Una ricerca dell'Istituto Austriaco per la Ricerca Economica (WIFO) ha stabilito che "le sanzioni imposte dall'Europa alla Russia e le misure di ritorsione adottate da Mosca costeranno agli europei 100 miliardi di euro in sviluppo economico e metteranno a rischio 2 milioni e mezzo di posti di lavoro".
La ricerca è stata commissionata dalla LENA, un'associazione fra alcune importanti testate europee che comprende "Die Welt" (Germania), "El Pais" (Spagna), "Le Figaro" (Francia) e la "Tribune de Genève" (Svizzera).
Oliver Fritz, uno degli autori della ricerca, ha dichiarato: "La nostra ipotesi dello scorso autunno, di un peggioramento nelle esportazioni, sta diventando una realtà."
Il WIFO prevede che, se le sanzioni continueranno per alcuni anni, la Germania potrà perdere 465.000 posti di lavoro, l'Italia 215.000, la Spagna 160.000, la Francia 145.000 e il Regno Unito 110.000, tutti dovuti alla diminuzione di esportazioni verso la Russia. [...]
Fa male vedere la polizia che carica donne e cittadini anziani disarmati che si ribellano all'arrivo di nuovi migranti, come è successo oggi nella periferia di Roma.
Fa male vedere intere famiglie che decidono di lasciare le proprie abitazioni e di accamparsi nel prato di fronte a casa per protestare contro l'arrivo di un centinaio di migranti nel loro condominio, come è successo ieri in Veneto.
Fa male vedere cittadini esasperati perché al mattino non riescono nemmeno ad aprire i propri negozi a causa degli immigrati che dormono accatastati sul marciapiede, come sta succedendo in questi giorni a Milano.
Ma fa ancora più male constatare la completa assenza delle istituzioni, che paiono chiaramente incapaci di gestire una situazione che presto o tardi - e sicuramente più presto che tardi - rischia di sfuggire di mano.
Ed è qui che sta il cuore del problema. Siamo semplicemente di fronte ad una incapacità conclamata, oppure c'è dietro qualcosa di più, che non riusciamo a vedere? [...]
di Piero Cammerinesi
Correva l’anno 386 a.C. e i Galli avevano, quella volta, avuto la meglio su una Roma non ancora diventata caput mundi.
L’Urbe era stata vinta ed occupata e i danni di guerra, che all’epoca si pagavano in oro, erano stati fissati in ben 1000 libbre d’oro.
Mentre si stava pesando - su pubblica piazza - il prezioso metallo da conferire al vincitore, i romani si accorsero che le bilance erano truccate.
Quello che accadde allora rimase nella storia.
Infuriato per l’ardire degli sconfitti, il capo dei Galli Senoni, Brenno, sfilò allora la spada dal fodero e la gettò sul piatto della bilancia, in modo che il tributo dei vinti fosse ancor più pesante - ed iniquo - esclamando: Vae Victis - Guai ai vinti - facendo chiaramente intendere che le condizioni sono dettate dalla legge del più forte.
Verità o leggenda? Non possiamo garantire ai lettori che le cose si siano svolte esattamente così; quello che però siamo in grado di garantire è che – sia come sia - ventiquattro secoli dopo la storia si è ripetuta. [...]
Di episodi di maschilismo sono piene le cronache, ma è già molto più raro trovare un caso in cui il maschilismo si manifesti contemporaneamente su diversi fronti della stessa vicenda.
L'altro giorno ho conosciuto una ragazza che fa la bagnina in una delle spiagge locali (in Calabria). Chiacchierando, mi ha raccontato che lei è ligure, ma che in Liguria non trovava lavoro come bagnina "perchè lì non si fidano di una donna, e preferiscono gli uomini".
Da notare che questa non è una ragazza qualunque: alta 1.80, fisico eccezionale, è campionessa europea di nuoto sincronizzato, e quindi nell'acqua si trova a suo agio quanto un pinguino nel mare Antartico.
Se io stessi annegando, potrebbe tranquillamente salvare me ed il mio cane da 40 chili con un braccio solo, mentre con l'altro segnala a riva che è tutto sotto controllo. Eppure in Liguria non l'hanno voluta "perchè è donna".
A questo punto mi sono stupito e le ho chiesto: "Ma scusa, in Liguria non ti vogliono perchè di una donna non si fidano, e qui invece sì?" [...]
di Pike Bishop
Devo mettere in piazza gli affari miei, catastrofici, con una storia vera e magari istruttiva - e che contribuisce a chiarire come non e' solo per il costo del lavoro che le ditte straniere non gradiscono investire in Italia, a meno che non siano di dimensioni tali da comprarsi decine di studi legali di grido - e con la preghiera di diffonderla in ogni media, se volete.
Nel 2001 una proprieta' indivisa - composta di 8 alloggi, garages e magazzini - di proprieta' di mio zio paterno e di mio padre - venne ereditata da due parti distinte in seguito alla loro morte a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro: mia zia e mio cugino, eredi di mio zio, e mio fratello ed io, eredi di mio padre. La proprieta' era stata amministrata da mia zia per parecchi anni.
L'atto notarile di successione, redatto dal notaio di fiducia di mia zia, sanci' che la nostra quota era maggioritaria, ma nostra zia decise che non fosse giusto e che a noi invece spettava solo un'alloggio all'ultimo piano piu' quelli che gia' possedevamo a nostro nome al secondo.
Sia io che mio fratello, a quel punto, pensammo che l'amministrazione dello stabile non potesse essere lasciata in mano ad una delle parti in disaccordo, specie essendo noi emigrati e lontani e pure noi in affitto, e chiedemmo al Tribunale di nominare un amministratore di ufficio. [...]
Lo scorso 3 di luglio Donald E. Stahl , un attivista e ricercatore, ha fatto una approfondita e documentata presentazione sui fatti dell'11 settembre alla riunione annuale del MENSA Institute a Louisville nel Kentucky.
Elizabeth Woodworth ne ha pubblicato una recensione sul sito del 9/11 Consensus Panel. Questa è la traduzione della sua recensione.
Evoluzione del dibattito sul 9/11: dalle teorie del complotto alle fotografie del complotto
di Elizabeth Woodworth
La presentazione di Stahl potrebbe diventare una pietra miliare nella letteratura sull'11 settembre.
Stahl colloca l'11 settembre, "una storia troppo grande per essere indagata", nell'evoluzione del contesto del "complesso militare industriale" di Eisenhower, che nel frattempo è diventato il complesso militare-industriale-mediatico-accademico: MIMAC.
I media infatti hanno ormai abbandonato da qualche decennio il loro ruolo tradizionale, dimenticandosi di indagare sulle prove dei complotti governativi. E ora gli accademici si sono uniti a loro.
Gli accademici sono rimasti talmente silenziosi sulla questione dell'11 settembre che oggi coloro che vengono etichettati come "complottisti" possono in realtà essere considerati più accademici degli accademici stessi.
Ne consegue che i "complottisti" discutono la questione in abbondanza, mentre i "convenzionalisti" (o "teorici delle coincidenze") parlano solo di coloro che discutono la questione. In altre parole, "professano un certo credo, dimenticandosi di spiegare il motivo per cui ci credono". [...]
In occasione del suo discorso al Parlamento europeo, Tsipras ha consegnato una "lettera di intenti" talmente generica ed ambigua che sembra voler dare ragione a chi sostiene che la Grecia, in realtà, abbia già deciso di uscire dall'euro. Questa è la traduzione della lettera consegnata oggi a Strasburgo da Tsipras.
8 luglio 2015
Egregio Presidente e Direttore Generale,
a nome della Repubblica ellenica, presento qui una richiesta per un supporto di stabilità a senso degli articoli 12 e 16 del trattato ESM, dato il rischio di stabilità finanziaria che corrono sia la Grecia come stato membro sia l'intera eurozona.
In particolare, la Grecia chiede all' ESM un prestito con disponibilità di tre anni, secondo le condizioni contenute nell'articolo 13 del Trattato ESM e dell'articolo 2 sulle Direttive dei Prestiti.
Il prestito sarà utilizzato per ripagare i debiti contratti dalla Grecia e per garantire stabilità al sistema finanziario.
In armonia con i principi di questo programma a medio-lungo termine, la Repubblica greca si impegna ad un pacchetto comprensivo di riforme e di misure da implementare nel settore della sostenibilità fiscale, della stabilità finanziaria, e della crescita economica a lungo termine. [...]
In occasione del 10° anniversario degli attentati di Londra, pubblichiamo un piccolo collage di articoli dell'epoca, preceduti dal famoso intervento televisivo di Peter Power (nel quale veniva rivelata la clamorosa "coincidenza" delle esercitazioni terroristiche).
LA PROVA DEL NOVE
11.7.15 - Quante probabilità ci sono che la polizia di Londra decida di fare una esercitazione antiterrorismo, immaginando degli attacchi con esplosivi piazzati proprio nelle stesse stazioni in cui gli attacchi sono avvenuti, nello stesso giorno e alla stessa identica ora?
La risposta potrebbe essere questa: ci sono le stesse probabilità che c'erano, quattro anni fa, che la difesa aerea americana e la CIA decidessero di simulare un attacco a Torri e Pentagono, con aerei civili dirottati, proprio nel giorno e nell'ora in cui i veri attacchi sono avvenuti.
Peter Power è un personaggio relativamente noto al pubblico inglese: ex-agente di Scotland Yard, autore di libri, frequente ospite televisivo, ...
La fine dell'Europa è iniziata. Almeno, dell'Europa come la conosciamo oggi: l'Europa dei banchieri e dei finanzieri che fino ad oggi ha fatto il bello e il cattivo tempo con le nazioni più deboli.
Di questo, in futuro, non potremo che ringraziare Tsipras ed il popolo greco che oggi ha votato con lui.
Al di là del risultato del voto - che non porterà comunque ad un'uscita automatica della Grecia dall'Euro - tre sono i fatti importanti che hanno segnato la storia di oggi:
1 - Finalmente, un partito di opposizione ha dimostrato che è possibile venire eletti con un mandato preciso, e mantenere quel mandato anche se ci si ritrova contro il mondo intero. Tsipras è stato eletto con il compito preciso di porre fine all'umiliante condizione di austerity in cui la Grecia viveva ormai da anni, ed ha dimostrato di saper fare tutto il possibile per onorare quel mandato. [...]
Come leggiamo dalle cronache, nel momento di crisi del contante molte persone in Grecia sono ricorse all'uso di Bitcoin. La nuova moneta elettronica sembra, per certi aspetti, poter rappresentare una soluzione, almeno temporanea, alla chiusura dei conti correnti. Qualcuno aveva anche suggerito che, quando il governo greco ha parlato di una possibile "moneta parallela", Tsipras si riferisse proprio a Bitcoin.
La posizione di Varoufakis però sembra essere quantomeno ambigua al riguardo. Quello che segue è un suo articolo su Bitcoin, pubblicato di recente sul suo blog.
BITCOIN E IL PERICOLOSO SOGNO DI UNA MONETA "APOLITICA"
di Yanis Varoufakis
Che cos'è Bitcoin, e che cosa lo rende un tipo di valuta digitale molto particolare.
Bitcoin è una forma di moneta digitale che può essere usata in Internet per acquistare (un numero limitato di) beni e servizi. Ma la natura digitale di Bitcoin non è ciò che lo rende nuovo e unico. Esiste già infatti una vasta gamma di valuta digitale, compreso i dollari, gli euro, i punti dei frequent flyers, i punti di Amazon, eccetera. Se guardiamo alla semplice moneta (fiat), più del 90% dei dollari, euro, yen eccetera sono di fatto digitali. Quando ad esempio la vostra banca vi fa un prestito, questo appare come valuta digitale nel vostro conto corrente. E quando voi usate una carta di credito o l'Internet per mandare dei soldi a qualcuno da cui avete acquistato beni o servizi, i vostri dollari, euro o yen vanno e vengono come semplici unità di valuta digitale. Soltanto una piccola frazione della normale moneta prende la forma reale di carta o metallo. [...]
Leggi tutto: Le sanzioni contro la Russia colpiscono l'Europa più duramente del previsto