Nell'istante stesso in cui ho letto che il Vaticano progetta di avere una propria nazionale di calcio, ho sentito che finivano i miei anni di tormento nel cercare di comprendere a fondo l'Apocalisse di Giovanni. Ora so, con certezza, come avverrà lo scontro finale fra il Bene e il Male. La nazionale vaticana, dopo aver sconfitto tutte le altre squadre al mondo, si ritroverà a giocarsi il titolo di campione Escatologico dell'Universo con la storica avversaria di sempre, la nazionale pan-islamica di calcio.
Lo scontro finale avverrà in uno stadio enorme, fatto costruire apposta dal Vaticano su disegni originali mai realizzati di Albert Speer, e sarà riempito all'inverosimile di credenti invasati ed urlanti. Le mura saranno di diaspro, adornate di ogni specie di pietre preziose, che saranno interrotte solo dai dodici Portali di ingresso: il primo di diaspro, il secondo di zaffìro, e il terzo di calcedònio, daranno accesso alle tribune d'onore. Il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, porteranno direttamente alle gradinate centrali. L'ottavo Portale sarà di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, e porteranno ai popolari, mentre l'accesso alla Curva del Bucintoro (ex-Fossa dei Leoni) sarà garantito dall'undecimo Portale di giacinto, e dal dodicesimo di ametista.
Ho anche compreso chi sarà il misterioso "Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente": sarà Ronaldo Junior, il figlio dell'intramontabile campione dal ginocchio di cristallo, che il Vaticano avrà acquistato, insieme a tutta la famiglia, per sette generazioni a venire. Il resto dei giocatori, in stretta tradizione ecumenica, … … verrà da tutto il resto del mondo. Il portiere sarà un eschimese, scandinavi i terzini, congolese il mediano, cinese lo stopper, canadese il libero. E poi, nella classica formazione a tridente di una volta, già abolita dal Concilio Vaticano Secondo, ma ritornata in auge per volere dello stesso Ratzinger, giocheranno i migliori fantasisti sudamericani, con al centro appunto la stella assoluta del mulatto dai piedi di bronzo.
La partita durerà in tutto centoquarantaquattro minuti, e sarannno ammessi dodici giocatori di riserva. Prima dell'incontro, una delegazione di credenti sfilerà davanti alla panchina, e porrà ai loro piedi doni di ogni sorta: cinnamòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane.
L'allenatore siederà su un alto trono incastonato nella roccia, e sarà attorniato da quattro aiutanti con una tromba ciascuno. Al suono di ogni tromba, un altro assistente griderà gli ordini da bordocampo, e lo farà esclusivamente in latino, tenendo le spalle ai giocatori.
Poco prima dell'incontro verrà trascinato al centro del campo un carro che trasporta i giocatori della nazionale avversaria, i quali resteranno legati e incappucciati fino all'ultimo minuto. Il carro sarà trainato dall'allenatore - una bestia orribile con sette teste e dieci corna - e su un lato porterà la scritta "Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra". Solo un attimo prima di fischiare l'inizio, l'arbitro darà ai guardialinee l'ordine di togliere agli avversari le manette e il cappuccio, mentre essi giocheranno comunque incatenati l'uno all'altro per tutta la partita (da buoni fondamentalisti, hanno scelto loro stessi questa versione estrema del catenaccio all'italiana).
La partita sarà senza tregua, il sangue scorrerà copioso, e alla fine resteranno vivi soltanto due giocatori, uno per parte. A reti ancora inviolate, l'arbitro darà inizio alla sessione finale dei rigori, che ciascun giocatore tirerà o parerà, alternatamente, scambiandosi di posto ogni volta con l'avversario.
Si procederà di pari passo per molte ore, in cui ad ogni goal segnato dalla squadra del Bene ne corrisponderà uno segnato da quella del Male, e le ore diventeranno giorni, i giorni mesi, e i mesi anni.
Ma alla fine, con i combattenti stremati, uno di loro commetterà un piccolo, infinitesimo errore, e il suo tiro volerà alto di un soffio sulla traversa, decretando la vittoria definitiva e universale dei colori giallo-bianco del Vaticano.
Sull'enorme tabellone luminoso sospeso fra le nuvole inizierà allora a lampeggiare per il resto dell'eternità il totale dei goal segnati dall'Angelo del Bene: 666.
***
L'uomo si svegliò di soprassalto.
"Santità… " "Santità…"
"Uhm.. sì?"
"Sono le nove, Santità….".
Joseph Ratzinger si mise seduto nel suo letto, e stropicciandosi gli occhi cercò di mettere a fuoco la figura del suo segretario personale, che si era timidamente affacciato sulla porta della sua stanza da letto.
"Fra poco c'è l'Angelus, Santità. Faccio preparare il caffè?"
"Uhm, sì certo certo, il caffè…"
Il segretario si allontanò, ma Ratzinger lo richiamò indietro.
"Mi dica, Santità…."
"No, niente. Mi stavo solo domandando… Secondo lei, quanto può venirci a costare la nazionale brasiliana, se la compriamo tutta intera, in un colpo solo?"
Massimo Mazzucco