ANCHE PUTIN HA IMPARATO IL TRUCCO. 40 morti sul treno della Cecenia
Visto che il giochino funziona – avrà pensato - perchè non provarci anch’io? Ed ecco che alle 8 del mattino un treno di pendolari, nella zona della Cecenia ribelle, salta per aria e lascia sul campo 40 morti e almeno duecento feriti. Proprio mentre stanno per aprirsi, in tutta la Russia, le urne per le elezioni parlamentari di questo week-end.
E subito, come ormai da manuale, il contrito presidente fa sapere al mondo che “questo è un chiaro tentativo di destabilizzare il paese alla vigilia delle elezioni”, ma che “coloro che sono dietro questo orribile gesto non otterranno ciò che vogliono”. Ovvero, andremo tutti a votare compatti contro il terrorismo. Poi, già che c’è, Putin abbandona ogni pudore...
CHI E’ CECENO ALZI LA MANO
Nonostante tutto sembri indicarlo, io non riesco a convincermi. Non riesco a credere che dei veri “terroristi”, persino nella storica definizione delle Nazioni Unite che autorizzava Arafat ed “ogni popolo che viva sotto la dominazione straniera a combatterla con qualunque arma abbia a disposizione”, abbiano scelto di ricattare l’oppressore prendendo in ostaggio una scuola piena di bambini.
Per quanto i “ceceni” siano lì da vedere, l’equazione non regge. Prima di tutto, sarebbe una scelta politicamente suicida, poichè non c’è un solo essere pensante al mondo che possa illudersi ...
IN TRE PAROLE BUSH ROVINA TUTTO
31.08.04 - Se non fosse che ci va di mezzo il futuro dei nostri figli, ci sarebbe da spanciarsi dalle risate dal mattino alla sera. L’intera convention repubblicana, che inizia oggi, era stata pensata dalle eminenze grigie della Casa Bianca, guidate da Karl Rove (nella foto con Bush), fin nel più minimo dettaglio. Prima di tutto, la scelta della sede stessa, tanto rischiosa quanto obbligatoria: New York. Per una campagna d’autunno incentrata sulla lotta al terrorismo – questa è la chiave scelta dal think tank del presidente per la propaganda elettorale – non si poteva che tornare sul luogo del delitto, e cercare di risvegliare nella gente quelle paure che in molti non sono ancora del tutto sopite. Il rischio stava nel voler andare a giocare la partita nella tana del leone: la California e New York sono i due stati democratici per eccellenza, e le manifestazioni di ieri, con quasi un milione di persone a dimostrare contro Bush per le strade di Manhattan, lo hanno confermato. Ma la gara elettorale è mediatica, e non fisica, e la presidenza si vince nei televisori, non nelle strade; giustamente quindi devono aver fatto il calcolo che, una volta passata la buriana iniziale, la strada per il successo sarebbe stata tutti in discesa.
Peccato che questa volta si siano dimenticati di mandare Bush a leggere le favole in qualche scuola elementare della Florida, ...
ADESSO TOCCA A CHIRAC - Sul rapimento dei due giornalisti francesi si allunga l'ombra del “mistero” Baldoni.
di Fernanda Alene
30.08.04 - Per cercare di capire qualcosa sulla morte di Baldoni, e quindi cosa ci possa essere dietro al rapimento dei due francesi (l'organizzazione sarebbe la stessa), possiamo fare due cose: la prima, è quella di leggere ed ascoltare tutto quello che c’è in giro, entrando a testa bassa in un polverone di contraddizioni talmente denso ormai che è difficile uscirne con una qualunque certezza in mano: Baldoni era in testa al convoglio, in coda, oppure era in seconda posizione? Gli autisti erano davvero affidabili, o dobbiamo ascoltare Scelli che sostiene il contrario? Il video dell’uccisione esiste, o erano solo immagini fisse? A che punto esattamente l’ambasciata ha saputo del rapimento? E chi era davvero questo Alì? Era lo stesso autista trovato morto, od un altra persona? Eccetera eccetera eccetera.
Oppure si può dimenticare tutto, ma proprio tutto quello che si è letto e sentito, ripartendo da uno dei pochi punti fermi di questa vicenda che sappiamo essere veri: Baldoni è stato ucciso, in Iraq, non si sa da chi nè perchè.
Sappiamo anche, però, che in Iraq c’è una coppia CIA/Pentagono che è venuta qui “per cambiare il mondo”, e che è ancora convinta ...
SHARON SI ESPANDE, ARAFAT SI PENTE
29.08.04 - Il primo ministro israeliano di certo in vacanza non ci è andato, in Agosto. Anzi, ha approfittato delle vacanze altrui per mettere a segno un’altro colpo, in quella sua perversa strategia, fatta di ipocrisia e di ambiguità, che finora pare avergli dato ottimi risultati.
Aveva appena finito di smantellare ben 4 insediamenti in quel di Gaza, provocando il pianto sconsolato di buona parte della nazione, che si è visto approvare dal governo la costruzione di circa 300 edifici per nuove abitazioni in Cisgiordania (West Bank). Il terreno, al momento, apparterrebbe ad un’altra nazione, ma questi piccoli dettagli devono essere passati in secondo piano, di fronte alla nota necessità di sicurezza che ha Israele. Evidentemente i balconi degli edifici serviranno ai coloni...
POWELL A LEZIONE DI DEMOCRAZIA
Il Segretario di Stato rinuncia ad Atene per sopravvenuti impegni
28.08.04 - Se c’è una nazione al mondo dove gli americani sono ancora meno amati che non in Francia, è certo la Grecia. Ne ha avuto la misura Colin Powell, che ha improvvisamente deciso di cancellare il proprio viaggio ad Atene, dove sarebbe comparso - non si sa esattamente in quale ruolo – sullo sfondo della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi. Nonostante il suo staff parli di “sopravvenuti impegni”, è ovvio che le crescenti dimostrazioni contro il suo arrivo, ad Atene, hanno suggerito il cambio di strategia.
Forse Powell, a furia di frequentare i falchi del Pentagono – per i quali i paesi minori, nel mondo, non sono che degli appezzamenti di terreno più o meno produttivi – si era dimenticato che in Grecia, ...
| Il “BIG COMPLOTTO” DELLA SINISTRA INTELLETTUALE 26.08.04 - C’è tutta una “sinistra”, in Italia, che si è schierata, silenziosamente e vigliaccamente, su posizioni ambigue e profondamente di comodo, riguardo all’11 Settembre. Noi qui partiamo dal presupposto che chi vuole sapere la verità (o almeno che cosa di certo non è avvenuto quel giorno) può farlo con assoluta tranquillità: le informazioni a disposizione, grazie ad Internet, ci sono tutte, e sono più che sufficienti a prendere una posizione precisa al riguardo. A quel presupposto aggiungiamo anche spesso che i giornalisti non solo hanno la possibilità, ma hanno il dovere sacrosanto di informarsi con ogni mezzo a loro disposizione, prima di assumere quella posizione. E’ a loro infatti che si affida la stragrande maggioranza della gente, con cieca fiducia, per sapere quello che davero accade nel mondo. Ma sempre più spesso scopriamo, fra le righe dei mille articoli pubblicati qua e là, che invece la nostra “sinistra” o quelle informazioni non le ha cercate, o - ancora peggio - ha scelto di ignorarle. E’ il caso di un articolo odierno su Il Manifesto, a firma di Roberrto Silvestri, che tratta della imminente uscita del film di Michael Moore, Fahrenheit 9/11. (continua) |
LETTERA A "IL MANIFESTO" di Roberto Beltrame Egregio Sig. Silvestri, sono un abbonato del Manifesto e questa mattina (26/8) ho letto il suo articolo sul film di Michael Moore "Fahrenheit 9/11". Ad un certo punto dell'articolo scrive: " ... Non spaccia verità, non abbindola. Ricerca i pericoli e li affronta, senza farsi prendere dalle isterie del Big Complotto...". A tal proposito (del Big Complotto) avevo già scritto alla Redazione vostro del giornale (senza peraltro ricevere risposta) per chiedere proprio quale fosse la posizione in merito alle ipotesi che circolano (almeno in libreria e su Internet) sulla possibilità che gli attentati dell' 11 settembre non siano stati ideati e realizzati così come ci è stato "riferito" (da Osama & C.) ma che abbiano invece una diversa matrice. (continua in coda all'articolo) |
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