Con la morte di Augusto Pinochet si chiude per il Cile - e in un certo senso per tutto il Sudamerica - il periodo storico delle dittature militari e dei cosiddetti "desaparecidos". Supportato apertamente da Kissinger (Nixon era già quasi sempre ubriaco, in quel periodo), il colpo di stato in Cile porta una data molto particolare, 11 settembre 1973, che condivide con un terzo giorno nero della storia moderna, quello del massacro di Sabra e Chatila (11 settembre 1982). Come si può vedere dai documenti desecretati che pubblichiamo, la preparazione del "golpe" era stata lunga e laboriosa, e risale ad ancora prima che Allende venisse ufficialmente proclamato presidente, dopo aver vinto di stretta misura le elezioni del 1970.
E' la CIA stessa a fornirci dettagli interessanti, dalla "ricostruzione" dei fatti naturalmente molto particolare che si trova sul loro
sito ufficiale. Già la frase introduttiva è tutto un programma:
"In the 1960s and the early 1970s, as part of the US Government policy to try to influence events in Chile, the CIA undertook specific covert action projects in Chile. The overwhelming objective—firmly rooted in the policy of the period—was to discredit Marxist-leaning political leaders, especially Dr. Salvador Allende, and to strengthen and encourage their civilian and military opponents to prevent them from assuming power. "Negli anni '60 e nei primi anni '70, come parte di una politica intesa cercare di influenzare gli eventi in Cile, la CIA intraprese specifiche operazioni segrete in Cile. L'obiettivo finale, strettamente radicato nella strategia di quel periodo, era di screditare i leader politici di tendenza marxista, e specialmente Salvador Allende, e di incoraggiare i loro antagonisti civili e militari affinché gli impedissero di arrivare al potere".
Nonostante questi sforzi, però, alle elezioni presidenziali del 4 settembte 1970 Allende riportò oltre il 36 per cento dei voti, contro il 35 per cento dell'ex-presidente Alessandri, e il restante 28 per cento raccolto dal candidato del partito Cristiano-Democratico Tomic. Essendo mancata la maggioranza assoluta, l'elezione definitiva - che di norma in Cile va al candidato con maggiori voti - sarebbe spettata al parlamento, che aveva in programma di riunirsi il 24 di ottobre.
C'era quindi ancora tempo per evitare quello che la CIA definiva un "disastro marxista", dopo che Nixon aveva espressamente dichiarato che "un governo Allende sarebbe inaccettabile per gli Stati Uniti".
Ecco la valutazione fatta dalla "station" di Santiago nel momento cruciale che precedette quella riunione:
Al paragrafo "F" si legge:
"Ci sarebbero delle difficoltà nei rapporti fra Stati Uniti Cile sia sotto Alessandri che sotto Tomic, ma ambedue le persone sembrano persuase dell'importanza di avere dei buoni rapporti con gli Stati Uniti. Allende invece quasi certamente prenderebbe delle misure molto rigide contro gli interessi economici americani e combatterebbe la politica americana in questo emisfero. L'ostilità di Allende e dei suoi alleati verso gli Stati Uniti è troppo profondamente radicata per potere essere cambiata con facilità. Sugli argomenti-chiave internazionali che avessero a che fare in qualunque modo con il confronto tra est e ovest [guerra fredda], un'amministrazione di Allende sarebbe sicuramente ostile agli interessi americani, o nel migliore dei casi neutrale.
Gli americani non erano gli unici a preoccuparsi del futuro del paese in quel momento. Si è poi saputo che vi furono addirittura due diverse gruppi di militari che si organizzarono, indipendentemente uno dall'altro, per prendere il potere prima del fatidico 24 ottobre.
Uno di questi era agli ordini del generale Viaux, l'altro faceva capo al generale Valenzuela.
Il problema più grosso per tutti era rappresentato dall'attuale capo dell'esercito, il generale Schneider, un fedelissimo della Costituzione che intendeva proteggere a tutti il costi il diritto a governare che Salvador Allende si era conquistato alle urne. La CIA si ritrovò d'accordo con gli altri generali che una "rimozione" di Schneider fosse assolutamente indispensabile, prima di procedere in qualunque direzione.
Ma quando Viaux si disse pronto a intervenire, la CIA fece fare un'indagine in loco dai suoi uomini, e dedusse che Viaux non avesse a disposizione le forze sufficienti per portare a termine l'operazione con successo. Ecco il dispaccio dal quartier generale che istruisce gli agenti di Santiago di "scoraggiare" Viaux ad intervenire in quel particolare momento.
"Permane forte e intatto il nostro programma che intende rovesciare Allende con un colpo di stato. Sarebbe di gran lunga preferibile che questo potesse venire a prima del 24 di ottobre, ma gli sforzi in questo senso continueranno anche a in maniera rigorosa oltre quella data".
E poi
"Dopo nostra attenta valutazione abbiamo stabilito che un colpo di stato da parte di Viaux portato avanti con le sole forze di cui dispone al momento fallirebb,e e sarebbe quindi controproducente per il nostro [programma]".
Ma i generali, si sa, ci sentono poco, e quando sentono odore di potere non ci sentono più del tutto. Viaux decise infatti di procedere lo stesso, e non solo la sua azione fallì, ma Schneider, da lui sequestrato, finì per morire nelle sue mani. Questo provocò una tale reazione emotiva nel paese che Allende fu nominato presidente con una prepotente maggioranza parlamentare di 153 voti contro 35.
Cominciò allora il lento lavorìo da parte della CIA per cercare di indebolire un presidente attorno al quale la nazione si stava raccogliendo sempre più entusiasta. Ma c'era poco da fare, poichè evidentemente le riforme di Allende funzionavano, e si profilavano per lui già altri sei anni di successo, allo scadere del primo mandato.
Si arriva così al fatidico autunno del 1973, quando gli americani decisero che Allende stava decisamente andando fuori dal seminato, e che andava tolto di mezzo in un modo o nell'altro.
Nel frattempo, i milioni di dollari che la CIA aveva fatto arrivare in Cile erano serviti a preparare finalmente un colpo di stato degno di quel nome.
Fra i vari "papabili" di quel momento, gli uomini di Langley decisero che un tale "Augusto Pinochet" fosse quello che dava maggiori garanzie sia di successo che di tenuta. Eccone la dettagliata scheda biografia, redatta sempre dal solerte ufficio di santiago:
A quanto detto dalla CIA, il "golpe" non prevedeva l'assassinio del presidente, ma un elegante esilio in qualche remota parte del mondo. Poi invece le cose andarono come andarono.
Questo il dettagliato resoconto dei bollettini CIA che arrivarono da Santiago in quelle ore cruciali.
(1) 1 Ottobre 1973 - RAPPORTO N. 2 - VALPARAISO, CILE
Il nostro RAPPORTO N. 1, datato 26 febbraio 1973, diceva che il Cile era uno stato sull'orlo della rivoluzione... la corda della pazienza della gente si spezzerà con un bang! La nostra predizione è diventata realtà l'undici settembre.
In questo giorno del destino per il Cile, le Forze Armate e la Polizia Nazionale, agendo con perfetta coordinazione, hanno messo in atto un colpo di stato contro il governo marxista del presidente Allende. Dopo meno di otto ore dall'inizio del colpo, Allende era morto, e tre anni di esperimento marxista lo seguivano nella tomba. Di persone in lutto per Allende o per il marxismo se ne vedono poche in giro, oggi in Cile.
[...]
(2) D-Day 11 Settembre, ora-H 0600.
Il D-day è iniziato con un significativo bussare alla porta da parte di Ignazio Martinez, ufficiale a riposo e mio caro amico, che è stato in seguito riconosciuto come uno dei pianificatori di zona del colpo di stato. Il suo stesso arrivo alle 0630 è stato particolare, poichè i cileni cominciano la giornata lavorativa mas o menos verso le 0900, di solito più "mas" che "menos". Ignazio ha annunciato con orgoglio che il D-Day era finalmente arrivato, e che l'ora H era scoccata alle 0600 in tutto il paese. (Più tardi il suo rapporto si sarebbe rivelato del tutto accurato, con una eccezione fondamentale - la capitale, Santiago). Ignazio si è raccomandato che tutto il personale americano rimanga al coperto, ha chiesto di pregare per lui, è poi è volato a compiere il suo dovere. Erano le 0635.
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(3)
La mia prima preoccupazione è stata di avvisare tutte le famiglie americane di Vina di tenersi al coperto, e la seconda, se possibile, di far arrivare un qualche messaggio di allerta a [la nostra base di] Panama, da cui una squadra di soccorso per una eventuale evacuazione dei dipendenti USA sarebbe potuta partire, se ritenuto necessario dall'ambasciatore americano.
[...]
(4) UNA QUESTIONE DA CHIARIRE
Il colpo di stato in Cile è stato quasi perfetto. Sfortunatamente, in certi casi "quasi" conta meno del due di picche; in effetti, qualche problema c'è stato. L'ora H era stata fissata categoricamente per le 0600 del mattino in tutto il paese, ma come spesso succede in operazioni come queste, che dipendono da esseri umani, qualcuno non ha seguito il piano alla lettera. Per ragioni troppo complesse da spiegare qui, l'ora H a Santiago è slittata alle 0830.
Il piano originale prevedeva che il presidente Allende rimanesse isolato dal mondo, nella sua residenza, fino a cose finite. Ma il ritardo delle operazioni a Santiago gli ha permesso invece di venir allertato, alle 0730. Allende si è quindi precipitato al palazzo della Moneda, sotto la scorta della sua personale squadra di sicurezza, armata fino ai denti, il Grupo do Amigos Perzonales (sic) (GAP). Alla Moneda ha potuto usare la radio, e lanciare personalmente questo appello: "lavoratori e studenti, correte alla Moneda a difendere il vostro governo dalla Forze Armate". Erano le 0830.
La speranza di Allende era di circondare la Moneda con migliaia di studenti e lavoratori cileni, nell'idea che le Forze Armate non avrebbero osato aprirsi il varco sparando sui cittadini disarmati. Un gioco del genere era riuscito ... (durante la prova generale del colpo di stato, del 29 Giugno 1973).
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"MEZZOGIORNO DI FUOCO ALLA MONEDA". La fine di Allende descritta con battutacce da film.
Il "trucco" che abbiamo visto a Genova 2000 - chi gira vestito di un certo colore... - pare arrivare da molto lontano. E mentre tradisce questo "piccolo sporco segreto", l'agente CIA non riesce a nascondere l'orgoglio per l'efficacia delle operazioni militari, nè il suo contorto cinismo nel descrivere la morte di Allende, o nel deridere Castro per avergli regalato lui il mitra con cui il Presidente si è tolto la vita.
(5)
[Un gioco del genere era riuscito...] durante la prova generale del colpo di stato, del 29 Giugno 1973. Ma questa volta non ha funzionato. I militari avevano bloccato tutti gli accessi verso Santiago. L'allerta in città era massima, e chiunque per le strade non portasse un maglione di un certo colore, avevo ottime probabilità di vedersi sparare addosso.
Allende è riuscito a trasmettere personalmente due diversi messaggi di SOS. Il primo, alle 0830, si appellava a lavoratori e studenti con tono forte e sicuro. Il secondo, alle 0945, era molto più amaro, e sembrava quasi l'orazione funebre per il proprio governo. E' stata la sua ultima trasmissione pubblica, visto che di lì a poco l'aviazione individuava e distruggeva la trasmittente. Erano le 1015.
(6) LA MONEDA SOTTO ASSEDIO / MEZZOGIORNO DI FUOCO ALLA MONEDA
[I GAP di Allende si difendono come possono, ma grazie ai carri armati e ai missili dell'aviazione, l'esercito sfonda ed entra nel palazzo della Moneda. ndr].
(7)
Il prossimo obbiettivo importante diventava il cortile interno, da cui si poteva accedere a tutti gli uffici situati all'intorno, ed in particolare a quello del Presidnte. La resistenza all'interno della Moneda restava forte, con i GAP che combattevano stanza per stanza, corrodoio per corridoio. Alle1330 è stato richiesto un intervento aereo contro il cortile interno. Ancora una volta due razzi hanno colpito con precisione millimetrica. Il cortile è stato catturato. Erano le 1335.
(8) DA FIDEL CON AFFETTO
Allende era da solo, morto, all'interno del suo ufficio accanto al cortile. Si è ucciso puntandosi il mitra sotto il mento, e tirando lui stesso il grilletto. Un pò disordinato, ma efficace. Il mitra era accanto al corpo. Una placca dorata fusa nel metallo diceva: "Al mio grande amico Salvador Allende, da parte di Fidel Castro." La Cuba comunista deve aver mandato un mitra di troppo, contro il loro stesso interesse. Erano le 1345 [1845?].
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Un'ultima annotazione, in chiusura: dopo che Pinochet ebbe preso il potere, la CIA rimase naturalmente sul posto per tutto il periodo della dittatura, ma si limitò ad "osservare le frequenti violazioni dei diritti umani" - leggi rapimenti, torture, omicidi di massa - da parte dei militari, senza però mai ritenere di dover intervenire. In fondo, ci spiega il resoconto ufficiale di Langley, "quelli erano affari loro, e noi per abitudine cerchiamo di non intervenire mai direttamente nelle faccende interne degli altri paesi".
Massimo Mazzucco