di Enrico Sabatino
Si è appena concluso il World Social Forum 2007 di Nairobi e già si prospettano dure polemiche sull’effettiva utilità e concretezza di un evento che a partire dalla prima edizione del 2001 a Porto Alegre si è via via ingigantito per numero di partecipanti (solo la delegazione italiana era composta di circa 500 persone), seminari e soprattutto costi - per quest’anno è prevista una perdita di circa un milione di dollari.
Nato sull’onda delle proteste di Seattle contro il vertice del WTO del 1999 con motivazioni e aspettative necessarie e importanti, aveva acceso molte speranze creando un’occasione di relazioni, confronto e lavoro comune tra le diverse associazioni e società civili del Nord e Sud del mondo, ma purtroppo si è trasformato in un pachiderma che per il troppo peso non riesce più a smuoversi rimanendo fermo ad accumulare peso e volume, contribuendo così a vanificare sempre più gli obiettivi a lungo termine che si era preposto alla sua nascita. E la miriade di seminari sui temi più disparati aumenta solo dispersione, confusione e mancanza di partecipazione.
L’idea in sè di tenere l’edizione 2007 nel cuore dell’Africa è stata indubbiamente positiva, ma trattandosi di una scommessa dall’esito sicuramente incerto e contraddittorio, … … ha avuto proprio il merito di mettere a nudo tutta una serie di problemi che prima o poi sarebbero emersi, e che sono esplosi in maniera così plateale a Nairobi.
I costi innanzitutto. Organizzare il WSF con il passar degli anni costa sempre di più e infatti quest’anno il costo dell'iscrizione al forum era di 80 euro per i non africani, di 500 scellini keniani (circa 5,5 euro) per gli africani – un prezzo pari a una settimana di salario e a un mese circa di affitto per una baracca in uno slum di Nairobi. La conseguenza è stata che al grido di «è un vero furto» sono piombati sul Social Forum Mondiale i ragazzi dello slum di Korogocho. Armati di cartelli con su scritto «è questo lo spirito del social forum?» o «non bisognerebbe condividere con chi ha di meno?», i ragazzi hanno organizzato un minicorteo lungo il perimetro dello stadio Kazarani, la location del forum, e fortunatamente circa 4000 pass sono stati poi distribuiti gratuitamente agli abitanti degli slum. Ma la decisione di far pagare l'ingresso ha negato comunque l'accesso a parecchi abitanti della città.
Sempre a causa dei costi organizzativi in costante aumento, l’edizione di Nairobi del WSF ha avuto il suo sponsor ufficiale - la compagnia telefonica Celtel, di proprietà della multinazionale Millicom International Cellular S.A. presente in quasi tutto il mondo. Ogni commento mi sembra superfluo….
Ma le contraddizioni aumentano se si pensa che l’unico grande punto di ristoro del WSF – con prezzi “occidentali”, un panino e una birra circa 10 dollari, quanto circa dieci giorni di reddito medio di una famiglia povera di Nairobi - era di proprietà del Ministro della Sicurezza Nazionale, soprannominato dai keniani “Kimendero”, cioè lo spezzatore di ossa. Anche in questo caso ulteriori parole sono inutili………..per fortuna ci hanno pensato i bambini dello slum di Korogocho che lo hanno assaltato svuotando tutti i contenitori di cibo.
Sfortunatamente c’è stato anche chi, come una signora di Nairobi, pensando di poter fare un buon affare in vista della presenza di 50.000 persone circa che avrebbero dovuto sfamarsi, è andata in banca e si è indebitata per circa 15.000 euro dando per garanzia la casa, i mobili e anche il letto.
Purtroppo è stata relegata in un angolo dello stadio e non ha venduto niente a causa del monopolio del Kimendero di cui sopra. Tra qualche giorno la banca le chiederà i soldi indietro e dovrà vendere casa, mobili e letto…….. no comment anche qui.
Chi era a Nairobi racconta anche di plastica e carta seminata per terra dagli altermondialisti, che però non si sono persi il seminario sull’ecosostenibilità dell’ambiente………..ma non è certo uno scandalo quando si radunano decine di migliaia di persone nello stesso posto per 5 giorni, succede naturalmente.
Quindi, ferma restando la fondamentale importanza di creare relazioni e sinergie tra le società civili del Nord e Sud del mondo, forse dopo questa edizione del WSF di Nairobi si comincerà una buona volta a discutere sui metodi più efficaci per portare avanti poi un lavoro comune che sappia centrare in pieno gli obiettivi da realizzare nelle varie realtà disperate del mondo; e l’assalto dei ragazzi di Korogocho sia per entrare che per cibarsi all’interno del forum è il segnale inequivocabile che il WSF deve cambiare, nella forma e nella sostanza.
Enrico Sabatino