C'era una volta una nazione oppressa dal debito e dall'austerity. Venne allora un leader della sinistra, tale Tsipras, che disse "Basta oppressione, basta austerity. O ci concedono condizioni migliori, oppure usciamo dall'Europa."
Il popolo lo votò entusiasta. Tsipras formò un governo, e poi andò a Bruxelles per trattare condizioni migliori per il suo paese. Ma ritornò con le pive nel sacco. Bruxelles non voleva saperne di venirgli incontro, e pretendeva comunque condizioni molto dure per continuare ad aiutarli economicamente. A quel punto Tsipras disse: "Chiederò al mio popolo se accetta queste condizioni" e indisse un referendum. Orgogliosamente il popolo disse di no, che quelle condizioni non le accettava. Meglio morire di fame che soccombere agli usurai dell'alta finanza. Allora Tsipras tornò a Bruxelles, ma invece di mandare tutti affanculo - come il popolo gli aveva chiesto di fare - fece un patto con l'Europa a condizioni ancora peggiori.
Poi tornò a casa e disse: "Scusate, ma non avevo alternative. Mi ci hanno obbligato".
A quel punto la sinistra del suo partito si infuriò, ...
di Maurizio Blondet
Chi crede che esista una volontà pubblica di instillare la teoria del “gender” negli scolari è: “bigotto”, “sessuofobo”; uno che ha problemi di gestione della sua sessualità; uno che crede ai “Protocolli dei savi di Sion”, un “imbranato”, “cialtrone e infinitamente stupido”: con questi pacati e ragionevoli argomenti tal Nicoletti, su Radio 24, ha provato a combattere – con furia, violenza e malanimo sospetti – la preoccupazione dei genitori allarmati di ciò che verrà insegnato loro a scuola.
Intervista alla ministra Giannini, che ha minacciato di conseguenze penali di “diffonde la calunnia”; perché no, a scuola non si insegna la teoria del gender, ma solo la “sensibilizzazione alla parità dei sessi”; saranno lezioni “contro l’omofobia”; contro “la cultura della discriminazione”. Poi il Nico dà la parola al “sessuologo Emmanuele Iannini”, presentato sobriamente come ”uno dei sessuologi più conosciuti nel mondo, una delle nostre eccellenze scientifiche”.Sottinteso: non osate di criticarlo voi, ignoranti.
E così sono state dispiegate le due tenaglie con cui il potere riesce a schiacciare le idee e informazioni proibite: le Procure penali e la cosiddetta autorità scientistica. Lo fanno con chi prova a studiare l’Oloché, lo fanno con chi ha obiezioni sull’evoluzionismo darwinistico, e adesso, coi genitori che si vedono privati dallo Stato del loro diritto primario ad educare i propri figli secondo natura. Diritto che si limitano a delegare alloStato, e di cui invece lo Stato si appropria.
Il gioco è stato facile, ascoltatori al telefono non avevano dati precisi da portare, il Nicò li trattava da bigotti, sessuofobi e cialtroni, e ripeteva: “La teoria gender non esiste, non è mai esistita”. [...]
Intervistato da RT, il presidente siriano Assad fa il punto sulla situazione della guerra nel suo paese, spiega quali siano le dinamiche che portano all'esodo dei rifugiati verso l'Europa, e chiarisce il quadro delle alleanze che operano in questo momento in medio oriente. In estrema sintesi, a proposito dell'esodo dei rifugiati, Assad dice all'occidente: "Smettetela di finanziare il terrorismo, e i siriani smetteranno di scappare dal loro paese".
Mi ha molto colpito la notizia dell'uomo che ha passato dieci anni in carcere, condannato per una serie di abusi sessuali sui figli che in realtà non aveva mai commesso.
Da una confessione - decisamente tardiva - dei figli ora maggiorenni, risulterebbe infatti che era stata la madre ad obbligarli a mentire, pur di mandare l'uomo in carcere ed ottenere così il loro affidamento.
Qui però non interessa l'iter processuale che ha portato a condannare un innocente, nè interessano le motivazioni psicologiche che hanno spinto i figli prima a mentire e poi a ritrattare le loro accuse contro il padre. Queste sono questioni, per così dire, "terrene", ovvero questioni legate al funzionamento più o meno efficace della nostra macchina giudiziaria. Quello che interessa invece è l'evento in sè, avulso da ogni proposizione di tipo causale: di fatto c'è una persona che ha passato dieci anni in carcere pur sapendo di essere innocente.
Questo è un fatto che ci fa inorridire. Il senso di ingiustizia che deve aver pervaso quest'uomo, ...
di Pino Cabras
L'ex presidente afghano Hamid Karzai, intervistato l'11 settembre 2015 da un giornalista di Al Jazeera, spazza via 14 anni di narrativa ufficiale occidentale dichiarando che Al-Qa'ida è una mera invenzione.
Lo dice senza alcun tentennamento: «Per me è un'invenzione. Non ho mai ricevuto un solo rapporto da una qualunque fonte afghana su Al-Qa'ida o su quello che stessero facendo. Noi non li vediamo, non riusciamo a visualizzarli, per noi non esistono. Non ho mai ricevuto rapporti dalla nostra intelligence, o dalla nostra gente. Non ho mai avuto a che fare con loro.»
Il video con l'intervista (sottotitolato in italiano da luogocomune.net e ripreso da PandoraTV.it) non è stato ancora citato con rilievo dai nostri grandi media. Eppure la notizia è importante. La traduciamo anche in un semplice concetto: gli enormi costi economici e umani dell'invasione dell'Afghanistan da 14 anni in qua sono imposti ai popoli sulla base di un pretesto inventato. Esattamente come fu per la guerra in Iraq.
Ulteriore traduzione: si corre a cercare negli occhi degli altri popoli pagliuzze da chiamare "criminali di guerra", mentre abbiamo travi conficcate nei nostri democratici occhi occidentali. Come definire altrimenti un Tony Blair? [...]
AVVISO: Questa sera hangout sull'11 settembre con Salvo Mandarà. Ospiti Massimo Mazzucco e Giovanni Caianiello. Info qui.
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Lo sapete perchè la Merkel ha sentito un improvviso bisogno di far entrare i migranti in Germania? Per spirito umanitario? Ma non diciamo stupidaggini. Per un alto dovere morale? Ma nemmeno per sogno. Per dare il buon esempio al resto dell'Europa? Ma non facciamo ridere i polli.
Lo ha fatto per tornare a riempire i campi di concentramento.
Non è una battuta. La Grande Germania, che si è appena impegnata davanti al mondo ad investire 6 miliardi di euro per ospitare i rifugiati, non ha trovato di meglio che riaprire le porte di Buchenwald a 21 migranti richiedenti asilo.
L'alibi ovviamente esiste: "non sapevamo dove metterli", "la cosa naturalmente è provvisoria", e poi "non sono certo le stesse baracche che esistevano al tempo del nazismo". [...]
Nuovi elementi che contestano la versione ufficiale dell'11/9 sono evidenziati dal Consensus911, comitato di 23 esperti e ricercatori internazionali.
A cura del Consensus911
NEW YORK 9 settembre 2015 - Quattordici anni dopo gli eventi del l'11 Settembre che hanno cambiato il mondo, nuovi elementi che contestano la versione ufficiale vengono evidenziati dal comitato di 23 esperti e ricercatori internazionali.
Il Comitato "11/9 Consensus" rende pubblici due nuovi "punti di consenso" che dimostrano una conoscenza anticipata degli attentati da parte degli organi di governo USA.
Il primo di questi tratta di "Able Danger", nome in codice di un'operazione di Intelligence di primaria importanza guidata dai generali Hugh Shelton e Peter Schoomaker, comandanti in capo del Dipartimento delle operazioni speciali (SOCOM).
"Able Danger" aveva permesso di scoprire che l'uomo identificato come Mohamed Atta si trovava sul territorio dei Stati-Uniti fin dal gennaio-Febbraio 2000, cioè 18 mesi prima degli attentati, mentre la versione ufficiale data il suo arrivo a giugno 2001. [...]
Nella ricorrenza dell'anniversario dell'11 settembre è utile ricordare alcune cose a chi è poco informato sui fatti:
1 - Fu la stessa FBI ad organizzare l'attentato alle Torri Gemelle del '93. Questo impone una domanda di fondamentale importanza: se furono gli americani ad organizzare quell'attentato, dando poi la colpa ai "terroristi musulmani", perchè mai doveremmo credere che gli attentati dell'11 settembre siano andati in modo diverso?
2 - La seconda cosa da tenere presente è che il vero bin Laden, in tutta probabilità, morì del dicembre 2001. [...]
Una interessante analisi di Alberto Bagnai sull'improvviso "voltafaccia" della Merkel rispetto ai migranti, e sull'uso storico delle grandi crisi (in questo caso, quella migratoria) come strumento per influenzare l'opinione pubblica e per condizionare le scelte di intere nazioni. Bagnai affronta inoltre il caso dell'Ungheria, dove Bruxelles non può esercitare il suo potere ricattatorio, in quanto nazione con moneta propria, e la contraddizione del supernazionalismo (europeista) che vorrebbe superare ogni nazionalismo.
Il documento dell’ONU che teorizza la MIGRAZIONE SOSTITUTIVA dei popoli. In Italia anche 150 milioni entro il 2050.
di Claudio Messora
Mentre Angela Merkel apre le frontiere a decine di migliaia di rifugiati e i giornali celebrano la Germania e l’Unione Europea come un esempio di accoglienza (riequilibrando in parte la caduta di immagine avvenuta in conseguenza della crisi greca e delle logiche di austerity), spunta il rapporto delle Nazioni Unite che teorizza la necessità di avvalersi della migrazione sostitutiva della popolazione. [...]
La pubblicazione della fotografia del bambino morto sulla spiaggia della Turchia ha provocato un vero e proprio cortocircuito mediatico, a livello mondiale, che dura ormai da oltre 24 ore.
Il cortocircuito inoltre ha messo sullo stesso piano due aspetti completamente diversi del problema: il primo riguarda il problema etico di pubblicare o meno in prima pagina una immagine come quella che tutti abbiamo visto. Il secondo aspetto riguarda le conseguenze che tale pubblicazione avrebbe causato a livello politico mondiale.
In altre parole, da una parte si discuteva se fosse giusto o meno pubblicare questa immagine, dall'altra si cercavano di decifrare le conseguenze che questa pubblicazione avrebbe portato nel mondo.
Questo pasticcio comunicativo ha generato situazioni in certi casi addirittura ridicole: ad esempio, al telegiornale de LA7 di ieri sera Enrico Mentana ha speso circa tre minuti per spiegare al pubblico perché loro avessero scelto di non mostrare quell'immagine: "Non aggiungerebbe nulla a ciò che già sappiamo -diceva Mentana - Il nostro scopo non è quello di provocare emozioni, ma di fare informazione".
Salvo essere smentito, un quarto d'ora dopo, sullo stesso canale dalla trasmissione "In onda", [...]
di Maurizio Blondet
Addio locomotiva dell’economia globale. La Cina cade in recessione. Ineluttabilmente. La sua leadership “potrà dirsi fortunata se riuscirà a ridurre la sua crisi ad una mera stagnazione con crescita zero o quasi nei prossimi dieci anni. Sarà un successo politico”: così il professor Zhiwu Chen della Yale University in una riunione del Council on Foreign Relations, ha proposto come modello quasi ideale – in confronto al peggio che può accadere a Pechino – il tristissimo “Decennio Perduto” del Giappone, con le banche zombificate tenute in vita col cannello dalla banca centrale.
Ciò farà rallentare la crescita globale a un 2%, che è di fatto, recessione.
“La sola cosa che può fermare la Cina sulla via della recessione è un grosso stimolo di bilancio inteso ad aumentare i consumi, finanziato dal governo centrale, preferibilmente monetizzato dalla Banca centrale cinese”. Questo, l’ha detto Willem Buiter, economista-capo di Citigroup, nella stessa riunione del CFR.
Ambrose Evans-Pritchard del Telegraph, che riporta le suddette dichiarazioni, nota: ciò equivale ad invocare che la Cina applichi la “Corbynomics”.
Corbynomics?
Jeremy Corbyn è il vecchio nuovo astro nascente della Sinistra britannica. Antico nemico di Tony Blair, sta scalando i sondaggi dando nuove speranze al Labour Party, con proposte economiche tipo: [...]
Leggi tutto: Il rebus della Grecia