La nostra percezione della guerra subisce almeno tre filtri, prima di cristallizzarsi in qualche maniera nella nostra mente: il primo filtro è quello di colui che ci racconta le cose, il reporter "embedded" che probabilmente sceglie già in partenza in maniera da escludere tutto ciò che sarebbe inaccettabile ai nostri occhi. Poi c'è il filtro di chi le immagini le riceve, in America, e le rimette in onda per il mondo intero: direttori di telegiornale strapagati proprio perchè sanno a loro volta modulare, smussare, e confezionare per il proprio pubblico il messaggio comunque "crudo" che arriva dal fronte. Infine c'è il filtro dei nostri occhi e della nostra mente, che di fronte al televisore vogliono vedere e sapere soltanto quello va bene a ciascuno di noi di vedere e di sapere. Quasi sempre molto poco, se non nulla del tutto.
Solo in questo modo è possibile spiegare lo spiazzamento totale che ci coglie nell'osservare il breve filmato che segue (non ci sono immagini cruente). Anzi, questo filmato ci informa che c'è sicuramente un quarto filtro da tenere assolutamente in conto: quello che devono aver raccontato gli uomini di Rumsfeld a questi poveri soldati americani, per averli ridotti ad agire come agiscono. Si, ho scritto "poveri soldati americani", …
… poichè una scena del genere riesce solo a suscitare tanta compassione: compassione per l'incapacità assoluta di vedere ciò che accade attorno a loro, e di capire cosa stanno facendo al mondo che hanno improvvisamente voluto invadere e trasformare, come se fosse qualcosa che gli appartiene.
Mentre a questo punto gli si può solo augurare di non capire mai il vero motivo per cui sono stati mandati lì, e perchè gli stanno facendo fare quello che fanno. Altrimenti potrebbero davvero impazzire.
Massimo Mazzucco