di Enrico Sabatino
Si è appena concluso il World Social Forum 2007 di Nairobi e già si prospettano dure polemiche sull’effettiva utilità e concretezza di un evento che a partire dalla prima edizione del 2001 a Porto Alegre si è via via ingigantito per numero di partecipanti (solo la delegazione italiana era composta di circa 500 persone), seminari e soprattutto costi - per quest’anno è prevista una perdita di circa un milione di dollari.
Nato sull’onda delle proteste di Seattle contro il vertice del WTO del 1999 con motivazioni e aspettative necessarie e importanti, aveva acceso molte speranze creando un’occasione di relazioni, confronto e lavoro comune tra le diverse associazioni e società civili del Nord e Sud del mondo, ma purtroppo si è trasformato in un pachiderma che per il troppo peso non riesce più a smuoversi rimanendo fermo ad accumulare peso e volume, contribuendo così a vanificare sempre più gli obiettivi a lungo termine che si era preposto alla sua nascita. E la miriade di seminari sui temi più disparati aumenta solo dispersione, confusione e mancanza di partecipazione.
L’idea in sè di tenere l’edizione 2007 nel cuore dell’Africa è stata indubbiamente positiva, ma trattandosi di una scommessa dall’esito sicuramente incerto e contraddittorio, …
di Andrea Franzoni
Il Libano è sceso in piazza, in questi giorni, contro il “Club di Parigi”, gruppo di potenze economiche che concedono dal 1956 ingenti prestiti ai governi del sud del mondo chiedendo, in cambio della diluizione del pagamento degli interessi sull'enorme debito estero (o di una boccata provvisoria di caro ossigeno) privatizzazioni favorevoli, deregolamentazioni dell’economia, privilegi e concessioni politiche. Durante la conferenza del 25 gennaio i paesi e gli enti “prestatori” (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale) hanno gentilmente concesso un nuovo prestito di circa 5 miliardi di euro (quasi 200 dollari per ogni abitante) al Libano, in cambio di concessioni economiche e politiche fra le quali la diluizione dei vecchi debiti della guerra civile, la privatizzazione morbida di settori economici appetibili (come la telefonia) e – si sussurra- qualche nuovo campo profughi per dirottare i palestinesi.
L’enorme somma di denaro, concessa sotto forma di prestito da numerosi stati (in prima linea Francia e Arabia Saudita, nazione sunnita che ambisce grazie alla protezione degli USA a potenza mediorientale), servirà soprattutto per ricostruire il paese distrutto dall’irruenza di Israele che non risparmiò, nel 2006, ponti, strade, edifici pubblici, centrali elettriche e nemmeno il mare, pesantemente inquinato, fondamentale sia per il commercio che per il turismo danneggiato in maniera forse irreparabile. I “donatori” (ma sarebbe corretto chiamarli “investitori” o “manipolatori”) del Club di Parigi continueranno inoltre a discutere con il governo Siniora ...
Sbagliano coloro che dicono che il nostro governo è schiavo di Israele, e che il decreto legge di Mastella, approvato ieri, è un servile gesto di obbedienza "alla cricca ebraica".
Prima di giudicare in base ai soliti preconcetti, vediamo infatti con più attenzione di cosa si tratta. Ci dice il Corriere di oggi che "il decreto legge, preannunciato in vista della giornata della Memoria del 27, si riferisce più in generale ai «delitti di istigazione a commettere crimini contro l'umanità e di apologia dei crimini contro l'umanità», senza far riferimento a un preciso reato di negazionismo della Shoah."
Tanto rumore per nulla quindi, da parte di tutti coloro che si erano allarmati per il diritto di opinione.
Continua l'articolo: "In particolare il ddl - sottolinea una nota diffusa dal ministero della Giustizia - amplia e rende più severe le norme per quanti propagandino la superiorità razziale e quanti commettano o incitino a commettere atti discriminatori. Verrà punito con una pena fino a tre anni chiunque diffonda idee sulla superiorità razziale. Prevista una pena da 6 mesi a 4 anni per chiunque commetta o inciti a commettere atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o compiuti a causa del personale orientamento sessuale o dell'identità di genere".
Possiamo quindi prevedere che finiranno in galera tutti quegli ebrei - e non sono pochi - che si ritengono parte di un popolo eletto, …
Non c'è come togliere ad un cow-boy il suo adorato cappello, per vederlo in tutta la sua miserevole piccolezza.
Dopo lo State of the Union di ieri, il tradizionale discorso che il presidente americano tiene annualmente di fronte alle camere riunite, abbiamo conosciuto anche l'ultima sfaccettatura della sconcertante personalità di un Christian-conservative come Bush: l'ipocrisia. O meglio, la finta umiltà della belva ferita, che ti chiede aiuto con un falso sorriso, mentre raccoglie le forze per cercare di sferrare l'ultima zampata.
Costretto per la prima volta a venire a patti con una maggioranza democratica, Bush si è esibito in un pietoso spettacolino fatto di lusinghe e di rigurgiti di orgoglio, di retorica e di rabbia mal repressa.
Naturalmente, il presupposto da cui parte una mente come la sua, è di ritenersi assolutamente immune dal rischio di commettere errori. Se quindi le cose in Iraq non sono andate come previsto, è solo perchè all'ultimo momento è saltata fuori questa strana "insurgency", con la quale evidentemente nessuno aveva fatto i conti. (Il termine insurgent, cioè "insorto", è venuto a definire lo strano effetto che provoca negli abitanti di quel luogo il vedere la propria nazione invasa da un esercito straniero).
Già l'idea di avere una Nancy Pelosi, una donna, oltre che democratica, seduta alle sua spalle, deve averlo fatto star male fino alle budella. Quando poi le ha dovuto stringere la mano, …
di Rascalcitizen
Sembra un film di fantascienza di serie B. Purtroppo è l’amara realtà di Napoli, che non risparmia nemmeno questi primi giorni del 2007. La Napoli del terzo millennio, la Napoli stuprata dalla “organizzazione criminale più corposa d’Europa”, come ci racconta Roberto Saviano nel suo efficacissimo “GOMORRA”. Nella città divenuta un caso nazionale, dove può avvenire tutto ed il contrario di tutto, il capo dello stato, durante uno dei suoi numerosi weekend a spese dei contribuenti, si "lascia imbottigliare" nel traffico partenopeo, esibendosi in una puerile performance al fine di riavvicinare la gente alle istituzioni. Per chi non lo sapesse, stiamo parlando dell’unica città d’Italia dove le esercitazioni antiterrorismo in seguito ai fatti di Londra del luglio 2005 si sono concluse fra l’ilarità generale, con lo scontro fra due ambulanze ed alcuni feriti. La città al 90° posto in tutta la penisola per qualità di vita, dove la società civile, o quel che ne resta, continua disperatamente a tentare di sopravvivere in un ambiente urbano, sociale ed umano abbrutito e violento che assume sempre più tratti comuni a metropoli come S.Paolo del Brasile o Città del Messico.
Una città dove è facile crepare, non solo per colpa di rapine finite tragicamente, proiettili vaganti, droga, malasanità, inquinamento….
Tre interviste di Salvatore Viglia sullo scottante problema degli "onorevoli condannati": Antonio di Pietro, Felice Belisario, e il più "vistoso" fra i molti pregiudicati che siedono in Parlamento, l'ex-terrorista Sergio D'Elia.
Intervista al ministro delle infrastrutture on. Antonio di Pietro di Italia dei ValoriCon sentenze penali passate in giudicato non si può accedere in Parlamento, per esempio l’on. Sergio D’Elia e Previti?
Noi siamo dell’idea che persone condannate con sentenza passata in giudicato non debbano essere candidate. E’ un messaggio che dobbiamo dare al Paese per la formazione di una classe dirigente migliore. Si rileva che, sia nella composizione del Parlamento passato, sia in questo nuovo, c’è una percentuale importante di deputati che hanno problemi giudiziari. Non è certo un messaggio etico positivo per il Paese e questo a prescindere dal caso D’Elia. Credo che, di sentenze passate in giudicato, ce ne siano una quindicina nel centrosinistra ed una quarantina nel centrodestra. Anche se attualmente in diminuzione, una cinquantina in tutto, è una questione importante. Ciò premesso, il diritto ad essere eletto parlamentare …
Dall'Unità del 20 gennaio 2007 leggiamo:
Negare la Shoah sarà reato. Il Cdm vara la legge.
"Bisogna tenere alto il livello di guardia contro ogni rigurgito di antisemitismo». con queste parole, il ministro della giustizia, Clemente Mastella, annuncia la presentazione al prossimo consiglio dei ministri del 27 gennaio, che coincide con la celebrazione della Giornata della memoria, di un disegno di legge contro il diritto di negare la Shoa, Olocausto degli ebrei. In una nota diffusa dal suo dicastero, il Guardasigilli aggiunge: «Il ddl, che sarà approntato ascoltando le comunità ebraiche, assume un rilievo fondamentale per tutte le minoranze. negare che quei fatti sono avvenuti significa che quello che è stato documentato è falso. É quindi un offesa alla memoria e alla storia». Il presidente dell'Ucei, Renzo Gattegna, ricevuto ieri in delegazione nel dicastero di via Arenula, ha spiegato che i testimoni diretti dell'Olocausto via via non ci saranno più. per questo un ddl è importante «quando l'aspetto emotivo dell'Olocausto perderà vigore e bisognerà rafforzare l'elemento culturale con un particolare impegno verso le nuove generazioni». Il Guardasigilli si augura ora che «ci sia la collegialità del governo nel sostenere questo disegno di legge perché- spiega- alcune cose non siano ostaggio di false memorie. Sono convinto- conclude- che riabilitare le verità storiche è una priorità non un vezzo culturale». L'articolo prosegue qui.
Il problema che pone questa notizia è semplicemente enorme, e si presenta sotto molteplici aspetti, di cui l'ultimo che ci dovrebbe interessare è proprio quello dell'Olocausto.
Personalmente, fra l'altro, io non ho il minimo dubbio che l'Olocausto ci sia stato. Ho amici che sono sopravvissuti a Dachau e Buchenwald, i numeri sul braccio li ho visti di persona, …
Ron Paul: Attenzione ad un nuovo “Golfo del Tonchino"
“Un incidente pre-pianificato stile Golfo del Tonchino”
Questo è il timore che il deputato texano, e prossimo candidato alla presidenza, Ron Paul ha espresso, nel suo discorso alla Camera dei Rappresentanti dell’11 Gennaio.
Ma che cos’è incidente del Golfo del Tonkino? O meglio, che cos'è stato?
Inutile nascondersi dietro a un dito, oggi bene o male siamo tutti condizionati dalle multinazionali, accettiamo senza discutere la "corporate philosophy", chiniamo il capo di fronte al loro potere incontrastabile, e lo facciamo con cosciente rassegnazione.
La Monsanto impone ai contadini di utilizzare solo il loro mais transgenico, e i contadini devono accettare, se non vogliono emigrare in montagna ad allevare le mucche. Le case farmaceutiche impongono il silenzio mediatico su una qualunque cura alternativa per il cancro, e noi continueremo a crepare senza nemmeno sapere che magari potevamo salvarci. Le Sette Sorelle decidono che noi "non siamo ancora maturi" per l'auto a idrogeno, e ci tocca sgobbare dal mattino alla sera solo per riempire di benzina a 99 ottani i serbatoi delle nostre SUV.
Ma "chi sono", queste corporations? In cosa consistono, fisicamente? Dove si trovano? Che faccia hanno? "Come si tocca", una corporation?
La corporation non c'è. Non esiste. E' un concetto.
Se io sono arrabbiato - per dire - con la Barilla, perchè magari non fa più la pasta come una volta, prendo la guida telefonica di Parma, chiamo il signor Barilla, e se appena mi risponde al telefono gli rovescio addosso …
Sull’incontro di lavoro per Rai International, le dichiarazioni del Vice ministro Danieli e del Direttore Generale Badaloni.
Intervista di Salvatore Viglia
Vice ministro Danieli, Rai International sta per cambiare volto, gli italiani all’estero sono ansiosi delle novità, era ora.
Nel corso degli anni, si erano accumulati problemi, elementi di sofferenza che le comunità italiane hanno via via segnalato e puntualmente annoverate nei rapporti annuali che il Ministero del Esteri è tenuto ad elaborare.
Si trattava di dare una spinta, di passare ad un prodotto migliore. Questo è il tema principe.
Già nel luglio scorso avemmo un incontro ufficiale cui partecipò il ministro Gentiloni, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Levi. In quella occasione, Levi fu chiarissimo nel sottolineare che, se Rai International, non avesse presentato un progetto valido ...
di Marco Cedolin
E’ ormai arrivato anche il si di Romano Prodi a suggellare questo nuovo capitolo della storia italiana che prevede il demenziale proposito di ampliamento a dismisura della base militare americana di Vicenza. Una storia fatta di servitù e vassallaggio che ci ha portato ad accettare sul nostro suolo la presenza di oltre 15.000 soldati statunitensi dotati di armi di ogni genere, comprese quelle nucleari, rintanati all’interno di basi militari sul cui territorio l’Italia non ha alcun genere di sovranità, quasi si trattasse di tanti pezzi del nostro paese espropriati da una potenza straniera. In compenso i contribuenti italiani, ai quali non è mai stato domandato se gradissero o meno questo stato di cose, sono chiamati a finanziare ogni anno con centinaia di milioni di euro il 37% dei costi operativi di tutte le basi americane, in base agli accordi stipulati con il governo Usa.
Gli Stati Uniti decisero circa tre anni fa, con la servile compiacenza di Silvio Berlusconi, che Vicenza avrebbe dovuto diventare a breve il più importante polo logistico …
Leggi tutto: Un altro Social Forum Mondiale è possibile?