di Marco Cedolin
Con il passare degli anni le manovre finanziarie stanno diventando sempre più simili alle pubblicazioni pubblicitarie dei grandi ipermercati che con regolarità disarmante stipano all’inverosimile le nostre buche delle lettere dopo aver contribuito a disboscare parecchi ettari di foresta vergine.
Come nel caso della buca di casa nostra, dove in mezzo all’ammasso di offerte irripetibili e sconti convenienza, destinati in un batter di ciglia a trasmutare allo stato di (gravoso per le nostre tasche e la nostra salute) rifiuto solido, finiscono irrimediabilmente lettere e bollette estremamente importanti; anche nelle finanziarie... ...le “grandi offerte” distolgono il nostro sguardo dalla miriade di tasse, gabelle, imposte e contributi che graveranno pesantemente su quello che resta del nostro reddito, sempre se siamo ancora così fortunati da averne uno.
Per una volta voglio però evitare di spaziare con lo sguardo su quello che ci viene nascosto, risparmiandovi la lettura di tabelline infarcite di cifre e calcolazioni assortite volte a dimostrare come l’operaio di Caserta con 2 figli guadagnerà con la finanziaria 11 euro mentre l’insegnante single di Cologno Monzese ne perderà ahimè 7.
Da un mese a questa parte le tabelline, i calcoli, le percentuali, le stime, stanno riempiendoci la vita più di quanto non lo facciano le realtà tangibili, tentando di farci dimenticare come la loro valenza rasenti in effetti quella dello zero assoluto. Nessuna tabellina e nessun calcolo per quanto complesso potrai mai fornirci neppure uno scampolo di verità. Anche lo studioso di statistica più virtuoso e politicamente corretto si trova infatti nell’assoluta impossibilità di determinare quanta benzina consumerà Luigi, quante volte pagherà il ticket sanitario Cristina, con quale frequenza Alberto posteggerà sulle strisce blu, a quale classe di euromerito appartenga la macchina di Anna, se Federico si concederà una vacanza e pagherà la tassa di soggiorno, di quante ricette mediche abbisognerà Lorena e se Mario l’anno venturo finirà o meno al pronto soccorso.
Concentriamoci perciò sui saldi irripetibili, sul fascino un po’ perverso delle offerte convenienza, sul profumo carezzevole delle grandi occasioni, sul volto angelicato dell’opportunità di risparmio.
Dopo decenni di ossessiva attenzione nei confronti del mercato dell’auto, con un occhio di riguardo per casa FIAT diventata nel tempo grazie ai molti “governi amici” monopolista nazionale del settore, in barba ai proclami sulla concorrenza che sembrano essere il credo assoluto degli imbonitori politici di ogni colore, sono per ora terminati (almeno su scala nazionale) i contributi statali per la rottamazione attraverso i quali abbiamo per molti anni finanziato l’industria automobilistica. Per garantire comunque la tranquillità di Montezemolo e degli altri produttori di lamiere gommate, lo stesso effetto “incentivo” di prima sarà garantito stavolta non tramite elargizioni e prebende ma semplicemente tartassando i consumatori che anni fa avevano acquistato a sconto le auto nuove e nel tempo sono stati colpevoli di non aver optato (o non aver potuto optare) per un nuovo acquisto.
Entra nel novero dei ricordi anche il contributo per l’acquisto del decoder digitale terrestre fortemente voluto dall’ex ministro Gasparri. In virtù di questa offerta strepitosa adesso la maggior parte degli italiani ha in casa una scatoletta nera pagata pochi euro nel negozio ma molti dal contribuente e può trastullarsi nel vedere gli stessi canali che vedeva prima, con la stessa qualità di prima, più qualche canale tematico finalizzato ad indurre la letargia nell’arco di pochi minuti. Un’operazione la cui risultante, oltre agli enormi guadagni di chi importandoli dall’oriente commercializzava i decoder, si può riscontrare solamente nell’accresciuto consumo energetico indotto dall’accensione di un apparecchio in più, ma anche la bolletta dell’Enel contribuisce ad incrementare il PIL e va bene così.
Le novità più accattivanti nel panorama delle offerte speciali 2007, promosse questa volta con il marchio della coop di centrosinistra riguardano gli elettrodomestici e il vecchio tubo catodico ormai trasmutato verso nuovi livelli tecnologici d’eccellenza.
Già da tempo si parla di un incentivo per l’acquisto di un nuovo frigorifero, proposto con la motivazione di favorire i nuovi refrigeratori meno, energivori e più rispettosi dell’ambiente e in realtà anche utilissimi per incrementare i guadagni di coloro che li producono, o meglio anche in questo caso commercializzano poiché praticamente tutta la produzione tecnologica è stata delocalizzata all’estero da tempo.
L’ultimo sconto speciale, da non perdere in quanto irripetibile, è destinato ai soli soci RAI e partirà il 28 febbraio del 2007 senza che siano necessari altri bollini fedeltà se non quello di possedere l’ultimo canone pagato della TV di stato.
Riguarderà l’acquisto delle nuove TV digitali, così nuove da far si che non siano ancora stati definiti in finanziaria i parametri perché un apparecchio rientri nell’ambita categoria.
Tutti i fortunati possessori dei requisiti per potere accedere all’incentivo avranno modo di acquistare queste meravigliose sintesi d’innovazione tecnologica e stilistica con uno sconto del 20% fino ad un massimo di 200 euro sul prezzo di acquisto, il tutto per un costo previsto a carico dello stato di circa 40 milioni di euro.
Non potendo essere addotte a questo riguardo motivazioni “ecologiche” (anzi lo smaltimento dei vecchi TV obsoleti ma funzionanti sarà alquanto gravoso dal punto di vista ambientale) il governo ha giustificato l’operazione tramite motivazioni più “elevate” volte a migliorare il bagaglio socio – culturale degli italiani. Lo svecchiamento del parco degli apparecchi televisivi e la sensibilizzazione della popolazione verso la nuova tecnologia rappresentano infatti secondo il ministero il vero incipit che ha determinato questo tipo d’investimento.
Cambiano i governi, cambiano le maggioranze ma ciò che sembra davvero non cambiare mai è l’assoluta mancanza di qualunque seria politica programmatica volta a sostenere l’economia del nostro paese.
Gli sconti convenienza e le offerte speciali che favoriscono per un lasso di tempo limitato specifici settori della produzione e della vendita sono la vera dimostrazione di questa assoluta inanità e della mancanza d’idee che accomuna al riguardo tutta la classe politica.
Sorge inoltre logico domandarsi perché i frigoriferi e non i forni a microonde, le lavatrici o le lavastoviglie? Perché le TV digitali e non le scarpe, l’abbigliamento, le radiosveglie o le biciclette, queste ultime anche ecologiche e con emissioni zero?
Il solito mistero che si perde nell’imponderabile e ci fa capire che è giunta l’ora d’incominciare a cercare la bolletta, frugando (magari con i guanti) nel marasma della spazzatura.
Marco Cedolin
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