L’ “ITALIA DAI DUE VOLTI”
08.08.04 - In occasione della tragedia dei clandestini d’Agosto (tragedia italiana, prima ancora che africana), i giornalisti condannati a riempire in qualche modo le pagine dei nostri giornali hanno dato fondo al più consunto repertorio di retorica e frasi fatte, pur di non affrontare – ancora una volta - il problema reale.
E così, fra i “bisogna circondarli di solidarietà” da una parte, e i “sì, però con fermezza” dall’altra, è uscita la solita, stereotipata “Italia dai due volti” che ci viene rifilata ogni volta che ci sia da giustificare una qualunue contraddizione profonda a livello nazionale.
Da una parte avremmo un’ Italia cinica, egoista e calcolatrice, che si nasconde dietro alla Bossi-Fini per preservare i propri privilegi, anche se non vuole rinunciare alla mano d’opera a costo zero, quando fa comodo. E dall’altra un’Italia umanitaria, l’Italia dal cuore grande, l’Italia che adotta i due genitori africani ... ... che durante la “traversata della speranza” hanno dovuto abbandonare alle onde del mare il corpicino senza vita del loro unico figliolo.
Dopodichè – cacciate controvoglia un paio di lacrimucce fuori programma - tutti a Capalbio da Silvia che stasera fa il pesce alla bizantina.
E quando dico “tutti” intendo sia gli egoisti che votano Lega, sia i “progressisti” che si indignano per quel voto e invocano la famosa solidarietà. Perchè mica ci sono andati loro... a portarla, agli africani sopravvissuti: loro hanno fatto soltanto ricorso a quella meravigliosa forma verbale, che l’italiano ha ereditato dal latino (e che fa tanta invidia ai politici anglosassoni), detta forma impersonale: “bisogna” dare solidarietà. “Si intervenga” in tal senso. “Va fatto” qualcosa. Ove appunto manca, graziosamente, il soggetto.
Ma allora alla fine siamo tutti uguali, altro che due Italie! Siamo tutti degli ipocriti figli di mignotta, a cui non interessa comunque un fico secco di come stanno gli altri, ma interessa solo di come sta la nostra coscienza. Il leghista se la mette in pace dicendo “tanto quelli sono animali, gli va già bene se gli tiro un tozzo di pane quando mi puliscono il parabrezza”, il progressista se la mette in pace dicendo “si faccia, si vada, uffa che paese di merda”, e alla fine quelli crepano lo stesso.
Ma anche il mio, volendo, è uno stereotipo. Forse un pò più sofisticato degli altri, ma comunque ”facile” da confezionare, visto le premesse.
La verità è che fra noi c’è invece anche molta gente coscienziosa – nel senso che la coscienza non la tacita, ma la lascia funzionare a pieno volume – che però non sa mai per chi votare, e oggi ancor meno di ieri. Perchè di certo non possiamo andare ciascuno di persona ad aspettare gli immigrati sulle spiagge coi panini e le coperte calde. Ma in una democrazia ci viviamo, i nostri rappresentanti li abbiamo regolarmente eletti, e le tasse le paghiamo (più di quanto si voglia far credere, se non altro). E lì dentro - in compagnia del famoso otto per mille per la Chiesa, fra le altre cose - ci sarebbero abbastanza soldi per accogliere gli immigrati con aragosta e champagne in un hotel a cinque stelle, volendo. Altro che panini e coperte.
Bisognerebbe però che chi ci ha chiesto il nostro voto facesse poi quello che è stato delegato a fare ottenendolo: cioè agire per nostro conto, nel nome e negli interessi di una nazione che lui stesso – ma solo quando gli fa comodo - dice orgogliosamente essere l’ottava potenza economica al mondo.
Il che significa, fra l’altro, ammettere implicitamente che molti dei nostri soldi se li frega lui, visto che poi i nostri pensionati sono in giro a chiedere l’elemosina.
E quando parlo di “rubare soldi alla nazione”, sia chiaro, non faccio del populismo da grancassa, tipo “Roma ladrona”, ma mi riferisco ai mille meccanismi, perfettamente noti a tutti, che fanno fluire regolarmente – a Venezia come a Palermo - il denaro pubblico in mani private, grazie ad un sisteme di creste, percentuali, bustarelle e ristorni talmente complesso da far venire il capogiro. E contro il quale, guarda caso, nessun politico, di destra centro o sinistra che fosse, ha mai aperto bocca una sola volta, in campagna elettorale, dal giorno in cui fu firmata la Costituzione.
Perchè in realtà i fregati siamo tutti noi, che accettiamo quotidianamente di farci dividere in greggi avversi (fascisti e comunisti, cristiani e musulmani, interisti e milanisti, non fa nessuna differenza), convinti che sia sufficiente “battere” chi ti sta di fronte per avere vinto tu. Ma mentre tu, pieno di trionfo inutile, deridi l’avversario sconfitto, chi ride davvero sulla tua testa è qualcun altro.
Io credo che nessuno di noi abbia la minima idea di cosa sarebbe il nostro paese, se tutti i soldi che versiamo annualmente all’erario, ad esempio per la RAI come per gli ospedali, andassere davvero a migliorare la qualità dei servizi pubblici, e quindi la qualità della nostra vita in comune.
E invece, chissà perchè, siamo sempre tutti lì che tiriamo fine mese con l’ultima mille lire, e quando c’è da soccorrere un senegalese affamato dobbiamo preparare i panini di tasca nostra.
Massimo Mazzucco
Per fortuna c’è l’amico giornalista, che ci aiuta a tenere desto in noi quel senso di responsabilità civica e morale che è assolutamente necessario per risolvere alcuni dei problemi più scottanti sul tavolo oggi: ecco cosa presentava l’ANSA, nella sua “Galleria Immagini”, il giorno stesso del dramma dei clandestini annegati nel Mar di Sicilia.
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Persino a Baghdad sono riusciti a trovare qualcosa di "carino".