La notizia farà sicuramente il giro del mondo. Entro ventiquattr'ore tutte le testate mondiali più importanti riporteranno le immagini del funerale in stile mafioso di Vittorio Casamonica. La carrozza trainata dai cavalli, l'elicottero che lancia petali di rosa dal cielo, i poster che inneggiano a lui come se fosse un papa, il tutto condito dalla stucchevole musica del Padrino in sottofondo.
Ai più attenti inoltre non sfuggirà il fatto che tutto questo è avvenuto proprio nel quartiere di Cinecittà, laddove realtà e finzione si mescolano, appunto, come in un kolossal di altri tempi.
E naturalmente ora sono tutti - sindaco Marino in testa - a dirsi "scandalizzati" del fatto che "una cosa del genere a Roma non doveva succedere". I talk questa sera sono saltati al volo sulla notizia, ed hanno rilanciato in tutta la nazione lo "sdegno popolare" che già da oggi aveva invaso le pagine dei social network.
Ora sono tutti impegnati a prendere le distanze da questa vergogna inaccettabile, tutti a parlare di questo schifo, di questo oltraggio, di questo disonore per la nostra beneamata capitale.
Ciò di cui nessuno parla, invece, è il fatto che i vertici stessi del potere capitolino non potessero non sapere ciò che stava per accadere. [...] La questura di Roma ha comunicato che fino alle 11 di stamattina "nessuno era al corrente di questa manifestazione", come se la morte di un boss malavitoso del calibro dei Santamonica potesse in qualche modo passare inosservata. Altrettanto "stupore" ha espresso il prete che ha tenuto la messa funebre, dichiarando che lui non sapeva assolutamente nulla di ciò che accadeva fuori dalle sue mura.
E' questo il vero schifo.
Oggi il potere politico, quello mafioso - e in parte anche quello ecclesiastico - sono talmente mischiati e interconnessi fra di loro da non riuscire più a capire dove inizi uno e dove finisca l'altro.
Poco prima di essere arrestato, in un'intercettazione Massimo Carminati aveva parlato di un "mondo di mezzo": sopra ci sono i vivi, e cioè i potenti, e sotto ci sono i morti, e cioè i pezzenti. E noi stiamo in mezzo - diceva - a fare affari gestendo gli interessi degli uni sulla pelle degli altri.
Ma Massimo Carminati si sbagliava. Non è la sua banda, ma è l'Italia intera ad essere ormai un "mondo di mezzo". È tutta l'Italia ad essere potenzialmente corrotta, ladrona e disonesta. C'è chi lo fa a livello del pizzicagnolo, e fotte la collettività rubando 1000 euro sulle tasse da pagare, e c'è chi lo fa al livello dei massimi poteri, e fotte la collettività rubando milioni di euro di pubblico denaro.
E poi c'è chi tace invece di denunciare, chi corrompe invece di faticare, e chi si lascia corrompere perchè è più comodo così.
Siamo noi il mondo di mezzo. Lo siamo ormai per cultura, per abitudine e per vocazione. Ciascuno in misura e con portata diverse, ovviamente, ma siamo - complessivamente - quelli che permettono ai Casamonica e ai Carminati di esistere e di prosperare. Dobbiamo accettare una volta per tutte questa realtà, perché solo così facendo possiamo ancora avere qualche possibilità di liberarcene.
Massimo Mazzucco