Fabio Mini: Generale di Corpo d’Armata, capo di Stato Maggiore della NATO, capo del Comando Interforze delle Operazioni nei Balcani e comandante della missione in Kosovo.
di Enzo Pennetta
Gen. Mini, nel suo libro “La guerra spiegata a…” afferma che non esistono guerre limitate, o meglio che una potenza che si impegna in una guerra limitata ne prepara in realtà una totale. Nell’attuale situazione di conflittualità diffusa, che sembra seguire una specie di linea di faglia che va dall’Ucraina allo Yemen passando per Siria e Irak, dobbiamo quindi aspettarci lo scoppio di un conflitto totale?
La categoria delle guerre limitate, trattata dallo stesso Clausewitz, intendeva comprendere i conflitti dagli scopi limitati e quindi dalla limitazione degli strumenti e delle risorse da impiegare. Doveva essere il minimo per conseguire con la guerra degli scopi politici. E la guerra era una prosecuzione della politica. Erano comunque evidenti i rischi che il conflitto potesse degenerare ed ampliarsi sia in relazione alle reazioni dell’avversario sia in relazione agli appetiti bellici, che vengono sempre mangiando. Con un’accorta gestione delle alleanze e delle neutralità, un conflitto poteva essere limitato nella parte operativa e comunque avere un significato politico più ampio. Oggi la guerra limitata non è più possibile neppure in linea teorica: gli interessi politici ed economici di ogni conflitto, anche il più remoto e insignificante, coinvolgono sia tutte le maggiori potenze sia le tasche e le coscienze di tutti. La guerra è diventata un illecito del diritto internazionale e non è più la prosecuzione della politica, ma la sua negazione, il suo fallimento. Nonostante questo (o forse proprio per questo) lo scopo di una guerra non basta più a giustificarla e chi l’inizia, oltre a dimostrare insipienza politica, si assume la responsabilità di un conflitto del quale non conosce i fini e la fine. [...]
Mentre aspettiamo fiduciosi che Ban-Ki-Moon risolva con la bacchetta magica il problema dell'immigrazione in Europa, nella riunione che ha programmato all'ONU per fine settembre, lancio una proposta che potrebbe, se non risolvere, almeno indicare un modo completamente diverso per affrontare la questione:
Legalizziamoli appena sbarcano sul nostro territorio, diamogli un valido documento di identità, ed immettiamoli direttamente nel circuito sociale, alla pari di tutti gli altri cittadini.
Sei venuto in Italia per lavorare? Benissimo, vai e lavora. Niente centri di accoglienza, niente assistenza sociale, niente diaria e pocket money per pagarti il telefonino mentre aspetti una richiesta d'asilo che non verrà mai.
Sai fare il cameriere, il ciabattino o il muratore? Benissimo, vai e cercati un lavoro da cameriere, da ciabattino o da muratore. Non sai fare niente, o non ti va di faticare? Cazzi tuoi, arrangiati e vai a dormire sotto i ponti.
Tanto a dormire sotto i ponti, sui marciapiedi e nei giardini pubblici ce ne sono già decine di migliaia, sia stranieri che italiani: qualcuno in più non farà certo la differenza.
Ma almeno in questo modo stacchiamo la spina al vero motore di tutta questa dinamica perversa, ...
Non sazio di recitare la sua cantilena quotidiana in televisione - 80 euro, toglieremo la tassa sulla casa, andremo tutti in paradiso - ora Renzi ha annunciato che farà il giro di 100 teatri, "per raccontare agli italiani che cosa ha fatto il suo governo in tutti questi mesi".
E' il segnale che ogni cosa sta tornando al suo posto: il teatrante sceglie il palcoscenico, in una squisita ridondanza narrativa, che lo ricolloca esattamente nel suo luogo di appartenenza: il cabaret.
Questa scelta, naturalmente, è anche un segnale che Renzi ha capito benissimo che al 2018 non ci arriverà mai, e si prepara quindi ad una estesa campagna elettorale, in vista delle elezioni anticipate.
A questo punto vorrei chiedere agli utenti del sito di darmi una mano nel compliare una lista di tutte le promesse mancate, di tutte le bugie raccontate, di tutte le scappatoie utilizzate, ...
di Maurizio Blondet
Ormai da quasi mezzo secolo sono state raccolte centinaia di testimonianze di persone strappate alla morte dopo incidenti, malattie gravissime o tentati suicidi, al punto che si sono potute ricavare alcune statistiche (1): grazie anche ai progressi nelle tecniche di rianimazione. Tra le vittime di tali traumi mortali ospedalizzate e tirate fuori dalla morte, i più sono incoscienti di quel che è avvenuto; ma circa il 4-5% riferisce di avere, in qualche modo, gettato un’occhiata in quello che descrivono come un aldilà. Probabilmente conoscete già le costanti di ciò che riferiscono, perhé hanno avuto qualche risalto nella letteratura New Age: il vedere dall’esterno il proprio corpo esanime, la sensazione di percorrere una galleria in fondo alla quale splende una luce bellissima, l’incontro con familiari morti che vengono ad accoglierli sorridenti, o la presenza di un accompagnatore, una sensazione di gioia e di essere avvolti dall’amore.
Meno noto è che non tutte queste esperienze di pre-morte sono esperienze di felicità: in un caso su cinque, i sopravvissuti raccontano di essere stati sull’orlo di un luogo orribile, che loro stessi descrivono come “inferno”. Un caso su cinque significa il 20 per cento.
Angie Fenimore, casalinga, madre e moglie infelice, tentò il suicidio nel 1991. [...]
In data 29 luglio 2015, il Deputato Repubblicano e membro del Congresso Bill Posey espone alla Camera dei Deputati l'inganno svelato da un informatore del CDC [Center for Desease Control] in merito alla correlazione tra autismo e vaccino MMR: «Abbiamo programmato un incontro per distruggere i documenti di studio sulla correlazione vaccino-autismo».
Tutto ciò che era già stato denunciato dal "Memo di Simpsonwood" è arrivato ora al parlamento americano.
La notizia farà sicuramente il giro del mondo. Entro ventiquattr'ore tutte le testate mondiali più importanti riporteranno le immagini del funerale in stile mafioso di Vittorio Casamonica. La carrozza trainata dai cavalli, l'elicottero che lancia petali di rosa dal cielo, i poster che inneggiano a lui come se fosse un papa, il tutto condito dalla stucchevole musica del Padrino in sottofondo.
Ai più attenti inoltre non sfuggirà il fatto che tutto questo è avvenuto proprio nel quartiere di Cinecittà, laddove realtà e finzione si mescolano, appunto, come in un kolossal di altri tempi.
E naturalmente ora sono tutti - sindaco Marino in testa - a dirsi "scandalizzati" del fatto che "una cosa del genere a Roma non doveva succedere". I talk questa sera sono saltati al volo sulla notizia, ed hanno rilanciato in tutta la nazione lo "sdegno popolare" che già da oggi aveva invaso le pagine dei social network.
Ora sono tutti impegnati a prendere le distanze da questa vergogna inaccettabile, tutti a parlare di questo schifo, di questo oltraggio, di questo disonore per la nostra beneamata capitale.
Ciò di cui nessuno parla, invece, è il fatto che i vertici stessi del potere capitolino non potessero non sapere ciò che stava per accadere. [...]
di -ZR-
Ho imparato a vedere il cane della mia ragazza come un'eccezione che conferma la regola. Ovvero che non è normale vivere una "vita spericolata" e esserci ancora oggi, dopo tutto quello che ha passato.
Azzannato innumerevoli volte, fuggito di casa per giorni, anestetizzato in più occasioni perché ferito e successivamente operato per gli stessi tagli o profondi morsi alla gola da parte di altri cani più grandi di lui. Avvelenato e perfino sopravvissuto ad un mastocitoma terribile comparso a 12 anni sulla coscia di una zampa posteriore, che ha comportato la sua amputazione.
Willy vive da 2 anni con tre zampe, e si comporta come niente fosse.
Instancabile, è perennemente in guerra con gli altri cani maschi ancora oggi. Portato fuori sempre con un guinzaglio di 7 metri in completa estensione perché non stava mai accanto a noi.
È stato questo il segnale più strano di Willy: di colpo, ha iniziato a camminarci accanto. E ogni tanto si soffermava, come se stesse aspettando qualcosa. [...]
Più che raccogliere soldi per Wikileaks, io vorrei che venisse fatta una campagna per rendere pubblici fin da oggi i nomi dei politici italiani che ci stanno silenziosamente portando dentro a questa gabbia di schiavitù e di follia, in modo da poterli processare un giorno per alto tradimento. E' una cosa così difficile da ottenere?
(Ricordatevi di attivare i sottotitoli in italiano).
Un interessante articolo di Blondet sulla "questione meridionale" vista da nord. I toni sono decisamente forti, ma c'è qualcuno che se la sente di dargli completamente torto?
di Maurizio Blondet
Anni fa andai in Sicilia in vacanza (mai più); e ci andai in auto, ossia sottoponendomi al ricatto malavitoso, orrendo ed offensivo dell’intelligenza e della civiltà, chiamato “Salerno-Reggio Calabria” (mai, mai più). All’imbarcadero, una enorme fila di auto in attesa del traghetto per Messina, e dei giovanotti che pretendevano di lavarci i vetri a noi in attesa – naturalmente prendendo di mira in modo specialmente molesto le targhe del Nord. Quando apostrofai duro uno di loro, non volevo mi lavasse il vetro , quello protestò con la seguente frase: “Ecche ddevo fa? Devo andà a rrobbà?!”
Il turismo nel Meridione è vissuto così. Come una opportunità interstiziale di fornitura di servizi-ricattuccio, una via di mezzo tra l’accattonaggio e il furtarello. Sto esagerando? Poche settimane fa m’imbarco ad Orio al Serio (Bergamo, il Nord) per Tessalonica, dove mi attende un resort 5 stelle che mi costerà la metà di qualunque destinazione turistica italiana, sul mare, davanti a una foresta…Ebbene, cosa succede? Cerco un carrello bagagli, e non ne trovo. Non c’è alcun carrello bagagli, nemmeno uno. Sono scomparsi da Orio al Serio. Negli aeroporti moderni ce ne sono a disposizione migliaia, in immensa abbondanza e gratis; negli italiani, sono a pagamento; a Orio al Serio, non ce ne sono affatto.
Poi mi accorgo che c’è un tizio, con una valigetta sdrucita a mano, che sta lì seduto in attesa. Ha un carrello e ci ha messo sopra la sua vecchia valigetta. [..]
Non sanno più cosa inventarsi, pur di tener viva la paura del terrorismo.
L'ultima barzelletta arriva dal Daily Mail, ed è stata subito ripresa dalla fedelissima ANSA (quelli che "i fatti, non le opinioni"): l'ISIS progettava di far saltare in aria la regina d'Inghilterra con una pentola a pressione, nella cerimonia di sabato prossimo a Londra, con un attentato "simile a quello della maratona di Boston".
Anzi scusate, l'ISIS "della Siria", per essere precisi, non una "ISIS" qualunque. Perchè è quello il nemico da combattere oggi, nel caso non lo si fosse capito.
"Fonti del quotidiano inglese - riferisce l'ANSA - parlano di un complotto orchestrato dai vertici Isis in Siria che prevede l'esplosione di un ordigno fatto con una pentola a pressione, come nell'attentato della maratona di Boston nel 2013."
Ve lo vedete l'arabo col tovagliolo in testa, che si avvicina alla regina durante la sfilata e le offre una pentola fumante dicendo "Ciao regina, mangia questa supa. Fatta mia mama per te, buona, buonisima, te lo giuro" e poi scappa via urlando "Allah akbaru!"
Nemmeno i Monthy Python riuscirebbero a fare una scenetta così divertente. [...]
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