Intervista agli autori del libro che demolisce la "versione ufficiale" dell'egittologia sulla storia e sull'origine delle Piramidi. Trasmesso da contro.tv nei giorni 4-11 marzo 2020. (Il libro è disponibile esclusivamente su www.lacadutadeldogma.it).
Se pensavate che la questione delle intercettazioni, venuta alla luce con il caso Snowden, fosse un problema recente, avete sbagliato di grosso.
A quanto pare gli americani hanno avuto questo vizietto fin a partire dagli anni 50, dall’inizio della Guerra Fredda. Con un trucco molto semplice, sono riusciti sin da allora a controllare tutte le comunicazioni segrete di oltre 120 nazioni nel mondo, senza mai sporcarsi le mani in modo diretto in queste operazioni.
La chiave di tutta la faccenda sta in una piccola società svizzera che costruiva macchine per la crittografia, la Crypto AG, fondata da Boris Hegelin. Hegelin era uno scienziato svedese di origini russe, emigrato negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Qui Hegelin aveva progettato la prima macchina portatile per crittografia mai esistita al mondo, e l’aveva venduta al governo americano che ne aveva fatto largo uso durante la guerra.
Alla fine del conflitto Hegelin si trasferì in Svizzera, e fondò la sua piccola società, Crypto, con la quale iniziò a produrre macchine per la crittografia da vendere ai governi di tutto il mondo. I suoi prodotti – in piena Guerra Fredda - ebbero un immediato successo, ma la sua tecnologia era talmente avanzata, che gli americani cominciarono a temere di non essere più in grado di intercettare le comunicazioni segrete fra i vari governi.
di Giorgio Cattaneo
Dove siamo, col cervello, mentre le cose accadono? Perché non riusciamo quasi mai a leggerne il vero segno? Fa impressione, oggi, ascoltare i mea culpa di tanti italiani che, vent’anni dopo la sua morte nella solitudine di Hammamet, rimpiangono in Bettino Craxi il politico puro, lo statista, l’uomo irriducibilmente indipendente dal sistema mainstream, anche a costo di apparire antipatico, altezzoso, insopportabile. E fa ancora più impressione ascoltare un suo antico collaboratore come Gianfranco Carpeoro, spietato con gli storici detrattori di Craxi: «Fino a quando continueranno a dar retta a gente come Travaglio e Scanzi, gli italiani verranno sodomizzati quotidianamente».
La durezza di Carpeoro è impietosa: «Quelli che oggi ancora scrivono, mentendo, che Berlusconi fu una sorta di erede politico di Craxi, dimenticano la lite furobonda che li oppose. Insieme ad Andreotti, Craxi costrinse Berlusconi a cedere “l’Espresso” e “Repubblica”. Così poi Berlusconi tradì Craxi, scatenando le sue televisioni nel cavalcare Mani Pulite».
L’Italia del benessere in crescita stava finendo: «Prodi svendette la Sme a De Benedetti per 600 milioni, e il gruppo fu poi rivenduto per 20 miliardi». Era l’inizio della fine: per “terminare” il Belpaese, dopo aver eliminato Moro, bisognava far fuori anche Craxi: «I nemici di Bettino erano gli stessi che avevano tolto di mezzo Moro, per la salvezza del quale proprio Craxi (con Pannella) fu l’unico a battersi».
Conversazione con Valentino Bellucci sul dogmatismo evoluzionista e sull'intelligent design / Trasmesso da contro.tv il 18.12.2019.
Prof. Pietro Melis
Lei pensa che soltanto il nazismo abbia ucciso gli ebrei. Lei continua a girare promuovendo la sua memoria, dicendo che non può perdonare ma non odia. Io al suo posto per essere coerente non perdonerei e odierei.
Lei dice di essere non credente ma mi fa pensare ad una famosa e utopica frase di Gesù: io vi dico di amare anche i vostri nemici. Ma abbia il coraggio di dire la verità, che oggi in Italia l'odio viene seminato dalla sinistra da cui lei si fa strumentalizzare come una marionetta con la propaganda di false accuse di razzismo alla destra.
E poi legga o ripassi la storia per evitare che gli ebrei pretendano di essere l'ombelico dell'universo, come se la storia non fosse contrassegnata da stragi.
Questo articolo di Nicolò Zuliani, intitolato “Quando negli anni ’80 la marina militare italiana riuscì a fare l’impossibile”, racconta una storia che risulterà sicuramente sconosciuta ai più: navi della marina militare italiana che partono addirittura, di propria spontanea volontà, per andare a soccorrere i “boat people” vietnamiti, dopo la caduta di Saigon. La vicenda è raccontata anche in questo ottimo documentario di Francesco Cristino.
'GOOD BYE VIETNAM! L'Italia e l'avventura dimenticata dei boat people', di Francesco Cristino from Francesco Cristino on Vimeo.
Sia l’articolo che il documentario ci raccontano di un’epoca ormai scomparsa, dove non c’era ancora lo sfruttamento selvaggio dell’immigrazione, e dove i concetti di umanità, di carità e di aiuto verso i più bisognosi avevano ancora un significato importante. Ogni confronto con la realtà di oggi è puramente casuale.
In occasione dell'anniversario della morte di Robet F. Kennedy, ripubblichiamo alcuni dei suoi discorsi più famosi.
Discorso sul PIL
di Massimiliano Paoli
"L'esistenza di eventuali, quanto non improbabili mandanti occulti, che restano sullo sfondo di questa vicenda, costituisce il principale enigma a cui questo processo non ha dato una convincente ed esaustiva risposta. [...] Appare necessario indagare nelle opportune direzioni per individuare gli eventuali convergenti interessi di chi a quell'epoca era in rapporto reciproco di scambio con i vertici di Cosa nostra e approfondire, se e in che misura, sussista un collegamento tra le indagini di Tangentopoli e la campagna stragista, e, infine, per meglio sviscerare i collegamenti e le reciproche influenze con gli eventi politico-istituzionali che si verificarono in quegli anni".
Estratto dalla motivazione dei giudici della Corte d'assise d'appello di Caltanissetta per il processo inerente alla strage di Capaci.
"Mandanti occulti". Quante volte abbiamo letto o sentito queste due parole apparentemente vaghe, inafferrabili, quasi dietrologiche?
Molte, forse troppe volte.
Troppe perché per lunghi anni, per molte stragi italiane, quelle due parole sono spesso andate a braccetto col termine impunità. Due parole che trasudano verità indicibili. Verità indicibili che si sanciscono sul grande scacchiere della politica internazionale: un'inevitabile partita a scacchi giocata tra stati e lobby sulla pelle di tanti, di troppi. Una partita che ha tolto al nostro paese eccellenze sul fronte morale e professionale, ma soprattutto ha privato esseri umani del calore dei propri cari e viceversa. La più tragica delle banalità.
La nostra storia però di banale ha ben poco.
di Lorenzo Piazza
Il 26 aprile è l'anniversario del disastro di Chernobyl.
Che senso ha parlarne a distanza di 33 anni dall'accaduto?
Come tutti gli eventi epocali che colpiscono l'immaginario collettivo e che creano una cesura tra un prima e un dopo, gli effetti possono essere letti in molte chiavi.
Dal punto di vista politico ed economico è innegabile che abbia contribuito fortemente a portare al collasso dell'Unione Sovietica e alla fine della guerra fredda, iniziata paradossalmente con un altro evento atomico, ossia le bombe lanciate sul Giappone.
Le spese mastodontiche necessarie per liquidare il disastro, 18 miliardi di rubli (ossia dollari dato il cambio 1:1) secondo Michail Gorbachev, hanno scavato una voragine nelle già fragili finanze dell'URSS.
Grandiosa lezione di storia da parte di Giulietto Chiesa. Dalla creazione del muro di Berlino, alla nascita della bomba atomica sovietica, ci rivela aspetti sconosciuti e chiarificatori della nostra storia più recente. Da non perdere.
Leggi tutto: Giza: la caduta del dogma