avevano fatto un pensierino, come fonte petrolifera di seconda scelta, ma poi si sono trovati troppo impegnati sul fronte iracheno), il Darfur è stato da tempo abbandonato al suo destino, tanto da scatenare, tre anni fa, una serie di violente sollevazioni popolare che hanno richiesto l'intervento dell'esercito sudanese per riportare la calma.
Ma le proteste su base etnico-geografica - la Cecenia insegna - sono tutt'altro che facili da domare da parte dei governi centrali, i cui soldati si trovano regolarmente di fronte un nemico costituito dall'intera popolazione locale. I soldati sudanesi inoltre pare che non siano particolarmente portati alla battaglia, ...
Elezioni americane: non hanno vinto i democratici, hanno perso i neocons.
Non è bastata la tanto sbandierata condanna a morte di Saddam - definita da Bush addirittura una "vittoria della democrazia" - a salvare un partito che assomiglia sempre di più ad una nave dalla quale i topi saltano giù prima che affondi.
La "falla" che imbarca acqua a tonnellate, ormai è chiaro, è l'Iraq, e quella destinata ad andare a fondo insieme alla nave è ovviamente la squadra dei neoncons che l'ha voluta e provocata. Dopo aver tenuto in ostaggio per tanto tempo il paese, tenendo in ostaggio il presidente, i "discepoli di Strauss" hanno esaurito la loro missione primaria, che non era quella di "conquistare il mondo", come tutti credevamo, …
L'aspetto più paradossale sulle temute manipolazioni del sistema di voto elettronico, è che gli americani siano stati rassicurati al riguardo dalle stesse persone che si sospettano di manipolare quel voto a proprio favore: "il dipartimento della Giustizia - si legge sul CdS di oggi - ha annunciato la presenza record di 850 osservatori federali in 69 giurisdizioni di 22 Stati per verificare il regolare svolgimento delle operazioni di voto."
A pensarci bene, il fatto ha qualcosa di metafisico. Metafisica la sfacciataggine di chi si offre per "garantire la regolarità del voto", come se fosse arrivato da Marte dieci minuti prima, e nulla avesse a che fare con il suo risultato finale, e metafisica la dabbenaggine del cittadino che va a votare, e non si rende nemmeno conto che l'altro estremo della carota che gli viene offerta sia in realtà un bastone tanto rigido quanto nodoso.
E' su questa ambigua sovrapposizione fra il concetto di autorità super-partes, e la sede effettiva dell'inganno che si basa l'intero meccanismo di controllo dei pochissimi sulle moltitudini, …
Man mano che passa il tempo, la "mente" dell'attentato di Madrid si sta tasformando in una vera e propria Idra a cento teste. Tra lo sconcertato e il divertito, leggiamo dall'ANSA di oggi che la Procura di Milano ha emesso una sentenza di << dieci anni per 'la mente' della strage di Madrid >>, ovvero Ahmed Sayed Osman Rabei, detto Mohammed l'Egiziano. << Per la Procura di Milano - prosegue l'ANSA - [Rabei] era "il capo di una banda di assassini", "la mente" di una "cellula armata che ha già colpito e continuerà a colpire", quel gruppo legato ad Al Qaida che in Spagna, l'11 marzo del 2004, firmò gli attentati che fecero 192 morti e 1.800 feriti>>.
In realtà sono talmente tanti, ormai, gli "ideatori" di quell'attentato, che fra tutti si sono dimenticati di decidere chi li avrebbe rivendicati, e così alla fine abbiamo dovuto di nuovo fidarci dei servizi occidentali. D'altronde, chi ormai non è "legato ad Al-Queda", in questo mondo capovolto dove sono i "buoni" a rivendicare regolarmente gli attentati per conto dei "cattivi"?
Per tutti noi Ashcroft all'ultimo stadio, inoltre, questo "Mohammed L'Egiziano" è una vecchia conoscenza, ...
Il Sud-Africa dell'apartheid - la discriminazione razziale istituzionalizzata - ormai appartiene ai libri di storia. Tutti i neri del paese sono "usciti di prigione" nello stesso momento in cui lo faceva il loro leader indiscusso, Nelson Mandela, che nel 1994 varcava trionfalmente la soglia del carcere di Cape Town per diventare direttamente il presidente di quella nazione.
E nel momento in cui Mandela diventava presidente, i neri diventavano automaticamente i nuovi eletti della popolazione. Improvvisamente potenti e temibili, stava a loro a quel punto "concedere" una ritirata onoreole agli ex-aguzzini e colonizzatori bianchi, i quali scomparivano di scena dopo aver razziato le migliori risorse del paese per oltre un secolo.
Ma i bianchi non si sono portati via proprio tutto, nell'abbandonare il paese che da sempre consideravano come una seconda casa. Hanno lasciato ai nativi di quel luogo ...
di Ashoka
E' una buona regola, per un governo, dare le brutte notizie di venerdì, meglio ancora se la sera. La gente sta uscendo dal lavoro, il week-end è alle porte e, con un po' di fortuna, il lunedì successivo sarà tutto dimenticato.
Ma ogni regola ha la sua eccezione e ci sono notizie di una gravità eccezionale e che pertanto vanno date di lunedì....
(se non vedete il video embedded andate qui)
Leggi tutto: Darfur, parola misteriosa