Un interessante sondaggio di Gallup ha voluto mettere a confronto il presidente Bush con i cinque presidenti che lo hanno preceduto - Bill Clinton, George H. Bush (il padre), Ronald Reagan, Jimmy Carter, e Jerry Ford - sotto l'interrogativo "come parlerà di loro la storia?" Evidentemente Gallup non se l'è sentita di porre la domanda rispetto al solo presidente in carica.
Per la palma d'oro assoluta - di quale dei cinque la storia parlerà meglio - Ronald Reagan l'ha spuntata di poco su Bill Clinton, 46% contro 44%. Sono sempre stati, d'altronde, le due star indiscusse del mausoleo repubblicano e democratico. Agli altri quattro presidenti sono rimaste solo le briciole: Jimmy Carter ha riportato comunque un elegante terzo posto (5%). Bush figlio (3%) ha sorprendentemente battuto il padre (1%), che condivide l'ultimo posto con il poco amato Gerry Ford (1%). Di lui dicevano, tanto per capirci, che non riuscisse a camminare e a masticare la gomma americana nello stesso momento (però l'assoluzione immediata per il detronizzato Nixon è riuscito a firmarla correttamente).
Il peggiore giudizio della storia pare invece riservato proprio al nostro "Dubia", che si porta a casa un bel 66% di voti negativi, … … seguito dal 19% di Carter, 8% di Clinton, il 3% di Gerry Ford e Bush padre (di nuovo appaiati), e ultimo, solitario e intoccabile, l'immarcescibile ottimista Ronald Reagan, con soltanto l'1% dell'eterna condanna.
E' curioso osservare come la seconda classifica, per lo stesso campione intervistato (oltre 300.000 persone), non sia semplicemente la prima "capovolta", ma completamente diversa: Reagan, Clinton, Carter, Bush figlio, Bush padre, e Ford nell'ordine per il migliore, mentre abbiamo Bush figlio, Carter, Clinton, Ford, Bush padre, e Reagan per il peggiore. Boh, vai a capirli.
Veniamo ora agli scontri diretti, nei quali l'attuale presidente è stato confrontato a ciascuno dei suoi cinque predecessori: Clinton lo batte con il 73% dei voti contro il 27%, il padre lo batte con 81% contro 19%, Reagan lo batte addirittura con 96% contro 4%, Carter lo batte 71% contro 29%, e persino Gerry Ford lo umilia con il 74% dei voti contro un misero 26%.
La cosa davvero divertente è che gli americani questo presidente non lo hanno trovato nel fustino del Dixan, ma se lo sono eletto loro, e lo hanno pure rivotato, dopo quattro anni di disastro che evidentemente solo loro non sono riusciti a vedere in tempo.
Il che dovrebbe dirla lunga sulla misura del trauma collettivo che è stato imposto all'America con l'undici settembre, mentre finalmente si comincino a vedere i primi segni di un ritorno alla normalità. Sia chiaro, la "normalità" di pensiero americano non è mai stata una garanzia per nessuno, ma di fronte alla follia di questi ultimi anni qualunque altro stato mentale è più che benvenuto.
Massimo Mazzucco