Una volta stavo seduto di fronte a un famoso produttore italiano, che a Hollywood è diventato una vera e propria leggenda. Mentre stavamo chiacchierando arrivò la telefonata di un pezzo grosso della Paramount, che era tutto agitato perché non riusciva a chiudere il contratto con Tom Cruise per un film importante. Il produttore lo mise in attesa, chiamò Tom Cruise su una seconda linea, e si mise a patteggiare direttamente con lui. In pochi secondi convinse l’attore di avere davanti il ruolo più importante della sua carriera, e si accordò con lui per un compenso di 9 milioni di dollari. Tornò sulla linea principale, e disse al boss della Paramount: “Tom ha detto che per nove milioni e mezzo il film lo fa”. L’uomo della Paramount lo ringraziò felice, e appese il telefono. Il produttore mi guardò e disse: “Ho appena guadagnato mezzo milione di dollari. Dunque, dicevamo?”
Cifre di questo genere, che possono sembrare spaventose, a Hollywood rappresentano la normalità. Questo è potuto avvenire grazie alla crescita abnorme che ha avuto il cosiddetto star system negli ultimi 30 anni. Fino agli anni ‘70, il cinema americano era stato un prodotto destinato principalmente alla distribuzione nazionale, che recuperava poi dai mercati esteri le cosiddette “noccioline”. Un film cioè doveva essere in grado di andare in attivo grazie alla sola distribuzione nazionale, mentre eventuali vendite estere rappresentavano per gli investitori del semplice “grasso che cola”.
Ma da quando siamo entrati nel villaggio globale, il mercato potenziale si è improvvisamente decuplicato, mentre le majors americane sono riuscite ad imporre in tutto il mondo ...
Aria di festa, oggi, in casa dei debunkers. Sono riusciti a trarre in inganno Massimo Mazzucco, e per loro questo deve rappresentare qualcosa di simile ad aver ricevuto una visita personale dello Spirito Santo.
Pensate cosa sono riusciti a fare: sono riusciti a farmi pubblicare un articolo falso, e ora festeggiano convinti di aver decretato “la morte” di un sito che odiano talmente tanto da averli obbligati a ricorrere al più meschino dei trucchi pur di arrivare a quel risultato.
La storia è presto detta: l’articolo “Sotto gli occhi di tutti”, mandatomi da Marcanton, era inventato di sana pianta. La mia colpa è quella di non aver verificato quello che pubblicavo, per cui secondo loro la credibilità del sito dovrebbe ora crollare a zero.
Peccato che l’articolo parlasse dei contenuti di un libro – che io non avevo letto - per cui hanno scelto l’unico caso in cui non avevo nessuna possibiltà di verificare, se non quella di fidarmi, oppure di andare a ordinarlo e leggermelo tutto da cima a fondo. Non avendo minimamente pensato ad una trappola di questo genere, avevo chiesto all’autore di accertarsi lui stesso che i dati fossero precisi, e a quel punto mi sentivo tranquillo. (In realtà una verifica l’ho fatta comunque, all’ultimo momento, mettendo in Google un paio dei nomi citati dall’articolo, e a quel punto avrei dovuto insospettirmi trovando poco o niente: invece ho pensato – stupidamente - che la mancanza di riscontri fosse dovuta al fatto che il libro è recente, e che in fondo si trattava di informazioni riservate). Nel frattempo avevo anche chiesto all’autore di riscrivere l’introduzione all’articolo, perchè l’italiano era un pò traballante (ci siamo rimandati il testo 3 o 4 volte, nell’arco di un mese). Mi ero anche offerto di riscrivergliela io, ...
di Massimo Mazzucco, Freeman, Claudio Negrioli
L'incidente del Tonchino (da "Il Nuovo Secolo Americano"):
IL VERO PROBLEMA
Secondo voi, quanti italiani su cento sanno che nei giorni scorsi “c’è stata una provocazione di alcune motovedette iraniane contro la flotta USA”? A occhio e croce direi almeno novanta, cioè tutti quelli che bene o male guardano la TV o leggono i giornali almeno superficialmente.
Secondo voi quanti degli stessi italiani sanno oggi che in realtà la provocazione era inventata? A occhio e croce direi non più del dieci per cento, cioè tutti quelli che si informano su Internet, o che leggono i giornali con grande attenzione, dalla prima all’ultima pagina.
Questo è il problema.
Il problema non sta nelle guerre, il problema non sta negli attentati, il problema non sta nel terrorismo: il problema sta nell’informazione. Sta tutto nell’informazione. Controlli quella, e controlli il mondo.
“What you don’t see doesn’t hurt you”, dicono in America, ...
Se per caso la versione ufficiale dell’undici settembre fosse vera, come minimo bisogna dire che il termine “upgrading” in America porta una sfiga tremenda. Oppure, nell’altra ipotesi, è stato trovato l’ennesimo indizio che punta il dito sempre nella stessa direzione, quella che ormai riescono a non vedere solo i ciechi di professione.
Già insospettiva molto la straordinaria casualità con cui proprio il pezzettino di Pentagono colpito l’undici di settembre fosse stato “ristrutturato” in precedenza (“upgraded”, appunto), e proprio “contro eventuali attacchi terroristici”.
Visto che – a detta loro - “nessuno nell’amministrazione poteva immaginare che dei terroristi avrebbero usato aerei civili contro bersagli nazionali”, veniva infatti da domandarsi che tipo di attacco terroristico potessero temere, al Pentagono, per sentire il bisogno di “rinforzarlo appositamente”. Una robusta scarica di palline da baseball, lanciate tutte contemporaneamente dall’antistante collina di Arlington, forse? Un arabo carico di dinamite che attraversa di corsa [?] il vasto prato antistante - mentre nessuna telecamera lo vede avvicinarsi, naturalmente – per lanciarsi a testa bassa contro una finestra del piano terra, mentre accende la miccia e grida “Allah akbar?” O forse una batteria di miniatomiche portatili, di quelle che si trovano ormai anche da K-Mart a 100 dollari l’una – l’arricchitore di uranio però è a parte – lanciate contro il Pentagono da un camioncino in corsa?
Non si riusciva a capire, ma non volendo essere troppo maliziosi avevamo scelto di applaudire al fenomenale intuito profetico degli uomini di Rumsfeld. Non fosse stato per quelle meravigliose finestre blindate, di cui Paolo Attivissimo ci ha fornito ...
di Marco Cedolin
Il 2008 è iniziato come peggio non sarebbe stato possibile, non solo per i cittadini di Napoli fatti oggetto di ogni sorta di angheria, ma anche per tutti gli altri italiani trattati come decerebrati da politici e disinformatori di professione che in queste ultime settimane stanno offrendo il meglio del proprio repertorio costituito da decisioni prive di ogni logica e cattiva informazione dispensata a piene mani senza alcun ritegno.
Curiosamente i cittadini che vivono nel napoletano sono assurti all’onore delle cronache di stampa e TV solamente quando, ormai esasperati oltre ogni limite, hanno deciso di scendere in strada per impedire la riapertura dell’ennesima discarica fra le tante che da decenni li stanno costringendo a frequentare in massa gli ormai strapieni reparti di oncologia degli ospedali della propria città.
L’informazione “che conta” ha deciso di farli emergere dallo stato ectoplasmatico nel quale erano da sempre relegati, solamente per stigmatizzarli come facinorosi, violenti, piromani, contestatori, teppisti, nemici dello Stato ed amici della camorra, per il solo fatto di avere osato opporsi ad una decisione imposta dal governo e da una sequela di autorità in gran parte commissariate o in fase di commissariamento. Quella stessa informazione “che conta” dormiva sonni tranquilli fatti di fogli intonsi e completa inanità quando nel 2004 autorevoli riviste internazionali quali Lancet Oncology e Newsweek si occupavano dei cittadini che vivono nel napoletano pubblicando ottime inchieste nelle quali si metteva in evidenza come il gran numero di discariche legali ed illegali fosse la causa principale della vera e propria epidemia di affezioni a carattere tumorale che ammorba pesantemente quella zona della Campania ormai tristemente nota come “triangolo della morte”.
La disastrosa situazione rifiuti di Napoli della quale la classe politica è prima responsabile insieme ad imprenditori senza scrupoli, viene presentata all’opinione pubblica come una conseguenza “dell’egoismo” dei cittadini partenopei e delle mire di una fantomatica camorra tanto impalpabile quanto utile per scusare ogni genere di nefandezza. E’ stata la politica (e non la camorra, a meno che la politica in essa si riconosca) a decidere come gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nel napoletano durante gli ultimi anni. Così come è stata la politica a consegnare tale gestione e smaltimento ...
Il New Hampshire ha resuscitato due candidati che molti davano già per finiti: Hillary Clinton, sul fronte democratico, e John McCain su quello repubblicano, mentre ha probabilmentre condannato a morte John Edwards, che rischia già di ritirarsi al prossimo turno.
Dopo essersi lasciata andare a un pianto di sconforto, durante un programma televisivo, Hillary Clinton pare abbia risvegliato il cuore di migliaia di massaie, che si sono riversate compatte alle urne, regalandole il 39 per cento dei voti, contro il 37 di Obama. E anche chi ha voluto vedere soltanto delle lacrime di coccodrillo, in quell'episodio, ha dovuto riconoscere che è stata una performance da Oscar. Non potrà mettersi a piangere prima di ogni nuova consultazione, ma nel frattempo la Clinton ha ripreso tono e ha fatto chiaramente capire che i due candidati democratici sono lei e Obama. Mentre Edwards, che ha riportato solo il 17% dei voti democratici, dovrà cercare seriamente di capire che cosa gli manca per riuscire a conquistare la base democratica degli elettori americani.
Su fonte repubblicano McCain, che ha ricevuto il 37% dei voti, ha tratto il previsto vantaggio dal fatto di trovarsi in uno stato ad altissima percentuale laica: senza il supporto degli evangelici Huckabee è crollato al 22%, mentre ha retto bene Mitt Romney (33%), che come mormone raccatta poco comunque, ma con i suoi discorsi da guerrafondaio e torturatore senza pietà si assicura almeno il voto compatto dell'estrema destra del partito.
Fin qui i dati ufficiali. Ci sono però due piccoli "ma" - uno per ciascun vincitore - che vale la pena di analizzare più nel dettaglio.
Nel confronto televisivo di sabato sera, a ciascuno dei repubblicani è stato chiesto se, in caso di vittoria, ...
di Claudio Negrioli
Una scarna notizia diramata dall' ANSA riporta che all'alba della domenica appena passata, nello stretto di Hormuz, Golfo Persico, si è sfiorato il confronto armato fra tre navi della U.S. Navy contro cinque piccole velocissime imbarcazioni piene di Pasdaran Iraniani armati e per nulla intimoriti, a sorpresa penetrati in quello che è considerato lo spazio acqueo vitale per le navi militari, zona rossa, dove una imbarcazione potenzialmente ostile che la invade è subito "sparata" senza tanti preamboli, in teoria...
Nella pratica è successo che i guardiani sono emersi invisibili dalle spume del mare, barbuti e feroci come tanti piccoli Nettuno, eludendo, con disarmante, forse sospetta, facilità, lo sguardo dell'attentissimo occhio elettronico che protegge l'Imperiale Aquila, invincibile predatrice dei mari.
Si sono posizionati poi, i Davide pasdaran, proprio davanti ai tre Golia marini, sbeffeggiandoli, per poi svignarsela rapidamente e impunemente, seminando nel contempo, con folle audacia, grosse casse di legno, a mò di beffarde mine, ...
di Giorgio Mattiuzzo
Sta diventando banale affermare che la diffusione di Internet porta gradatamente a dei cambiamenti sostanziali nei modi di vita di milioni di persone, ma questa è – di fatto – la verità. Pensiamo a questo 2007 appena trascorso che ha visto, per limitarci a due esempi, l'enorme successo del V-Day e la campagna per le primarie di Ron Paul in America.
E' inevitabile che i media tradizionali, di fronte a tali sconvolgimenti, reagiscano in maniere diverse. Fino a non molto tempo fa l'atteggiamento tipico era quello dell'indifferenza o della "puzza sotto il naso". Tuttavia la crescita esponenziale dei nuovi media sta arrivando a lambire il territorio di giornali e tv, uscendo dalla riserva cui si credevano destinati.
E tali inevitabili reazioni cominciano a farsi più intense, a volte quasi scomposte; al punto che testate notoriamente equilibrate e di solito favorevoli al "liberismo" (soprattutto quando è un consiglio da dare agli altri e non una linea di condotta da fare propria) come il Corriere della Sera, si lasciano andare ad articoli che paiono usciti da qualche redazione di sopravvissuti marxisti-leninisti.
Titolo: "Blog, attenzione lo sponsor ti guarda".
Sottotitolo: "Il giornalismo online ormai vive di inserzioni. Non può permettersi di trattare casi sgraditi".
Il tutto nasce dalla possibilità che Facebook, la seconda più grande social community al mondo (cioè un enorme scatolone vuoto che è riuscito a far sembrare rivoluzionari il "normale" forum e l'e-mail), firmi un accordo con Abc News, grazie al quale i propri utenti possano accedere ai servizi politici della catena televisiva, mentre alcune firme di peso della Abc hanno aperto un loro profilo ...
Il successo elettorale di Ron Paul ha un significato che va ben oltre la sua opposizione all’invasione militare dell’Iraq, da lui apertamente dichiarata nel primo dibattito elettorale, poche settimane fa. Alla domanda del conduttore, che gli chiedeva se per caso non si sentisse “fuori posto”, essendo l’unico fra i repubblicani a volere il ritiro immediato delle truppe, Paul rispose candidamente che “fuori posto era il resto del suo partito, in quanto per tradizione i leader repubblicani del passato erano sempre stati contrari ad un coinvolgimento americano a livello internazionale”.
Ron Paul infatti rappresenta la quintessenza del vero repubblicano, nato insieme alla Costituzione americana, e poi lentamente inquinato, trasformato e metabolizzato da un sistema cosiddetto “democratico“, che non ha nulla a che vedere con le intenzioni originali dei Padri Fondatori.
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Come tutti sanno, gli Stati Uniti sono nati da una guerra di secessione contro la madre-patria Inghilterra, con la rivoluzione del 1776.
Le famose 13 colonie che si ribellarono alla corona inglese avevano subìto a lungo vessazioni di ogni tipo, dall’imposizione di tasse sempre più pesanti a una progressiva limitazione della loro libertà nel gestire gli affari di casa propria. Di fronte alla tensione crescente gli inglesi – che avevano l’esercito più forte del mondo, ma si trovavano in netta minoranza sul suolo americano - tentarono di confiscare le armi dei coloni, per evitare che queste venissero usate contro di loro. In questo modo finirono invece per ottenere l’effetto contrario, dando inizio all’insurrezione che portò i ribelli a dichiarare la propria indipendenza.
A quel punto avvenne l’episodio cruciale che ha fatto da perno all’intera storia degli Stato Uniti, ...
di Nicoletta Forcheri
Tutto è iniziato l’estate scorsa quando, al ritorno a casa da un’assenza prolungata (4 mesi), mi ritrovo una bolletta che suddivisa per il numero di utenti (4) corrisponde a 10 euro al mese per utente, pur non avendo consumato una goccia di acqua. Premetto che divido il contatore, e relativa bolletta, con una famiglia vicina, e che trovando eccessive le tariffe, ho iniziato a esaminare attentamente le bollette scoprendo innanzitutto che, lungi dall’essere trasparenti come richiesto per legge, sono oltre modo complesse, tali da risultare illeggibili e da rendere scottante la suddivisione equa delle spese tra vicini.
Scopro che gran parte dell’importo è composto da contributi per “depurazione scarichi civili” e per “servizio fognatura” in funzione dei consumi, il che sembrerebbe lecito se non fosse per quanto segue.
Vi sono anche spese fisse, minime per il momento, ma sicuramente destinate a crescere. E su quattro bollette annue, troppe per un bene come l’acqua, due sono “presuntive” e due in “conguaglio”: dobbiamo “anticipare” i contanti anche per l’acqua…
Poi la tariffa è espressa con 7 decimali, mentre l’importo totale è arrotondato secondo le normali regole della contabilità europea, con due decimali dopo la virgola. Ogni decimale dopo il secondo solleva sospetti di monetarizzazioni sui metodi di arrotondamento.
Per razionalizzare il consumo – questa è la giustificazione – impongono fasce di consumo, il cui sforamento fa raddoppiare la tariffa. Da noi, in Toscana, con Publiacqua SpA, il tetto della prima fascia di consumo è 100 m2 annui. Scopro quindi una frode sistematica...
Leggi tutto: Hollywood e il futuro dell'economia americana