di Claudio Negrioli
Una scarna notizia diramata dall'
ANSA riporta che all'alba della domenica appena passata, nello stretto di Hormuz, Golfo Persico, si è sfiorato il confronto armato fra tre navi della U.S. Navy contro cinque piccole velocissime imbarcazioni piene di Pasdaran Iraniani armati e per nulla intimoriti, a sorpresa penetrati in quello che è considerato lo spazio acqueo vitale per le navi militari, zona rossa, dove una imbarcazione potenzialmente ostile che la invade è subito "sparata" senza tanti preamboli, in teoria...
Nella pratica è successo che i guardiani sono emersi invisibili dalle spume del mare, barbuti e feroci come tanti piccoli Nettuno, eludendo, con disarmante, forse sospetta, facilità, lo sguardo dell'attentissimo occhio elettronico che protegge l'Imperiale Aquila, invincibile predatrice dei mari.
Si sono posizionati poi, i Davide pasdaran, proprio davanti ai tre Golia marini, sbeffeggiandoli, per poi svignarsela rapidamente e impunemente, seminando nel contempo, con folle audacia, grosse casse di legno, a mò di beffarde mine, ... ... che hanno però obbligato il mastodontico naviglio a repentine e pericolose, oltre che vere, manovre per evitarle.
Sembra inoltre che la beffa sia stata condita con un messaggio elettronico, partito dal piccolo naviglio persiano e prontamente intercettato, questo sì, che diceva più o meno, in tono poco rispettoso: "stiamo per attaccarvi, tra pochi seondi vi faremo saltare".
Inutile precisare che le bocche sparafuoco dei Golia, contratte per lo stupore non hanno avuto il tempo di sputare nessun dardo.
Washington ha poi reagito a muso duro, mandando a dire ai Mullah e compagnia, per bocca dei portavoce Sean McCormack e Gordon Johndroe, che "L'atto è stato potenzialmente ostile e la Casa Bianca è pronta ad affrontare l'Iran se compirà altri atti provocatori contro gli Usa o i suoi alleati."
Il monito viene lanciato, quasi foriero di pessimo auspicio, alla vigilia del viaggio blindato che porterà l'Esarca George II° nelle Coorti Mediorientali, la cui prima tappa sarà la dimora rubata, dove vive, fra tante preferita, la congiunta nel sangue, Israele.
Poi si recherà nella rugginosa gabbia dei Territori per vedere come stanno i prigionieri della sua favorita, la coronata con la stella di Sion, conosciuta nel mondo anche come la perversa, iniqua e infanticida.
Proseguirà poi inoltrandosi negli Emirati amici, stando attento a non incappare in una di quelle "no fiori ma bombe" minacciate dalla solerte Al-Ciaeda, per il welcome G.W.Bush in the M.O.
Si ha la netta sensazione che le percezioni belliche stiano diventando sempre più rumorose preludendo a qualcosa di eclatante, utile ai "soliti noti" come "casus belli" per scatenare una nuova e dirompente fase della guerra globale e infinita ai terroristi e agli stati-canaglia.
Nel Golfo Persico si sta giocando una mortale partita a scacchi.
L'Aquila è pronta a sacrificare i suoi alfieri usandoli come esca, pur di scaccare il Re persiano.
Forse, qualche centinaio di marinai distrutti assieme ad un pò di naviglio obsoleto sono considerati dagli "analisti" Neoconsion che vivono ai piani alti e al riparo, un prezzo ragionevole da pagare in cambio dell'agognato biglietto di entrata nel teatro "Armageddon".
Si dimenticano però, i macabri strateghi, un particolare forse scaramanticamente curioso: il gioco degli scacchi, Shahtranj, gioco del Re, fu inventato, ironia della sorte, millenni orsono, proprio dagli avi degli odierni pasdaràn.
Che indubbiamente ci sanno fare nel gioco dei Re, a loro familiare per genetica, verrebbe a dire.
Claudio Negrioli (Clausneghe)